CS-Don Oreste e Giovanardi al convegno per il servizio civile



Rimini, 17 dicembre 2003

GIOVANARDI AL CONVEGNO INTERNAZIONALE SULLE PROSPETTIVE DEL SERVIZIO CIVILE
ALL'ESTERO

"E' positivo che i giovani sappiano apprezzare le diverse metodologie
d'intervento per il raggiungimento e il mantenimento della pace, per il
futuro sono molte le possibili opportunità di sviluppo". Sono le parole del
Ministro Giovanardi intervenuto oggi a Rimini al convegno internazionale
"Servire la pace e difendere i diritti umani" sulle prospettive per il
servizio civile all'estero. Ruolo del servizio civile all'estero nel quadro
del nuovo Servizio Civile Nazionale, alta richiesta da parte delle ragazze
nei progetti di servizio civile competizione tra il servizio militare ed il
servizio civile volontario: questi i contenuti del confronto tra il
Ministro e Don Oreste Benzi della Comunità Papa Giovanni XXIII. Pur senza
scendere mai in polemica, la diversità di approccio al tema tra i due
relatori è risultata evidente. Don Benzi, la cui Associazione è impegnata
da anni nell'impegno dei ragazzi in servizio civile all'estero in zone di
sottosviluppo, crisi umanitaria, conflitto armato, ha chiesto al Ministro
la creazione di un corpo di pace e l'istituzione di un ministero della
Pace, affidandone la gestione ai giovani. "Gli uomini non hanno bisogno
della nostra assistenza ma della loro libertà" ha concluso.
Nel pomeriggio si sono alternate le testimonianze di numerosi ospiti
internazionali impegnati in varie modalità di coinvolgimento dei giovani in
ambito sociale e di educazione alla Pace. Ciò che è emerso in maniera
rilevante è stato l'interesse comune alla ricerca di forme di coordinamento
stabile tra le diverse organizzazioni nazionali ed internazionali. Molto
significativi gli interventi di Alejandro Duran, membro della Comunità Papa
Giovanni Papa Giovanni XXIII e responsabile della Roc (rete cilena per
l'obiezione di coscienza) e di Gadi Algazi, obiettore di coscienza
israeliano, attivista del movimento "Ta'ayush". "La presenza civile di
internazionali nei Territori Occupati è davvero importante, a patto che non
sia una scelta individuale ma sia supportata da gruppi organizzati della
collettività e dai governi e va strutturata in azioni concrete a supporto
delle realtà locali, non limitandosi alla protesta generica" ha dichiarato
Algazi.
La Comunità Papa Giovanni XXIII già attiva in Medio Oriente nell'invio di
Caschi Bianchi si impegna a coinvolgere sempre più un maggiore numero di
volontari in Israele e nei Territori Occupati, non sottovalutando le
ragioni di sicurezza addotte dall'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile
nel rigetto del progetto d'impiego dei Caschi Bianchi in Palestina della
medesima Associazione.

  Info Stampa:
348 2488148 - 349 2258341
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