Le bugie di Frattini



Frattini a «Porta a Porta»: cento minuti di bugie
di Luana Benini http://www.unita.it/index.asp?topic_tipo=&topic_id=33631

 La ricostruzione di quelle due ore è impietosa e lascia di stucco. Nel
salotto di Vespa, di fronte ai familiari degli ostaggi, le facce straziate
dall'angoscia di un'attesa snervante, il ministro degli Esteri Frattini
sapeva la verità fin dall'inizio. La sapeva due ore prima dell'annuncio dell
'uccisione di Quattrocchi data dal vicedirettore di Libero, Renato Farina.
Di certo Frattini, secondo la ricostruzione, era stato avvisato dalla
Farnesina. Avrebbe dunque finto davanti alle telecamere di non sapere. E
alla fine di tutta questa pantomima la famiglia Quattrocchi ha appreso dell'
assassinio del suo congiunto proprio dalla tv. La versione peggiore del
«Grande fratello». La morte in diretta. Ora Renato Farina accusa: se avessi
saputo che i familiari non erano stati avvisati «non mi sarei mai permesso
di infliggere quella tremenda punizione». Ma il ministro, dice, mi aveva
assicurato che erano stati avvisati. Vespa conferma che di fronte alla
richiesta specifica (sono stati avvisati i familiari?) il ministro aveva
annuito, e scarica la responsabilità. Un pasticcio che comunque lo giri è
inquietante.
Mentre Frattini non smentisce e non chiarisce, fioccano le interrogazioni.
«La Farnesina sapeva dell'uccisione di Fabrizio Quattrocchi fin dalle 22,15?
E perché allora il ministro ha fatto dare in diretta tv e soltanto a
mezzanotte la notizia? Perchè nessuno ha evvertito prima la famiglia? Che
spiegazione intende dare il ministro al proprio comportamento?» Sono i
quesiti che i deputati Ds della commissione esteri della Camera (Spini,
Cabras, Calzolaio, Crucianelli, Folena, Fumagalli, Melandri, Ranieri,
Sereni) pongono al governo. Interrogazione quasi analoga da parte dei Verdi.
«Ora è necessario che si faccia piena chiarezza - dice Pecoraro Scanio - Su
una vicenda tanto delicata non sono ammissibili ambiguità».
Giuseppe Fioroni, dell'esecutivo della Margherita chiede al ministro di
presentarsi in aula al question time e chiarire il suo comportamento.
Frattini chiarisca come sono andate le cose e se ha mentito si dimetta: così
il Pdci, Achille Occhetto e Antonio Di Pietro. Il verde Cento propone all'
opposizione di valutare l'opportunità di una mozione di sfiducia. Ma il
momento è delicato e c'è il timore che una eventuale richiesta di
dimissioni, come spiega il diessino Massimo Brutti, finisca per sgonfiarsi
subito come una bolla d'aria: «Credo che le richieste di dimissioni in
questo contesto siano abbastanza inutili, servono solo a fare in modo che il
governo faccia quadrato intorno a lui. Se le forze più rilevanti della lista
unitaria chiedono le dimissioni lo fanno per ottenerle. Non mi pare
essenziale oggi una richiesta formale. In ogni caso va denunciato un
comportamento irresponsabile, una insensibilità inaudita. Chiunque può
sbagliare, ma lui, il giorno dopo, ha rivendicato come un merito il suo
stare di fronte alle telecamere...». «Un comportamento inaccettabile da
parte del ministro - gli fa eco il ds Antonello Cabras che però non esclude
la richiesta di dimissioni -. È emerso che lui sapeva benissimo come stavano
le cose. Lo sapeva da fonte Farnesina. Non può neanche nascondersi dietro il
fatto che stava verificando la notizia. La notizia l'aveva avuta tramite l'
ambasciatore che a sua volta l'aveva ricevuta dall'emittente tv Al Jazeera.
E invece di starsene al suo posto operativo è rimasto in tv a fare quella
parte che hanno visto tutti». Ricorrono le condizioni per chiederne le
dimissioni? «Credo di sì. Se non ci saranno spiegazioni plausibili è molto
probabile. Aspettiamo anche le risposte sulla vicenda oscura dei due
007...».
Silenzi, omissioni, bugie. Ma i fatti impongono delle risposte. «I casi sono
due - dice il braccio destro di Rutelli, Paolo Gentiloni - o l'
amministrazione degli Esteri ha gestito tutta la partita per due ore senza
disturbare il ministro che stava da Vespa, e questa francamente mi pare l'
ipotesi peggiore che però tendo ad escludere perché paradossale, oppure il
ministro sapeva. Lo sapeva anche Vespa? A prescidere da tutto ciò, la cosa
incredibile è il livello di cinismo personale. Stai in tv e fai finta di
nulla, fai il finto stupito, non avverti i familiari delle vittime. Se non
altro io andrei in tv a chiedere scusa». La stessa valutazione del ds Pietro
Folena: «Farebbe bene a presentarsi dimissionario alle Camere. ma sappiamo
che purtroppo non accadrà».
Giovanna Melandri è tranchant: «Non sarebbe accaduto in nessun paese
europeo. È immaginabile un ministro inglese, francese, tedesco che nel cuore
di una emergenza sta sprofondato nella poltrona in un talk-show? È stata la
rappresentazione di una degenerazione della politica, dell'assenza di senso
delle istituzioni». Ci sono le condizioni per chiedere le dimissioni?
«Secondo me sì. Ma la richiesta di dimissioni dovrà discendere da una
valutazione del partito e del gruppo parlamentare».
Rosy Bindi risponde ironica: «Va bene che Vespa è la terza Camera dopo
Montecitorio e il Senato, un ministro può anche sbagliarsi e pensare di
essere al posto giusto, ma io avrei preferito che in quel momento drammatico
il capo della Farnesina fosse al suo posto di lavoro». Dopo la ricostruzione
di quelle ore drammatiche però c'è qualcosa di più. C'è il sospetto che il
ministro abbia strumentalizzato l'evento per raggranellare qualche consenso.
«Se davvero sapeva dell'uccisione di Quattrocchi si è reso responsabile di
un comportamento gravissimo». Ci sarebbero le condizioni per chiedere le
dimissioni? «Io più che chiederle me le aspetterei. Posso capire che una
richiesta di dimissioni da parte nostra potrebbe apparire come un tentativo
di strumentalizzare a nostra volta, in un momento così tragico, a fini
politici. Dovrebbe essere lui a trarre le conseguenze di un comportamento
che non gli fa onore soprattutto come persona».