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10 dicembre: giornata dei diritti umani
- Subject: 10 dicembre: giornata dei diritti umani
- From: Francesca di Survival <francesca at survival.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Tue, 09 Dec 2003 14:36:15 +0100
Comunicato stampa 10 dicembre 2003: giornata dei diritti umani In concomitanza con la giornata mondiale dei diritti umani (domani, 10 dicembre), Survival, insieme ai rappresentanti indigeni presenti a Milano, chiede l'adozione della Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni da parte delle Nazioni Unite e l'adozione della Convenzione 169 dell'OIL da parte del governo italiano - entro la fine della Decade dei Popoli Indigeni (1995-2004). Senza il riconoscimento dei nostri diritti, noi non potremo sopravvivere. Chiedo all¹opinione pubblica di fare pressione presso lŒONU e il governo italiano per l¹adozione della Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni e ogni altra iniziativa a favore dei popoli indigeni. Noi non siamo qui solo per ottenere il rispetto dei nostri diritti ma anche per salvaguardare il futuro di tutta l¹umanità. Pashruam Tamang, Nepal, membro del Forum Permanente ONU sulle Questioni Indigene Per una madre è molto doloroso vedere calpestare i diritti dei propri figli nel nome dello sviluppo. Nel mio paese, ai bambini viene anche negato il diritto di parlare e apprendere nella propria lingua... Stella Temang, Nepal. Spero che voi tutti possiate far pressione sul governo italiano affinché questi dia il proprio sostegno alla causa dei popoli indigeni. Noi, come indigeni, ci siamo spesso domandati il perché di tanta discriminazione nei nostri confronti, e la risposta è semplice: siamo discriminati in quanto popoli e non come singoli esseri umani. È per questo che sono necessari diritti speciali per i popoli indigeni, popoli che hanno la stessa dignità e gli stessi diritti di tutti gli altri popoli. I diritti umani sono diritti individuali, che riconoscono ad esempio la proprietà intellettuale di un singolo individuo, ma non le conoscenze collettive di un popolo... Per noi è importante vedere riconosciuti i nostri diritti all¹interno delle singole costituzioni nazionali... e dunque sollecitiamo l¹opinione pubblica internazionale e nazionale affinché sostenga questa nostra lotta, ed affinché vengano rispettati i nostri stilli di vita, come noi rispettiamo i diversi modi di essere, di ridere e di piangere, degli altri uomini; perché il mondo si compone di tante diversità e esistono innumerevoli modi di vedere le cose. Marcial Arias, Kuna di Panama ---------------------------------------------------------------------------- ---------- Oggi, nel mondo, vivono 300 milioni di indigeni, distribuiti in più di 60 paesi diversi. Tra questi, 150 milioni di persone appartengono in senso stretto ai popoli tribali e comprendono almeno 70 gruppi che non hanno mai avuto contatti con ³l'esterno². Questi popoli, purtroppo, subiscono ancora terribili persecuzioni in molte parti del mondo, ma le loro voci restano quasi sempre inascoltate. Il 10 dicembre del 1995 è stata ufficialmente inaugurata la Decade dei Popoli Indigeni (1995-2004). Ad istituire il decennio è stato l'ONU, su sollecitazione di organizzazioni internazionali e indigene, con l'obiettivo di richiamare l'attenzione dei media, delle istituzioni e anche dei singoli cittadini sulla drammatica condizione di privazione dei diritti umani e territoriali dei popoli tribali; ma anche per combattere il razzismo e le discriminazioni che determinano o pretendono di giustificare la loro deportazione, il furto dei loro territori e delle loro risorse nonché la negazione delle loro culture e identità. Il decennio sta per concludersi ma nulla o quasi è cambiato. Fino ad oggi sono state in particolare disattese le speranze di tutti coloro che auspicavano l'adozione da parte delle Nazioni Unite della Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni. Da quando la sua bozza è stata adottata (dalla Sottocommissione ONU sulla Prevenzione della Discriminazione e per la Protezione delle Minoranze), nel 1994, la dichiarazione è bloccata negli uffici di un nuovo gruppo di lavoro istituito dalla Commissione Diritti umani dell'ONU per la sua revisione. La discussione è ferma in particolare sull'articolo 3, che unisce al concetto di popolo il diritto all'autoderminazione, previsto dalle norme internazionali. Alla bozza adottata nel 1994 i rappresentanti indigeni sono giunti dopo oltre 10 anni di lavoro e mediazione con il Gruppo di lavoro sulle popolazioni indigene delle Nazioni Unite. Noi chiediamo che venga formalizzata e adottata dalle Nazioni Unite ora, senza ulteriori e ingiustificabili ritardi, prima che il decennio si concluda. Entro il prossimo anno Survival chiede anche che l'Italia firmi la Convenzione 169 dell'OIL, che è la convenzione internazionale più importante e completa che esista oggi sui popoli tribali, ed è generalmente considerata come uno standard di riferimento per tutte le altre convenzioni, politiche o legislazioni che possono essere varate in materia. A questo scopo, Survival sta collaborando con il Senatore Francesco Martone e la Commissione per i Diritti umani del nostro senato. La Convenzione 169 garantisce non solo i diritti delle singole persone tribali, ma anche i loro diritti collettivi in quanto popoli. Di particolare importanza è l'Articolo 14 che obbliga i governi a riconoscere i diritti di proprietà collettiva dei popoli tribali sulle terre che occupano tradizionalmente. I governi sono obbligati a identificare tali terre e a proteggere tali diritti. I diritti di proprietà collettiva sono estremamente importanti perché presso molte società tribali, il concetto di proprietà individuale della terra è assente e completamente privo di significato. In effetti, l'assegnazione di titoli di proprietà individuali è stata spesso usata come strumento di divisione e disgregazione delle comunità. Sono inclusi e tutelati nella Convenzione 169 anche il diritto dei popoli tribali di prendere decisioni in merito a qualunque tipo di ³sviluppo² che riguardi loro o le loro terre, e l'obbligo da parte dei governi di consultarli relativamente a misure o iniziative che interferiscano con loro. La Convenzione garantisce inoltre ³misure speciali² per proteggere ³le istituzioni, le proprietà, il lavoro e l'ambiente² dei popoli tribali; riconosce e protegge i loro ³valori e le loro pratiche sociali, culturali, religiose e spirituali², e garantisce il rispetto dei loro costumi e delle loro leggi. Per un paese, come l'Italia, che non ha popoli tribali all'interno dei suoi confini, la ratifica della Convenzione 169 ha ovviamente implicazioni diverse da quelle che comporta per una nazione nella quale vivono i popoli indigeni. Tuttavia, la sua ratifica costituisce una significativa espressione di solidarietà verso chiunque, individui o popoli, veda conculcati i propri diritti. Soprattutto, però, sottoscrivendo la Convenzione, il nostro paese potrà incoraggiare altri governi ad adeguarsi e rafforzerà il valore della convenzione stessa come riferimento internazionale per tutti i governi impegnati nella formulazione di leggi nazionali riguardanti i popoli tribali; per le aziende, gli organismi internazionali e ogni altro ente, incluse altre istituzioni delle Nazioni Unite, chiamati a redigere politiche e normative in materia. Tuttavia, la ratifica della convenzione da parte di governi di paesi come l'Italia può anche avere, anzi, ha, un impatto diretto sui popoli tribali, non solo in quanto membri di istituzioni internazionali che interagiscono con essi, come la Banca Mondiale, ma anche attraverso progetti di cooperazione allo sviluppo o la partecipazione ai finanziamenti e alle iniziative sostenuti dall'Unione Europea. Ratificando la convenzione 169, inoltre, il nostro paese può offrire un modello di comportamento alle aziende nazionali, in modo particolare a quelle statali o co-finanziate dallo stato, operanti in paesi in cui vi sono popoli tribali; società che potrebbero ricevere contributi della Banca Mondiale o dall'Unione Europea per stipulare accordi e contratti in tali nazioni. Fra poco più di un anno si concluderà la Decade Internazionale dei Popoli Indigeni dichiarata dalle Nazioni Unite proprio allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema e incoraggiare istituzioni e governi di ogni parte del mondo a individuare, adottare e promuovere iniziative di sostegno e solidarietà verso popoli che, per citare le parole dell'ONU stesso, sono vittime dei ³più silenziosi olocausti dell'Umanità². Ratificando la Convenzione 169 in questo momento, il nostro paese non solo compirebbe un grande quanto doveroso atto di giustizia e civiltà, ma dimostrerebbe anche di aver recepito le raccomandazioni ONU nel modo più significativo; potrebbe aiutare in modo concreto e immediato i popoli tribali a vivere sulle loro terre secondo lo stile di vita che loro stessi hanno scelto. ________________________________________ Survival International Fondata a Londra nel 1969, Survival è un'organizzazione mondiale di sostegno ai popoli tribali. Difende il loro diritto di decidere del proprio futuro e li aiuta a proteggere le loro vite, le loro terre e i loro diritti umani. Per mantenere la sua indipendenza non accetta fondi dai governi e finanzia le sue campagne esclusivamente grazie al sostegno dei sostenitori, distribuiti in più di 80 paesi. Nel 1989 è stata insignita del ³Premio Nobel Alternativo² mentre nell'ottobre 2000 ha ricevuto la Medaglia della Camera dei Deputati italiana. ________________________________________ Per informazioni: Francesca Casella Survival International Italia, Via Morigi 8, 20123 Milano Tel: (+39) 02 8900671 Fax: (+39) 02 8900674 Per informazioni generali: info at survival.it http://www.survival.it ________________________________________
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