[AI] - Il ruolo dell ’Europa nella riforma dell’ONU e delle istituzioni int ernazionali



Fonte: Unimondo
http://www.oneworld.net/article/view/70219/1/
Il ruolo dell’Europa nella riforma dell’ONU e delle istituzioni
internazionali

Seminario sulla riforma delle istituzioni internazionali
"Qual'è il ruolo dell'Unione Europea nel processo di democratizzazione e
rafforzamento delle Nazioni Unite?". Da questa domanda è iniziato
l'intervento di Antonio Papisca, professore di diritto internazionale che
con Federico Mayor, Cora Weiss, Cyril Ritchie e Lucio Levi ha contribuito
al seminario "Il ruolo dell'Europa nella Riforma dell'Onu e delle
Istituzioni Internazionali".

Ieri 10 ottobre, nell’ambito dei lavori della V assemblea dell'ONU dei
popoli ha avuto luogo il seminario "Il ruolo dell’Europa nella riforma
dell'ONU e delle istituzioni internazionali". L’incontro è stato
organizzato dai promotori della "Campagna Mondiale per una Riforma del
Sistema delle Istituzioni Internazionali" in collaborazione con UBUNTU –
forum mondiale della rete della società civile.

Ha assunto il ruolo di moderatore Josep Xercovins di UBUNTU, che ha
immediatamente chiesto ad Antonio Papisca dell'Università di Padova di
introdurre il tema del ruolo dell'Unione Europea nel processo di
democratizzazione e rafforzamento delle Nazioni Unite. Papisca ha
evidenziato la significativa esperienza dell’UE quale sede di dibattito
interculturale e laboratorio di multi-level governance e di democrazia
sovranazionale. "Il processo di integrazione europea rappresenta un
esempio efficace di creazione della pace e di proficua cooperazione,
questi ultimi valori costitutivi dell’identità dell’Unione". Ma perché il
processo di integrazione prosegua coerentemente con tale mandato di
protezione dei diritti, di promozione dello sviluppo e di rispetto
dell’International Rule of Law, è necessario -secondo Papisca - che "l'UE
faccia una scelta preferenziale per un'Onu rafforzata e democratizzata".
Al fine di rendere effettiva la riforma delle Nazioni Unite – suggerisce
Papisca – l’UE potrebbe proporre la convocazione di una “Convenzione
universale”, uno strumento che, sull’esempio della Convenzione che ha
redatto la Carta dei diritti fondamentali dell’UE e della Convenzione
sull’avvenire dell’Europa, proponga all’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite un testo rinnovato di statuto dell’ONU. Seppure tale organismo non
rappresenterebbe la migliore soluzione concepibile, esso costituirebbe uno
strumento di dibattito e di negoziazione efficace e condiviso, implicando
la partecipazione dei rappresentanti della società civile globale e delle
autonomie locali.

Circa il ruolo strategico delle organizzazioni della società civile nella
instaurazione di un nuovo ordine internazionale ha quindi proposto una
riflessione Federico Mayor, già direttore generale dell’UNESCO. Mayor ha
ribadito la necessità che tali strutture esprimano chiaramente una unicità
di propositi; in tale senso opera UBUNTU, una iniziativa che porta avanti
lo sviluppo di una rete di reti di società civile, quest’ultima concepita
come una prima espressione di cittadinanza mondiale.

Cora Weiss, presidente dell’International Bureau of Peace, ha incentrato
il suo intervento sulla trasversalità della questione di genere ad ogni
livello, sulla partecipazione delle donne nei processi politici e sulle
prospettive di formazione ed educazione in tema di cultura della pace. La
Weiss ha sottolineato inoltre la necessità di un unico seggio dell'Unione
europea in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Cyril Ritchie, del World Civil Society Conference, ha voluto evidenziare
la positiva esperienza del Consiglio d’Europa, una organizzazione che
temporalmente ha preceduto la CEE e che vede una partecipazione più ampia,
contando ad oggi 44 stati membri: in particolare, il Consiglio d’Europa ha
svolto un ruolo pionieristico nella tutela dei diritti umani e ha previsto
adeguati canali di partecipazione per le organizzazioni della società
civile.

Lucio Levi, docente dell’Università di Torino e membro dell’Executive del
World Federalist Movement, ha ulteriormente sottolineato come l’UE
rappresenti un laboratorio di democrazia che genera grandi aspettative nel
mondo. L’Unione europea ha sviluppato negli anni un intenso dibattito in
tema di strumenti di governo della globalizzazione. Oggi l’Unione
rappresenta un soggetto chiave nel processo di riforma delle Nazioni Unite
e potrebbe diventare la forza trainante del rafforzamento dell’ONU.
Tuttavia il potere di veto nel processo decisionale non consente
all’Europa di essere una protagonista di pace nel mondo. E’ necessario un
governo federale democratico con poteri esclusivi nel campo della politica
di sicurezza. Si potrebbe fare riferimento al modello del Parlamento
europeo per la previsione di un progetto di Parlamento mondiale che
rappresenti tutti i popoli del mondo. Il Consiglio di sicurezza dovrebbe
essere trasformato nel Consiglio delle grandi regioni del mondo con
l’abolizione del diritto di veto e l’attribuzione di un unico seggio
all’Unione europea. Lo sviluppo delle integrazioni regionali è infatti
l’unico modo per dare voce ai paesi in via di sviluppo.

Richard Falk docente di diritto internazionale all’Università di
Princeton, ha sottolineato l’utilità dello strumento delle Conferenze
internazionali per alimentare il dibattito in tema di democratizzazione.
La pratica delle Conferenze andrebbe rivalorizzata, ad esempio tramite la
convocazione, presumibilmente nell’ambito del Sistema delle Nazioni Unite,
di un Forum globale della società civile.

Tracciando le conclusioni del seminario, John Foster di UBUNTU ha ripreso
le tematiche affrontate con particolare riferimento alla costruzione della
pace, alla protezione dei diritti umani, alla questione di genere e alle
esperienze strutturali che hanno contribuito allo sviluppo di tali
processi come nel caso del Consiglio d’Europa. Riprendendo una riflessione
di Papisca, Foster ha manifestato preoccupazione per le tendenze crescenti
di de-regulation: a suo avviso si tratterebbe invero di fenomeni di
“re-regulation” in funzione delle regole del mercato. Cita come esempio il
vertice di Johannesburg, durante il quale palesemente ha prevalso il
“diritto” delle case farmaceutiche sul diritto alla salute dei cittadini.
Foster ha evidenziato anche l’esigenza della previsione di tipologie di
finanziamento autonomo da parte delle Nazioni Unite, sotto forma di
tassazione mondiale. Tra le proposte percorribili ha focalizzato
l’attenzione sullo sviluppo di nuove regole comuni per la governabilità
dei processi internazionali, la costituzione di una assemblea globale di
cittadini e la creazione, anche transitoriamente, di una grande assemblea
della società civile quale sede del dibattito istituzionalizzato dal quale
possano emergere le proposte per dei cambiamenti concreti. [FT-DZ]