I mezzi e i fini



A persone e movimenti impegnati per la pace e la giustizia
ai mezzi d'informazione

I MEZZI E I FINI

Le violenze avvenute sabato 4 ottobre a Roma erano state ampiamente
preannunciate nei giorni precedenti - e come al solito persino in
impassibili interviste sulle televisioni di stato - dai provocatori che
ancora una volta sono riusciti a scatenarle.
A quanto ci risulta solo chi scrive queste righe ha fatto appello al
movimento per la pace affinche' cessasse ogni complicita' con i provocatori
e li si mettesse in condizioni di non poter scatenare le violenze e quindi
di non poter nuocere ne' a se stessi ne' ad altri. Si veda l'editoriale del
n. 688 del 29 settembre 2003 de "La nonviolenza e' in cammino", in cui
ripetevamo ancora una volta i ragionamenti e l'appello che avevamo gia'
formulato dopo la tragedia di Praga e molto prima di quella di Genova.
Duole dirlo, ma troppi hanno fatto i pesci in barile, pur sapendo cosa
avallavano, pur sapendo che contribuivano a mettere a rischio l'incolumita'
e la vita di esseri umani.
*
Prima che altre persone subiscano lesioni o perdano la vita anche per la
scellerata idiozia di pochi sciagurati che giocano a simulare la guerra,
adorano la violenza ed hanno un'ideologia effettualmente fascista, ed anche
la violenza e la barbarie altrui eccitano e scatenano, e' necessario ed
urgente che il movimento per la pace e la giustizia esca dall'ambiguita',
rompa ogni complicita' con i provocatori, si opponga decisamente a tutti
coloro che teorizzano e praticano e provocano la lesione fisica,
l'umiliazione morale e la degradazione intellettuale di esseri umani.
*
Per opporsi alla guerra si deve essere costruttori di pace; per opporsi
all'ingiustizia si devono avere condotte giuste, per opporsi ai poteri
violenti occorre la scelta della nonviolenza.
Come diceva Gandhi, tra i mezzi e i fini vi e' lo stesso rapporto che tra il
seme e la pianta.
Un movimento che sostiene di voler essere per la pace e la giustizia
dovrebbe innanzitutto smetterla di essere ambiguo e complice con scelte e
condotte che sono autoritarie e militariste, irresponsabili e criminali.
Un movimento che sostiene di voler essere per la pace e la giustizia, o fa
la scelta della nonviolenza, o e' solo ipocrita e subalterno, complice della
violenza dominante e dell'ideologia della violenza dominante cui dice di
volersi opporre e che invece avalla, favoreggia e riproduce.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita': non solo l'umanita' nel suo
insieme, ma anche l'umanita' di ciascuno di noi.

Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Viterbo, 6 ottobre 2003

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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Notizia sull'autore ad uso dei mezzi d'informazione

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo fin
dalla sua fondazione negli anni '70, e' stato per anni consigliere comunale
e provinciale caratterizzando la sua attivita' amministrativa
particolarmente con l'impegno contro la criminalita' e la corruzione, per i
diritti, per la difesa dell'ambiente.
Dagli anni '70 e' stato partecipe - e talora promotore e animatore - di
esperienze di solidarieta' concreta sia con persone in condizioni di
difficolta', sia con i popoli oppressi.
Ha partecipato - e talvolta ha promosso e animato - varie iniziative contro
l'emarginazione sociale, contro le istituzioni totali, per il diritto
all'assistenza, alla solidarieta', al rispetto della dignita' umana di ogni
persona.
Ha preso parte a varie esperienze di impegno in difesa dell'ambiente e
contro un modello di sviluppo distruttivo; di alcune di queste esperienze e'
stato il principale animatore.
Come pubblico amministratore, come giornalista e come socio del
"Coordinamento Antimafia" di Palermo ha condotto dagli anni '80 iniziative
di inchiesta, sensibilizzazione e denuncia contro il regime della corruzione
e la penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio.
L'impegno principale, fin dagli anni '70, e' quello pacifista,
antimilitarista ed antirazzista, per i diritti umani, di solidarieta'
internazionale, di solidarieta' concreta: e' stato il principale animatore
dell'opposizione alle servitu' militari nel viterbese.
Nel 1987 e' stato coordinatore per l'Italia della campagna internazionale di
solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime
razzista sudafricano.
Ha promosso e presieduto, con l'autorizzazione dei familiari e la
partecipazione di illustri relatori, il primo convegno nazionale di studi
dedicato alla figura e all'opera di Primo Levi.
Per le sue iniziative di opposizione nonviolenta alla guerra e in difesa
della legalita' costituzionale nel '91 e nel '99 ha subito procedimenti
giudiziari risoltisi con esito a lui pienamente favorevole.
Nel 1999 ha ideato e realizzato l'azione diretta nonviolenta delle
"mongolfiere per la pace" con cui bloccare i decolli dei bombardieri dalla
base militare di Aviano ostruendo lo spazio aereo di decollo antistante la
base.
Ha promosso e tenuto corsi di educazione alla pace presso enti locali, enti
di servizio civile e scuole.
Ha promosso la proposta di legge per la formazione alla nonviolenza degli
operatori delle forze dell'ordine.
Autore di varie pubblicazioni, dopo essere stato nei decenni '80 e '90 sia
editorialista che direttore responsabile di vari periodici locali, dal 2000
ha fondato e dirige il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e'
in cammino".

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