[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
[paxchristi] L'obiezione ai tempi della guerra
- Subject: [paxchristi] L'obiezione ai tempi della guerra
- From: "Mosaico di pace - redazione" <redazione at mosaicodipace.it>(by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Thu, 20 May 2004 00:01:38 +0100
In occasione della Giornata Internazione dell’ Obiezione di Coscienza celebrata lo scorso 15 maggio, alcune ragazze a Mosca hanno protestato conto l’obbligo del servizio militare che riguarda tutti i loro ragazzi e sono scese in piazza per chiedere il diritto di ciascuno di obiettare al servizio alla patria con le armi. Anche quest’anno Mosaico di pace, rivista mensile promossa da Pax Christi Italia, con il numero di maggio, si è unita all’anelito di tanti movimenti e singole persone che, in tutto il mondo, operano perché l’ obiezione di coscienza sia, per tutti e ovunque, un diritto riconosciuto. Con la riflessione che segue, pubblicata nelle pagine dell’ultimo numero della rivista, abbiamo voluto esprimere la nostra solidarietà a tutti i giovani obiettori che, in Israele come in Grecia o in altre parti del mondo attraversate da cruenti conflitti, hanno il coraggio di dire No alla guerra e alla violenza, mediante le proprie dichiarazioni di obiezione. Chi desidera ricevere una copia saggio del numero di maggio di Mosaico di pace, può richiederlo alla segreteria di redazione: info at mosaicodipace.it <mailto:info at mosaicodipace.it> , 080.3953507. Chi desidera riprodurre in qualunque modo l’articolo che segue, è pregato di citare l’autore e la fonte. Grazie L’obiezione ai tempi della guerra di Diego Cipriani L’annuale Giornata internazionale dell’obiezione di coscienza trova ancora molti Paesi contrari al diritto di obiettare. Il 21 aprile scorso il tribunale di Colonia ha accolto il ricorso di Christian Pohlmann, un ragazzo di 21 anni che contestava la cartolina precetto per il servizio di leva, che in Germania è ancora obbligatorio. La Corte ha sostanzialmente dichiarato incompatibile con la Costituzione il sistema di reclutamento militare che dal luglio dell’anno scorso ha introdotto nuove regole. Esultano i Grünen che da tempo sostengono l’ abolizione della leva obbligatoria, al pari di gran parte dell’Europa. L’episodio è solo un pretesto per riaccendere in Germania il dibattito sull’abolizione della leva che trova un forte ostacolo… da parte degli obiettori, o meglio degli enti (quasi tutti pubblici) che impiegano migliaia di obiettori e che entrerebbero in crisi se venisse meno il loro apporto. Ovviamente, al dibattito partecipano anche coloro che ritengono che l’abolizione della leva “risolverebbe” il problema dell’obiezione di coscienza che evidentemente costituisce ancora un problema per molti. In realtà, come dimostrano anche le vicende di quei paesi in cui il servizio militare è volontario, la “coscienza dell’ obiezione”, per dirla con Tonino Bello, non resta narcotizzata da una legge che abolisca la leva. Per esempio… Il sergente Camilo Mejia, 28 anni, della Guardia Nazionale degli Stati Uniti, è attualmente detenuto al Fort Stewart, in Georgia, con l’accusa di diserzione. Mejia ha combattuto in Iraq, con un'unità che ha attraversato il paese subito dopo l'invasione e per cinque mesi ha operato nel cosiddetto “triangolo sannita”. Lì era in prima fila, ha ucciso gente, ha catturato prigionieri e collaborato a torture. Rientrato in patria per un periodo di riposo, ha cambiato idea sulla guerra ed è diventato obiettore di coscienza. Lo ha dichiarato dopo un periodo di fuga e ora attende il verdetto che può prevedere una pena fino a un anno in prigione. Il caso di Mejia non è isolato: dall’inizio della guerra in Iraq, sono decine i soldati che hanno obiettato anche a questa “sporca guerra”, così come erano stati in centinaia nel 1991, in occasione della prima guerra del Golfo. Non solo nelle Forze Armate degli Stati Uniti. Purtroppo, queste notizie vengono tenute sotto stretto riserbo da parte dei ministeri della difesa e vengono diffuse solo dalla stampa “alternativa” o dalle associazioni pacifiste e antimilitariste. Forse non saranno obiettori, anche se il loro gesto è stato presentato come atto di disobbedienza e rischiano comunque una pena compresa tra i sei mesi e i tre anni di carcere, i quattro elicotteristi dell’esercito italiano che, stando alle notizie apparse sui giornali agli inizi di marzo, sono stati accusati di ammutinamento per essersi rifiutati di partecipare alla missione “Antica Babilonia” per la scarsa sicurezza in cui avrebbero dovuto operare. Nei mesi scorsi si è conquistata la prima pagina dei giornali di tutto il mondo la lettera che 27 piloti riservisti israeliani hanno firmato dichiarando di rifiutarsi di prendere parte ad attacchi aerei contro la popolazione palestinese dei Territori. Quella di Israele (sulla quale più volte Mosaico di pace è ritornata, ndr) è una situazione “incandescente” per quanto attiene a tutto ciò che si muove intorno al “no” al conflitto israeliano-palestinese, soprattutto a ridosso delle Forze Armate con la stella di David che contano già oltre 1.300 soldati che hanno obiettato. Clamoroso, inoltre, il caso di cinque obiettori israeliani che una sentenza di qualche settimana fa ha condannato a un altro anno di prigione, oltre ai circa 500 giorni di carcere che ognuno di loro ha già scontato. Sempre in Israele, si attende la decisione finale sul caso dell’ obiettore Jonathan Ben-Artzi che è stato “scaricato” dall’esercito non perché sia stato riconosciuto il suo caso di coscienza, ma perché ritenuto inadatto all’ambiente militare, e comunque punibile per il suo atteggiamento. Infine, la Grecia, “pecora nera” dell’Unione Europea in tema di obiezione di coscienza. Con una sentenza storica, lo scorso 19 febbraio, la Corte marziale di Salonicco ha stabilito la propria incompetenza a giudicare il caso dell’obiettore Lazaros Petromelidis che adesso dovrà dunque essere giudicato da un tribunale civile. Una decisione attesa da 18 anni e che tuttavia non solleva la Grecia dalle responsabilità cui è richiamata da anni dal Parlamento Europeo e dal Consiglio d’Europa perché il servizio civile non rivesta quel carattere punitivo che attualmente ha (maggior durata, lontananza dalla residenza, paga da fame, ecc.). Collegandovi alla pagina http://italy.peacelink.org/mosaico/indices/index_2 76.html potrete leggere l’indice completo del numero di maggio. ______________________________________ Mosaico di pace Rivista mensile promossa da Pax Christi segreteria di redazione Via Petronelli n. 6 70052 Bisceglie (BA) tel. 080-395.35.07 fax 080-395.34.50 info at mosaicodipace.it www.mosaicodipace.it Questo messaggio non contiene pubblicità, né promozione di tipo commerciale. Coscienti che e-mail indesiderate siano oggetto di disturbo, ti preghiamo di accettare le nostre più sincere scuse se la presente non dovesse essere di tuo interesse. A norma della Legge 675/96 abbiamo reperito la tua e-mail direttamente da un messaggio che ci avevi precedentemente inviato, su tua esplicita comunicazione, navigando in rete o da un messaggio che ha reso pubblico il tuo indirizzo di posta elettronica. Questo messaggio non può essere considerato spam poiché include la possibilità di essere rimosso da ulteriori invii di posta elettronica. Qualora non intendessi ricevere ulteriori comunicazioni, ti preghiamo di inviare una risposta con oggetto: Cancella. Grazie. [Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio] Per ritirare la sottoscrizione a questo gruppo, inviare un'e-mail a paxchristi-unsubscribe at egroups.com Link Yahoo! Gruppi Per andare all'homepage del gruppo vai alla pagina: http://it.groups.yahoo.com/group/paxchristi/ Per annullare l'iscrizione al gruppo scrivi a: paxchristi-unsubscribe at yahoogroups.com L'utilizzo da parte tua di Yahoo! Gruppi è soggetto alle:http://it.docs.yahoo.com/info/utos.html
- Prev by Date: codice arancione
- Next by Date: Milano, presidio 4 giugno
- Previous by thread: codice arancione
- Next by thread: Milano, presidio 4 giugno
- Indice: