Nuovi Mondi Media Newsletter #13 - 5 febbraio 2004



   NUOVI MONDI MEDIA       Editoria e informazione indipendente
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NOVITA' IN LIBRERIA

VENDERE LA GUERRA - La propaganda come arma d'inganno di massa
di Sheldon Rampton e John Stauber

Il primo libro che rivela tutti i retroscena dell'aggressiva campagna di
pubbliche relazioni e disinformazione promossa dall'Amministrazione Bush
per vendere al mondo la guerra all'Iraq e al terrorismo internazionale.
"Una lettura essenziale per coloro che vogliono essere artefici del proprio
futuro e non soggetti passivi della manipolazione e del controllo" - Noam
Chomsky

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LA MADRE DI TUTTE LE BUGIE. UN ESTRATTO DA "VENDERE LA GUERRA"

La storia dei neonati strappati alle incubatrici dai soldati iracheni
durante la prima Guerra del Golfo e' l'ennesima dimostrazione di un
principio, da tempo compreso dai propagandisti, secondo cui una bugia
ripetuta tante volte finisce per essere accettata come verita'

L'offuscamento dei confini tra la verita' e il mito non e' certamente
iniziato con l'Amministrazione Bush. La disinformazione ha fatto parte
della guerra almeno dai giorni di Alessandro Magno, che disseminava grosse
corazze lungo il percorso delle sue truppe in ritirata, per far credere al
nemico che i suoi soldati fossero dei giganti.
L'aneddoto sul trucchetto di Alessandro Magno di solito viene raccontato ai
soldati nella prima lezione di addestramento in operazioni psicologiche
(spesso dette "psyop").

In un documento dell'aeronautica Usa del 1998, intitolato Information
Operations, si dichiara che "le operazioni di informazione vengono
applicate in tutto il raggio d'azione delle operazioni militari, dalle
missioni di pace al pieno conflitto... e' importante sottolineare che la
guerra dell'informazione e' una formula che viene attuata in tutte le
attivita' dell'aeronautica, dalla pace alla guerra, allo scopo di
consentirne l'effettiva esecuzione di tutti i compiti... L'esecuzione di
operazioni d'informazione in ambito aeronautico, spaziale e cyberspaziale
attraversa tutti gli aspetti del conflitto"(si osservi l'uso del
"doublespeak" [o "linguaggio doppio", NdT] nel contesto dei termini "pace"
e "operazioni militari").

Il documento Information Operations contiene sezioni intitolate "operazioni
psicologiche", "guerra elettronica", "attacco informativo", "controinganno"
e "inganno militare".
Nel mondo attuale, si dichiara: "la crescente infrastruttura
dell'informazione trascende l'industria, i media, l'esercito, e coinvolge
entita' governative e non governative. e' caratterizzata da una fusione di
reti e tecnologie militari e civili... In realta', un notiziario, un
comunicato diplomatico o un messaggio militare contenente l'ordine di
esecuzione di un'operazione, dipendono tutti dalla [infrastruttura
dell'informazione globale]".
In questo contesto, le psyop "sono ideate per trasmettere indizi e
informazioni selezionati ai leader e al pubblico straniero, allo scopo di
influenzarne le emozioni, gli stimoli, le motivazioni obiettive e infine il
comportamento", mentre "l'inganno militare confonde gli avversari,
portandoli ad agire in base all'obiettivo dei suoi artefici".
In pratica, si dice sul documento citando lo stratega militare cinese Sun
Tzu, "tutte le operazioni di guerra sono basate sull'inganno".5

La vicenda dei "neonati strappati alle incubatrici"6 dai soldati iracheni
ha contribuito alla creazione del sostegno pubblico alla prima Guerra nel
Golfo Persico. Al momento della sua diffusione, la storia venne largamente
creduta e non vi fu alcuna smentita fino alla fine della guerra. Da allora,
alcuni giornalisti e organizzazioni umanitarie hanno svolto delle indagini,
giungendo alla conclusione che si trattava di un falso. Il fatto venne
considerato gravissimo negli ambienti stessi delle pubbliche relazioni,
eppure parte del pubblico crede ancora che sia vero.

Dopo il 2 agosto 1990, data dell'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq,
gli Stati Uniti dovettero fare dietro front alla svelta. Per circa un
decennio, sino ad allora, Hussein era stato un alleato degli Usa nonostante
le condanne dei gruppi internazionali per i diritti umani.
La Hill & Knowlton, in quel periodo la piu' grande agenzia di pubbliche
relazioni del mondo, fu l'ideatrice della massiccia campagna messa in atto
per convincere gli americani ad appoggiare una guerra di liberazione del
Kuwait occupato dall'Iraq.7
Gran parte del denaro per finanziare la campagna in favore della guerra
proveniva dal governo kuwaitiano stesso, che sottoscrisse un contratto con
la H&K nove giorni dopo l'entrata dell'esercito di Saddam nel paese.

La Hill & Knowlton creo' il gruppo "Citizens for a Free Kuwait", una
classica operazione di propaganda ideata per celare la sponsorizzazione del
governo kuwaitiano in combutta con l'Amministrazione Bush senior. Durante i
sei mesi successivi, il governo kuwaitiano stanzio' circa 12 milioni di
dollari per il Citizens for a Free Kuwait, mentre il restante finanziamento
ammontava a 17.861 dollari e proveniva da 78 singoli donatori.
Praticamente, tutto il budget del gruppo - 10.800.000 dollari - ando' come
compenso alla Hill & Knowlton.8

I documenti archiviati al Dipartimento di Giustizia Usa dimostravano che
119 funzionari della H&K dislocati in 12 uffici in tutti gli Stati Uniti
lavoravano per conto del Kuwait. L'agenzia organizzo' le interviste agli
esponenti kuwaitiani, la celebrazione del "Giorno di liberazione nazionale
del Kuwait" e altre manifestazioni pubbliche, la distribuzione di notizie e
kit informativi, e collaboro' alla diffusione presso giornalisti influenti
e l'esercito Usa di oltre 200.000 copie di una mini guida di 154 pagine
sulle atrocita' compiute dall'Iraq, intitolata The Rape of Kuwait (Lo
stupro del Kuwait, NdT).9 Le dimensioni della campagna Hill & Knowlton
misero in soggezione persino l'O'Dwyer's PR Services Report, una delle
maggiori pubblicazioni nel settore delle pubbliche relazioni. L'editore
Jack O'Dwyer scrisse che la Hill & Knowlton "ha assunto un ruolo senza
precedenti come agenzia di pubbliche relazioni nella politica
internazionale". La H&K ha impiegato un'incredibile varieta' di tecniche e
accorgimenti per la creazione di un'opinione pubblica favorevole al
sostegno degli Usa al Kuwait... Tra le tecniche rientravano le esaurienti
conferenze in cui venivano descritte le torture e le altre violazioni dei
diritti umani compiute dal regime iracheno, e la distribuzione di migliaia
di magliette con lo slogan 'Free Kuwait' e adesivi nei campus universitari
in tutti gli Stati Uniti".10

Tutti i grandi eventi mediatici hanno bisogno di quello che i giornalisti e
i pubblicitari chiamano "aggancio". L'aggancio ideale e' l'elemento
centrale affinche' una vicenda faccia notizia, provochi una forte risposta
emotiva e rimanga impressa nella memoria.
Per la campagna sul Kuwait, l'aggancio arrivo' il 10 ottobre 1990, quando
l'Assemblea congressuale per i diritti umani tenne un'udienza a Capitol
Hill, presentando ufficialmente per la prima volta le violazioni dei
diritti umani dell'Iraq. L'udienza apparve come un normale procedimento
congressuale ufficiale ma non era esattamente cosi'.

Sebbene l'Assemblea fosse presieduta dai deputati Tom Lantos e John Porter,
non era una commissione ufficiale del Congresso. Soltanto pochi osservatori
hanno notato l'importanza di questo dettaglio. Tra questi vi era John
MacArthur, autore di The Second Front, che resta il miglior libro mai
scritto sulla manipolazione delle notizie durante la prima Guerra del
Golfo. "L'Assemblea sui diritti umani non e' una commissione del Congresso,
quindi e' libera da quelle implicazioni legali che farebbero esitare un
testimone prima di mentire", ha osservato MacArthur. "Mentire sotto
giuramento di fronte a una commissione congressuale e' reato; mentire
dietro l'anonimato di fronte a una riunione al vertice e' soltanto
diplomazia".11 La testimonianza piu' commovente del 10 ottobre fu quella di
una ragazzina kuwaitiana di 15 anni, identificata soltanto per nome,
Nayirah. Secondo l'Assemblea, il cognome di Nayirah restava riservato per
evitare ritorsioni irachene contro la sua famiglia che si trovava nel
Kuwait occupato. Singhiozzando, la ragazzina descrisse cio' che aveva visto
con i suoi occhi in un ospedale di Kuwait City. La trascrizione della sua
testimonianza venne diffusa in un kit informativo del Citizens for a Free
Kuwait. "Ero volontaria all'ospedale al-Addan", racconto' Nayirah. "Mentre
ero li', ho visto i soldati iracheni entrare nell'ospedale con i fucili e
dirigersi nelle camere dove si trovavano i bambini nelle incubatrici. Hanno
tolto i bambini, hanno portato via le incubatrici e li hanno lasciati
morire sul pavimento gelido." Continuo' affermando che questo era accaduto
a "centinaia" di bambini.12

Passarono tre mesi dalla testimonianza di Nayirah all'inizio della guerra.
Durante questi mesi, la storia dei bambini tolti dalle incubatrici veniva
ripetuta in continuazione. La racconto' il Presidente Bush. Fu raccontata
durante le testimonianze al Congresso, nei talk show in TV, alla radio e al
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Amnesty International riporto'
la denuncia in un rapporto sui diritti umani del dicembre 1990, dichiarando
che "oltre 300 neonati prematuri sarebbero deceduti dopo essere stati tolti
dalle incubatrici portate via dai soldati iracheni".13

"Di tutte le accuse mosse contro il dittatore", osservo' MacArthur,
"nessuna ebbe piu' impatto sull'opinione pubblica americana di quella
secondo cui i soldati iracheni avrebbero tolto 312 neonati dalle
incubatrici lasciandoli morire sul pavimento gelido dell'ospedale di Kuwait
City".14

All'Assemblea sui diritti umani, tuttavia, la Hill & Knowlton e il deputato
Lantos non avevano detto che Nayirah era un membro della famiglia reale
kuwaitiana. Infatti suo padre e' Saud Nasir al-Sabah, l'ambasciatore del
Kuwait negli Stati Uniti, anch'egli presente nell'aula dell'assemblea
durante la testimonianza. L'Assemblea non rivelo' inoltre che il vice
presidente della Hill & Knowlton, Lauri Fitz-Pegado, aveva istruito Nayirah
per la testimonianza.15

Dopo la guerra, alcuni investigatori sui diritti umani cercarono conferme
sulla storia di Nayirah, senza trovare alcun testimone o altre prove che
potessero sostenerla. John Martin di World News Tonight dell'ABC visito'
l'ospedale al-Addan e intervisto' il dottor Mohammed Matar, direttore del
sistema sanitario del Kuwait, e sua moglie, la dottoressa Fayeza Youssef,
che dirigeva il reparto di ostetricia dell'ospedale. Secondo la loro
testimonianza, le accuse di Nayirah erano false. In tutto il Kuwait erano
disponibili pochissime incubatrici, non certamente le "centinaia" citate da
Nayirah, e nessuno aveva visto soldati iracheni strappare neonati alle
macchine. "Credo si sia trattato solo di propaganda", disse Matar.16 La
testimonianza di Martin porto' all'avvio di un'indagine indipendente di
Amnesty International, che al tempo della testimonianza di Nayirah aveva
preso per buona la storia dei "neonati strappati alle incubatrici".

Anche gli investigatori di Amnesty International non trovarono "prove
credibili" che confermassero la storia e smentirono il loro precedente
rapporto.17 "Siamo convinti... che la vicenda dei neonati deceduti non sia
avvenuta nelle proporzioni inizialmente riferite, qualora sia
effettivamente avvenuta", ha riportato un portavoce di Amnesty
International.18

Anche Middle East Watch, un'altra organizzazione sui diritti umani, ha
svolto un'indagine propria, concludendo che la storia fosse una
mistificazione. Il direttore di Middle East Watch, Aziz Abu-Hamad, che ha
condotto un'indagine di tre settimane in Kuwait dopo la guerra, ha
dichiarato: "Le ricerche accurate di Middle East Watch non hanno prodotto
alcuna prova per sostenere queste accuse. Dopo la liberazione del Kuwait,
abbiamo visitato tutti gli ospedali nei quali secondo la testimonianza
sarebbero accaduti tali episodi. Abbiamo intervistato i dottori, le
infermiere e gli amministratori e abbiamo consultato gli archivi delle
strutture. Ci siamo anche recati nei cimiteri e abbiamo esaminato i
registri. Sebbene avessimo chiari risconti sulle varie atrocita' commesse
dagli iracheni, non ne abbiamo trovato alcuno sull'accusa secondo cui i
soldati iracheni avrebbero tolto i neonati dalle incubatrici lasciandoli
morire. Alcuni testimoni del governo kuwaitiano, che durante l'occupazione
irachena avevano sostenuto la veridicita' della storia delle incubatrici,
hanno cambiato idea e altri sono stati screditati. La diffusione di
resoconti falsi sui crimini commessi reca un grave danno alla causa dei
diritti umani. In questo modo si distoglie l'attenzione dalle reali
violazioni commesse dall'esercito iracheno in Kuwait, compresa l'uccisione
di centinaia di persone e la detenzione di migliaia di cittadini kuwaitiani
e non, centinaia dei quali sono ancora dispersi."19

Perche' inventare queste storie quando il regime di Saddam Hussein offre
una vastita' di crimini veri? Non vi e' alcun dubbio che fosse un dittatore
brutale, colpevole di aver torturato e ucciso migliaia - o meglio,
centinaia di migliaia - di persone innocenti. Una spiegazione potrebbe
essere che storie come quella sugli "assassini di neonati" rappresentano
l'"aggancio" per la propaganda di guerra. Durante la Prima Guerra Mondiale,
ad esempio, i francesi e gli inglesi avevano diffuso storie (mai
documentate o confermate) secondo cui i soldati tedeschi avevano sparato a
un bambino di due anni e "tagliato le braccia di un bambino rimaste appese
alle vesti della madre", la vicenda venne ricamata ulteriormente quando un
giornale francese pubblico' un disegno raffigurante soldati tedeschi che
mangiavano mani.20

Se gli organizzatori di guerra degli Stati Uniti volevano attaccare
l'etichetta di "assassino di neonati" al collo di Saddam, avrebbero
comunque potuto farlo in modo onesto. Delle 5.000 persone uccise dal gas di
Saddam, nel villaggio dei curdi iracheni di Halabja nel 1988, il 75% erano
donne e bambini. Il problema e' che l'episodio di Halabja e altri che
videro l'utilizzo di armi chimiche, avvenivano mentre l'Iraq riceveva
sostegno economico e militare dagli Stati Uniti.

"Ad ogni modo, la posizione dell'America su Halabja e' vergognosa" disse
Joost R. Hiltermann di Human Rights Watch, l'organizzazione che ha svolto
indagini approfondite sulla vicenda di Halabja. Infatti, il Dipartimento di
Stato Usa aveva persino "dato istruzioni ai diplomatici di riferire che
parte della responsabilita' ricadeva sull'Iran. Il risultato di tale
sofisticheria fu che la comunita' internazionale smise di raccogliere gli
appelli per una ferma condanna dell'Iraq per un atto efferato quanto
l'attacco al World Trade Center."21

Durante la campagna per la guerra nel 1990, l'atrocita' commessa a Halabja
e il tacito consenso del Dipartimento di Stato erano fatti cosi' recenti
che sarebbe stato difficile per la prima Amministrazione Bush convincere
qualcuno dell'onesta' della sua indignazione morale. Dire la verita'
avrebbe suscitato troppe domande imbarazzanti. La campagna a favore della
guerra intendeva raccontare la verita' sulla natura del regime di Saddam
Hussein ma per proteggersi dalle enormi conseguenze di quella verita' era
necessario ricorrere a quello che Churchill o Rumsfeld chiamerebbero una
"scorta di bugie".

Pertanto, durante la pianificazione dell'operazione "Tempesta del Deserto",
la prima Amministrazione Bush ha evitato di menzionare l'episodio di
Halabja, e i giornalisti ne hanno parlato raramente.

Una ricerca nel database delle notizie di LexisNexis mostra che negli Stati
Uniti la vicenda di Halabja e' stata menzionata in 188 articoli durante il
1988 (l'anno in cui si e' verificato il fatto). e' stata tuttavia citata
raramente nell'anno successivo: in 20 articoli nel 1989 e solo in 29 nel
1990, l'anno in cui Saddam invase il Kuwait. Nell'intervallo di tempo tra
l'invasione del Kuwait, 2 agosto 1990 e la fine dell'operazione "Tempesta
del Deserto", 27 febbraio 1991, vi sono stati soltanto 39 riferimenti a
Halabja.

Nel decennio successivo, la media e' stata di 16 riferimenti l'anno.
Durante le elezioni presidenziali del 2000, sono stati soltanto 10.

Effettivamente la vicenda non e' ricomparsa sui media statunitensi fino al
settembre 2002, quando l'Amministrazione di George W. Bush ha iniziato la
pressione pubblica per la guerra in Iraq. Da allora, i riferimenti iniziano
ad aumentare notevolmente. L'episodio di Halabja e' stato riportato 57
volte soltanto nel mese di febbraio 2003. In marzo, il mese dell'inizio
della guerra, lo e' stato 145 volte. Erano passati quasi 15 anni, i ricordi
si erano sbiaditi e si poteva tranquillamente parlare dell'uccisione con il
gas dei cittadini iracheni da parte di Saddam. Furono pochi i giornalisti
che scrivendo di Halabja nel 2002 e nel 2003 si sono presi la briga di
menzionare il fatto che Saddam aveva commesso le atrocita' peggiori mentre
il padre dell'attuale Presidente lo ricopriva di aiuti finanziari.

In ben altro modo sono andate le cose dopo il racconto di Nayirah sui
"neonati strappati alle incubatrici". Secondo lo stesso database di
Lexis-Nexis, la storia dei neonati tolti dalle incubatrici ha ricevuto 138
citazioni durante i sette mesi intercorsi tra l'invasione del Kuwait e la
fine dell'operazione "Tempesta del Deserto". Subito dopo la fine della
guerra, i giornalisti, una volta andati negli ospedali kuwaitiani e
raccolte le testimonianze del personale ospedaliero secondo il quale la
storia era falsa, hanno iniziato a ridimensionare la versione originale.
Dopo il 1992, la storia e' quasi del tutto scomparsa, con una media di
appena 10 citazioni all'anno nel decennio successivo. Tuttavia, la vicenda
dei neonati riaffioro' brevemente nel dicembre 2002, quando il canale HBO
trasmise in anteprima un documento "basato su una storia vera" dal titolo
"Live From Baghdad", nel quale si ripercorrevano le avventure di Peter
Arnett e di altri giornalisti della CNN durante l'operazione "Tempesta del
Deserto".

"Live From Baghdad" includeva l'intero servizio sulle dichiarazioni di
Nayirah e di alcuni osservatori, dando l'impressione che la storia fosse
vera.

In risposta alle proteste suscitate dall'osservatorio sui media FAIR, la
HBO aggiunse una nota alla fine dei titoli di coda, in cui si ammetteva che
"le accuse mosse ai soldati iracheni di aver tolto i neonati dalle
incubatrici... non sono mai state comprovate".22 Naturalmente, la nota e'
stata vista soltanto dai pochi telespettatori che hanno letto i titoli di
coda. Prima dell'inserimento della nota, il critico televisivo del
Washington Post Tom Shales, nella sua recensione di "Live From Baghdad",
aveva scritto: "L'orrore compiuto in Kuwait ritorna vivido durante una
sequenza in cui [Robert, il produttore della CNN] Wiener e la sua troupe
viaggiano attraverso il Kuwait per indagare sulle accuse secondo cui i
soldati iracheni avrebbero strappato via dei neonati alle incubatrici
durante un saccheggio, ricordate?".23

Sarebbe ingiusto puntare il dito contro Shales per aver rievocato un fatto
mai accaduto. Il racconto di Nayirah sulle incubatrici e' soltanto
l'ennesima dimostrazione di un principio, da tempo compreso dai
propagandisti, secondo cui una bugia ripetuta tante volte finisce per
essere accettata come verita'.

John Stauber e' il fondatore e il direttore del
"<http://www.prwatch.org/cmd/index.html>Center for Media & Democracy", un
istituto che analizza la propaganda condotta dalle multinazionali e dai
governi. Lui e Sheldon Rampton pubblicano su
"<http://www.prwatch.org/cmd/index.html>PR Watch", l'osservatorio Usa
sull'industria delle pubbliche relazioni.

Note:

5. Information Operations, Air Force Doctrine Document 2-5, 5 agosto 1998,
iñii, viii, 4ñ5, 11, 13,
<http://www.cadre.maxwell.af.mil/warfarestudies/iwac/AFDocs/afdd2-5.pdf>.
6. Vedi pag. 60
7. "Citizens for Free Kuwait Files with FARA After a Nine-month Lag",
O'Dwyer's FARA Report, Vol. 1, N. 9, ottobre 1991, p. 2.
8. Ibid.
9. Arthur E. Rowse, "Flacking for the Emir", Progressive, maggio 1991, pp.
21ñ22.
10. O'Dwyer's PR Services Report, Vol. 5, N. 1, gennaio 1991, p. 1.
11. John MacArthur, The Second Front: Censorship and Propaganda in the Gulf
War, (Berkeley, Calif.: University of California Press, 1992), p. 58.
12. Ibid.
13. "Iraq/Occupied Kuwait: Human Rights Violations Since August 2, 1990",
Amnesty International, 19 dicembre 1990, p. 66.
14. MacArthur, op. cit., p. 84.
15. "Fitz-Pegado Works for Cayman Islands", O'Dwyer's PR Daily, 28 maggio
2002,
<http://www.odwyerpr.com/members/archived_stories_2002/may/0528pegado.htm>.
Per ulteriori dettagli sulla campagna di pubbliche relazioni svolta da Hill
& Knowlton per il Kuwait, vedere John Stauber e Sheldon Rampton, Toxic
Sludge Is Good for You! (Monroe, Maine: Hoover Institution Press, 1995),
pp. 167ñ75.
16. ABC World News Tonight, 15 marzo 1991.
17. Robert L. Jackson, "Former U.S. Envoy, Two Others Charged in Gulf War
Scheme", Los Angeles Times, 8 luglio 1992, p. A1.
18. Michael Ross, "Doubts Cast on Girl's Account of Iraqi Atrocities in
Kuwait", Los Angeles Times, 7 gennaio 1992, p. A8.
19. Aziz Abu-Hamad, "Focus on Proven Abuses", lettera al direttore,
Washington Post, 4 aprile 1993, p. C6.
20. MacArthur, op. cit., pp. 51ñ53.
21. Joost R. Hiltermann, "America Didn't Seem to Mind Poison Gas",
International Herald Tribune, 17 gennaio 2003,
<http://www.iht.com/articles/83625.html>.
22. "Activism Update: HBO Adds Disclaimer to Gulf War Movie", Fairness and
Accuracy in Media, 3 gennaio 2003,
<http://www.fair.org/activism/hbo-incubators-update.html>.
23. Tom Shales, "'Live From Baghdad': The Cameras of War", Washington Post,
7 dicembre 2002, p. C1, <http://www.washingtonpost.com/ac2/wp-dyn?
pagename=article&node=&contentId= A21263-2002Dec6>.

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devastato la citta' di confine di Lago Agrio e le aree circostanti nei
pressi dell'Amazzonia ecuadoriana.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=509&mode=thread&order=0&thold=0>"Alfa
e Beta" e i silenzi della stampa
di Marco Agosta

Venerdi 23 gennaio alla Libreria "Archivi del 900" di Milano e' stato
presentato il libro "<http://www.frillieditori.com/books/alfabeta.htm>Alfa
e Beta" di Simone Falanca. "Alfa e Beta" e' la storia dell' inchiesta
aperta nel 1998 dalla procura di Caltanissetta a carico di Silvio
Berlusconi e Marcello Dell'Utri, accusati di "reato di concorso in strage
per finalita' terroristica e di eversione dell'ordine democratico", in
pratica di essere i "mandanti esterni" delle stragi di mafia di Capaci e
via D'Amelio del 1992.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=508&mode=thread&order=0&thold=0>Sostenitori
di Dean, non mollate...
di Michael Moore

Benche' io stia sostenendo Clark perche' personalmente preferisco il suo
atteggiamento e le sue opinioni su tutto: dall'imprigionare chi inquina, a
tassare i ricchi, cio' che di peggiore potrebbe ora accadere e' che la
rivoluzione di Dean termini.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=505&mode=thread&order=0&thold=0>Forum
Sociale Mondiale 2004

Appello finale del Forum

Ci siamo riuniti qui per organizzare la resistenza e lottare per costruire
alternative al capitalismo. La nostra resistenza iniziata in Chiapas, a
Seattle e a Genova ci ha condotto all'enorme mobilitazione mondiale contro
la guerra in Iraq del 15 di febbraio 2003, che ha delegittimato la
strategia di guerra globale e permanente del governo degli Stati Uniti e
dei suoi alleati, ed alla vittoria contro l'OMC a Cancun.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=504&mode=thread&order=0&thold=0>Cio'
che non vogliono che si sappia
di <http://pilger.carlton.com/print/133179> John Pilger

Il disastro in Iraq sta mandando in crisi il governo Blair. Lo stesso Blair
sembra essere sempre piu' lontano dalla realta'; l'ultima scemenza riguarda
la dichiarazione della scoperta di un' "enorme rete di laboratori di armi
clandestine", affermazione che perfino il commissario americano a Bagdad ha
deriso. La cosa potrebbe stupire ma e' l'ennesimo sforzo di dare
giustificazione al suo crimine contro l'umanita' (il suo crimine, e quello
di Bush, e' chiaramente definito "supremo" al giudizio di Norimberga).
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=503&mode=thread&order=0&thold=0>George
W. Bush e il vero stato dell'unione
da The Independent

Oggi il Presidente ha fatto il suo discorso annuale. Mentre la battaglia
elettorale comincia, com'e' davvero stato il suo primo mandato?
232: Morti americani in combattimento, in Iraq, tra maggio 2003 e gennaio
del 2004
501: Americani in servizio morti in Iraq dall'inizio della guerra a oggi
0: Americani morti in combattimento, in Germania, dopo la resa dei nazisti
agli alleati nel maggio 1945
0: Bare di soldati morti di ritorno dall'Iraq che l'Amministrazione Bush ha
permesso venissero fotografate.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=502&mode=thread&order=0&thold=0>L'ostetrica
intoccabile
di Zofeen Ebrahim - da AlterNet

I piu' di 260 milioni di Dalits che vivono oggi in India sono i piu'
emarginati tra tutte le caste esistenti. E Vimla Valmiky e' in un gruppo
con altre 20 donne, tutte di differenti eta' e occupazioni. Fanno parte dei
25.000 Dalits che provengono da 20 stati e che sono giunti sin qui per il
World Social Forum, nel quale la questione delle caste sara' una delle
tematiche principali per discussioni e per avviare proteste.

contiene anche:
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=502>La
protesta dei Dalits da Dr.B.R. Ambedkar al WSF di Mumbay e
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=502>Giovane
ragazza Dalits scomparsa nel distretto di Waerdha
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=501&mode=thread&order=0&thold=0>Bush
e il panorama sudamericano
di Tito Pulsinelli

Il vertice straordinario dei 34 paesi del continente americano, fortemente
voluto e convocato in tutta fretta da Bush, non e' stato prodigo di
risultati positivi per lui. Bush e' gi· in campagna elettorale, pertanto
voleva da un lato distogliere per un pÛ l'attenzione dall'ordinaria cronaca
coloniale in Iraq e, dall'altro, smentire coloro che l'accusano di non
avere una politica adeguata per l'America latina. Eccettuata la sempiterna
lotta contro la droga, a cui si e' aggiunta quella ossessiva contro il
terrorismo. Per il resto poco pi™ di nulla, in un continente in recessione
messo a dura prova dall'integrale applicazione del ricettario neoliberista,
verso cui aumenta il rifiuto generalizzato che sfocia in ribellioni aperte.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=499&mode=thread&order=0&thold=0>La
forza delle diversita' - Intervista a Vandana Shiva
di Claudio Jampaglia

Il neoliberismo e' morto? "e' morto come ideologia e modello economico; per
questo oggi si appoggia in maniera sempre piu' drammatica al militarismo.
Il fatto che questa idea di globalizzazione abbia bisogno della violenza
per restare in vita prova la sua morte ideologica". Un'anticipazione dal
numero 2 di "Alternative" in uscita a fine gennaio.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=498&mode=thread&order=0&thold=0>AMumbai
la riunione della societa' civile globale mentre l'impero e' in piena crisi
di Walden Bello

Per le migliaia di delegati della societa' civile globale che si riuniranno
a Mumbai dal 16 al 22 gennaio per il <http://www.wsfindia.org/> Forum
Sociale Mondiale (FSM), Washington rappresenta il problema numero uno per
il mondo. Eppure, che differenza in un solo anno ! Gli Stati Uniti che
affrontano oggi non sono la stessa, arrogante superpotenza di allora.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=497&mode=thread&order=0&thold=0>Cina:
il nuovo fulcro dell'economia globale?
di Marshall Auerback

Per un paese considerato un tempo un "concorrente strategico", nonche'
destinatario di molteplici minacce di sanzioni commerciali nel corso degli
ultimi anni, il sorprendente cambiamento di toni che ha caratterizzato il
recente incontro tra il Presidente George Bush e il primo ministro cinese
Jiabao Wen suggerisce implicitamente un tardivo riconoscimento americano
dell'accresciuta influenza della Cina come nuovo finanziatore dell'America.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=496&mode=thread&order=0&thold=0>Il
Futuro dell'Afghanistan
di Ahmed Rashid, The Nation

Gli Stati Uniti continuano a pretendere che le elezioni si tengano a
giugno, come stabilito a Bonn, o al piu' tardi a settembre. Questo succede
soprattutto perche' al Presidente Bush serve un bel trionfo da mostrare
agli elettori americani in previsione delle elezioni nazionali di novembre,
considerato che le buone notizie dall'Iraq saranno probabilmente scarse.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=495&mode=thread&order=0&thold=0>Baghdad,
l'Occupation Watch Center presenta il dossier che denuncia le continue
violazioni dei diritti umani in Iraq
a cura di <http://www.unponteper.it> "Un Ponte Per<http://www.unponteper.it>"

Sparatorie indiscriminate, perquisizioni, incidenti tra veicoli militari e
civili, morti e feriti causati dalle bombe a grappolo. Sono i casi seguiti
da <http://www.occupationwatch.org/> Occupation Watch ñ osservatorio
internazionale sull'occupazione in Iraq, promosso da "Un Ponte per" e da
altre organizzazioni internazionali - e raccolti in questo rapporto che
mette in luce la palese violazione dei diritti umani da parte delle forze
di occupazione in Iraq.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=485&mode=thread&order=0&thold=0>Geografia
dei conflitti nel continente africano
di Alberto Sciortino

Per capire le guerre in Africa occorre rivedere il concetto stesso di
conflitto: non scontro tra stati per il controllo del territorio, ne'
semplice riflesso di interessi strategici esterni. Qui la guerra oppone
soprattutto chi e' armato e la popolazione inerme. Una lettura dei
conflitti come forma specifica della globalizzazione, per il controllo
delle risorse e la connessione ai mercati internazionali.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=482&mode=thread&order=0&thold=0>Iraq,
guerra e resistenza
di Ornella Sangiovanni, associazione <http://www.unponteper.it> "Un Ponte Per"

In un paese sottoposto a brutale occupazione militare dominano insicurezza
e violenza. Cresce la resistenza, ancora priva di un comando centrale e
animata da strategie divergenti. La "ricostruzione" naufraga fra corruzione
e favoritismi alle imprese degli Stati uniti, che stentano a
internazionalizzare i costi della guerra. In anteprima per Nuovi Mondi
Media l'articolo pubblicato sul mensile
<http://www.mercatiesplosivi.com/guerrepace/default.htm> "Guerre&Pace".
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=479&mode=thread&order=0&thold=0>Le
basi militari USA all'estero e il colonialismo militare
di Joseph Gerson

Alcune delle ragioni e delle missioni strategiche delle 702 basi e
installazioni militari USA all'estero, attualmente collocate in almeno 40
nazioni. Alla radice, l'intero sistema serve come un'infrastruttura
integrata globale per la dominazione imperiale. Neanche Gengis Khan,
Alessandro il Grande, Giulio Cesare o Benjamin Disraeli hanno avuto a
disposizione una cosi' grande quantita' di potenti piazzeforti.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=480&mode=thread&order=0&thold=0>Schiavi
Ribelli - La storia infame
Un estratto dal libro
<http://www.nuovimondimedia.it/negozio/catalog/product_info.php?products_id=72>
"Schiave Ribelli" di Laura Malucelli

La giustizia non e' un valore oggettivo, la giustizia e', da sempre, cio'
che la maggioranza sostiene, un concetto che varia coi tempi. Il commercio
di schiavi, ad esempio, godeva dell'appoggio dei re, della benedizione
della Chiesa, del contributo dei governi.
Chi poteva dire che non fosse giusto?
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=489&mode=thread&order=0&thold=0>2003,
un anno micidiale per la liberta' di stampa
di <http://www.rsfitalia.org/> Reporter Senza Frontiere

42 giornalisti uccisi e un forte aumento delle altre violazioni della
liberta' di stampa: almeno 766 giornalisti sotto inchiesta, 1460 aggrediti
o minacciati, 491 media censurati. Al 1ƒ gennaio 2004, 123 giornalisti e 61
cyberdissidenti prigionieri. Ecco in sintesi i dati allarmanti contenuti
nel bilancio 2003 redatto da Reporter Senza Frontiere, l'associazione
internazionale a tutela della liberta' di stampa.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=483&mode=thread&order=0&thold=0>Ifrancesi
incrimineranno Cheney?
di Doug Ireland, The Nation

Un altro sordido capitolo dei loschi annali della Halliburton potrebbe
portare all'incriminazione di Dick Cheney da parte di un tribunale francese
con l'accusa di corruzione, riciclaggio di denaro sporco e cattivo uso di
beni societari.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=478&mode=thread&order=0&thold=0>La
scioccante verita' su "Camp Delta UK"
di Martin Bright - The Observer

Emergono nuovi e inquietanti dettagli sul trattamento dei 14 sospettati di
terrorismo stranieri imprigionati senza processo in carceri di massima
sicurezza inglesi.
Almeno uno su due mostra segni di gravi disturbi mentali. I loro avvocati
dicono che sono stati portati "oltre i limiti dell'umana sopportazione". Un
detenuto soffre di poliomelite, un altro ha perso due arti mentre un terzo
ha tentato il suicidio.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=490&mode=thread&order=0&thold=0>Mucca
pazza in Usa: l'incubo comincia
di John Stauber, autore con Sheldon Rampton del libro
<http://www.prwatch.org/books/madcow.html> "Mad Cow USA: Could the
nightmare happen here?" - Fonte: Alternet

"Gli Stati Uniti hanno speso milioni di dollari in una campagna di
relazioni pubbliche, cercando di convincere gli americani che la mucca
pazza da noi non sarebbe mai arrivata, e ora il Ministero dell'Agricoltura
e' impegnato in un piano di gestione della crisi che vede funzionari
federali e statali, pubblicitari delle industrie zootecniche, scienziati e
altri noti esperti tutti pronti ad assicurare all'opinione pubblica che non
e' niente di grave. La litania di menzogne pare infinita".
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=484&mode=thread&order=0&thold=0>Annunciati
i Premi P.U.-Litzer per l'anno 2003
di Norman Solomon, Alternet

Il premio P.U.-litzer fu creato piu' di dieci anni fa per dare un
riconoscimento alle piu' spregevoli imprese giornalistiche dell'anno.
Come sempre, mi sono consigliato con Jeff Cohen, fondatore del gruppo FAIR,
l'osservatorio dei media, per passare al vaglio il gran numero di
partecipanti. Tenendo conto dei numerosi candidati meritevoli, ci dispiace
che solo alcuni possano vincere un P.U.-litzer.
Ed ecco a voi, il XII Premio P.U.-litzer, per le piu' nauseanti imprese
giornalistiche del 2003
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=477&mode=thread&order=0&thold=0>Jessica
Lynch al plurale. Usi ed abusi di una soldatessa
di Stan Goff, soldato dell'esercito USA in pensione

Come la maggior parte delle persone, non so molto di Jessica Lynch. In ogni
caso, cio' che c'e' di piu' rivelatorio in questa saga non e' cio' che ci
viene detto sulla Lynch ma cio' che emerge a proposito delle attitudini
americane circa il sesso, la razza e la guerra.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=491&mode=thread&order=0&thold=0>Il
mito del DNA
di Barry Commoner

Tutte le meraviglie della scienza genetica si fondano sulla scoperta della
doppia elica del DNA e discendono dalla premessa che esso sia l'agente
esclusivo dell'eredita' in tutti i viventi e che la dotazione di geni di un
organismo dovrebbe dare conto pienamente delle sue caratteristiche
ereditarie. Ma quella premessa e' falsa. E con essa cadono anche i
fondamenti scientifici dell'ingegneria genetica e ogni supposta validita'
della pretesa, ampiamente reclamizzata dall'industria biotecnologica, che i
suoi metodi per modificare geneticamente le colture siano "specifici,
precisi e prevedibili" e percio' sicuri.



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