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[AI] - Il ruolo dell ’Europa nella riforma dell’ONU e delle istituzioni int ernazionali
- Subject: [AI] - Il ruolo dell ’Europa nella riforma dell’ONU e delle istituzioni int ernazionali
- From: gubi at olografix.org
- Date: Sat, 11 Oct 2003 16:38:42 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
Fonte: Unimondo http://www.oneworld.net/article/view/70219/1/ Il ruolo dell’Europa nella riforma dell’ONU e delle istituzioni internazionali Seminario sulla riforma delle istituzioni internazionali "Qual'è il ruolo dell'Unione Europea nel processo di democratizzazione e rafforzamento delle Nazioni Unite?". Da questa domanda è iniziato l'intervento di Antonio Papisca, professore di diritto internazionale che con Federico Mayor, Cora Weiss, Cyril Ritchie e Lucio Levi ha contribuito al seminario "Il ruolo dell'Europa nella Riforma dell'Onu e delle Istituzioni Internazionali". Ieri 10 ottobre, nell’ambito dei lavori della V assemblea dell'ONU dei popoli ha avuto luogo il seminario "Il ruolo dell’Europa nella riforma dell'ONU e delle istituzioni internazionali". L’incontro è stato organizzato dai promotori della "Campagna Mondiale per una Riforma del Sistema delle Istituzioni Internazionali" in collaborazione con UBUNTU – forum mondiale della rete della società civile. Ha assunto il ruolo di moderatore Josep Xercovins di UBUNTU, che ha immediatamente chiesto ad Antonio Papisca dell'Università di Padova di introdurre il tema del ruolo dell'Unione Europea nel processo di democratizzazione e rafforzamento delle Nazioni Unite. Papisca ha evidenziato la significativa esperienza dell’UE quale sede di dibattito interculturale e laboratorio di multi-level governance e di democrazia sovranazionale. "Il processo di integrazione europea rappresenta un esempio efficace di creazione della pace e di proficua cooperazione, questi ultimi valori costitutivi dell’identità dell’Unione". Ma perché il processo di integrazione prosegua coerentemente con tale mandato di protezione dei diritti, di promozione dello sviluppo e di rispetto dell’International Rule of Law, è necessario -secondo Papisca - che "l'UE faccia una scelta preferenziale per un'Onu rafforzata e democratizzata". Al fine di rendere effettiva la riforma delle Nazioni Unite – suggerisce Papisca – l’UE potrebbe proporre la convocazione di una “Convenzione universale”, uno strumento che, sull’esempio della Convenzione che ha redatto la Carta dei diritti fondamentali dell’UE e della Convenzione sull’avvenire dell’Europa, proponga all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite un testo rinnovato di statuto dell’ONU. Seppure tale organismo non rappresenterebbe la migliore soluzione concepibile, esso costituirebbe uno strumento di dibattito e di negoziazione efficace e condiviso, implicando la partecipazione dei rappresentanti della società civile globale e delle autonomie locali. Circa il ruolo strategico delle organizzazioni della società civile nella instaurazione di un nuovo ordine internazionale ha quindi proposto una riflessione Federico Mayor, già direttore generale dell’UNESCO. Mayor ha ribadito la necessità che tali strutture esprimano chiaramente una unicità di propositi; in tale senso opera UBUNTU, una iniziativa che porta avanti lo sviluppo di una rete di reti di società civile, quest’ultima concepita come una prima espressione di cittadinanza mondiale. Cora Weiss, presidente dell’International Bureau of Peace, ha incentrato il suo intervento sulla trasversalità della questione di genere ad ogni livello, sulla partecipazione delle donne nei processi politici e sulle prospettive di formazione ed educazione in tema di cultura della pace. La Weiss ha sottolineato inoltre la necessità di un unico seggio dell'Unione europea in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Cyril Ritchie, del World Civil Society Conference, ha voluto evidenziare la positiva esperienza del Consiglio d’Europa, una organizzazione che temporalmente ha preceduto la CEE e che vede una partecipazione più ampia, contando ad oggi 44 stati membri: in particolare, il Consiglio d’Europa ha svolto un ruolo pionieristico nella tutela dei diritti umani e ha previsto adeguati canali di partecipazione per le organizzazioni della società civile. Lucio Levi, docente dell’Università di Torino e membro dell’Executive del World Federalist Movement, ha ulteriormente sottolineato come l’UE rappresenti un laboratorio di democrazia che genera grandi aspettative nel mondo. L’Unione europea ha sviluppato negli anni un intenso dibattito in tema di strumenti di governo della globalizzazione. Oggi l’Unione rappresenta un soggetto chiave nel processo di riforma delle Nazioni Unite e potrebbe diventare la forza trainante del rafforzamento dell’ONU. Tuttavia il potere di veto nel processo decisionale non consente all’Europa di essere una protagonista di pace nel mondo. E’ necessario un governo federale democratico con poteri esclusivi nel campo della politica di sicurezza. Si potrebbe fare riferimento al modello del Parlamento europeo per la previsione di un progetto di Parlamento mondiale che rappresenti tutti i popoli del mondo. Il Consiglio di sicurezza dovrebbe essere trasformato nel Consiglio delle grandi regioni del mondo con l’abolizione del diritto di veto e l’attribuzione di un unico seggio all’Unione europea. Lo sviluppo delle integrazioni regionali è infatti l’unico modo per dare voce ai paesi in via di sviluppo. Richard Falk docente di diritto internazionale all’Università di Princeton, ha sottolineato l’utilità dello strumento delle Conferenze internazionali per alimentare il dibattito in tema di democratizzazione. La pratica delle Conferenze andrebbe rivalorizzata, ad esempio tramite la convocazione, presumibilmente nell’ambito del Sistema delle Nazioni Unite, di un Forum globale della società civile. Tracciando le conclusioni del seminario, John Foster di UBUNTU ha ripreso le tematiche affrontate con particolare riferimento alla costruzione della pace, alla protezione dei diritti umani, alla questione di genere e alle esperienze strutturali che hanno contribuito allo sviluppo di tali processi come nel caso del Consiglio d’Europa. Riprendendo una riflessione di Papisca, Foster ha manifestato preoccupazione per le tendenze crescenti di de-regulation: a suo avviso si tratterebbe invero di fenomeni di “re-regulation” in funzione delle regole del mercato. Cita come esempio il vertice di Johannesburg, durante il quale palesemente ha prevalso il “diritto” delle case farmaceutiche sul diritto alla salute dei cittadini. Foster ha evidenziato anche l’esigenza della previsione di tipologie di finanziamento autonomo da parte delle Nazioni Unite, sotto forma di tassazione mondiale. Tra le proposte percorribili ha focalizzato l’attenzione sullo sviluppo di nuove regole comuni per la governabilità dei processi internazionali, la costituzione di una assemblea globale di cittadini e la creazione, anche transitoriamente, di una grande assemblea della società civile quale sede del dibattito istituzionalizzato dal quale possano emergere le proposte per dei cambiamenti concreti. [FT-DZ]
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