[AI] Le responsabilità dell’Europa per il diritto all’acqua



Paolo Cantarelli, Presidente ACCDT-COOP, ha coordinato il seminario che l’Onu
dei Popoli ha dedicato al tema dell’acqua e alla responsabilità europea nel
preservare questo fondamentale diritto per tutti.

Mario Soares, Presidente Comitato Internazionale Contratto Mondiale dell’Acqua,
ha iniziato il suo intervento considerando che  pace ed acqua sono concetti
strettamente legati. Nel nostro mondo globalizzato dove il libero commercio è
presentato come strumento di democrazia, accade che anche l’acqua diventi un
bene meramente economico, non più un valore collettivo.
L’Europa - dice Soares  - non si sottrae al processo di mercificazione e
privatizzazione dell’acqua. E’ davvero scandaloso che nella nuova Costituzione
europea non ci sia alcun accenno all’acqua. L’Europa deve riconoscere la
propria responsabilità difendendo il diritto all’acqua e il diritto alla vita.

Riccardo Petrella, Presidente Comitato Italiano Contratto Mondiale dell’Acqua,
ha quindi elencato una serie di importanti sfide che la società civile ha
l’obbligo di affrontare per difendere il diritto all’acqua:

- Smascherare la retorica che l’Unione Europea manifesta quando prevede di
garantire a tutti l’accesso all’acqua entro il 2020 ma in realtà non fa nulla,
non opera alcun importante cambiamento strutturale.

- Considerare il bene acqua come bene comune dell’umanità evitando assolutamente
la sua mercificazione, la “petrolizzazione” dell’acqua.

- Affermare la democrazia. L’acqua dimostra chiaramente che ora le società
europee non sono democratiche ma oligarchiche ed esclusive. 

- Adoperarsi perché nell’impianto della Costituzione europea (che una volta
approvata sarà valida per i prossimi 50 anni) venga riconosciuto il diritto
all’accesso all’acqua.  Petrella invita tutti i cittadini a mobilitarsi per
questo tramite una campagna di invio di e-mail al Presidente del Parlamento
Europeo Cox, e al Presidente della Commissione Europea Prodi (per informazioni
scrivere a riccardopetrella at yahoo.fr).

- Chiedere una politica comune agricola che non sia disastrosa per il resto del
mondo. Perché non continui l’iniquo meccanismo che porta l’Europa a destinare,
tramite i sussidi agricoli,  circa 1000 euro all’anno per ogni mucca europea ,
cioè venti volte l’importo destinato invece in aiuti allo sviluppo nei paesi
impoveriti. 

- Costituire un nuovo cooperativismo finanziario mosso da principi etici che
vada a sostituire la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. 

- Chiedere con forza un risparmio idrico e investimenti volti alla riduzione
delle perdite nelle tubature. In Europa oggi lo spreco nelle tubature è del
30-40%, bisogna arrivare al 10%. 

Rosario Lembo, Presidente del CIPSI, ha quindi sottolineato il valore della
solidarietà internazionale che si afferma attraverso il riconoscimento
dell’acqua come bene comune e ha affermato che il welfare da locale si traduce
in internazionale attraverso percorsi di progettualità e condivisione. 

L’intervento di Vandana Shiva, Fondatrice del Movimento Navdanya Fondazione
Indiana di ricerche per la scienza, tecnologia ed ecologia, ha ricordato la
sacralità dell’acqua del fiume Gange centellinata  nelle cerimonie religiose e
che ora tramite la privatizzazione operata dalla Suez non è più bene comune; il
fiume ora è stato mercificato e  l’acqua costa alla popolazione circa dieci
volte più di prima attraverso contratti commerciali che sostituiscono le leggi.
Vandana Shiva ha poi raccontato degli abusi operati in India dalla <popuplink
http://unimondo.oneworld.net/article/view/64843/1/  Coca Cola> che sottrae
enormi quantità d’acqua dalla falda acquifera. Il 9 agosto 2002 è iniziata una
campagna di mobilitazione per salvare il Gange. Sono soprattutto le donne nei
villaggi a promuovere una sensibilizzazione sul diritto all’acqua.  Vandana
Shiva ha infine dato appuntamento a tutta la società civile a Deli per il
prossimo Forum Mondiale dell’Acqua che precederà il Forum Sociale Mondiale. 

Valquiria Alves Smith Lima, Presidente Associazione “un milione di cisterne” e
coordinatrice esecutivo di ASA, ha parlato infine del grande paradosso
brasiliano che detiene i bacini idrografici più grandi del mondo e il 14% di
acqua dolce mondiale, tuttavia il 20% della popolazione non ha accesso
all’acqua, il 50% non dispone di fognature e l’80% dell’acqua arriva ai fiumi
senza essere depurata. Le comunità in Brasile si sono mobilitate nel progetto
“fame zero sete  zero” sostenuto dal Governo Lula per contrastare la
privatizzazione dell’acqua. (RB)



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