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I mezzi e i fini
- Subject: I mezzi e i fini
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 6 Oct 2003 18:06:21 +0200
A persone e movimenti impegnati per la pace e la giustizia ai mezzi d'informazione I MEZZI E I FINI Le violenze avvenute sabato 4 ottobre a Roma erano state ampiamente preannunciate nei giorni precedenti - e come al solito persino in impassibili interviste sulle televisioni di stato - dai provocatori che ancora una volta sono riusciti a scatenarle. A quanto ci risulta solo chi scrive queste righe ha fatto appello al movimento per la pace affinche' cessasse ogni complicita' con i provocatori e li si mettesse in condizioni di non poter scatenare le violenze e quindi di non poter nuocere ne' a se stessi ne' ad altri. Si veda l'editoriale del n. 688 del 29 settembre 2003 de "La nonviolenza e' in cammino", in cui ripetevamo ancora una volta i ragionamenti e l'appello che avevamo gia' formulato dopo la tragedia di Praga e molto prima di quella di Genova. Duole dirlo, ma troppi hanno fatto i pesci in barile, pur sapendo cosa avallavano, pur sapendo che contribuivano a mettere a rischio l'incolumita' e la vita di esseri umani. * Prima che altre persone subiscano lesioni o perdano la vita anche per la scellerata idiozia di pochi sciagurati che giocano a simulare la guerra, adorano la violenza ed hanno un'ideologia effettualmente fascista, ed anche la violenza e la barbarie altrui eccitano e scatenano, e' necessario ed urgente che il movimento per la pace e la giustizia esca dall'ambiguita', rompa ogni complicita' con i provocatori, si opponga decisamente a tutti coloro che teorizzano e praticano e provocano la lesione fisica, l'umiliazione morale e la degradazione intellettuale di esseri umani. * Per opporsi alla guerra si deve essere costruttori di pace; per opporsi all'ingiustizia si devono avere condotte giuste, per opporsi ai poteri violenti occorre la scelta della nonviolenza. Come diceva Gandhi, tra i mezzi e i fini vi e' lo stesso rapporto che tra il seme e la pianta. Un movimento che sostiene di voler essere per la pace e la giustizia dovrebbe innanzitutto smetterla di essere ambiguo e complice con scelte e condotte che sono autoritarie e militariste, irresponsabili e criminali. Un movimento che sostiene di voler essere per la pace e la giustizia, o fa la scelta della nonviolenza, o e' solo ipocrita e subalterno, complice della violenza dominante e dell'ideologia della violenza dominante cui dice di volersi opporre e che invece avalla, favoreggia e riproduce. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita': non solo l'umanita' nel suo insieme, ma anche l'umanita' di ciascuno di noi. Peppe Sini responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 6 ottobre 2003 Mittente: Centro di ricerca per la pace strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it * * * Notizia sull'autore ad uso dei mezzi d'informazione Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo fin dalla sua fondazione negli anni '70, e' stato per anni consigliere comunale e provinciale caratterizzando la sua attivita' amministrativa particolarmente con l'impegno contro la criminalita' e la corruzione, per i diritti, per la difesa dell'ambiente. Dagli anni '70 e' stato partecipe - e talora promotore e animatore - di esperienze di solidarieta' concreta sia con persone in condizioni di difficolta', sia con i popoli oppressi. Ha partecipato - e talvolta ha promosso e animato - varie iniziative contro l'emarginazione sociale, contro le istituzioni totali, per il diritto all'assistenza, alla solidarieta', al rispetto della dignita' umana di ogni persona. Ha preso parte a varie esperienze di impegno in difesa dell'ambiente e contro un modello di sviluppo distruttivo; di alcune di queste esperienze e' stato il principale animatore. Come pubblico amministratore, come giornalista e come socio del "Coordinamento Antimafia" di Palermo ha condotto dagli anni '80 iniziative di inchiesta, sensibilizzazione e denuncia contro il regime della corruzione e la penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio. L'impegno principale, fin dagli anni '70, e' quello pacifista, antimilitarista ed antirazzista, per i diritti umani, di solidarieta' internazionale, di solidarieta' concreta: e' stato il principale animatore dell'opposizione alle servitu' militari nel viterbese. Nel 1987 e' stato coordinatore per l'Italia della campagna internazionale di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Ha promosso e presieduto, con l'autorizzazione dei familiari e la partecipazione di illustri relatori, il primo convegno nazionale di studi dedicato alla figura e all'opera di Primo Levi. Per le sue iniziative di opposizione nonviolenta alla guerra e in difesa della legalita' costituzionale nel '91 e nel '99 ha subito procedimenti giudiziari risoltisi con esito a lui pienamente favorevole. Nel 1999 ha ideato e realizzato l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" con cui bloccare i decolli dei bombardieri dalla base militare di Aviano ostruendo lo spazio aereo di decollo antistante la base. Ha promosso e tenuto corsi di educazione alla pace presso enti locali, enti di servizio civile e scuole. Ha promosso la proposta di legge per la formazione alla nonviolenza degli operatori delle forze dell'ordine. Autore di varie pubblicazioni, dopo essere stato nei decenni '80 e '90 sia editorialista che direttore responsabile di vari periodici locali, dal 2000 ha fondato e dirige il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". * * *
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