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Newsletter N. 21 del 31 Maggio 2004
- Subject: Newsletter N. 21 del 31 Maggio 2004
- From: newsletter at bbs.olografix.org (Newsletter)
- Date: Tue, 1 Jun 2004 10:36:37 +0200
...................................................................... ooooooooo ooooooooo oMMMMMMMMMM"MMMMMMMMMMM MMMMMMM" "MM" "MMM MM" "MM MMM MM "MM "MMo ooo "" "" "MMo MMMM" "MMMooooMMM" Ass.ne Cul.le Telematica MMMMMMMMMM "Metro Olografix" oMMM"" """MMo Newsletter 21 31/05/04"MMM" "MMM" ...................................................................... ...................................................................... .: INFO E SOMMARIO :. ...................................................................... Questa e` la Newsletter dell'Associazione Culturale Telematica "Metro Olografix" http://www.olografix.org/ Per avere ulteriori informazioni, e per gestire la tua iscrizione, leggi http://lists.olografix.org/cgi-bin/mailman/listinfo/newsletter Non rispondere direttamente alla lista, se hai bisogno di ulteriori informazioni, scrivimi ai seguenti indirizzi newsletter at bbs.olografix.org Per consultare i numeri arretrati della newsletter leggi: http://newsletter.olografix.org/ ............................ :: IN PRIMO PIANO :: ............................ Connessione Internet pedalando sulla bici STEFANO COLELLI ............................ :: RUBRICHE :: ............................ ... PERSI NELLA RETE ... di Nicola "nezmar" D'Agostino ... DALLA RETE A(LLA) CARTA E RITORNO ... di Marco Trotta ............................ :: TEMI E APPROFONDIMENTI :: ............................ Caro Prodi, così ci consegni agli Usa FRANCO CARLINI Tutte le frontiere del «wireless» C'è Internet nel tuo frigo LUCIANO LOMBARDI «Pirate Act», vietato scaricare GABRIELE DE PALMA COPYRIGHT. Ecco a voi il file nero del web BENEDETTO VECCHI ............................ :: TECNOLOGIA&INTERNET :: ............................ News da Punto Informatico, Zeusnews, Mytech, PA. ............................ :: NEWS DALL'ASSOCIAZIONE :: ............................ °°° NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS °°° Partecipa anche tu al MOCA - Metro Olografix CAmp !! Per informazioni ed iscrizioni http://camp.olografix.org °°° NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS °°° ............................ :: CREDITS :: ............................ ...................................................................... .: IN PRIMO PIANO :. ...................................................................... Connessione Internet pedalando sulla bici Portare equipaggiamento wireless in bicicletta per condividere con i propri vicini l'accesso alla Rete, tecnologia e socializzazione. L'idea è di un media-artista STEFANO COLELLI Passeggiando per New York City, è possibile incontrare Yury Gitman che pedala per la città. Chi si trova nei suoi paraggi e ha con se un portatile configurato con una scheda di rete wireless può connettersi a Internet anche se la zona non è provvista di punti di accesso. Il perché si spiega guardando la bicicletta di Yury. Il ciclista ha installato sulla sua due ruote un'antenna, un portatile, un cellulare e batterie per offrire gratuitamente connettività a Internet a chi si trova nel raggio operativo di un centinaio di metri. Inoltre l'idea che ha spinto Yury Gitman a realizzare la sua opera è la possibilità di intercomunicare con altre biciclette simili, creando un network mobile che serva il maggior numero di utenti. Gitman è un hacker, un web designer, un artista delle reti senza fili. Laureato alla New York University's Interactive Telecommunication è stato uno dei creatori di Noderunner, gioco a squadre che ha come finalità l'intercettare il maggior numero di reti wireless nel minor tempo possibile e che si svolge girando a piedi, in bici o con qualsiasi mezzo nella propria città. Ma lui si definisce: «come l'uomo del carretto dei gelati, ma senza musica, io offro connessione a Internet invece del gelato». La sua creatura, la Magic Bike (http://magicbike.net), è un gioiello di tecnologia a basso costo e Yury sta lavorando per riuscire a rendere questa sua invenzione un prodotto commerciale. Cosa spinge Gitman? Un'anima da ciclista inguaribile, ma non solo, perché se è vero che il medium è il messaggio: «La bicicletta è un simbolo tradizionale dei movimenti politici, dal movimento delle donne della fine del XIX secolo, passando per le lotte operaie dei primi del '900, fino a oggi dove la bicicletta si impone come mezzo alternativo alla dipendenza globale dal petrolio», leggiamo sul suo sito. E poi «Le bici-wireless sono tattiche surrealistiche ready-made», un'interazione tra tecnologia e arte con cui Gitman gioca alla Duchamp. Yury Gitman partecipa regolarmente alle passeggiate della critical mass, assembramento di ciclisti che invadono le strade delle città bloccando il traffico automobilistico senza infrangere nessun regolamento stradale con l'idea che «un'altra città è possibile», (proprio in questo fine settimana a Roma c'è il raduno internazionale delle masse critiche, oggi è l'ultimo giorno: info su www.critical-mass.org e www.zingarelli.biz/ciclofficina/ciemmona.php). La bicicletta, come mezzo economico e «pulito» di trasporto o come «via all'illuminazione zen» è da sempre un oggetto di culto per i geeks di ogni parte del mondo, per chi è inchiodato a monitor e tastiera per la maggior parte delle 24 ore. Le due ruote sono parte integrante della cultura hacker. Il ritmico pedalare, il paesaggio che cambia lentamente, l'afflusso di ossigeno, a detta di molti programmatori, sembrano essere un ottimo rimedio per dipanare complicati flussi di dati e algoritmi nei momenti di maggior stress. «Bicicletta per il cervello» doveva essere, nel febbraio del 1981, il leit-motiv della campagna promozionale per il lancio di un nuovo personal computer che rivoluzionò radicalmente la percezione dell'interazione utente/macchina. Il lancio pubblicitario «think Bicycle» suonò troppo ingenuo e la Apple decise di mantenere il nome originale del progetto, ovvero Macintosh. Ancora. 1983, Steven K. Roberts del Nomadic Research Lab comincia la sua avventura di programmatore e scrittore nomade equipaggiando una speciale bicicletta, detta «recumbent», con un portatile, pannelli solari, ricetrasmettitore radio. Poi iniziò a pedalare in lungo e largo per tutti gli States. In undici anni Steven K. Roberts ha creato tre modelli differenti di bici super accessioriate, la «Winnebiko I», la «Winnebiko II» e la «Behemoth», ha percorso un'incalcolabile quantità di chilometri, ha scritto libri e software e oggi ha deciso di abbandonare la terraferma concentrando i suoi sforzi sull'equivalente marino delle sue creature: la «Microship», un trimarano - laboratorio dove navigare, programmare e vivere secondo la sua indole nomade (http://microship.com). http://www.ilmanifesto.it/oggi/art93.html http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/30-Maggio-2004/art93.html ...................................................................... .: RUBRICHE :. ...................................................................... PERSI NELLA RETE ... di Nicola "nezmar" D'Agostino ........................................................ "Persi nella rete" #23 del 23 aprile 2004 "Mouse come pennelli e console come pianoforti " In questa ventitreeesima puntata si parla di un'orchestra (polacca) di suonatori di gameboy, recensioni impietose di film, alieni dei videogame sulle pareti di casa, le sorpresine nascoste nei file .doc, le frasi che è vietato farsi incidere da Apple all'acquisto di un iPod e una pagina in Flash per imitare il grande pittore informale Jackson Pollock. di Nicola D'Agostino gallery: http://www.mytech.it/mytech/photogallery/art006010052941.jsp solo testo: http://www.mytech.it/mytech/internet/art006010052942.jsp "Persi nella rete" e' una rubrica a cadenza peridodica che presenta uno spaccato su novita' e/o curiosita' della rete: uno scorcio su vari siti web in una "gallery" con link, descrizione e una schermata illustrativa. Archivio della rubrica: http://www.mytech.it/mytech/schede/art006010047164.jsp DALLA RETE A(LLA) CARTA E RITORNO ... di Marco Trotta ........................................................ Brevetti Reloaded Con una decisione a sorpresa, lo scorso 18 Maggio, la presidenza di turno Irlandese nel Consiglio Europeo dei ministri sulle competitività è riuscita a fare passare una direttiva che introduce criteri molto più ampi sulla brevettabilità del software. In questa maniera si sta cercando di cancellare il una direttiva approvata a fine 2003 (Carta 33/03) che, grazie alle pressioni della società civile, di migliaia di persone e di oltre duemila piccole e medie imprese, era riuscita ad arginare un primo tentativo di questo tipo. Attualmente in Europa, non si possono brevettare i codici informatici per la stessa ragione per la quale sono escluse le idee. Le pressioni delle grosse corporation (oltre che di Confindustria in Italia) vorrebbero una liberalizzazione modello USA che rischia di far chiudere bottega a migliaia di programmatori indipendenti, soprattutto nell'ambito del software libero, oltre che a ledere importanti principi garantiti da un utilizzo democratico della rete. Sconcertante il ministro Stanca. In un primo momento una sua lettera pubblica a Buttiglione, Marzano e Moratti, incentrata sui possibili danni alle PMI italiane, aveva fatto sperare nella posizione contraria. In realtà, poi, l'Italia è astenuta. Mentre sulla presidenza di turno pesa un'ombra peggiore: la Microsoft sponsorizza direttamente il governo irlandese (con tanto di banner qui: http://www.eu2004.ie). La ratifica ufficiale avverrà dopo le elezioni europee, un motivo in più per continuare le pressioni (maggiori info: http://swpat.ffii.org). Un video per approfondire con diversi interventi qualificati qui: http://www.ngvision.org/mediabase/287 Links Il giorno del brevetto http://punto-informatico.it/p.asp?i=48222 Confidustria sui brevetti http://www.confindustria.it/AreeAtt/DocUfPub.nsf/0/ 44c249c8d0469cd4c1256e750029faba?OpenDocument Stanca http://www.innovazione.gov.it/ita/comunicati/2004_05_18.shtml Irlanda sponsorizzata Microsoft http://www.eu2004.ie/sitetools/sponsorship.asp ...................................................................... .: TEMI E APPROFONDIMENTI :. ...................................................................... Caro Prodi, così ci consegni agli Usa Le scelte pericolose della Commissione Ue. Forzata dalle lobby, sta dando il via libera alla brevettabilità dei software. Rischi anche per la privacy: il governo statunitense potrà accedere ai dati personali dei viaggiatori aerei europei FRANCO CARLINI http://www.ilmanifesto.it/oggi/art67.html http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/30-Maggio-2004/art67.html Tutte le frontiere del «wireless» http://www.ilmanifesto.it/oggi/art66.html http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/30-Maggio-2004/art66.html C'è Internet nel tuo frigo Presto il «senza fili» collegherà tutti i mezzi elettronici di cui facciamo uso LUCIANO LOMBARDI http://www.ilmanifesto.it/oggi/art68.html http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/30-Maggio-2004/art68.html ... «Pirate Act», vietato scaricare La prossima settimana sarà discussa al Senato statunitense la proposta di legge per il rafforzamento delle pene per chi scambia file protetti da copyright attraverso i sistemi di condivisione o peer-to-peer. E' l'ultima dura mossa proibizionista delle major dell'intrattenimento Mentre in Italia è stato approvato il decreto Urbani, il più severo in circolazione, e i paesi con economie emergenti si adeguano alle regole americane, pena l'ingresso nel Wto, in Brasile il ministro della cultura Gilberto Gil tenta un esperimento alternativo, legalizzare il file-sharing senza penalizzare gli artisti GABRIELE DE PALMA Nell'ultimo saggio della ricercatrice della Columbia University Siva Vaidhyanathan, The anarchist in the library, vengono tratteggiate due tendenze che agitano il mondo cibernetico: anarchia e oligarchia. Da una parte Internet e il suo fondamento, ovvero il protocollo Tcp/Ip, anarchico per definizione e cioè non controllabile da un potere forte e che mette in discussione il concetto stesso di Stato-nazione; dall'altra l'oligarchia, rappresentata dalle lobby industriali che invece del controllo sulle comunicazioni e sulle informazioni hanno fatto la loro fortuna. L'ultima notizia dal mondo della proprietà intellettuale ben si inserisce in questo scenario. Pirate Act La prossima settimana sarà discussa al Senato statunitense la proposta di legge «Protecting Intellettual Rights Against Theft and Expropriation Act» meglio noto agli addetti ai lavori con l'acronimo Pirate Act. Il testo presentato da un senatore repubblicano (Orrin Hatch) e da un democratico (Partick Leahy) prevede un rafforzamento delle pene per chi scambia file protetti da copyright attraverso i sistemi di condivisione o peer-to-peer e la possibilità da parte degli agenti e pubblici ministeri federali, e non solo di quelli dei singoli stati, di perseguire in tribunale i presunti colpevoli di infrazione del diritto d'autore. Se verrà approvato, il disegno di legge permetterà al Dipartimento di giustizia di fare le veci della lobby dell'industria dell'entertainment (Riaa per la musica e Mpaa per il cinema) con più soldi, dei contribuenti, e con una capillarità maggiore. L'idea sottesa al rafforzamento delle già severe leggi Usa in materia di proprietà intellettuale è che le 3000 cause finora intentate dalla Riaa non abbiano sortito l'effetto deterrente sperato, e che intentarne 10.000 per volta possa meglio servire allo scopo. Visitando il sito del senatore Hatch si scoprono altre interessanti cose, ovvero la visione del mondo sottesa a tanta acrimonia e accanimento contro la condivisione. Per il senatore Hatch - dietro il peer-to-peer c'è una cospirazione contro le industrie del divertimento (seconde per guadagni solo a quelle dei farmaci e degli armamenti) in cui giovani e bambini vengono usati come «scudi umani» per poter costruire un nuovo modello di business basato sulla pirateria e sul materiale pornografico. Hatch quando parla di «scudi umani» si riferisce allo scandalo scoppiato lo scorso anno quando la Riaa fece causa a una dodicenne per infrazione del copyright suscitando le reazioni indignate di molti. E quando parla di un nuovo modello di business che si vuole sostituire a quello esistente sembra farlo con una foga che lascia qualche dubbio sul disinteresse che lo muove. Non sorprende quindi scoprire che Hatch e Leahy hanno ricevuto dall'industria dell'entertainment rispettivamente 152.360 e 178.000 dollari nell'ultima campagna elettorale. Detto questo sarebbe il caso di parlare seriamente di modelli di business, perché è qui che si sta giocando la partita. Le conseguenze della diffusione di Internet e delle connessioni a banda larga sono state una rivoluzione nella distribuzione di musica e cinema, ora non più gestibile solo ed esclusivamente dalle grandi aziende, ma da chiunque abbia una connessione in Rete. Prima Napster, ora i servizi di condivisione, hanno, prima ancora che sottratto soldi all'industria, lasciato intravedere la fine del loro controllo egemone. Con grave e colpevole ritardo hanno realizzato che la rivoluzione era incontrovertibile e che sarebbe stato meglio cavalcarla utilizzando i nuovi mezzi messi a disposizione anziché dichiararli semplicemente fuorilegge. Solo lo scorso anno, ovvero quattro anni dopo la nascita di Napster, la Apple ha inaugurato un servizio di distribuzione legale (e cioè che riconosce i diritti agli autori) online: iTunes. Oggi iTunes è portato ad esempio del futuro della musica online e nell'arco di sei mesi i servizi legali di distribuzione di musica hanno superato quota cento. Da zero a cento in sei mesi, si fossero svegliati prima sarebbe stato meglio per tutti. Questi servizi legali hanno però ancora delle lacune gravi se paragonati al peer-to-peer: i cataloghi delle canzoni sono incompleti e c'è una frammentazione del mercato dei diritti e dei formati che non agevola l'utente. Il file sharing incarna il mito del celestial jukebox (un mega archivio musicale in cui posso trovare tutto ciò che cerco). Il peer-to-peer rappresenta quindi un modello di business alternativo a quelli esistenti, non fosse che è gratis, e non si dà un business senza soldi. E' evidente che non pagare per avere la musica porterebbe a un impoverimento di tutto il sistema musica, e quindi il modello di business che il peer-to-peer suggerisce deve essere adeguato alla realtà per poter essere una alternativa concreta all'egemonia dell'industria musicale. Il modello Brasile A risolvere il problema, o meglio a proporre una soluzione ci ha pensato Terry Fisher, un professore della Harvard Law School, che ha proposto di legalizzare il file-sharing affiancandolo a un sistema di compensazione per gli artisti basato sul numero di volte in cui si scarica un brano. L'idea è questa: ogni artista si registra all'Ufficio copyright nazionale, gli scambi di file vengono monitorati, e agli artisti vengono corrisposti i diritti d'autore presi dalle tasse sui software, sui lettori di mp3 e sui cd vergini (tasse che già paghiamo) e sugli abbonamenti ai servizi di file sharing, oggi gratuiti, e stimati da Fisher intorno ai 5 dollari mensili. La proposta di Fisher non ha riscosso l'interesse dell'Ufficio Copyright statunitense (anche perché se realizzato ridurrebbe assai gli introiti dell'industria, non quelli degli artisti) ma non è caduto completamente nel vuoto. Gilberto Gil, noto cantautore brasiliano e Ministro della cultura del governo Lula, ha accolto con entusiasmo la proposta e ha iniziato a realizzarla, costruendo un database di musica digitale. Nei prossimi mesi, tenendo ovviamente conto delle differenze tra le realtà brasiliana e statunitense, vedremo la praticabilità e la funzionalità di questo nuovo modello di business. Sempre che gli Stati uniti permettano la nascita di tale alternativa al loro modo di concepire la proprietà intellettuale. Sì perché quello che ormai è chiaro è che la globalizzazione delle politiche sulla protezione delle opere dell'ingegno è quanto mai necessaria, visto che Internet rende sempre più labili i confini degli Stati-nazione e che qualsiasi legge nazionale venga approvata ha valore solo entro i confini territoriali, mentre i server in cui sono ospitati i file possono risiedere in qualsiasi punto del pianeta. Per questo gli Usa da qualche ano cercano di vincolare sempre più l'ingresso nel Wto delle economie emergenti al rispetto della loro visione della proprietà intellettuale, e quando non ci riescono con accordi multilaterali, come il Wto appunto, lo fanno con accordi bilaterali. La situazione italiana Una riflessione infine sulla situazione italiana. La recente approvazione del decreto legge Urbani contro la pirateria online, giudicata dal presidente della associazione per i diritti digitali Ip Justice «la peggiore in assoluto», è oltreché la più severa in circolazione anche un epitome della preoccupante realtà del nostro parlamento. La cosa più contestabile di tutte, più ancora della criminalizzazione dell'utente che condivide, più delle pene sproporzionate che prevede per i «malfattori», e più dell'istituzione di un bollino virtuale irrealizzabile di fatto e che porterebbe ancora un po' di soldi alla Siae (che già ci tassa tre o quattro volte su tutto quello che ci diverte), è la modalità con cui è stata varata. Un decreto legge, ovvero l'iter più sbrigativo possibile, dettato sembra dalle difficili condizioni economiche in cui versano i teatri (a rischio le stagioni sinfoniche) e il cinema, quando sarebbe stato necessario un ampio dibattito in cui potessero esprimersi tutti i soggetti interessati. Visto che la posta in gioco va ben al di là delle miopi visioni di parte. Il Manifesto, 29 maggio 2004 http://www.ilmanifesto.it COPYRIGHT Ecco a voi il file nero del web BENEDETTO VECCHI L'acronimo è tutto un programma. Si tratta del Pirate Act e sta per Protecting Intellectual Rights Against Theft and Expropriating ed è l'ultimo, in ordine di tempo, escamotage proibizionista del Congresso statunitense contro la pratica tanto innocente quanto diffusa su Internet di scambiarsi file musicali e video. La nuova legge è in discussione al Senato degli Stati uniti e dovrebbe essere approvata da qui a pochi giorni, aggiungendo così un altro tassello a un puzzle giuridico che si presenta sempre più come una vera e propria controrivoluzione permanente della Rete. In altri termini, non solo è finito il tempo d'oro del cyberspazio come territorio libero per la condivisione delle informazioni e del sapere. Ad Internet, manda infatti a dire il cuore dell'impero, vanno applicati quei dispositivi del controllo sociale già vigenti per la vita al di fuori dello schermo. Quindi vanno definite le regole per i comportamenti individuali e collettivi ammessi nel web. Ma questa volta, ed è qui la novità rispetto al passato, nonostante la retorica della lotta al terrorismo o alla pedofilia o alla pornografia, la repressione parla il linguaggio dei dollari e non del carcere. Il Pirate Act scatta infatti secondo un criterio burocratico e contabile dei file musicali o video memorizzati sul proprio computer. E, come in ogni meccanismo astratto e burocratico, c'è sempre bisogno di un guardiano che documenti asetticamente le operazioni svolte. In questo caso, nel libro nero sono annotati, nome, cognome, internet protocoll, server e l'ammontare dei file Mp3 scambiati. E superato il fatidico numero stabilito per legge (2500 per la precisione), la parola passa al tribunale, che stabilirà in un secondo momento qual è l'ammontare della multa che devi pagare. Già perché gli Stati uniti non sono nuovi a prevedere che la pena per la violazione della legge venga contabilizzata secondo un tariffario mutevole nel tempo e nello spazio. Lo studioso Richard Sennett ha lungamente studiato il funzionamento del welfare state americano ed è giunto alla conclusione che ogni volta che la logica mercantile entra nella gestione di un bene comune, la democrazia corre seri rischi. Si può anche votare, ma i diritti civili, politici e sociali sono dispensati seconda una logica del censo. E' così per la salute, le pensioni, la scuola. Anche in questo caso siamo di fronte a un bene comune. Ascoltare musica o guardare un immagine, condividendoli con gli amici ha molto a che fare con quello spirito comunitario che i «padri pellegrini» volevano coltivare una volta scesi dalla Mayflower. E per circa due secoli è stato così, visto che gli Stati uniti non riconoscevano le legislazioni sul diritto d'autore degli altri paesi. E questo fino a quando quell'attitudine alla condivisione di esperienze, come può essere lo scambio di informazioni o la messa in comune della conoscenza, non ha cominciato ad assumere un posto nella produzione della ricchezza. Ha quel punto, Washington è diventata una delle nazioni più scrupolose nella difesa della proprietà intellettuale. Con Internet molti hanno sperato che la logica dominante potesse essere diversa. Non più steccati o frontiere alla diffusione del sapere, ma un esercizio consapevole del diritto alla libertà di comunicare. Peccato che la conoscenza sia diventata uno dei fattori determinati nell'economia mondiale. Dall'Uruguay Round ai Trips del Wto, dal Digital Millennium Copyright Act alla proposta di brevettare il software in discussione all'Unione europea, la colonizzazione del cyberspazio ha individuato nemici e ha trovato la sua fanteria leggera. I nemici sono tanti, più o meno tutti quelli che quotidianamente compiono quel semplice gesto di collegarsi in rete; la fanteria leggera siede nel Wto, nelle factory law e in qualche parlamento nazionale. Ma ogni volta che il motto «legge e ordine» sembri vincente, le strade per sottrarsi a questa logica proibizionista sono trovate dalla scesa in campo di ciò che spaventa di più gli aspiranti monopolisti della conoscenza: l'intelligenza collettiva. Perché per ogni Pirate Act in circolazione c'è sempre una moltitudine di uomini e donne pronte a violarlo. Il Manifesto, 29 maggio 2004 http://www.ilmanifesto.it Letture e siti internet http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/29-Maggio-2004/art108.html Stati Uniti http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/29-Maggio-2004/art109.html Italia http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/29-Maggio-2004/art110.html Brasile http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/29-Maggio-2004/art111.html ...................................................................... .: TECNOLOGIA&INTERNET :. ...................................................................... .: Pubblica Amministrazione :. Proposta una commissione interministeriale per lo sviluppo del mercato e dell'industria dei prodotti intellettuali digitali Il Governo ha avviato la costituzione della Commissione interministeriale per lo sviluppo del mercato e dell'industria dei prodotti intellettuali digitali e per l'adeguamento della Legge Urbani, entrata in vigore il 23 maggio scorso nel testo definitivo di conversione del decreto legge dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Approfondimento (http://www.innovazione.gov.it/ita/comunicati/2004_05_24.shtml) Linee guida per i progetti formativi nella P.A.Usa, in rete con dispositivi wireless Oltre un quarto (28%) degli statunitensi usa dispositivi wireless per connettersi alla rete. Il dato emerge da una recente ricerca condotta da Pew Internet & American Life nel mese di marzo 2004. Approfondimento (http://www.innovazione.gov.it/ita/news/2004/04_05_21.shtml) Le tecnologie biometriche in un rapporto Ocse Il documento offre un'ampia panoramica su questo tipo di tecnologie, del loro campo di applicazione e delle possibili implicazioni in termini di privacy che un utilizzo su vasta scala potrebbe fare insorgere. Il rapporto è stato curato dal Directorate for Science, Technology and Industry - - Committee for Information, Computer and Communications policy. Approfondimento (http://appli1.oecd.org/olis/2003doc.nsf/linkto/dsti-iccp-reg(2003)2-f inal) .: Mytech :. FACILE E BELLO IL FUTURO DEL VIDEO SECONDO APPLE Costi ridotti, portabilità e qualità al centro dell'offerta della mela. Con l'aiuto dei PowerMac G5, del Firewire e di prodotti nuovi e migliorati. Ecco tutto quanto bisogna sapere. di Nicola D'agostino http://www.mytech.it/mytech/computer/art006010053015.jsp fotogallery correlata http://www.mytech.it/mytech/photogallery/art006010052986.jsp .: Punto Informatico :. Il primo spammer che va in galera Buffalo Spammer è stato condannato a sette anni ma se si comporta bene potrà essere fuori in tre anni e mezzo. Lo spammer che ha intasato mezza Internet è il primo a pagare così duramente un'attività che, però, è fuori controllo da tempo http://punto-informatico.it/p.asp?i=48411 Altri dialer altre denunce Di questi giorni la notizia di ulteriori denunce a carico di società che si ritiene abbiano utilizzato siti-trappola, capaci di installare ad insaputa dell'utente dialer gonfiabolletta http://punto-informatico.it/p.asp?i=48414 Canada, beccato un altro virus writer Ha 16 anni ma non la passerà liscia se verrà riconosciuto colpevole di aver realizzato un worm tanto poco diffuso quanto particolarmente insidioso, pensato per rendere i PC colpiti dei nodi spara-spam http://punto-informatico.it/p.asp?i=48415 Server, Linux fa le scarpe a Unix L'ultimo studio del Gartner rivela un mercato dei server in buona salute, spinto soprattutto dalle vendite di server x86 basati su Linux e Windows, primi artefici dell'inarrestabile declino di Unix http://punto-informatico.it/p.asp?i=48406 Un netstrike... virale Lo strike di oggi sul sito dei Beni culturali è annunciato da email che girano ovunque, su mailing list pubbliche e private, forum e newsgroup. In queste ore sarebbe stato raggiunto l'accordo sulle modifiche alla legge http://punto-informatico.it/p.asp?i=48408 California, una legge (contro Gmail) Pensata per tutelare gli utenti dalle scansioni automatiche, la normativa in realtà vieta solo di farne dei database da sfruttare o vendere. Tanto che Google è persino d'accordo http://punto-informatico.it/p.asp?i=48412 P2P, Lecce promuove l'uso consapevole La Provincia decide di erogare un finanziamento affinché possa essere diffusa nelle scuole di Lecce e dintorni la Guida di NewGlobal.it sull'uso dei sistemi di peer-to-peer http://punto-informatico.it/p.asp?i=48409 P2P, perché non pagarne l'uso? Se lo chiede un lettore: quanto aumenterebbe il parco-clienti dei detentori dei diritti se l'utente Internet potesse pagare un quantum per avere la libertà di condividere e scaricare? Una questione sempreverde http://punto-informatico.it/p.asp?i=48410 .: Zeusnews :. Software Libero, cosa sta succedendo ad Avellino? Il software libero italiano sta per diventare maggiorenne? Quello di Avellino, nato in sordina e poco pubblicizzato online come sulla carta stampata, si preannuncia come uno degli appuntamenti più caldi dell'anno. Chi ci sarà e di cosa si discuterà. http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=3128&numero=999 Microsoft, storia di una minaccia che si ripete Una minaccia da scongiurare! (commento di Domenico Zucchetti) http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=3127 Legiferare male oggi per legiferare (forse) meglio domani? Un commento della Free Software Foundation Europe sul decreto Urbani. http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=3123 La giornata del software libero Le comunità che ruotano attorno al software libero, dai Linux User Group italiani ai semplici simpatizzanti dell'open source, si sono dati appuntamento per questo weekend. Un evento da non perdere. http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=3125 ...................................................................... .: NEWS DALL'ASSOCIAZIONE :. ...................................................................... °°° NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS °°° Partecipa anche tu al MOCA - Metro Olografix CAmp !! Per informazioni ed iscrizioni http://camp.olografix.org °°° NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS °°° Ogni lunedì sera la sede dell'associazione resterà aperta dalle ore 21,30 per incontrarsi, conoscersi, discutere, smanettare. Per chi vuole passare un po' di tempo con noi, l'appuntamento è in via Nazionale Adriatica Nord, 92 - Pescara Riferimenti utili alla pagina http://metro.olografix.org/sede.html Associazione Culturale Telematica "Metro Olografix" http://www.olografix.org :: info at olografix.org ...................................................................... .: CREDITS :. ...................................................................... a cura di Loris "snail" D'Emilio http://www.olografix.org/loris/ Hanno collaborato a questo numero: Nicola "nezmar" D'Agostino http://www.olografix.org/nezmar Alessio "isazi" Sclocco http://www.olografix.org/isazi Marco Trotta matro at bbs.olografix.org ...................................................................... ...................................................................... Ø UNREGISTERED Version of PostMan for Wildcat 5.x
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