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RossoNotizieNet n. 44 - 27 novembre 2003
- Subject: RossoNotizieNet n. 44 - 27 novembre 2003
- From: "associazione culturale punto rosso" <puntorosso at puntorosso.it>
- Date: Mon, 1 Dec 2003 10:08:21 +0100
ROSSONotizieNet numero 44 - 27 novembre 2003 _____ periodico elettronico dell'Associazione Culturale Punto Rosso _____ Sommario - Appello "Africa, Asia e America Latina a Mumbay 2004" - Riapre Piazze Solidali - Dibattito a Milano sul lavoro con Zipponi, Agostinelli, Marazzi e altri (16 dicembre 2003) - Prossimi corsi della Lup - In una Uniome Europea allargata alla Turchia, quale posto per i Kurdi? (Roma 10 dicembre) - Punto Rosso Carrara: dibattico con Chiesa e Dinucci - Novità Edizioni Punto Rosso - Biblioteca Minima - Materiali: Agostinelli sul Forum Sociale Europeo di Parigi Saggio di Samir Amin su Geopolitica dell'imperialismo (in allegato) _____ AFRICA, ASIA E AMERICA LATINA A MUMBAY (BOMBAY) 2004 QUARTO FORUM SOCIALE MONDIALE Dal 16 al 21 Gennaio 2004 Il Forum Sociale Mondiale sta diventando oggi l'unica e concreta alternativa alla devastante applicazione dell'idea neoliberista di globalizzazione, il luogo morale, culturale e politico in cui i popoli pensano e costruiscono alternative concrete a questa situazione insostenibile. Rispetto alle tre edizioni precedenti, quest'anno c'è una novità importante: il Forum si svolgerà in India, toccando quindi per la prima volta il continente asiatico, così centrale e determinante nella definizione dei futuri equilibri mondiali. Ciò sicuramente non riduce, ma se possibile rende ancora più presente la necessità di sostenere economicamente movimenti ed associazioni delle aree più svantaggiate del pianeta, affinché possano partecipare al Forum nonostante la scarsità di mezzi. Si tratta di organismi africani, latinoamericani e asiatici, con un'attenzione particolare alle aree geografiche più pesantemente colpite dagli sconvolgimenti di questi anni, come i paesi arabi e mediorientali. In particolare vorremmo favorire la presenza di esponenti afgani e iracheni di organismi democratici di quei martoriati paesi. E' essenziale riuscire a raccogliere 25.000 euro per contribuire alle spese burocratiche, di viaggio e di pernottamento di studiosi e di militanti di queste organizzazioni. Le sottoscrizioni debbono pervenire al conto corrente postale N. 37398203 intestato ad Associazione Culturale Punto Rosso - Via Morigi 8 - 20123 Milano, specificando come causale "Africa, Asia e America Latina a Bombay"; oppure mediante bonifico bancario sul c/c N. 10438 dell'Associazione Culturale Punto Rosso presso Banca Popolare di Milano Ag. 18 - Meravigli ABI 05584 CAB 01618. Firmatari: SAMIR AMIN, FRANCOIS HOUTART, GIORGIO RIOLO, JOSE' LUIZ DEL ROIO, VITTORIO AGNOLETTO, MARIO AGOSTINELLI, PIERO BASSO, GIOVANNI BERLINGUER, MARCO BERSANI, FAUSTO BERTINOTTI, RAFFAELLA BOLINI, LORIS CAMPETTI, SALVATORE CANNAVO', FEDERICO CERATTI, GIULIETTO CHIESA, GIORGIO CREMASCHI, ROSARIO LEMBO, ROBERTO MAPELLI, ALESSANDRA MECOZZI, EMILIO MOLINARI, LUCIANO MUHLBAUER, ANGELA PASCUCCI, ALFONSO PECORARO SCANIO, GUGLIELMO RAGOZZINO, ROSSANA ROSSANDA, RAFFAELE K. SALINARI, CESARE SALVI, PIERO SANSONETTI, SABINA SINISCALCHI, PIERLUIGI SULLO, LUIGI VINCI, ALBERTO VITALI, ALEX ZANOTELLI. Testate che hanno collaborato: Il manifesto, Liberazione, Carta, Le monde diplomatique, Solidarietà internazionale, Terres des hommes, Altreconomia. L'appello è assunto dal Coordinamento Italiano del Forum Sociale Europeo. _____ RITORNA PIAZZE SOLIDALI Siete venuti in 130.000 in Duomo e ci avete chiesto: ma a Natale dove siete? Eccoci! Ritorna "PIAZZE SOLIDALI" dal 2 al 24 dicembre a Milano in largo Paolo Grassi (metrò 2 uscita Lanza). Dietro al Nuovo Piccolo Teatro. Tutti i giorni dalle 11 alle 21 Il tema di questa edizione: i popoli in cammino Acra e Acea insieme a Abarelà Nandre, Amani, Arci, Calcutta Village Project, Coopi, Dimensioni Diverse, Legambiente, Libera, Mag2 Finance,Pax Christi, Punto Rosso-Forum Mondiale delle Alternative, SocialPress/Progetto Comunicazione onlus (Milano), Sviluppo Umano ti aspettano per mostrarti la realtà dei progetti di commercio equo e solidale e della cooperazione con il Sud del Mondo. Non è Natale se non è equo e solidale! Per arrivarci MM2 (linea verde) uscita Lanza Tram 3-4-12-14 Autobus 61-43-70 _____ Dibattito pubblico IL LAVORO, LA SOCIETÀ, LE ALTERNATIVE QUALE RUOLO DEL MONDO DEL LAVORO NELLA COSTRUZIONE DI UNA ALTERNATIVA DI SOCIETÀ? QUALI RAPPORTI TRA CONFLITTUALITÀ DEL LAVORO E MOVIMENTI SOCIALI? MERCOLEDÌ 17 DICEMBRE ORE 20.45 CASA DELLA CULTURA - VIA BORGOGNA 3 - MILANO ne discutono MARIO AGOSTINELLI (Punto Rosso-Fma) MAURIZIO ZIPPONI (segretario generale Fiom Milano, autore di Si può! Operai, precari, impiegati e imprese in un nuovo sistema, Mursia) CHRISTIAN MARAZZI (Università di Bellinzona - Svizzera) GIANNI MEAZZA (Laboratorio Lavoro Rete di Lilliput) Coordinano (in qualità di docenti del corso Lup sul lavoro e le sue trasformazioni nell'Italia postfordista) ANDREA FUMAGALLI (Università di Pavia) ROBERTO ROMANO (Centro Studi Cgil Lombardia) Organizzano Libera Università Popolare, Associazione Culturale Punto Rosso-Forum Mondiale delle Alternative _____ LUP - LIBERA UNIVERSITA' POPOLARE - PROSSIMI CORSI ATTENZIONE!!!! Per motivi tecnici il corso di filosofia, QUATTRO GRANDI OPERE DEL MARXISMO OCCIDENTALE, viene spostato a dopo le vecanze natalizie. A breve vi comunicheremo le nuove date con inizio a gennaio 2004. ---------------------------------------------------------------------- Ciclo monografico LA DEMOCRAZIA Secondo corso LE TRASFORMAZIONI DEL LAVORO E IL CONFLITTO CAPITALE-LAVORO NELL'ITALIA POSTFORDISTA. Durata: 4 incontri. Luogo: Punto Rosso Orario: 18.30-20.30. Quota di iscrizione: 20 Euro Giovedì 20 Novembre 2003 Le origini della flessibilità. Il legame tra flessibilità del lavoro, globalizzazione e accumulazione flessibile : una ricostruzione storica del periodo '68-'73, del perché il capitale ha bisogno di frammentare il lavoro. Quanto è ancora centrale la compressione di diritti e salari ai fini del profitto (cioè, c'è ancora una centralità del lavoro nei processi di accumulazione)? E' ancora il lavoro la chiave di volta dei processi economici? Relatore: Andrea Fumagalli (Università di Pavia) Giovedì 27 Novembre 2003 La precarietà e le sue conseguenze sulle persone (e sulla società) Ricognizione statistico-analitica della flessibilità in Italia. La relazione tra flessibilità e occupazione. Il modello di sviluppo italiano, il lavoro cognitivo e la flessibilità. Le conseguenze sociali della precarietà: povertà, insicurezza, instabilità. Relatore: Roberto Romano (centro studi Cgil Lombardia) Giovedì 4 Dicembre 2003 Postfordismo e lavoro immateriale Che cos'è il lavoro linguistico-cognitivo e quali potenzialità apre: cooperazione, condivisione dei saperi, creatività, possibilità di riappropriazione del proprio lavoro. Quali spazi reali per queste opportunità? Quanto sono realmente diffuse queste forme di lavoro? Quanto pesano, quanto determinano? Che possibilità hanno di tradursi in alternativa? Relatore: Andrea Fumagalli (Università di Pavia) Giovedì 11 Dicembre 2003 Postfordismo e precarietà L'individualizzazione del rapporto di lavoro. Alienazione, lavoro cognitivo ed appropriazione capitalistica delle conoscenze collettive. L'irrigidimento autoritario del comando d'impresa. Il rapporto tra lavoro e consumo, tempo di lavoro e tempo di vita. Relatore: Andrea Fumagalli (Università di Pavia) Terzo corso STORIA DEL PENSIERO POLITICO. I GRANDI MODELLI DELLA DEMOCRAZIA OCCIDENTALE: TEORIA E STORIA. I PARTE Durata: 4 incontri. Luogo: Punto Rosso Orario: 18.30-20.30. Quota di iscrizione: 15 Euro martedì 25 Novembre 2003 Platone, Aristotele e la polis greca Relatore: Mario Vegetti (Università di Milano) martedì 2 Dicembre 2003 Machiavelli e la Repubblica Relatore: Monica Quirico (Università di Torino) martedì 9 Dicembre 2003 Spinoza e lo Stato ebraico Relatore: Vittorio Morfino (Università di Milano) martedì 16 Dicembre 2003 Rousseau e la Rivoluzione francese Relatore: Francesco Muraro STORIA DEL PENSIERO POLITICO. I GRANDI MODELLI DELLA DEMOCRAZIA OCCIDENTALE: TEORIA E STORIA. II PARTE Durata: 4 incontri. Luogo: Punto Rosso Orario: 18.30-20.30. Quota di iscrizione: 15 Euro Giovedì 15 Gennaio 2004 La filosofia del diritto di Hegel e la critica di Marx Relatori: Giorgio Riolo e Roberto Mapelli (Punto Rosso) Giovedì 22 Gennaio 2004 Lenin, Kautsky e Rosa Luxemburg Relatore: Vittorio Morfino (Università di Milano) Giovedì 29 Gennaio 2004 Tocqueville e la democrazia in America Relatrice: Monica Quirico (Università di Torino) Giovedì 5 Febbraio 2004 Stuart Mill e il liberalismo Relatrice: Antonella Besussi (Università di Milano) Quarto corso LA NASCITA DELLA DEMOCRAZIA MODERNA. I PARTE: 1750-1850 Durata: 3 incontri. Luogo: Punto Rosso Orario: 18.30-20.30. Quota di iscrizione: 10 Euro Mercoledì 3 Dicembre 2003 Gli Stati Uniti Relatore: Bruno Cartosio (Università di Bergamo) Mercoledì 10 Dicembre 2003 La Francia Relatrice: Loredana Scalcon (insegnante) Mercoledì 17 Dicembre 2003 L'Inghilterra Relatore: Giorgio Giovannetti (storico) LA NASCITA DELLA DEMOCRAZIA MODERNA. II PARTE: 1850-1945 Durata: 3 incontri. Luogo: Punto Rosso Orario: 18.30-20.30. Quota di iscrizione: 10 Euro Mercoledì 21 Gennaio 2004 Gli Stati Uniti Relatore: Bruno Cartosio (Università di Bergamo) Mercoledì 28 Gennaio 2004 La Francia Relatrice: Loredana Scalcon (insegnante) Mercoledì 4 Febbraio 2004 L'Inghilterra Relatore: Giorgio Giovannetti (storico) Per iscriversi basta segnalare telefonicamente la propria intenzione e poi iscriversi materialmente alla prima lezione. _____ conferenza In una Unione Europea allargata alla turchia: quale posto per i Kurdi? Roma, 10 dicembre 2003 c/o rappresentanza in Roma del Parlamento Europeo Promossa da Ufficio d'Informazione del Kurdistan in collaborazione con On. Silvana Pisa ed On. Elettra Deiana Saluti ed introduzione I SESSIONE Ore 15.00 - 16.15 Quale prospettiva per una soluzione della Questione Kurda? Moderatore Angela BELLEI Esponente del KongraGel Iacopo VENIER, PDCI Tom BENETOLLO, ARCI Sen. A. FORLANI, CDU On. L. MORGANTINI, PRC II SESSIONE Ore 16.30 - 18.15 Diritti umani nell'UE caso Ocalan e deputati DEP Moderatore avv. Arturo SALERNI Avv. Giuliano PISAPIA* Mauro PALMA, CPT On. Luigi VINCI, PRC Mark Muller, KHRP Londra Marco ANSALDO, giornalista Avv. Mario LANA, Pres. Unione Forense Diritti Umani Avv. M. SAKAR, difensore di A. Ocalan Avv. S. KENTRIDGE, difensore di N. Mandela* III SESSIONE Ore 18.30 - 20.00 L'allargamento dell'UE alla Turchia nel semestre di presidenza italiana Moderatore On. Marco PEZZONI Sen. F. MARTONE, Verdi On. V. CALZOLAIO, D.S. On. Dario RIVOLTA, F.I. On. Gianpaolo GOBBO*, Lega Emilio MOLINARI, già Sen.della Repubblica Discussione aperta _____ IMPERO, GUERRA INFINITA, POTERE NUCLEARE LUNEDI' 15 DICEMBRE ORE 17,30 SALA DEL COMUNE PIAZZA 2 GIUGNO CARRARA INCONTRO CON GIULIETTO CHIESA GIORNALISTA, PRESIDENTE MEGACHIP MANLIO DINUCCI SAGGISTA, AUTORE DEL LIBRO "IL POTERE NUCLEARE" _____ NOVITA' EDIZIONI PUNTO ROSSO _____ AA.VV. Questione agraria e globalizzazione Cruciale per l'avvenire dell'umanità, la questione agraria è al cuore delle contraddizioni e delle aberrazioni dell'attuale globalizzazione. Le politiche del libero scambio, imposte nelle condizioni di estrema ineguaglianza, accrescono i divari: sovraproduzione da una parte, malnutrizione dall'altra. I problemi sociali e ambientali causati dal modello agricolo dominante sono palesi: crollo dei prezzi internazionali, esodo rurale massiccio, pauperizzazione, carestie ricorrenti nel sud, crisi alimentare al nord... Questa dinamica è a favore delle transnazionali dell'industria alimentare, ma penalizza centinaia di milioni di piccoli contadini. La problematica dell'acesso alla terra rinvia alle differenti concezioni della riforma agraria: da una parte quelle in sontonia con la liberalizzazione dei mercati, dall'altra quelle per una vera democratizzazione dell'agricoltura. L'articolazione sul piano internazionale di numerosi movimenti contadini locali rimette la questione delle alternative al centro dei dibattiti. Saggi sulla questione agraria nel mondo e sulle sue implicazioni teoriche e politiche. Collana Quaderni di Alternatives Sud, pp. 260, 13 Euro François Houtart La tirannia del mercato e le sue alternative I testi presentati in questo lavoro cercano di smontare il discorso classico sul mercato che presenta quest'ultimo come dimostrazione e come unico meccanismo capace di risolvere i problemi economici e sociali dell'umanità. In Europa, la forma di mercato esistente, vale a dire il mercato capitalistico, viene messo in discussione soltanto da una minoranza. Diventa dunque importante mettere a disposizione di un pubblico il più vasto possibile delle analisi che permettano di comprendere i meccanismi di funzionamento del "capitalismo reale". Collana Libri/FMA n 9, pp. 224, 13 Euro Forum Mondiale delle Alternative a cura di F. Houtart, S. Amin La globalizzazione delle resistenze. Lo stato delle lotte 2002/2003 Il libro raccoglie i contributi di diversi autori da tutte le parti del mondo sullo stato delle lotte nei diversi continenti e alcuni saggi sui temi principali della resistenza alla globalizzazione capitalistica e sulle sue alternative. Collana Libri FMA/8, pp. 420, 15 Euro. Pubblicato in collaborazione con Terre Des Hommes Indice 1. Lo stato dei Luoghi - Lo stato delle lotte 1. L'Asia dell'Est. 2. La Cina. 3. Il Sudest asiatico. 4. L'india. 5. Il Mondo Arabo e il Medio Oriente. 6. L'Africa Subsahariana. 7. L'America Latina. 8. L'America del Nord. 9. L'Europa dell'Est. 10. L'Europa Occidentale 2. Le poste in gioco globali delle lotte contemporanee 1. Il petrolio chiave del dominio economico. 2. L'acqua, sfida globale dell'avvenire, tra privatizzazione e bene comune dell'umanità. 3. Il debito estero, meccanismo di estrazione delle ricchezze. 4. La lotta contro la povertà, utilità politica di un argomento nel nuovo ordine mondiale. 5. I movimenti delle donne per un'altra globalizzazione. 6. La militarizzazione del mondo e le nuove condizioni della pace 3. L'ampiezza delle sfide, riflessioni sulle origini e i percorsi delle resistenze e delle lotte 1. La dimensione economica. 2. La dimensione sociale. 3. La dimensione culturale. 4. La dimensione politica 4. La ricerca delle alternative 1. Il paradigma dello sviluppo. 2. Progetti e livelli delle alternativie -------------------------------------------------------------------- Atilio A. Boron IMPERO & IMPERIALISMO Una lettura critica di Michael Hardt e Antonio Negri L'imperialismo attuale non è lo stesso di trent'anni fa. E' cambiato, ma non è diventato il suo contrario, come ci propina la mistificazione neoliberista. Esso continua ad opprimere i popoli e le nazioni, seminando ad ogni passo dolore, distruzione e morte. Nonostante i cambiamenti conserva la sua identità e struttura e continua a perpetuare la sua funzione storica nella logica dell'accomulazione mondiale del capitale. Le sue mutazioni, la sua volatile e pericolosa compresenza di tradizione e innovazione, richiede la costruzione di un nuovo approccio che ci permetta di capire la natura attuale dell'imperialismo. Questa continuità dei paradigmi fondamentali dell'imperialismo - non necessariamente della sua fenomenologia - viene ignorata nell'opera di Hardt e Negri, tanto che in nome di tale negazione essi definiscono l'Impero. Cercheremo, con questo libro, di dimostrare che, come le Mura di Gerico non crollarono di fronte al suono delle trombe di Giusuè e dei suoi sacerdoti, così nemmeno la realtà dell'imperialismo svanisce davanti alla fantasia dei filosofi. Atilio A. Boron è docente di Teoria politica e sociale all'Università di Buenos Aires (UBA) ed è segretario della CLACSO (Consiglio latinoamericano di scienze sociali) Collana Libri Varia, pp. 160, 10 Euro. _____ BIBLIOTECA MINIMA _____ ROMANO GASPAROTTI - I MITI DELLA GLOBALIZZAZIONE. GUERRA PREVENTIVA E LOGICA DELLE IMMUNITA' - prefazione di Pietro Barcellona EDIZIONI DEDALO, BARI 2003, pp. 219, ¤ 15 Un libro che affronta la costellazione dei problemi attorno alle nozioni di globalizzazione, alternative, postmodernismo, guerra, culture, alterità ecc. in un modo insolito, ma molto fecondo. Un libro che raccomandiamo con piacere scritto da un animatore delle attività del Punto Rosso nell'area di Venezia. ----------------------------------------------------------------------- MAURIZIO ZIPPONI - SI PUO' OPERAI, PRECARI, IMPIEGATI E IMPRESE IN UN NUOVO SISTEMA - MURSIA MILANO 2003, pp. 252, ¤ 12,50 Un libro scritto in collaborazione con Lella Bellina da un protagonista delle più recenti vicende sindacali e politiche dell'area lombarda. I lavoratori non solo come specie umiliata e vilipesa, da proteggere, ma soggetti delle proposte alternative (come per esempio la trasformazione dell'area di Arese), dell'innovazione, della possibile ricomposizione con il precariato e con tutte le figure della flessibilizzazione. ----------------------------------------------------------- Vincenzo Accattatis, Il giudice nello stato liberaldemocratico, Firenze, Il Ponte Editore, 2003 pp. 186; Euro 10. Isbn 88-88861-07-6 La difficile lotta per la realizzazione dell'indipendenza della magistratura in Italia; la politicizzazione della magistratura e la possibile iscrizione dei magistrati ai partiti politici; l'azione delle lobbies sulla magistratura; la corruzione dei giudici; il sistema delle raccomandazioni; l'iscrizione dei giudici alle logge massoniche; le "toghe rosse" sono i temi affrontati in questo libro. In appendice il "caso Berlusconi", in Italia e in Europa. In definitiva, una breve storia dell'indipendenza della magistratura con l'ottica di mettere a fuoco i molti problemi, politici e sociali, che questa comporta. Una storia, cioè, delle ombre dello Stato liberaldemocratico che, pur in presenza di una Costituzione di ispirazione antifascista, non è riuscito a rinnovarsi. Vincenzo Accattatis ha svolto le funzioni di giudice del lavoro e di giudice di sorveglianza presso il tribunale di Pisa. È stato privato delle funzioni di giudice di sorveglianza per aver preso iniziative giudicate eterodosse. La relativa vicenda è documentata in Magistrati scomodi. Un tentativo di epurazione (Bari, Dedalo, 1974) e in Crimini di pace (Torino, Einaudi, 1975). Collabora a quotidiani e riviste. Per la Feltrinelli ha diretto le collane «Politica e giustizia» e «Il socialismo giuridico». Fra i suoi libri piú recenti, Governo dei giudici e giudici del governo, Milano, Angeli, 1998, e Quale Europa?, Milano, Edizioni Punto Rosso, 2000 _____ MATERIALI _____ FSE Parigi 2003 di Mario Agostinelli Premessa "Non è stato facile prendere l'eredità dell'immenso successo di Firenze". Con queste parole Michel Rousseau, segretario di Euromarches-marches europeennes ed uno degli organizzatori del Forum Sociale Europeo 2003 di Parigi, inizia la sua lettera di ringraziamento e di compiacimento indirizzata a quanti hanno dato vita alla cinque giorni di Paris-St. Denis- Bobigny-Ivry dei movimenti sociali dell'Europa. C'è tutta la soggezione per la sorpresa magnifica, quasi impossibile da ripetere, con cui si era usciti dai dibattiti della Fortezza da Basso e si era riconsegnata Firenze alla pace con un fiume di un milione di persone, dopo averla liberata dalla paura e dall'ira animosa e ridicola delle Fallaci, degli Zeffirelli, dei Berlusconi. E c'è una parte anche del rammarico con cui, a distanza di un anno - quasi un secolo di questi tempi! - si registrano le sfasature tra movimento e politica, tra società ed istituzioni, tra aspirazioni mature al cambiamento e la violenza oscurantista del terrorismo e della guerra. Uno stare in campo fiducioso della democrazia mentre i poteri convergono sulla visione unilaterale di una elite mondiale che non cerca il consenso. A mio avviso non si sta rendendo giustizia a ciò che questo movimento duraturo, in grado di emergere ad ogni appuntamento significativo, radicato in forme sconosciute alle esperienze che l'hanno preceduto, costituisce per la ricostruzione di uno spazio pubblico in cui la rappresentanza, la democrazia ed i diritti valgano in sé e non come appendici residuali del mercato, che ha preso in mano le sorti e traccia una rovinosa direzione di marcia per il pianeta. A dire il vero, questo è il movimento che prende atto dei guasti e dei fallimenti del neoliberismo e con la radicalità suggerita dal realismo si rifiuta di agire solo a valle, negli spazi ritagliati dal capitalismo compassionevole o dalle guerre umanitarie, ormai diventati tout court corporativismo populista e guerra infinita e preventiva. Penso che in Italia, in particolare, l'urgenza drammatica del caso Berlusconi contribuisca ad assumere solo in chiave tattica le novità sul fronte sociale ed a far dimenticare che non si vince a sinistra solo per accorte manovre degli stati maggiori. Basterebbe riflettere sul fatto che il più alto grado di unità e di alterità al Governo è proprio venuto in questi ultimi anni attorno a contenuti - pace, partecipazione, diritti del lavoro, beni pubblici, libertà di informazione, uguaglianza di fronte alla giustizia - che sono state al centro delle iniziative più vaste degli ultimi trentanni, ma su cui le alleanze politiche nel centro sinistra continuano a glissare. Così l'intera nostra stampa, con la sola eccezione di Liberazione ed, in parte, del Manifesto, non ha dato risalto alcuno agli eventi parigini, al contrario della stampa d'Oltralpe o di quella spagnola e tedesca, che dedicavano intere pagine alla riflessione e non solo alla cronaca. Sembrerà un paradosso, ma Fassino, che l'anno scorso dichiarava poco felicemente di non aver preso parte alla manifestazione fiorentina "per non metterci il cappello", quest'anno ha convocato senza esitazioni l'assemblea congressuale dei DS per la lista unica alle europee proprio in concomitanza con il più grande appuntamento di massa del continente. D'altra parte gli stessi intellettuali italiani sono rimasti alla finestra e non solo per quella sottile pretesa di autosufficienza culturale che anima un poco gli organizzatori francesiŠ Certo, l'organizzazione decentrata, nelle tre banlieuses separate da ore di collegamenti metropolitani ha nuociuto all'unitarietà delle presenze ed alla comunicazione tra i 53000 iscritti distribuiti su 55 plenarie, 250 seminari, un centinaio di laboratori, assistiti da 2000 volontari e 1200 interpreti. Certo, la maggiore disponibilità verso la manifestazione dello stesso Governo francese ha caricato di minore tensione i lavori del Forum e ne ha quindi ridotto l'impatto esclusivamente conflittuale che piace così tanto alla rappresentazione mediatica che da noi va per la maggiore. Certo, il movimento francese esprime un pluralismo meno ampio di quello italiano, una maggiore rigidità culturale, una presenza meno militante delle ispirazioni religiose che si contaminano con le formazioni laiche, un raccordo più incerto con il movimento sindacale. Certo, bisognerà riflettere sulla opportunità di appuntamenti talmente vasti da annacquare la caratteristica forse più proficua del "movimento dei movimenti", che è quella di mettere in comunicazione e relazione temi, esperienze e appartenenze anche distanti, ma riconducibili alla potentissima categoria del contrasto alla guerra e al liberismo. Ed in futuro potrebbe essere utile organizzare approfondimenti tematici lasciando ai forum territoriali continentali o subcontinentali il ruolo insostituibile di "fiera", di incontro, di scambio e di autoidentificazione in un progetto comune. Ma tutto questo non spiega la sottovalutazione con cui il dibattito politico-sociale italiano ha attraversato Parigi, quasi non si preoccupasse di prenderne in consegna le conclusioni. Proprio per ciò vorrei in queste note riprendere almeno alcune delle novità più rilevanti. 1. L'Europa dal basso "Il potere costituente sta nelle mani e nella volontà dei cittadini europei, ma in questo momento si sta elaborando un progetto di Costituzione Europea al di fuori della società civile: questo progetto non risponde alle nostre aspirazioni; noi lottiamo per un'altra Europa". Affermazioni molto impegnative, che sono contenute nel documento dell'assemblea finale del 16 Novembre e che dovrebbero per lo meno trovare qualche eco nel dibattito che segue le riunioni affannose e le polemiche tra i governi della CIG sotto la presidenza di Berlusconi. In effetti le critiche mosse dal FSE sono state riprese da Fitoussi, da Lazar, da Habermas, da Derrida e perfino, indirettamente, da Dahrendorff, ma l'attenzione puntigliosa che le assemblee hanno dedicato ai contenuti della futura Costituzione non si è affatto tradotta in lotta politica al tavolo delle forze e delle idee che hanno trovato convergenza sulla Convenzione e che stancamente dibattono lontano ormai da un'Europa federale e di democrazia sociale .E' estremamente significativo come anche organizzazioni moderate e interne alla prassi istituzionale, come il Movimento Federalista Europeo, si siano invece rivolte direttamente ai partecipanti di Parigi con un appello per convocare una convenzione costituente a sovranità popolare in piena consonanza di contenuti, a testimonianza di una avvenuta contaminazione: "un'Europa di pace che ripudia la guerra, una cittadinanza cosmopolita legata alla residenza, un'Europa sociale e dei diritti". E' in virtù di una autentica vitalità che il FSE coglie l'orizzonte continentale come contenitore spazio-temporale di rivendicazioni fino ad ora difese e rielaborate solo in ambito nazionale, mentre sono invece in via di smantellamento su scala globale. Corrisponde ad un salto di qualità dell'iniziativa e ad una testimonianza di lucidità, dal momento che la costruzione europea è un passaggio di civiltà prodotto dalle generazioni precedenti ed in particolare da quella antifascista, che aveva individuato nel lavoro e nel ripudio della guerra i tratti fondanti del patto sociale per il futuro. Non è per caso che "bella ciao" è diventata "la" canzone delle ragazze e dei ragazzi del movimento. A Parigi, assai più che a Firenze - e non poteva che essere così dal momento che si sta materializzando una costituzione "octroyee" a dispetto di un protagonismo sociale tutt'altro che sopito - si è identificato un percorso di aggancio tra lotte e campagne di massa e caratteri di nuova civiltà di una costruzione dell'Europa che incrocia la globalizzazione. Non propaganda, né un discorso generico sui valori dell'occidente, né l'equivoco di una terza via, ma la praticabilità della pace senza se e senza ma di fronte alla dimensione nuova della guerra, dello ius soli di fronte alla limitazione della cittadinanza ai soli nativi, del diritto al lavoro e della piena occupazione di fronte alla precarietà strutturale e al ridimensionamento in atto della tradizione giuslavorista. Va poi detto che in particolare l'apporto francese e tedesco alla discussione ha portato in luce il legame diretto tra servizi pubblici e universalità del welfare; ha fatto emergere il conflitto tra crescita economica e valorizzazione della natura; ha fatto assumere la diversità culturale come dimensione della stessa libertà di informazione e del diritto alla comunicazione. Sono temi che erano restati in ombra nella discussione precedente e che ora troveranno collocazione nell'elaborazione del Forum europeo per la democrazia costituzionale. In definitiva, rispetto alla Convenzione europea e ai lavori della CIG, a Parigi è andata in porto una duplice operazione: quella di disvelare i tratti di dottrina liberista assunti in un progetto di costituzione tenuto finora gelosamente al riparo da un dibattito pubblico e quella di denunciare la stabilizzazione di un governo sovranazionale degli esecutivi, che interrompe il circuito della rappresentanza e della sovranità popolare riconosciuto dalle Costituzioni dei singoli Paesi dell'Unione. Con queste convinzioni e con la messa a disposizione dell'elaborazione dei tavoli tematici e delle campagne in corso, si è di fatto aperto anche un confronto in piena autonomia tra il movimento e l'insieme delle istituzioni democratiche di ciascun territorio e nazione, che potrebbero a loro volta essere portate a confliggere con il deficit democratico e sociale delle future istituzioni europee. La giornata di "azione per un'altra Europa" decisa per il 9 Maggio, data prevista per la ratifica della Costituzione, rappresenta una novità con cui dovrà alla fine fare i conti un testo controverso, deludente e contorto prodotto dalla Convenzione, ma che per l'opinione pubblica sembra finora in discussione solo da destra. Per la preparazione di quella scadenza, il FSE si rivolge in particolare al movimento sindacale europeo, che ha già in parte risposto affermativamente con il dispiegamento di FIOM e IG Metall alla testa del corteo del 16 Novembre. La critica al concetto di crescita Raramente, quanto al Forum parigino, si è assistito ad una critica così estesa al concetto di crescita. Occorre dire che, al pari dell'accelerazione per la dimensione europea, anche su questo aspetto viene ad incidere un fatto oggettivo portato dall'esterno, che è costituito nella fattispece dallo sconvolgimento climatico e dall'inquietante canicola dell'estate europea del 2003. Alle parole supponenti e autoconsolatorie di Bush- "la crescita è la chiave del progresso ambientale, in quanto fornisce le risorse che consentono di investire nelle tecnologie appropriate: è la soluzione, non il problema" - Latouche, Altvater, Ravaioli, Ferrante, Navarro, Stupples, e Diakos hanno cercato risposte nella decrescita e nel rallentamento, con una rottura di non poco conto con la tradizione della stessa sinistra. Si tratta della crisi del concetto quantitativo di "massimizzazione" che ha dominato l'economia classica ed il processo di industrializzazione basato sui combustibili fossili fino alla sua estremizzazione liberista, confermata quando i conflitti con l'ambiente e con la società ne esigevano invece il superamento. L'economia tradizionale non tiene in alcun conto il fatto che materia ed energia entrano nel ciclo economico produttivo per uscirne degradati e con minor valore: si è così scoperto che l'aumento della produttività del lavoro a scapito della produttività della natura è connaturato al modo di produzione capitalistico e al sistema d'impresa, ma non crea solo guasti nell'immediato sul piano sociale , bensì si rivela una scelta insostenibile nel lungo periodo. Essendo inevitabile in termini fisici la decrescita della produzione al passare del tempo, occorre orientarsi a produrre valore con meno materia, con meno energia, con maggiore lentezza, aumentando l'efficienza assai più che la produttività dei processi. Si tratta di un mutamento enorme a livello delle politiche industriali, dell'estensione dell'economia sociale, della riappropriazione del proprio tempo e di una riconsiderazione della riduzione dell'orario di lavoro, della definizione dei beni comuni come l'acqua e l'energia da sottrarre alla commercializzazione ed alla privatizzazione. Occorre convincersi che la produzione di qualsiasi bene o servizio, in termini di consumo di materia e di degrado dell'energia, comporta un'opportunità in meno per gli esseri viventi che verranno dopo di noi. Si tratta di un'estensione intergenerazionale del concetto di solidarietà a cui la politica che conosciamo non ci ha affatto abituato e che obbliga ad uno spostamento del nostro orizzonte temporale. Siamo oggi costretti a rivedere la nostra concezione dello sviluppo, a sentirci parte di un destino comune con quelle risorse e quell'energia che sono in grado di ordinare il mondo vivente, ma solo a costi sopportabili, limitandone il degrado e consentendone la ricostruzione della base rinnovabile. A fronte del progressivo esaurirsi delle fonti fossili occorrerà fasare sempre di più i tempi della produzione e del consumo a quelli del flusso solare e dei grandi cicli naturali come quello dell'acqua, elemento vitale per eccellenza. E' in questa consapevolezza ancora abbozzata che si è sviluppato prima nel Forum Mondiale ed ora anche in quello europeo un dibattito sull'economia del tutto irrituale e una riflessione sulla "bioeconomia", una disciplina che ha incontrato nel passato solo sporadiche attenzioni negli ambienti scientifici ed universitari del mondo occidentale. La riprova di uno sforzo a tutto campo viene dal progetto varato a St. Denis di un contratto mondiale per la conservazione e la qualità dell'energia, in analogia con il contratto mondiale per l'acqua. La follia della guerra e della corsa agli armamenti ha così trovato una conferma anche come crimine energetico-ambientale e come distruzione inferta anche alle generazioni future. La presenza delle donne Gli attenti bilanciamenti degli organizzatori del Forum prevedevano come condizione per una corretta rappresentanza anche il pluralismo di genere. Ad ogni presidenza e ad ogni gruppo di relatori spettava un pacchetto di proposte secondo equilibri riconosciuti e concordati. Ma questo utile formalismo è stato in effetti travolto durante tutta la manifestazione da un protagonismo assai significativo da parte delle donne e dal peso assunto dalla iniziativa di avvio del Forum: una assemblea per i diritti delle donne tenuta a Bobigny il 12 Novembre. Più di 5000 delegate provenienti da 44 Paesi hanno riempito una sala stracolma ed hanno discusso della prospettiva di uguaglianza, sotto il cui profilo è stata posta la questione di genere, in cinque gruppi dal titolo estremamente indicativo: donne e guerra, donne e violenza, diritto al lavoro, donne e migranti, donne e potere. Oltre all'inaspettata affluenza è stata la qualità delle testimonianze e delle proposte che ha dato un carattere all'evento, facendo pesare i contenuti del documento finale sull'esito di tutte le plenarie dei giorni successivi. Come contributo dall'Europa alla imprevedibile novità della sessione sul patriarcato che si terrà al Forum Mondiale in India, è stato denunciato il dominio maschile che attraversa i rapporti sociali e sessuali nelle culture, nelle religioni, nei comportamenti e come discriminazione irrisolta nella società e nella famiglia. Questo dominio è stato tuttavia attualizzato e nei fatti riproposto come chiave di lettura anche della società europea in evoluzione, con la sua sottovalutazione della sfera della riproduzione, le tensioni sui nodi dell'emigrazione, la difficoltà nell'incontro fra le culture, a partire dall'acutissima prossimità e attualità della questione femminile nel mondo islamico. Sfuggendo a tentazioni minoritarie, è stato avanzato il principio dell'uguaglianza tra i sessi come valore dell'identità democratica europea , da riprendere nel testo costituzionale superando il concetto più debole di parità. Quando poi nella sala di Bobigny è giunta la notizia della strage di Nassirya, le donne italiane hanno legato l'emozione ed il dolore alla richiesta secca del ritiro delle truppe in Iraq. "Via i signori della guerra, via la guerra dalla storia, via l'Europa dalla guerra" sono le affermazioni del volantino che esse hanno distribuito già nella serata davanti all'ambasciata italiana. Molti altri temi, dal lavoro, all'informazione, all'immigrazione hanno ricevuto contributi di rilievo. Tuttavia queste note non si propongono di essere in tutto esaurienti, quanto di evocare la sostanza dentro e dietro l'evento. Concludere una riflessione sulle giornate di Parigi con l'accenno alla presenza femminile corrisponde alla certezza di essere in presenza di una fase di crescita e consolidamento di questo movimento, costretto dalle "nebbie della guerra" a temprarsi nei suoi orientamenti, a cercare la sua identità e il suo profilo più su se stesso che nell'immagine che la potenza dei media gli vorrebbe assegnare. Il timore che un ceto politico professionale potesse occupare la ribalta della cronaca non ha mai impensierito il movimento femminista che cercava nella pratica delle relazioni concrete il punto di verità sulla propria crescita ed il proprio potere. Oggi questo timore non deve sfiorare nemmeno noi, dato che fa ancora differenza per la gente comune limitarsi a partecipare solo ai momenti elettorali o essere invece soggetto di proposte, di processi democratici effettivi e di lotte con cui si costruisce solidarietà e si conquista giustizia ed uguaglianza. Il movimento dei movimenti, che i Francesi hanno opportunamente ribattezzato "altermondiale", rappresenta innanzitutto questo. In tal senso, l'elaborazione di rivendicazioni sempre più organiche e il diffondersi di una radicalità aperta all'ascolto e ad un continuo confronto emanano un autentico fascino costituente. Le rappresentazioni che il corteo dava di sé ai Campi Elisi non possono non costituire un argomento di discussione anche per la crisi di rappresentanza della sinistra: "siamo la stoffa dei sogni" era scritto su uno striscione; "siamo diversi e plurali e questa è la nostra forza" è scritto nel documento finale. Perché qui da noi tanto silenzio? _____ ------------------------------------------------------------------- ASSOCIAZIONE CULTURALE PUNTO ROSSO puntorosso at puntorosso.it FORUM MONDIALE DELLE ALTERNATIVE fma at puntorosso.it LIBERA UNIVERSITA' POPOLARE lup at puntorosso.it EDIZIONI PUNTO ROSSO edizioni at puntorosso.it VIA MORIGI 8 - 20123 MILANO - ITALIA TEL. 02-874324 e 02-875045 (anche fax) www.puntorosso.it
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