[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
DONNE E IMMIGRAZIONE
- Subject: DONNE E IMMIGRAZIONE
- From: "elisabetta caravati" <elisabettacaravati at libero.it>
- Date: Fri, 17 Oct 2003 10:58:24 +0200
DONNE E IMMIGRAZIONE Tre donne, tre mediatrici culturali, a Cassano Magnago (il paese in cui e' nato Umberto Bossi) ci raccontano di donne e immigrazione, in una serata che rientra in quell'EtnoFesta (www.etnofesta2003.com) che a Varese e in provincia, ci permette, dal 3 al 25 ottobre, di confrontarci con altri popoli, altre culture, altre tradizioni, altre realta'. Tre donne, dunque, ci narrano di altre donne e di come loro, attraverso la professione che hanno scelto di svolgere, cercano di aiutare le donne che partono dai loro paesi di origine ed arrivano in Italia ed in particolare qui, in terra padana! Aziza e' marocchina, ha frequentato il liceo classico, si e' laureata in giurisprudenza, e lavorava nel suo paese; il marito pero' non aveva lavoro ed e' venuto a cercarlo in Italia; lei, e' rimasta in Marocco. Trovato il lavoro, affittata una casa, il marito e' tornato in Marocco a prendere Aziza e i bambini. Questo e' quanto accade a tutte le donne maghrebine. Da principio partono i mariti, loro arrivano solo in un secondo momento. Giunte in Italia per tutte loro, donne arabe, il primo vero problema e' la lingua. Esistono scuole di italiano per emigrati, ma per lo piu' sono corsi serali e, nella cultura araba, e' impensabile che una donna esca la sera e vada in una scuola dove puo' trovare un uomo come insegnante. E cosi' non tutte le donne riescono a imparare l'italiano. Ma senza la conoscenza della lingua e' impossibile comunicare; e, nel frattempo, molte volte, gia' e' diventato difficile comunicare con un marito che le ha lasciate troppi anni da sole nel loro paese d'origine... La donna araba (cosi' come l'uomo arabo) sogna e spera di tornare un giorno al suo paese ed e' anche per questo che molte donne continuano a portare i loro vestiti tradizionali, non tutte le donne li portano nel Nord Africa, ma portarli qui e' un modo per "comunicare" agli altri che le loro radici sono altrove e che in quell'altrove hanno lasciato anche il loro cuore... Diverso e' il cuore delle donne latino americane; donne, ci spiega Marina, che, da quando i loro paesi sono "governati" dalla politica del Fondo Monetario Internazionale, emigrano solo ed esclusivamente per cercare di guadagnare qualcosa. Sono le donne latinoamericane che per prime lasciano i loro paesi di origine e vengono in Italia. I mariti restano ed anche i figli restano. I figli vengono cresciuti dalle nonne i mariti si divertono con altre donne; ci sono tante donne in America Latina, ragazze madri, donne sole! In Italia le donne sud americane lavorano molto, e nel fine settimana si trovano, molto spesso, un altro lavoro. Loro nel cuore hanno la voglia di divertirsi, ma non ci sono possibilita' di divertimento, per loro qua da noi; e allora lavorano per sentire il meno possibile la nostalgia di casa, la nostalgia dei figli che altrove vengono cresciute da altre e che a loro rinfacceranno poi, per sempre, di averli abbandonati. Lavorano e sognano un giorno di portarsi qua tutta la famiglia; abbandonano quasi subito la voglia di tornare; capiscono che qua la vita e' piu' facile perche' ci sono piu' soldi; capiscono che qua, un giorno potranno costruirsi una casa e una famiglia; c'e' un prezzo da pagare per avere tutto questo, e loro sanno che il prezzo e' rimanere qua. Anche le donne albanesi ed in genere tutte quelle che giungono dall'Est, ci spiega Valentina, vengono per restare. Loro sono quelle che curano i nostri vecchi e i nostri ammalati. Loro sono quelle che condividono in una stanza una vita che si spegne. Loro sono quelle che troppo spesso al di fuori di quella stanza non hanno altro. Sono quelle che frequentano piu' volte il corso di italiano, anche quando l'italiano gia' lo sanno; ma la scuola di italiano e' l'unico luogo dove possono andare per ritrovarsi con gente che parla la loro stessa lingua e con cui poter condividere le loro piccole conquiste. Anche riuscire a salire su una scala mobile alla Stazione Centrale di Milano per loro e' una conquista... La cosa piu' importante per tutte queste donne, qualsiasi sia la loro provenienza, qualsiasi siano i loro sogni, suppongo sia quella di confrontarsi con altre donne. E' dal confronto e dalla reciproca conoscenza che nasce la voglia di capirsi di aiutarsi e di costruire la pace... elisabetta caravati
- Prev by Date: [Agenzia di Base] giovedì 16 ottobre 2003
- Next by Date: ---Bollettino di Bandieragialla---
- Previous by thread: [Agenzia di Base] giovedì 16 ottobre 2003
- Next by thread: Newsletter n. 41/2003 dell'Osservatorio sui Balcani
- Indice: