[AI] - Dopo Cancun: Il futuro del commercio internazionale dopo il WTO



Fonte: http://www.oneworld.net/article/view/70220/1/

Susan George
"Dovrà passare tempo per capire cosa è successo a Cancun. Sicuramente il
ruolo più positivo è stato quello ricoperto dai Paesi del sud del mondo".
Così ha esordito Ugo Buggeri (Mani Tese) nel seminario dell'Onu dei Popoli
di venerdì 10 ottobre "Dopo Cancun: Il futuro del commercio internazionale
dopo il WTO" al quale sono intervenuti Andrea Baranes (Campagna “Questo
Mondo non è in vendita”), Dot Keet (Transnational Institute), Francesco
Martone (Forum dei Parlamentari Europei), Irene Leon (Via Campesina),
Francesca Biffi (Legambiente) e Susan Gorge (Presidente del Transnational
Institute).

Secondo Ugo Buggeri (Mani Tese) "dovrà passare tempo per capire cosa è
successo a Cancun. Sicuramente il ruolo più positivo è stato quello
ricoperto dai Paesi del sud del mondo". Ma per Biggeri "ci sono delle
differenze rispetto al fallimento del Wto di Seattle". La prima è che
Cancun è la seconda sconfitta, la seconda è che anche le strategie,
elaborate dal Wto per neutralizzare gli aspetti che avevano portato alla
sconfitta di Seattle, sono fallite. Sebbene anche a Cancun
l'organizzazione del WTO abbia cercato di anestetizzare la pressione
popolare scegliendo di svolgere la conferenza in una località turistica (e
come a Seattle con prezzi proibitivi), la risposta delle associazioni e
dei movimenti si è fatta ugualmente sentire. E grazie a questa e alla
forza politica dei paesi del Sud del mondo gli organizzatori del Wto non
sono riusciti raggiungere una dichiarazione finale sui GATS. "È stato
veramente importante il ruolo del movimento che è entrato nel palazzo
attraverso numerose delegazioni e i molti rappresentanti delle ONG
internazionali" - ha affermato Biggeri.

Andrea Baranes (Campagna “Questo Mondo non è in vendita”) ha ricostruito
la storia del fallimento di Cancun. "Formalmente i negoziati sono falliti
a causa dell’inclusione dei temi di Singapore" - ha spegato - notando che
questo è comprensibile perchè un’organizzazione commerciale non può
occuparsi di temi quali salute e ambiente. Ma "proprio la regola del
consenso esplicito ha fatto saltare il WTO". Il 12 settembre 70 paesi
hanno dichiarato di essere contrari all’inclusione dei temi di Singapore.
Il 13 settembre era prevista l’apertura di due di queste tematiche. Il 14
settembre il presidente del Comitato Messicano ha deciso di iniziare la
discussione da uno di questi nuovi temi, e il WTO è saltato. In
particolare sulla questione dell’agricoltura i G21 (coalizione di paesi
del Sud del mondo che rappresentano più del 50% della popolazione
mondiale) hanno fatto sentire la loro voce e non hanno accettato la
dichiarazione finale proposta da USA e UE. "Se consideriamo che non vi era
alcun negoziato possibile, il fallimento del vertice è risultato un
successo" - ha notato Banares. Gli USA infatti sembra non avessero grandi
aspettative mentre le maggiori responsabilità ricadevano sull’Unione
Europea, in particolare sulla Commissione Europea. L’Europa avrebbe dovuto
essere un ponte tra USA e paesi del Sud del mondo e non è riuscita in
questo intento. Ma anche per Banares la "grande vittoria è quella della
società civile". Occorre ora fare un attimo di pausa, rivedere i ruoli e
le possibilità concrete per una riforma, individuare le strade possibili
per un commercio trasparente ed equo.

Secondo Dot Keet - Sudafrica (AIDC Alternative Information Developement
Service / Campagna Mondiale OWINFS / Transnational Institute) è importante
considerare che il fallimento di Cancun è stato "il punto di convergenza
di tante azioni e interazioni tra organizzazioni e governi". A partire
dall’Uruguay Round del 1990 si è verificato nei paesi africani un
accumularsi di critiche e insoddisfazioni rispetto ai 90 punti su cui era
stata chiesta ai paesi del Nord del mondo un’analisi che non ha ricevuto
risposta. Nel vertice di Doha nuovamente sono state richieste dai paesi
africani l’applicazione dei 90 punti individuati nell’Uruguay Round.
L’agenda di sviluppo di Doha richiedeva in particolare di rivedere gli
accordi sull’agricoltura, un trattamento differenziato per i Paesi
africani e accordi sulla sanità pubblica. Ma Stati Uniti e Unione Europea
hanno rifiutato l’agenda di sviluppo proposta dai Paesi africani in
maniera sfacciata. "Quello che è successo a Cancun non è quindi un fulmine
a ciel sereno" - ha notato Keet. Il Sud Africa, in particolare, è stato un
protagonista all’interno della coalizione dei G21-22, una coalizione la
cui forza sta nell'alleanza di "tattica politica" per controbilanciare il
potere statunitense, nonostante il gruppo sia molto eterogeneo e gli
interessi siano molto diversi all’interno dello stessa colalizione. La
formazione dei G22 è considerata un inizio di spostamento dei rapporti di
forza nel mondo. L’Africa, il continente più povero, ha guidato il gruppo
dei 90 e questo successo per l’Africa che ci incoraggia a continuare. Ciò
dimostra secondo Keet che "se siamo uniti ce la possiamo fare". Ma il
confronto continua. La via da seguire per il futuro - secondo Keet - è
chiara: "dobbiamo difendere il il WTO, non deve crollare" IL rischio
infatti è che "Unione Europea e Stati Uniti operino con accordi
commerciali locali e privati". "Per questo - ha conluso Keet - occorre
elaborare tattiche e strategie a lungo termine".

Per Francesco Martone (Forum dei Parlamentari Europei) "quello che
possiamo fare a livello nazionale è chiedere la partecipazione dei
parlamentari presso i propri governi in una tavola partecipata sui temi di
Cancun". Per depotenziare il WTO è importante - secondo Martone - lavorare
all’interno di altri luoghi più specifici rispetto ai temi particolari da
trattare: così, per esempio, il tema dell’agricoltura potrebbe essere
delegato alla FAO. Per soprattutto per Martone "bisogna passare da aree di
libero scambio a aree libere dallo scambio" ed è "necessario analizzare
attentamente i vantaggi e i rischi dell’attuale situazione dopo Cancun".

Irene Leon – Equador (Via Campesina) ha ricordato che Via Campesina ha
manifestato all’esterno del WTO pur appoggiando altre campagne come
“Questo mondo non è in vendita” che si trovavano dentro "il palazzo".
Irene è persuasa che dopo Cancun il WTO non potrà più essere lo stesso
grazie alla compattezza dei paesi poveri e dei movimenti sociali. A Cancun
i paesi del Sud del mondo, hanno fatto resistenza e dato voce alle proprie
richieste alle quali hanno risposto con forte indignazione USA e UE che
hanno gettato la colpa del fallimento sui Paesi del Sud. I commenti dei
rappresentanti delle potenze economiche hanno inoltre sottolineato che il
fallimento del vertice avrebbe penalizzato proprio i paesi poveri. Si è
parlato di WTO medievale: “infatti” - nota Irene - “il WTO è
un’istituzione medievale, in quanto impone lo schiavismo come nel Medio
Evo”.

In questo vertice è stata riconosciuta da tutti l'importanza
dell’agricoltura e proprio le forze del movimento contadino hanno
caratterizzato l’azione di contestazione. La repressione è stata molto
forte, come capita in queste situazioni. La notra campagna è stata
stigmatizzata dalla stampa messicana nel periodo precedente al vertice. Ma
il movimento si è espresso secondo modalità pacifiche: abbiamo distrutto
un muro che delimitava una zona interdetta senza scagliare una pietra e
alle forze dell’ordine abbiamo distribuito fiori bianchi, accompagnando il
gesto con la spiegazione delle notre motivazioni di disaccordo. E' inoltre
importante notare - ricorda Irene - che verso la fine del vertice non
c’era un movimento sociale che non fosse d’accordo col movimento
campesino: persino il rappresentante italiano al WTO, D’Urso, si è recato
nella piazza dove si è immolato il campesino coreano per incontrare i
rappresentanti del movimento. Per l’America latina e Paesi caraibici
questa debacle rappresenta l’opportunità di una coalizione futura: si
profilano possibili accordi regionali e subregionali e tra paesi del Sud
del mondo. Ma da parte dei paesi ricchi viene invece paventato il
bilateralismo in luogo del multilateralismo. Finora i vertici del WTO e i
paesi ricchi hanno usato l’arma della lusinga o del ricatto nei confronti
dei paesi poveri: per questo nel fallimento di Cancun noi paesi del Sud
celebriamo la vittoria dell’onore e della dignità. "Il WTO è
un’organizzazione che è nata al di fuori del rispetto dei diritti umani e
non considerando le leggi vigenti nei paesi. E’ un’organizzazione
autoritaria e cercare di migliorarla sarebbe come cercare di migliorare il
fascismo. Noi diciamo no al WTO" - ha concluso Irene.

Per Francesca Biffi – (Legambiente) il vertice di Cancun è stato "un
vertice atipico". "Una sensazione che si poteva toccare con mano
quotidianamente anche per quanto riguardava il controvertice:
partecipazione non numerosa ma di articolazione varia". Francesca nota che
'Via Campesina' ha assunto nel controvertice l’importante ruolo di
portavoce con un'esemplare la modalità pacifica: la violazione nonviolenta
della “zona rossa” e azioni pacifiche nei confronti delle forze
dell’ordine. Per questo, secondo Francesca "Cancun va rivendicato come un
momento molto importante". Circa il "dopo-Cancun", Francesca nota come
Legambiente assieme alla CGIL stanno proseguendo l’esperienza con un
impegno nel Nord del Messico, nella zona detta “delle maquilladoras”, in
zone franche al confine con gli Stati Uniti, nelle quali abbondano
fabbriche di componentistica per computer, tessili etc… "Lì si vede
l’impatto mostruoso sulle persone e sull’ambiente di accordi come il
NAFTA, come ad esempio a Ciudad de Quares, dove vi sono palazzi per uomini
d’affari e tutto intorno fabbriche e baracche con gente in povertà
assoluta con giornate lavorative di 12-14 ore con salari miserrimi: 50
pesos a settimana, corrispondenti circa a 50 Euro. Se consideriamo che un
paio di scarpe per un bambino costano 350 pesos capiamo quanto siano
sfruttati questi lavoratori". Intendiamo farne un documentario per
denunciare queste situazioni - ha concluso Francesca.

Susan Gorge (Presidente del Transnational Institute / Le Monde
Diplomatique / ATTAC) ha ricordato che dal 1° gennaio 2003 circa 370
impianti di “maquilladores” messicani hanno chiuso e si sono spostati in
Cina. "Tutto ciò è stato orchestrato dal WTO: quello che vuole il WTO è
creare lavoratori sempre più disperati e con un tenore di vita sempre più
basso". Per la George è una vittoria che un numero sempre magggiore di
persone in tutto il mondo si interessi su che cos’è e cosa sta facendo il
WTO. Negli anni 70 infatti bastava gridare “No al Vietnam” e il messaggio
era chiaro e comprensibile da tutti. Ora invece dietro alle rivendicazioni
della società civile ci sono ragioni politiche sempre più complesse e non
tutti infatti capiscono cosa significhi per esempio “No ai GATTS”. La
Presidente del Transnational Institute ha poi ricordato come proprio nei
giorni del vertice di Cancun in Francia un importante contro-vertice è
stato organizzato da Josè Bovè, che si è visto rifiutare il permesso per
andare a Cancun: si è tenuto a Cancot, un paesino francese nel quale si
sono radunate assieme a Bovè 20.000 persone. Ma secondo Susan George "le
manifestazioni non fermano le manipolazioni del WTO" e "quello che
dobbiamo fare e possiamo fare è agire nei confronti dei governi nazionali
e locali". "Come europei chiediamo che ci sia dibattito, chiarezza, perché
da una parte il WTO non è tenuto a rispettare nessun diritto e continua a
farsi leggi da sé, dall’altra noi dobbiamo unirci e collaborare con tutti
i paesi del Nord e del Sud del mondo contro il bilateralismo che è la
dichiarazione degli intenti di USA ed Europa. Dobbiamo essere vigili!" -
ha concluso.

A cura di Unimondo