Nassiriya: un articolo di Don Gianfranco Formenton



Fonte: http://www.spoletonline.net/leggitutto.php?id=6278

LA 'PESANTE' RIFLESSIONE/DENUNCIA DI DON FORMENTON SUI FATTI DI NASSIRIYA: “MARTIRI, EROI O....SOLO SFORTUNATI?”
Giovedì, 4 Dicembre 2003 ore 09:00
Categoria: OPINIONI

C'e' qualcosa di immensamente stonato nell'orgia patriottica che abbiamo
vissuto i questi ultimi giorni. C'e' qualcosa che va assolutamente detto, ora
che i necrologi televisivi sono finiti e le cerimonie di stato sono
compiute. Qualcosa che va ad onore della verita' e ad onore di questi morti
inutili. Rabbrividisco a risentire parlare di "caduti per la patria" di
"eroi" e di "martiri" e ripenso a quanto gia' mi sembravano stonate queste
parole venti, trent'anni fa quando ero piccolo e ogni anno si ripetevano i
discorsi retorici e tragicomici davanti il monumento dei caduti del mio
paese il quattro novembre. Anche allora si alternavano i politici, il
parroco e il reduce regolarmente iscritto all' "Associazione Nazionale
Alpini" o ai "Combattenti e reduci". Si parlava allora di piccoli contadini
siciliani, di montanari delle nostre valli, di braccianti che neanche
sapevano dov'era l'Austria o chi era il Kaiser ma che venivano buttati in
quel grande mattatoio di uomini che era la prima guerra mondiale. Anche
allora i macellai si chiamavano generali e i signori Krupp o Agnelli erano
in qualche modo "la patria" rappresentata dai Giolitti di turno. Anche
allora chiamavano eroi e martiri, in un terribile connubio di politica e
religione, dei poveri ragazzi mandati a morire senza sapere il perche'
sull'altare delle ambizioni politiche, economiche e territoriali di qualche
governante. E' dalla guerra di Crimea che ci servono un po' di morti per
contare al tavolo della spartizione della torta.

Tutto questo ho pensato quando anche noi "finalmente" abbiamo avuto i
nostri morti in questa guerra nella quale ci siamo impelagati senza sapere
bene perche'. E veramente volgare mi e' sembrato tutto questo rigurgito di
patriottismo e di retorica militarista che ci ha attanagliato per giorni e
giorni. Sembrava che d'improvviso fosse nata la patria. "Finalmente"
sembrava il grido di attori, soubrettes, veline, presentatori e tutti i
sommi sacerdoti dell'informazione. "Finalmente la patria" sembravano
ripetere direttori di giornali, editorialisti, politici rampanti e una
quantita' innumerevole di personaggi improvvisamente autoinvestiti di
autorevolezza patriottica. "Finalmente anche noi abbiamo il nostro undici
settembre"..."Finalmente il tricolore"... No, non sembrava il funerale di 19
italiani, sembrava una macabra festa patriottica, una festa dell'unita'
nazionale. Anche Bruno Vespa ha sostituito la sua sigla stile  "Via col
vento" con il piu' patriottico "Silenzio fuori ordinanza" e ha celebrato il
suo quotidiano rito di sciacallaggio sistematico di morti e feriti e parenti
con tanto di modellino stile "Cogne" dove potevi vedere anche i cessi
dell'avamposto italiano a Nassiriya.

Quando la mia nipotina, che fa la prima elementare, mi ha detto che la
maestra li ha fatti stare zitti un minuto per ricordare i "soldati buoni"
che sono stati uccisi dagli "uomini cattivi".... Quando ho sentito il
cardinale Ruini recitare abusivamente la parte di un generale di corpo
d'armata che incita i suoi soldati a continuare la lotta...allora ho pensato:
"Ecco, ci risiamo: Dio, Patria e Famiglia!"

Allora credo sia giusto dire tre cose che noi tutti pensiamo ma che e'
ormai proibito dire perche' se no passi per comunista o per terrorista.

La prima cosa e' che questi uomini non sono morti per la "patria". Sono dei
militari professionisti che hanno accettato di seguire un esercito di
occupazione del quale erano parte e dal quale ricevevano degli ordini. Forse
erano buoni, forse no, non ha importanza, erano dei professionisti,
conoscevano i rischi che correvano e hanno accettato le regole d'ingaggio e
la paga corrispondente. Se c'e' uno scandalo sta nel fatto che uno stato
scelga di pagare molto di piu' uomini che fanno il mestiere di soldati
piuttosto che gli infermieri o gli insegnanti. Se c'e' uno scandalo e' che in
Italia per vivere si sia costretti ancora ad andare a fare il mestiere di
soldato. Erano professionisti, sono morti in una azione di guerra per opera
di guerriglieri di un paese occupato, e' un "incidente sul lavoro" (peraltro
ampiamente previsto). I muratori morti a Genova nel crollo di una palazzina
(tutti gli operai morti sul lavoro!) non avranno lo stesso trattamento
economico "post mortem"! Pieta' per gli uni e pieta' per gli altri. Tutto il
resto e' retorica abusiva.

La seconda cosa e' che questi uomini non sono morti per la "patria". Sono
morti in una guerra voluta unilateralmente dagli Stati Uniti d'America,
anzi, dall'industria bellica e petrolifera degli Stati Uniti d'America che e'
rappresentata dalla attuale classe dirigente americana costituita appunto da
famiglie di petrolieri che ha gia' invaso l'Afganhistan per gli stessi motivi
e che ha camuffato la "seconda guerra per le risorse petrolifere" come "la"
guerra contro il terrorismo. Una guerra Illegittima, Inutile, Idiota...che non
ha tenuto conto del buon senso, dell'opinione pubblica mondiale, delle
risoluzioni delle Nazioni Unite, che doveva rendere il mondo piu' sicuro e
che lo ha consegnato invece alla dura realta' della Guerra Infinita.

La terza cosa e' che questi uomini non sono morti per la "patria". Sono
morti per la megalomania dei nostri governanti, (per la loro sudditanza al
"Grande Fratello" americano) che non hanno avuto il coraggio di dichiarare
guerra all'Iraq ma non hanno avuto neanche il coraggio di prendere una
posizione chiara per cui ci troviamo in guerra senza sapere perche'.
Esattamente come nella prima guerra mondiale. Esattamente come nella seconda
guerra mondiale... in uno stato di "non belligeranza" ma che... insomma... via! Il
Presidente del Consiglio e il Ministro della Difesa invece che piangere ai
funerali di stato dovrebbero spiegare agli italiani perche' siamo in guerra
senza averla dichiarata. Il Ministro degli Interni dovrebbe spiegarci perche'
siamo nel mirino del terrorismo. Il Vice Presidente del Consiglio che va a
chiedere perdono per gli errori di ieri davanti ai mandanti di stragi e
"politiche terroristiche" di oggi,  ci dovrebbe spiegare la differenza tra
fascismo e terrorismo di stato (e la differenza tra l'essere "anti-semiti" e
l'essere "anti-isrealiani"). Questi morti pesano sulla loro coscienza.

Secondo me i "nostri ragazzi" morti non erano degli eroi (non hanno fatto
nulla di eroico oltre al fatto di essere come soldati professionisti in uno
stato occupato, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato) e neanche dei
martiri (la "patria", nonostante le opinioni del Cardinal Ruini e dei
cappellani militari, non e' tra le  "virtu' eroiche" che fanno entrare nel
martirologio cristiano). Erano solo degli sfigati (mi si passi il termine ma
e' cosi'). Meritano tutta la nostra compassione, la nostra immensa e totale
compassione, come tutti i morti, come tutti i civili (che sono molti di piu')
di questa guerra. Ma la mistica della Patria no. Ma la retorica no. Sono
andati in Iraq perche' credevano che anche questa fosse una passeggiata
sponsorizzata dai manifesti dell'esercito che dipinge i "nostri" come
diversi dagli "altri", con la pagnotta in mano e i bambini in braccio,
ambasciatori della pastasciutta e degli "italiani brava gente" senza che
nessuno gli spiegasse che tutti i soldati sono uguali agli occhi di chi
subisce l'occupazione (Ma  "via Rasella" non ha insegnato nulla?).

Secondo me non facciamo bene a restaurare questa mistica dei "nostri
ragazzi", caduti per la patria, questa religione nazional-popolare che ci
vede ancora, come in Abissinia, portatori di civilta'. Non ci fanno bene le
prediche patriottiche contro il terrorismo. Non ci fa bene confondere la
religione con la patria e viceversa....

Dall'altra parte c'e' qualcuno (pensate quel che volete ma e' cosi', e sono
tanti) che definisce chi uccide italiani, spagnoli, americani, sud-coreani,
giapponesi, in Iraq...dei "martiri", degli "eroi"....! Stiamo attenti. Non sono
tutti terroristi!

Un cardinale l'aveva detto prima della guerra: "Qual e' l'utilita' di fare
incazzare due miliardi di mussulmani?". Gli americani, si sa, sono dei
"vaccari" (questa e' la traduzione di "Cow boys", no?) abituati ad entrare
nei "saloons" a pedate, ma noi, europei, con qualche centinaio di anni di
storia di guerre di religione alle spalle, non abbiamo nulla da dire?

don Gianfranco Formenton