aggiornamento bolivia 18 ottobre



Cari amici di Peacelink,
vi giro gli ultimi eventi boliviani scritti da chi li ha vissuti direttamente


18 ottobre 2003

La quiete dopo la tempesta, anche se il vento continua a soffiare e le nuvole sono ancora nere sopra la testa. Ad ogni modo oggi, scendendo per strada, ti accorgi che la gente comincia a sorridere, a alzare una pietra e metterla accanto, a scendere dal Mercato giá con la sporta piú traboccante, e le detonazioni di dinamite in Plaza San Francisco stamattina non erano piú premonitrici di marce e di rabbia ma di allegria per la partenza intempestiva dell' ormai ex presidente che é giá rifugiato negli Stati Uniti. (fra qualche mese si comincerá un giudizio per genocidio nei suoi confronti per 150 morti in 15 mesi di governo 70 dei quali in questo ultimo mese e mezzo).

Ieri sera nel Congresso 86 voti a favore di accogliere le dimissioni dell'Ex presidente Gonzalo Sanchez de Lozada, 34 voti contro, e questo ha dato passo all'elezione del vicepresidente che aveva giá preso le distanze dal presidente fuggitivo

Il nuovo presidente si chiama Carlos de Mesa Quisbert, un intelelletuale , storico, giornalista, dalla coscienza pulita, senza molta esperienza nella politica ma con un senso comune e visione chiara di quello che vuole fare. Il suo discorso é andato subito ad annunciare che rivedrà la legge degli idrocarburi, farà una consulta popolare per decidere cosa si fa con i grossi giacimenti del gas, si occuperà di dettare le premesse per arrivare a una nuova Costituente che permetta davvero di arrivare a una maggiore partecipazione delle societá civile nella questione pubblica.

Formerá un govermno senza la partecipazione dei politici (con gente indipendente) dando a capire che il nuovo gabinetto ministeriale sará composto da gente che non premette l'ambizione del partito e del prestigio personale, (é stato uno dei motivi per cui é scoppiata tutta questa crisi istituzionale che ha screditato i partiti politici tradizionali - vedi per esempio l'elezione del Defensor del Pueblo che praticamente era el defensor del MNR, il partito dell'Ex presidente) ma il programma, il lavoro e l'etica. Ha chiesto a tutti di stringere la cintura, ha giurato che fará una guerra totale e frontale contro la corruzione, ha chiamato all'unitá, alla pacificazione e a salvare la democrazia. Un discorso che ha raccolto il consenso di tutti. Piú cauti i contadini e i minatori ancora qui in cittá, che questa mattina si riuniscono per fare il punto della situazione e immagino per esigere con fatti che il nuovo governo sia coerente con il discorso di ieri sera. Intanto c'é un ripiegamento sulle ferite ancora aperte dei feriti, dei familiari dei morti che vogliono giustizia ma anche appoggio da parte dello stato, la presenza dei carri armati nella piazza principale e dei militari é sparita, i picchetti di sciopero della fame si stanno dileguando, la voglia di normalitá é esigenza di tutti.

Si é attivata una campagna di solidarietá per i casi piú drammatici( non dimentichiamo che i feriti sono centinaia e dopo la tempesta é facile dimenticarsi di loro) Medicine, alimenti, logistica, (negli ospedali dove c'é bisogno di sangue, gli stoccaggi di medicie, antibiotici, bende, ecc. sono non dico esauriti ma quasi, dato che qui non funzione l'assicurazione sanitaria, (questa funziona solo per gli impiegati pùbblici o per chi ha capacitá economiche) che ti permette acccedere alle medicine gratuitamente, se hai bisogno di qualcosa lo devi pagare. Bertha mi dice che alcuni feriti si stanno curando in casa, con metodi tradizionali proprio per non poter pagare la degenza in ospedale. Ci sono anche 10 ustionati gravi nell'ospedale maggiore qui di La Paz perché domenica sera é saltato un distributore di benzina durante gli scontri con l'esercito nella zona di Rio Seco e parecchia gente é stata coinvolta e investita dalle vampate di fuoco, e le cure per loro sono lunghe. E cosa facciamo adesso con gli invalidi, quelli che dovranno restare per tutta la vita senza una gamba, un piede o un braccio o sulla sedia a rotelle? Che ci pensi lo stato ... - bella frase!

Bertha che ha fatto lo sciopero della fame appena per quattro ore, sta correndo per El Alto per coordinare appunto queste emergenze e per mantenere sveglia la sensibilitá della solidarietá. Se anche dall'Italia qualcuno puó dare una mano in questro senso ...



Dobbiamo alzare la testa, guardare in prospettiva e imparare dalla storia convinti che sotto le ceneri ci sono ancora braci accese

Ciao

Riccardo