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TRA GUERRA E TERRORISMO, SCEGLIAMO LA NONVIOLENZA
- Subject: TRA GUERRA E TERRORISMO, SCEGLIAMO LA NONVIOLENZA
- From: "Mosaico di Pace" <info at mosaicodipace.it>(by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Mon, 15 Mar 2004 15:37:51 +0100
MOSAICO DI PACE / Nonviolenza TRA GUERRA E TERRORISMO, SCEGLIAMO LA NONVIOLENZA È tutto dedicato al tema della nonviolenza, l’ ultimo numero di “Mosaico di Pace”, la rivista mensile promossa da Pax Christi. Una riflessione approfondita, necessaria per ribadire il nostro no alla guerra, alle violenze e al terrorismo e per rinforzare la nostra ricerca di una alternativa possibile: “la nonviolenza attiva deve diventare una dimensione essenziale della sequela” ci ricorda Alex Zanotelli nel suo editoriale. Un lungo viaggio all’interno delle grandi religioni dell’umanità con interviste e scritti di alcuni fra i più importanti studiosi e testimoni di fedi e culture. “Un invito alla comprensione del debole” ci rivolge Amos Luzzatto, il presidente delle comunità ebraiche israeliane. La guerra non può essere condotta, neppure in nome di Dio: “Non con la truppa né con la forza, ha detto il Signore delle moltitudini, bensì con il mio Spirito”. E conclude con invito alla solidarietà che “richiede la conservazione della memoria della propria sperimentata inferiorità; e la memoria ha due difetti: si attenua con il passare del tempo ed è selettiva, molto spesso cancella ciò che disturba nel presente. Si può pertanto persino proclamare la memoria e nel contempo praticare l’oblio”. E in pari modo la violenza e la guerra sono bandite da tutte le tradizioni religiose: ce ne parlano Giovanni Cereti, Giuseppe Barbaglio, Thomas Michel, Gianpietro Sono Fazon, Brunetto Salvarani, Anotonino Drago, Nanni Salio, Raed Abushaelia, e altri. Una riscoperta delle radici nonviolente delle Religioni e delle culture diverse, un appello alle Chiese, perché non è più tempo “di silenzi e connivenze di fronte al tragico ripetersi di conflitti e dell’instaurarsi del ‘pensiero unico’ della guerra”, afferma Alex Zanotelli, direttore responsabile della rivista,. E la nonviolenza interroga anche la politica. In un dibattito esclusivo, gli on.li Tana De Zulueta, Fausto Bertinotti, Nichi Vendola e Francesco Rutelli si si confrontano su guerra e terrorismo, nonviolenza e uso della forza…. Per contatti o per richiedere una o più copie della rivista: tel. 080/3953507, fax 080/3953450, info at mosaicodipace.it <mailto:INFO at MOSAICODIPACE.IT> ………………. Pubblichiamo di seguito l’articolo integrale di Flavio Lotti (Tavola della Pace) che compare nel medesimo numero di marzo 2004 di Mosaico di pace. Anche alla luce degli ultimi avvenimenti, riteniamo importante sollecitare la partecipazione di tutti alla manifestazione di sabato 20 marzo 2004 perché questa guerra sia fermata, perché cessi l’occupazione in Iraq, per una via nonviolenta di risoluzione del conflitto. 20 Marzo 2004, un altro intervento è possibile! Flavio Lotti La manifestazione nazionale del 20 marzo 2004 servirà anche a questo. A dire, in tanti che, in Iraq, un altro intervento é possibile. Non è vero che proseguire la missione militare italiana a Nassiriya è “la cosa migliore” o “la sola cosa” che l’Italia può fare per aiutare il popolo iracheno a uscire dal pantano in cui è finito a causa della guerra. Il Parlamento italiano deve scegliere di abbandonare l’opzione militare e di assumere l’ opzione democratica. L’opzione democratica richiede: 1. un maggiore e non un minore impegno in Iraq dell’Italia, dell’Europa e della comunità internazionale; 2. una forte iniziativa per ridare centralità, credibilità e sostegno all’azione dell’Onu. L’Onu non è e non dispone di una bacchetta magica per risolvere i disastri provocati dalla guerra. Tuttavia quella dell’Onu è la strada maestra per mettere un freno alla violenza che dilaga, per scongiurare il rischio di guerra civile, per ridurre lo spazio e il sostegno ai terroristi, per promuovere e proteggere i diritti umani degli iracheni. Il solo invio di una “Missione” delle Nazioni Unite per discutere con tutte le parti irachene le modalità per realizzare libere elezioni in Iraq ha contribuito ad aprire nuove importanti prospettive basate sul dialogo e consenso. La “debolezza” o la forza dell’Onu dipende solo dalla volontà degli Stati che ne sono parte, a cominciare dai membri del Consiglio di Sicurezza. Nessuno può dunque giustificare la sua esclusione o messa ai margini se non con motivazioni politiche. Sino a oggi le potenze occupanti hanno di fatto impedito l’intervento dell’Onu in Iraq. L’Italia deve investire sull’Onu, fare ogni sforzo per favorire il suo rapido rientro in Iraq e sostenere concretamente la sua azione a partire da quelle missioni che la stessa Risoluzione 1511 elenca: * assicurare la necessaria assistenza umanitaria alla popolazione; * favorire una rapida transizione politica in modo che “il popolo iracheno possa determinare liberamente il proprio futuro politico e controllare le proprie risorse naturali”; * favorire “il dialogo nazionale e la costruzione del consenso” che dovrà portare alla stesura della nuova costituzione e alla convocazione di elezioni democratiche; * accelerare gli sforzi per costruire istituzioni locali e nazionali democratiche e rappresentative, promuovere la protezione dei diritti umani in tutto il paese, favorire lo sviluppo di media indipendenti, sostenere lo sviluppo della società civile irachena e delle sue organizzazioni indipendenti, etc... * promuovere la ricostruzione economica. Gli stessi iracheni chiedono con gran forza l’ intervento delle Nazioni Unite per accelerare e gestire il passaggio dei poteri e l’organizzazione di elezioni nazionali libere e democratiche. L’Italia deve dunque: 1. accogliere e sostenere attivamente le raccomandazioni formulate dalla “Missione” delle Nazioni Unite per l’organizzazione di elezioni nazionali libere e democratiche in Iraq a partire dal mantenimento della data del 30 giugno 2004 quale termine ultimo per il trasferimento dei poteri a un governo iracheno provvisorio che a sua volta deve essere definito con il più ampio consenso possibile tra tutte le parti irachene e dalla istituzione di una Commissione Elettorale Irachena autonoma e indipendente. 2. lavorare perché il Consiglio di Sicurezza dell’ Onu dia un chiaro e inequivocabile mandato e un sostegno concreto al Segretario Generale dell’Onu nella gestione di questa importantissima quanto difficile fase di transizione. 3. operare perché questa diventi posizione e iniziativa comune dell’Unione Europea o almeno del maggior numero possibile dei paesi europei sollecitando la solidarietà e la collaborazione; 4. non rifinanziare la missione militare italiana in corso sotto il comando delle potenze occupanti e mettere a disposizione del Segretario Generale dell’Onu e dell’Unione Europea le proprie risorse diplomatiche, umane, finanziarie e militari per rafforzare il “ruolo vitale” e le missioni dell’ Onu in Iraq; 5. sostenere l’intervento diretto in Iraq delle organizzazioni italiane e internazionali della società civile e delle Istituzioni Locali impegnate nella promozione e difesa dei diritti umani; 6. assumere tutte le iniziative concrete necessarie per mettere fine alla violenza e alle quotidiane violazioni dei diritti umani, all’ occupazione e agli attentati in Palestina e Israele e per riprendere la via del negoziato per la costruzione di una pace giusta e duratura. Chiediamo cortesemente a chi desidera riprodurre questo articolo anche in parte o in via telematica di citare la fonte (Mosaico di pace marzo 2004) e l’autore (Flavio Lotti). ______________________________________ Mosaico di pace Rivista mensile promossa da Pax Christi segreteria di redazione Via Petronelli n. 6 70052 Bisceglie (BA) tel. 080-395.35.07 fax 080-395.34.50 info at mosaicodipace.it www.mosaicodipace.it Questo messaggio non contiene pubblicità, né promozione di tipo commerciale. Coscienti che e-mail indesiderate siano oggetto di disturbo, ti preghiamo di accettare le nostre più sincere scuse se la presente non dovesse essere di tuo interesse. A norma della Legge 675/96 abbiamo reperito la tua e-mail direttamente da un messaggio che ci avevi precedentemente inviato, su tua esplicita comunicazione, navigando in rete o da un messaggio che ha reso pubblico il tuo indirizzo di posta elettronica. 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