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WTO: VERTICE INAUGURATO TRA POLEMICHE E CONTESTAZIONI
- Subject: WTO: VERTICE INAUGURATO TRA POLEMICHE E CONTESTAZIONI
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Thu, 11 Sep 2003 17:43:59 +0200
(ASCA) - Cancun, 10 set - Non democratico, non trasparente, anti-sviluppo, obsoleto. Sono queste le colpe del Wto secondo i cartelli di 50 attivisti che si sono alzati in piedi all'intervento del direttore generale Supachai Panitchadki che ha appena aperto la V ministeriale del Wto a Cancun. L'azione diretta della Campagna internazionale ''Questo mondo non e' in vendita'', rovina la festa al Wto, e le grida ''shame, shame'' dei 50 attivisti di oltre 1000 organizzazioni del mondo, tra i quali i rappresentanti dei gruppi italiani della campagna, continuano a coprire le voci degli speakers ufficiali. ''Wto: Undemocratic, anti-development, obsolete, untrasparent'': questi i testi dei cartelli che gli attivisti hanno mostrato al tavolo della presidenza interrompendo i discorsi introduttivi. In sala, tra gli altri, erano presenti testimonial internazionali come Lori Wallach e Walden Bello, e diversi rappresentanti della Campagna italiana ''Questo mondo non e' in vendita''. L'azione diretta vuole richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale sul riproporsi in questa tornata negoziale di quei meccanismi che hanno trasformato il Wto da Seattle a Doha in una ''istituzione medioevale - ha denunciato Walden Bello -, che fa gli interessi delle grandi imprese multinazionali piu' che in una organizzazione multilaterale del XXI secolo che favorisca uno sviluppo omogeneo in tutti i Paesi del mondo''. I documenti preparatori, denuncia la Campagna, ''sono del tutto sbilanciati a favore degli interessi dei Paesi del Nord del mondo e sono stati redatti senza il consenso esplicito dei Paesi in via di sviluppo, che sono la maggioranza dei Paesi membri del Wto''. ''Questo mondo non e' in vendita'' sostiene l'alleanza politica dei G21 contro l'arroganza e la non democraticita' di Ue e Stati Uniti che continuano a spingere per la liberalizzazione dei servizi e l'azzeramento delle tariffe industriali nel Sud, senza nulla cedere rispetto ai sussidi agricoli interni e per le esportazioni tanto preziosi per i grandi gruppi agroalimentari''. Per Chomsky nessuno sviluppo e crescita dal WTO I 146 governi che partecipano ai lavori contano molto pocoNoam Chomsky, intellettuale libertario e punto di riferimento dei movimenti sociali mondiali, attacca il WTO e afferma che le regole da esso stabilite valgono esclusivamente per i deboli ed i poveri. Al quotidiano messicano La Jornada Chomsky dichiara "Non si tratta di una riunione per promuove lo sviluppo e la crescita economica, ma di un ristretto gruppo di elite mondiali che fanno parte di un governo mondiale de facto. Sulla carta il vertice di Cancun si presenta come una riunione dei ministri dei 146 Paesi membri, ma in realtà il potere è concentrato nelle mani di un gruppo molto ristretto. E' certo che vi parteciperanno molti governi, ma con un potere estremamente limitato". Qualche approfondimento La società civile africana in vista di Cancun (vd. www.chiamafrica.it) Secondo le associazioni riunite la settimana scorsa a Dakar, in Senegal, per fare un bilancio del dopo Doha, i grandi poteri, che dopo l'incontro ministeriale svoltosi in Qatar nel 2001 non hanno prodotto niente, a Cancun potrebbero fare delle concessioni per ottenere l'apertura di alcuni settori nei paesi in via di sviluppo, soprattutto nel campo degli investimenti e dei servizi. I paesi sviluppati, che a Doha si erano impegnati a ridurre progressivamente le sovvenzioni agricole, intendono scaglionare su 12 anni le tappe per l' eliminazione delle sovvenzioni ai loro agricoltori, e dei fondi di sostegno alle esportazioni, grazie ai quali possono invadere i mercati dei paesi africani con le loro eccedenze. Le discussioni per fissare delle modalità di negoziazione sull'agricoltura e sull'accesso dei prodotti agricoli africani senza dazi doganali, si sono recentemente arenate. "Gli accordi internazionali e le politiche nazionali dovrebbero mirare a promuovere e preservare l'agricoltura familiare, piuttosto che gli interessi dei grandi gruppi agroalimentari i quali portano avanti un modello produttivo che arriva perfino a minacciare la salute e l' equilibrio ambientale nei paesi in cui è praticato", si legge nella dichiarazione di Dakar. Per la società civile, i ministri africani dovrebbero esigere serie riforme agricole e la cessazione del ricorso abusivo agli aiuti alimentari. Per la società civile e per le Ong, le sovvenzioni minacciano i mezzi di sussistenza del 70 7761281egli abitanti dei paesi dell'Africa subsahariana. "I nostri agricoltori non sono ancora competitivi, perchè non posseggono la tecnologia nè le risorse finanziarie; perciò, se si sceglierà la strada della liberalizzazione, il 70della nostra popolazione si ritroverà senza lavoro", avverte Bakary Fofana, del Consiglio nazionale della società civile della Guinea (CNOSCG). "L'Europa non sospende le sovvenzioni perchè non vuole la morte della sua agricoltura, per la quale anzi rafforza i mercati sovvenzionando le esportazioni" aggiunge Fofana. Per la società civile soltanto una politica agricola comune sub-regionale può aiutare a far fronte ai rischi di sparizione delle colture di sussistenza. "Dobbiamo proteggerci, poichè gli altri si sono protetti per raggiungere il grado di sviluppo che hanno oggi", spiega Ibrahim Coulibaly, membro del comitato esecutivo della Rete delle organizzazioni contadine e dei produttori dell'Africa Occidentale (ROPPA). Secondo il responsabile del ROPPA, la popolazione attiva delle zone rurali sarà privata della sicurezza alimentare da una liberalizzazione che, alla fine, costringerà i contadini africani ad abbandonare il settore agricolo. La biopirateria e l'accordo Trips Vandana Shiva denuncia il "grande tradimento di Cancun" I paesi del Sud del mondo hanno sempre cercato di ottenere una qualche tutela delle loro risorse tradizionali e dei saperi dei popoli e delle comunita' indigene. In tutte le dichiarazioni delle precedenti conferenze ministeriali, la revisione in questo senso degli accordi Trips ha sempre avuto un ruolo centrale. Anche in vista di Cancun, i paesi africani in prima fila hanno esplicitamente chiesto al Trips Council del Wto di rivedere l' Art. 27.3(b) in particolare, per proibire qualunque forma di brevetto sulle forme di vita. La nota ricercatrice indiana Vandana Shiva fa notare come queste richieste e queste promesse siano state completamente escluse dalla bozza di dichiarazione di Cancun, mentre ci troviamo nel mezzo di un processo di vera e propria pirateria genetica, nel quale le multinazionali hanno il diritto di brevettare come proprie scoperte i saperi e le conoscenze tradizionali dei popoli indigeni. Con lei Greenpeace ed altre organizzazioni internazionali, che hanno lanciato una campagna centrata su di un esempio particolarmente scandaloso: il brevetto EP 0445929 B1 della Monsanto, che secondo queste organizzaizoni riguarderebbe una varieta' di grano coltivata in India da generazioni e generazioni di agricoltori. D'ora in avanti, se quegli stessi agricoltori vorranno vendere quel grano, dovranno pagare le royalties alla multinazionale dell'agroindustria. Queste sono le regole del libero mercato previste dal Wto, mentre nello stesso tempo l'UE e l'Italia in particolare dirigono tutti i loro sforzi nel cercare di fare passare le "geographical indications" per i prodotti di qualita'. Con una ipocrisia che rasenta il ridicolo, gli stessi paesi che vogliono imporre la denominazione di qualita' per alcuni loro prodotti agricoli per "difenderli dai contraffattori", impediscono con ogni mezzo, all'interno dello stesso negoziato, ai paesi del sud del mondo di potere fare altrettanto. Questo, ovviamente, nell'ambito "dell'agenda dello sviluppo" di Doha. Walden Bello "Il WTO? Non è democratico!" Un giudizio netto nel giorno dell'apertura della ministeriale di Cancun 'Il Wto è antidemocratico, è contro lo sviluppo, obsoleto. E' una struttura del XV° secolo che non dovrebbe esistere nel XXI° secolo'. Walden Bello, a nome della rete Owinfs, la campagna internazionale 'Questo mondo non è in vendita', ha guidato la protesta dentro la sala dove si svolgeva la cerimonia di inaugurazione della V° conferenza ministeriale del Wto. Attorniato dai giornalisti, Bello ha lanciato le sue accuse con durezza: 'Il Wto è in una fase di stallo, è un'organizzazione in crisi che agisce solo a danno della popolazione mondiale. Oggi si sta confrontando con l'opposizione delle popolazioni del Sud del mondo'. 'Supachai, il direttore del Wto, è solo il portavoce dei paesi più potenti. Noi chiediamo che cessi il dumping agricolo dei paesi ricchi verso i paesi poveri. Vogliamo che il tema degli investimenti rimanga fuori dal Wto. Il fallimento della conferenza di Cancun sarebbe un passo in avanti per i popoli del Sud del mondo'. La protesta degli attivisti di Owinfs è continuata nella sala stampa del Convention Centre. IN VENDITA INTERROMPE L'INAUGURAZIONE DEL WTO A CANCUN Non democratico, non trasparente, anti-sviluppo, obsoleto: le colpe del Wto nei cartelli di 50 attivisti che si sono alzati in piedi all'intervento del direttore generale Supachai Panitchadki L'azione diretta della Campagna internazionale questo mondo non è in vendita rovina la festa al Wto. 50 attivisti di oltre 1000 organizzazioni del mondo, e tra loro i rappresentanti dei gruppi italiani della campagna, si sono alzati in piedi all'intervento del direttore generale del Wto Supachai. "Wto: Undemocratic, anti-development, obsolete, untrasparent". Questi i testi dei cartelli che gli attivisti hanno mostrato al tavolo della presidenza interrompendo i discorsi introduttivi. In sala, tra gli altri attivisti, erano presenti testimonial internazionali come Lori Wallach e Walden Bello, e diversi rappresentanti della Campagna italiana Questo mondo non è in vendita: Andrea Baranes, Antonio Tricarico, Ugo Biggeri, Cristiano Lucchi, Luca Manes, Andrea Semplici e Monica Di Sisto. L'azione diretta vuole richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale sul riproporsi in questa tornata negoziale di quei meccanismi che hanno trasformato il Wto da Seattle a Doha in una ''istituzione medioevale - ha denunciato Walden Bello -, che fa gli interessi delle grandi imprese multinazionali piu' che in una organizzazione multilaterale del XXI secolo che favorisca uno sviluppo omogeneo in tutti i Paesi del mondo''. I documenti preparatori, denuncia la Campagna, ''sono del tutto sbilanciati a favore degli interessi dei Paesi del Nord del mondo e sono stati redatti senza il consenso esplicito dei Paesi in via di sviluppo, che sono la maggioranza dei Paesi membri del Wto''. Questo mondo non e' in vendita sostiene l'alleanza politica dei G21 contro l'arroganza e la non democraticita' di Ue e Stati Uniti che continuano a spingere per la liberalizzazione dei servizi e l'azzeramento delle tariffe industriali nel Sud, senza nulla cedere rispetto ai sussidi agricoli interni e per le esportazioni tanto preziosi per i grandi gruppi agroalimentari e dei servizi occidentali WTO - CANCUN NON BASTA PER L'AGRICOLTURA. NUOVA MINISTERIALE NEL 2004 Intanto il blog della Campagna "Questo mondo non è in vendita" oltrepassa il muro dei 5000 contatti dimostrando l'interesse degli italiani nell'avere continui aggiornamenti in tempo reale su negoziati, mobilitazioni, dichiarazioni dei protagonisti dei governi e della società civile mondiale. La conferenza stampa del negoziatore statunitense al WTO, Robert Zoellick, accompagnato dal ministro all'agricoltura americano, Ann Veneman, fa registrare il tutto esaurito. Tanti, infatti, i giornalisti che gremivano la sala stampa. Zoellick, dopo aver esaltato la Doha Development agenda e l'accordo raggiunto pochi giorni fa sui TRIPS - "le promesse fatte sono state mantenute" - attacca subito a parlare della questione nodale della ministeriale di Cancun: l'agricoltura. L'agricoltura riveste un'importanza fondamentale per tutto il round negoziale e, vista l'eterogeneità delle posizioni in campo - G20, gruppo di Cairns dei maggiori esportatori, paesi meno sviluppati, UE ecc - a Cancun si stabilirà un quadro negoziale, delle condizioni e poi si parlerà di numeri. Ovvero, si fissa un termine, verosimilmente febbraio, marzo del prossimo anno, per terminare i negoziati. Incalzato su questo Zoellick ha fatto intendere che all'inizio del 2004 ci potrebbe essere una nuova ministeriale, con l'agricoltura come tema principe. Dopo aver ribadito l'importanza della riduzione dei sussidi, e di come in proposito gli Usa si troverebbero in una "posizione forte", Zoellick ha anche elogiato i passi avanti dell'Ue, culminati nelle modifiche della PAC e nell'accordo di pochi giorni fa con gli stessi Usa. Però, a dispetto dell'accordo, la sensazione è che la posizione dell'Ue non soddisfi a pieno le aspettative americane, e che il commissario all'agricoltura Lamy faccia bene ad essere preoccupato. Anche perché la questione dei Singapore Issues (liberalizzazione degli investimenti, regole su concorrenza e appalti pubblici, facilitazione al commercio) ed della loro entrata nel WTO, che tanto a cuore stanno all'Europa, viene liquidata da Zollick con poche battute: molto paesi, Usa in testa, non sono d'accordo per inserire tutti questi nuovi temi nell'agenda del WTO. Per questa ragione, sembra capire, non se ne farà niente. Tanta bella retorica sullo sviluppo, sulle opportunità illimitate che delle nuove regole globali sull'agricoltura possono creare, una volta eliminati i sussidi e ridotte le barriere commerciali. Queste in sintesi le affermazioni del ministro dell'agricoltura Veneman, la cui presenza in sala stampa è sembrata utile solo ad enfatizzare la rilevanza delle parole di Zoellick che, rispondendo ad alcune domande a fine conferenza, ha comunque ribadito che gli attori, sulle questioni agricole, non sono solo Usa ed Ue. Il sostegno della società civile ai G21 Durante la conferenza stampa è stato invitato a parlare anche un esponente di Oxfam Irungu Houghton, rappresentante della famosa Ong inglese Oxfam, ha presentato un CD con 3 milioni di voci dell'Africa che chiedono un commercio equo, ed in particolare quattro richieste: la fine del dumping, un accesso facilitato ai medicinali, l'accesso ai mercati del ricco nord e di prevenire i danni degli investimenti. Un consigliere del ministro brasiliano sull'agricoltura ha confermato alla Campagna "Questo mondo non è in vendita" che saranno cinque i gruppi negoziali della conferenza: agricoltura, accesso al mercato per i prodotti industriali, sviluppo, nuovi temi di Singapore, e questioni miscellanee. Il chairman del gruppo di lavoro sull'agricoltura sarà il ministro di Singapore, che dovrebbe avere una posizione neutrale, visto lo scarso interesse del suo paese alle questioni agricole. Si sta ancora discutendo se il G21 chiederà la discussione della bozza Del Castillo già in plenaria domani prima dell'avvio dei negoziati. Andiamo a dormire con l'attesa di una prima giornata che potrebbe già essere cruciale, ma sappiamo dalla storia non democratica del Wto che fino all'ultima green room la battaglia sarà senza durissima. Altre notizie dalla conferenza stampa del G21 Gli altri del "Grande Sud" rincarano la dose Anche per il Sud Africa la proposta del G21, presentata al Wto a Ginevra il 19 agosto, ma non recepita nella bozza della dichiarazione finale trasmessa a Cancun, rimane un documento politico storico che mira ad unire le posizioni tra piccole e grandi economie agricole con il sostegno anche dei grandi esportatori del sud. L'India ricorda il succo dell'accordo su cui si basa l'alleanza storica del G21: "Abbiamo avuto una convergenza su una singola questione che ha la massima importanza: l'agricoltura ed in particolare i sussidi, sia interni che all'esportazione. Queste questioni non sono coperte adeguatamente nel documento Del Castillo." Allo stesso tempo il Costa Rica mostra prudenza rispetto all'apertura dei lavori domani. "Non vogliamo focalizzare la nostra posizione solo su un dibattito procedurale. Vogliamo che la nostra posizione sia pienamente incorporata nei testi dei negoziati." La Cina rompe gli indugi e preannuncia un ruolo dinamico e cooperativo con altri paesi membri del Wto. "L'agenda del G20 riflette pienamente gli obiettivi della dichiarazione di Doha. La nostra proposta è ancora sul tavolo ed il testo del presidente della conferenza deve prenderla seriamente in considerazione. Solo in questo modo si può avere un vero avanzamento del processo. La Cina lavorerà a Cancun in stretta cooperazione e consultazione con altri membri." "Il nostro è un approccio costruttivo alla conferenza ministeriale. Abbiamo presentato una proposta che è bilanciata e riguarda la sostanza della questione. Chiediamo che domani sia presa dal presidente della conferenza e si inizi a discutere ogni aspetto su cui noi abbiamo da dire qualcosa. Non è un'alleanza di circostanza, ma per la prima volta noi abbiamo una voce comune e sostanziale. Abbiamo una base politica che è trasversale ai paesi in via di sviluppo. Chiediamo il rispetto da parte degli altri membri del Wto della professionalità della nostra proposta. Faremo avanzare i negoziati su altre questioni in discussione qui soltanto se si trova una soluzione per noi accettabile sulla questione agricola."
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