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DONNE IN NERO A VARESE E ALTROVE UN MURO...
- Subject: DONNE IN NERO A VARESE E ALTROVE UN MURO...
- From: "elisabetta caravati" <elisabettacaravati at libero.it>
- Date: Sun, 9 Nov 2003 13:14:40 +0100
DONNE IN NERO A VARESE E ALTROVE UN MURO... Sabato pomeriggio (8 novembre), a Varese, in una piazza c'erano: donne in nero e un muro finto in cartone; e poesie lette ad un megafono e pioggia; e passanti incuriositi e altri passanti, distratti; e il solito striscione nero con in bianco scritto: FUORI LA GUERRA DALLA STORIA e la solita mano di Fatima, la figlia prediletta di Maometto, quella che credeva di poter fermare con la sua mano tutte le guerre... Altrove il dramma di un muro vero... Il Muro e' la manifestazione concreta dell'Occupazione israeliana in Cisgiordania e a Gaza ed e' un ulteriore modo di condurre una politica di confisca delle terre palestinesi. Se Israele fosse veramente interessato alla sicurezza dei propri cittadini, dunque a volerli separare dal popolo palestinese, avrebbe avviato lavori per erigere un muro lungo la "Linea verde" (il confine che esisteva prima della guerra del 1967). Ma non e' questo il caso. Gran parte del Muro come e' stato concepito, taglia il territorio palestinese. Un taglio che annette ad Israele tra il 10 e il 15% dei Territori occupati. Un'area enorme di terra fertile costituita da uliveti, serre, campi coltivati e risorse idriche. Dividera' le cittadine dai propri campi, dai centri commerciali, educativi o culturali. Intensifichera' il processo gia' avviato di degrado e distruzione ambientale dei Territori occupati. E costituisce un tentativo di legittimare la politica insediativi (colonica) israeliana. In poche parole, e' concepito come il colpo di grazia a qualsiasi possibilita' di nascita ad un possibile stato palestinese. Per centinaia di migliaia di contadini palestinesi, il Muro rappresenta una prigione senza secondini. Il Muro li lascera' senza il modo di provvedere per le loro famiglie, a un punto tale che molti di loro saranno costretti a lasciare le loro case e tentare di vivere altrove come rifugiati. Questo e' lo scopo di questa pulizia etnica in sordina, il tipo di pulizia etnica che non e' possibile fotografare, ma che e' comunque efficace e devastante. Per questo abbiamo deciso di parlare del Muro d'ora in poi come del Muro di trasferimento. Il Muro di trasferimento, quindi, non ha nulla a che vedere con la "sicurezza" e non e' semplicemente un altro aspetto dell'Occupazione. La pianificata espansione del Muro servira' per delineare i contorni della possibile frontiera di un'entita' palestinese come concepita da Sharon, nel momento in cui verra' resa pubblica la "road-map". Non verra' mai presentato all'inizio dei negoziati quale punto di partenza della "road-map" per la pace, in quanto non portera' pace e distruggera' qualsiasi possibilita' di creazione di uno stato palestinese. "E' una tragedia per l'umanita' intera che tali forme di oppressione vengano perpetrate contro i poveri e gli indifesi, e che cio' avvenga mentre l'oppressore viene ascoltato e creduto quando si giustifica e inganna altre nazioni e culture. E questi crimini vengono commessi con slogan quali "sicurezza" e "terrore". Come possono i popoli dare la loro benedizione a questo oppressore, quando cerca supporto finanziario per costruire il Muro e commettere il suo crimine?" Queste sono parole della gente del distretto di Qalqiliya, le cui vite sono state devastate dalla costruzione del Muro di trasferimento. Il muro circondera' Qalqiliya completamente, lasciando un solo varco, controllato da due posti di blocco. La citta', che in passato era stata un fiorente centro commerciale, soffochera' e morira'. Fatti e numeri: si stima che il muro avra' un impatto devastante sulla vita di circa 210.000 palestinesi, in 67 cittadine o villaggi. 11.700 persone in 13 villaggi saranno isolate tra il muro e la linea verde. Su richiesta dei coloni israeliani, il muro verra' spostato ulteriormente verso est, per includere gli insediamenti di Ariel, Emanuel e Kedumim. Cio' aumentera' notevolmente il numero dei palestinesi che subiranno negativamente le conseguenze della costruzione del muro. Le Donne in Nero di Varese - http://www.donneinnerovarese.org elisabetta caravati
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