QUANDO GLI ALBANESI ERAVAMO NOI; riflessioni legate ad un libro



QUANDO GLI ALBANESI ERAVAMO NOI; riflessioni legate ad un libro:

GIAN ANTONIO STELLA   "L'ORDA quando gli albanesi eravamo noi"
RIZZOLI  euro 17,00

Come gli albanesi, anche noi italiani, abbiamo lasciato la nostra patria per
cercare fortuna (o meglio, lavoro) altrove. In 27 milioni di italiani se ne
andarono dal 1876 al 1976. Tanti fecero davvero fortuna e divennero famosi
e ricchi; altri no! Questi altri sono stati rimossi dalla memoria
collettiva. Questi altri e' come se mai fossero esistiti. Di tutta la storia
della nostra emigrazione, dunque, abbiamo conservato solo qualche pezzo. I
pezzi migliori; i pezzi che ci permettono oggi di dire che noi eravamo
diversi dagli albanesi. Eravamo piu' amati; eravamo migliori!
Eppure eravamo considerati (la', dove emigravamo) la "feccia" del pianeta.
Non potevamo mandare i figli alle scuole dei bianchi in Louisiana, perche'
venivamo considerati "non visibilmente negri".
Era il 1922 gli squadristi di Benito Mussolini prendevano il potere a Roma
e, tre lustri di anni dopo avrebbero teorizzato la superiorità della
popolazione italiana perche' di origine ariana. Al di la' dell'Atlantico, si
andava confermando la teoria che nelle vene italiane ci fosse una "goccia di
sangue nero", poiche' l'Italia era stata colonizzata in tempi antichissimi
da una popolazione africana, forse abissina. Alcuni italiani settentrionali
cercarono di spiegare che in Italia vi erano due mondi: due razze. La
frontiera fra i due mondi venne stabilita nel 45esimo parallelo nord che si
trova esattamente a meta' fra il polo Nord e l'Equatore e solca tutta la
Pianura Padana. Ma il razzismo colpi' indistintamente tutti gli italiani
che, privati della loro identita' bianca, furono i piu' maltrattati (dopo i
neri) di tutti gli emigrati.
In Australia non ando' meglio! Nemmeno li' eravamo considerati bianchi, ma
"pelli-oliva" ed era proibito alle donne australiane di sposare gli
immigrati italiani (per la maggior parte lombardi, piemontesi, veneti e
friulani) perche' il sangue italiano avrebbe sporcato e imbrattato il loro
sangue australiano.
E in Europa? Come ando' in Europa? A Basilea ci era interdetta la sala
d'aspetto di terza classe. E il quotidiano francese "Le Jour" nel
commentare, il 21 agosto 1893, il massacro dei nostri immigrati compiuto
quattro giorni prima da una folle inferocita di operai francesi, afferma:
"L'italiano non nutre nessuno e mangia da tutti".
E dunque quando gli albanesi eravamo noi nessuno ci amava, nessuno ci
considerava "brava gente"...
Quando gli albanesi eravamo noi, come loro, viaggiavamo su navi che
naufragavano; come loro abitavamo tuguri in condizioni igieniche rivoltanti.
Quando gli albanesi eravamo noi, come loro, vendevamo le nostre donne e i
nostri bambini; sfruttavamo i nostri bambini e "rubavamo" il lavoro alla
gente del posto.
Quando gli albanesi eravamo noi, come loro (o forse piu' di loro!) abbiamo
esportato criminalita' in tutto il mondo. E come loro facevamo troppi figli,
eravamo (piu' di loro) quasi tutti analfabeti e, alcuni di noi (come alcuni
di loro) seminavano il terrore.
Quando le prime navi cariche di profughi albanesi arrivarono a Brindisi,
nella vicina Svizzera i nostri figli erano ancora tenuti nascosti e
frequentavano scuole clandestine, perche' ai papa' non era consentito
portarsi la famiglia; eravamo dunque anche noi, ancora "albanesi"!

elisabetta caravati