prolungamento missione in Iraq: lettera ai parlamentari da parte di Beati i Costruttori di Pace



Beati i costruttori di pace"
Associazione Nazionale di Volontariato - Onlus
Iscritta al Registro Regionale delle OO.VV. (L. Reg. Veneto n° 40/93)
con D.P.G.R. n° 46 del 12/2/98 (N° Classificazione PD0331)
Associata al Dipartimento di Pubblica Informazione delle Nazioni Unite



Gentile Parlamentare,

sono molti i messaggi che le stanno pervenendo in questi giorni perché si
opponga al rifi-nanziamento della missione militare italiana in Iraq.
Innanzitutto vorremmo esprimere riconoscenza e apprezzamento a quanti di
voi si sono già schierati con coerenza morale e con chiarezza politica.
Anche noi dell'associazione "Beati i costruttori di pace" ci uniamo a
coloro che si sono già espressi in tal senso, condividendo tutte le ragioni
addotte:
- rientrare nel diritto internazionale;
- riportare operativamente la centralità dell'ONU, uscendo dalla politica
di immobilizza-zione e sterilizzazione che nei suoi confronti sta
perseguendo l'Amministrazione sta-tunitense;
- impiegare le principali energie per un reale processo di pace in Iraq
piuttosto che per la sola sicurezza dei soldati inviati;
- riconoscere la necessità di interrompere  una situazione di sostanziale
fallimento che, di fatto, sta peggiorando in una spirale di violenza
incontrollata, con pericolo di guerra civile;
- favorire una ricomposizione politica dell'Europa.

A tutto ciò vorremmo aggiungere tre brevi considerazioni:
1. Anche per la politica ci sono priorità e limiti: la pace in questo
momento costituisce l'urgenza più impegnativa e grave. Per noi è essenziale
capire qual è il riferimento reale in base al quale vengono prese le
decisioni. Per noi è inconcepibile l'astensione.
2. Quanto vale la vita delle persone fatte fuori da una guerra illegittima
e immorale fonda-ta sulle menzogne? La guerra è anche crimine! Esiste una
responsabilità morale perso-nale e politica dei crimini commessi, anche se
i responsabili non finiranno davanti al Tribunale Penale Internazionale.
Anche i parlamentari hanno una coscienza.
3. Siamo in troppi a essere stanchi di una politica di sfinimento. La
richiamiamo alla sua funzione rappresentativa della volontà della
maggioranza dei cittadini, espressa con molta forza dalle manifestazioni,
dalle bandiere della pace, ecc.. La prego di dare voce e vigore anche ai
fermenti della società, con più fiducia nel futuro. Assumendo la sua
responsabilità in coscienza, anche in contrasto - se necessario - con il
realismo ma-chiavellico e il cinismo politico di alcune direzioni dei
partiti.

La saluto con stima e le auguro un lavoro proficuo.
Il Presidente
Don Albino Bizzotto

Padova, 12.02.04