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Nassiriya: un articolo di Don Gianfranco Formenton
- Subject: Nassiriya: un articolo di Don Gianfranco Formenton
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>
- Date: Fri, 05 Dec 2003 12:28:51 +0100
Fonte: http://www.spoletonline.net/leggitutto.php?id=6278LA 'PESANTE' RIFLESSIONE/DENUNCIA DI DON FORMENTON SUI FATTI DI NASSIRIYA: “MARTIRI, EROI O....SOLO SFORTUNATI?”
Giovedì, 4 Dicembre 2003 ore 09:00 Categoria: OPINIONI C'e' qualcosa di immensamente stonato nell'orgia patriottica che abbiamo vissuto i questi ultimi giorni. C'e' qualcosa che va assolutamente detto, ora che i necrologi televisivi sono finiti e le cerimonie di stato sono compiute. Qualcosa che va ad onore della verita' e ad onore di questi morti inutili. Rabbrividisco a risentire parlare di "caduti per la patria" di "eroi" e di "martiri" e ripenso a quanto gia' mi sembravano stonate queste parole venti, trent'anni fa quando ero piccolo e ogni anno si ripetevano i discorsi retorici e tragicomici davanti il monumento dei caduti del mio paese il quattro novembre. Anche allora si alternavano i politici, il parroco e il reduce regolarmente iscritto all' "Associazione Nazionale Alpini" o ai "Combattenti e reduci". Si parlava allora di piccoli contadini siciliani, di montanari delle nostre valli, di braccianti che neanche sapevano dov'era l'Austria o chi era il Kaiser ma che venivano buttati in quel grande mattatoio di uomini che era la prima guerra mondiale. Anche allora i macellai si chiamavano generali e i signori Krupp o Agnelli erano in qualche modo "la patria" rappresentata dai Giolitti di turno. Anche allora chiamavano eroi e martiri, in un terribile connubio di politica e religione, dei poveri ragazzi mandati a morire senza sapere il perche' sull'altare delle ambizioni politiche, economiche e territoriali di qualche governante. E' dalla guerra di Crimea che ci servono un po' di morti per contare al tavolo della spartizione della torta. Tutto questo ho pensato quando anche noi "finalmente" abbiamo avuto i nostri morti in questa guerra nella quale ci siamo impelagati senza sapere bene perche'. E veramente volgare mi e' sembrato tutto questo rigurgito di patriottismo e di retorica militarista che ci ha attanagliato per giorni e giorni. Sembrava che d'improvviso fosse nata la patria. "Finalmente" sembrava il grido di attori, soubrettes, veline, presentatori e tutti i sommi sacerdoti dell'informazione. "Finalmente la patria" sembravano ripetere direttori di giornali, editorialisti, politici rampanti e una quantita' innumerevole di personaggi improvvisamente autoinvestiti di autorevolezza patriottica. "Finalmente anche noi abbiamo il nostro undici settembre"..."Finalmente il tricolore"... No, non sembrava il funerale di 19 italiani, sembrava una macabra festa patriottica, una festa dell'unita' nazionale. Anche Bruno Vespa ha sostituito la sua sigla stile "Via col vento" con il piu' patriottico "Silenzio fuori ordinanza" e ha celebrato il suo quotidiano rito di sciacallaggio sistematico di morti e feriti e parenti con tanto di modellino stile "Cogne" dove potevi vedere anche i cessi dell'avamposto italiano a Nassiriya. Quando la mia nipotina, che fa la prima elementare, mi ha detto che la maestra li ha fatti stare zitti un minuto per ricordare i "soldati buoni" che sono stati uccisi dagli "uomini cattivi".... Quando ho sentito il cardinale Ruini recitare abusivamente la parte di un generale di corpo d'armata che incita i suoi soldati a continuare la lotta...allora ho pensato: "Ecco, ci risiamo: Dio, Patria e Famiglia!" Allora credo sia giusto dire tre cose che noi tutti pensiamo ma che e' ormai proibito dire perche' se no passi per comunista o per terrorista. La prima cosa e' che questi uomini non sono morti per la "patria". Sono dei militari professionisti che hanno accettato di seguire un esercito di occupazione del quale erano parte e dal quale ricevevano degli ordini. Forse erano buoni, forse no, non ha importanza, erano dei professionisti, conoscevano i rischi che correvano e hanno accettato le regole d'ingaggio e la paga corrispondente. Se c'e' uno scandalo sta nel fatto che uno stato scelga di pagare molto di piu' uomini che fanno il mestiere di soldati piuttosto che gli infermieri o gli insegnanti. Se c'e' uno scandalo e' che in Italia per vivere si sia costretti ancora ad andare a fare il mestiere di soldato. Erano professionisti, sono morti in una azione di guerra per opera di guerriglieri di un paese occupato, e' un "incidente sul lavoro" (peraltro ampiamente previsto). I muratori morti a Genova nel crollo di una palazzina (tutti gli operai morti sul lavoro!) non avranno lo stesso trattamento economico "post mortem"! Pieta' per gli uni e pieta' per gli altri. Tutto il resto e' retorica abusiva. La seconda cosa e' che questi uomini non sono morti per la "patria". Sono morti in una guerra voluta unilateralmente dagli Stati Uniti d'America, anzi, dall'industria bellica e petrolifera degli Stati Uniti d'America che e' rappresentata dalla attuale classe dirigente americana costituita appunto da famiglie di petrolieri che ha gia' invaso l'Afganhistan per gli stessi motivi e che ha camuffato la "seconda guerra per le risorse petrolifere" come "la" guerra contro il terrorismo. Una guerra Illegittima, Inutile, Idiota...che non ha tenuto conto del buon senso, dell'opinione pubblica mondiale, delle risoluzioni delle Nazioni Unite, che doveva rendere il mondo piu' sicuro e che lo ha consegnato invece alla dura realta' della Guerra Infinita. La terza cosa e' che questi uomini non sono morti per la "patria". Sono morti per la megalomania dei nostri governanti, (per la loro sudditanza al "Grande Fratello" americano) che non hanno avuto il coraggio di dichiarare guerra all'Iraq ma non hanno avuto neanche il coraggio di prendere una posizione chiara per cui ci troviamo in guerra senza sapere perche'. Esattamente come nella prima guerra mondiale. Esattamente come nella secondaguerra mondiale... in uno stato di "non belligeranza" ma che... insomma... via! Il
Presidente del Consiglio e il Ministro della Difesa invece che piangere ai funerali di stato dovrebbero spiegare agli italiani perche' siamo in guerra senza averla dichiarata. Il Ministro degli Interni dovrebbe spiegarci perche' siamo nel mirino del terrorismo. Il Vice Presidente del Consiglio che va a chiedere perdono per gli errori di ieri davanti ai mandanti di stragi e "politiche terroristiche" di oggi, ci dovrebbe spiegare la differenza tra fascismo e terrorismo di stato (e la differenza tra l'essere "anti-semiti" e l'essere "anti-isrealiani"). Questi morti pesano sulla loro coscienza. Secondo me i "nostri ragazzi" morti non erano degli eroi (non hanno fatto nulla di eroico oltre al fatto di essere come soldati professionisti in uno stato occupato, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato) e neanche dei martiri (la "patria", nonostante le opinioni del Cardinal Ruini e dei cappellani militari, non e' tra le "virtu' eroiche" che fanno entrare nel martirologio cristiano). Erano solo degli sfigati (mi si passi il termine ma e' cosi'). Meritano tutta la nostra compassione, la nostra immensa e totale compassione, come tutti i morti, come tutti i civili (che sono molti di piu') di questa guerra. Ma la mistica della Patria no. Ma la retorica no. Sono andati in Iraq perche' credevano che anche questa fosse una passeggiata sponsorizzata dai manifesti dell'esercito che dipinge i "nostri" come diversi dagli "altri", con la pagnotta in mano e i bambini in braccio, ambasciatori della pastasciutta e degli "italiani brava gente" senza che nessuno gli spiegasse che tutti i soldati sono uguali agli occhi di chi subisce l'occupazione (Ma "via Rasella" non ha insegnato nulla?). Secondo me non facciamo bene a restaurare questa mistica dei "nostri ragazzi", caduti per la patria, questa religione nazional-popolare che ci vede ancora, come in Abissinia, portatori di civilta'. Non ci fanno bene le prediche patriottiche contro il terrorismo. Non ci fa bene confondere la religione con la patria e viceversa.... Dall'altra parte c'e' qualcuno (pensate quel che volete ma e' cosi', e sono tanti) che definisce chi uccide italiani, spagnoli, americani, sud-coreani,giapponesi, in Iraq...dei "martiri", degli "eroi"....! Stiamo attenti. Non sono
tutti terroristi! Un cardinale l'aveva detto prima della guerra: "Qual e' l'utilita' di fare incazzare due miliardi di mussulmani?". Gli americani, si sa, sono dei "vaccari" (questa e' la traduzione di "Cow boys", no?) abituati ad entrare nei "saloons" a pedate, ma noi, europei, con qualche centinaio di anni di storia di guerre di religione alle spalle, non abbiamo nulla da dire? don Gianfranco Formenton
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