Notizie dalla bolivia dimenticata



Giovedì 16 ottobre: altri due morti. Questa volta due minatori che assieme a una colonna di altri centinaia stavano marciando da Oruro, e sono a 100 Km per arrivare da La Paz. il numero delle vittime sale a una settantina ormai.

Anna Maria Romero de Campero, gironalista, ex Defensora del Pueblo, una persona stimata e amata dal popolo per sua oggettivitá e fedeltá ai principi costituzionali e democratici, ha appena promosso un movimento di cittadini che giá in varie parti della città, soprattutto nelle parrocchie, hanno cominicato scioperi della fame per richiamare l'attenzione della nazione e del governo, che non conosce altri metodi se no quelli della repressione e del soffocamento popolare con le armi. hanno presentato un documento ufficiale intitolato, "Che cessino le morti", i cui punti salienti sono:

1) Salvare la democrazia

2) Chiedere al presidente in esercizio, Gonzalo Sanchez de Lozada, abbandonare il potere e dare il via alla successione costituzionale e quindi che entri il Vice presidente, Carlos Meza, che ha un volto piú umano e che ha gia preso le distanze dall'esecutivo, per occupare un governo di Unitá Nazionale.

3) Chiedere alle forze armate far rispettare la costituzione, l'ordine pubblico

4) Costituire il primo gruppo di sciopero della fame e massificare il movimento in nome della dignitá e della pacificazione del paese

Oggi a Cochabamba (a circa 400 km ad est della capitale) si sono verificati scontri fra universitari e esercito

A Potosí (la città dei minatori) tutto é fermo e tutti urlano la rabbia contro la finta democrazia ,"democradura", di questo governo

Ieri la OEA ha fatto pubblico un documento in cui apparentemente da il suo appoggio a Gonzalo Sanchez de Lozada , riconoscendo che l'attuale governo é il defensore della democrazia - con ormai 63 morti tutti indifesi cittadini della classe piú povere e marginata dei barrios della periferia delle cittá di El Alto e di La Pace - cosí é la traduzione di La Paz - contadini e minatori -. Ci sono anche dei bambini tra le vittime, bambini che giocando per strada sono stati uccisi dalle pallottole volanti dell'esercito.

El Alto, la città-periferia a 15 km da la Paz, è sempre bloccata, occorre salire a piedi i 500 metri di altitudine che la separano dalla capitale, fra i gas lacrimogeni e i blocchi dell'esercito, per riuscire a visitare le famiglie dei defunbti e dare sostegno alla lotta.

Hanno interrotto il canale televisivo ATB, canale ufficiale del governo, perché i giornalisti stavano dando notizie reali (anche nella dittatura la prima cosa che facevano era quello di imbavagliare la stampa orale scritta e visiva) per cominciare a diffondere le bugie a cui ormai nessuno crede. Anche un gruppo di giornalisti ha intrapreso lo sciopero della fame.

Riccardo Giavarini, MLAL - Movimento Laici per l'America Latina, La Paz, Bolivia