[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
accrediti stampa: Tavolo "Per un'Europa sociale, Riva del Garda 2003"
- Subject: accrediti stampa: Tavolo "Per un'Europa sociale, Riva del Garda 2003"
- From: "stampa" <stampa at stopwtoriva2003.org>
- Date: Mon, 1 Sep 2003 16:26:24 +0200
Tavolo per un'Europa sociale Riva 2003 Ufficio Stampa Tavolo per un'Europa Sociale - Riva del Garda 2003 stampa at stopwtoriva2003.org Franco Ianeselli 348 0096211 Cristina Fait 328 8286671 Stefano Ischia 338 3481580 1. ACCREDITI Per accreditarsi al Forum alternativo di Riva del Garda 3-6 settembre 2003 inviare una email a accrediti.stampa at stopwtoriva2003.org 2. CONFERENZA STAMPA Gruppo continuità Forum Sociale Europeo Ufficio stampa Andreina Albano 3483419402 Claudio Jampaglia 3488958602 e Tavolo "Per un'Europa sociale, Riva del Garda 2003" ------------------------------------------------------------- DA RIVA DEL GARDA A CANCUN PARTE L'AUTUNNO SOCIALE DEI MOVIMENTI CONFERENZA STAMPA PRESENTAZIONE GIORNATE DI FORUM E MANIFESTAZIONE CONTRO IL VERTICE DEI MINISTRI DEGLI ESTERI EUROPEI A RIVA DEL GARDA (TN) 3-6 SETTEMBRE 2003 Roma, martedì 2 settembre, ore 11.30 via dei Mille 6 (vicinanze stazione Termini) presso la "Casa dei diritti sociali" Intervengono: Dario Casagranda (Tavolo trentino per un'Europa sociale) Marco Bersani (ATTAC e Tavolo Fermiamo il WTO!) Padre Alex Zanotelli Vittorio Agnoletto (Forum sociale mondiale) Esponenti dei movimenti ------------------------------------------ Mentre la guerra infinita della coalizione Bush-Blair dimostra la propria impotenza nel pantano iracheno, l'altra faccia del modello neoliberale - quella del WTO - si appresta nel prossimo vertice di Cancun ad andare incontro ad un nuovo e forse definitivo fallimento. Perchè il problema sta alla fonte, nel modello neoliberale stesso, che produce crisi anziché sviluppo, diseguaglianza anziché diritti universali, guerra permanente anziché pace. Il fallimento del modello neoliberale è talmente evidente da far divenire "protezionista" anche un insospettabile neoliberista come il Ministro dell'Economia Tremonti, mentre il Cancelliere socialdemocratico Schroeder, riconosce tutti i limiti del "liberismo temperato". In questo scenario, fondamentale sarà la partita che si giocherà in Europa: quella in costruzione sarà l'Europa liberista e mercantile, che compete con gli Usa sullo stesso terreno di espropriazione dei diritti e delle risorse dei popoli del mondo, o potrà essere un'Europa diversa, della pace e dei popoli? Dal 3 al 6 settembre saremo a Riva del Garda per ricordare ai Ministri UE qual'e l'Europa che vogliamo, e lo faremo attraverso un forum di proposte e una grande manifestazione di protesta il 6 settembre. Dal 7 al 14 settembre saremo a Cancun, in Messico, per dire chiaramente no al WTO e al dominio delle multinazionali sul mondo. Saranno le prime mobilitazioni di un anno in cui l'Europa sociale sarà al centro del conflitto e nel quale costruiremo insieme ai movimenti europei "gli stati generali dell'altra Europa", quella dei diritti universali e dei beni comuni, dei servizi pubblici e della democrazia partecipata, fuori dalla guerra, dai vincoli monetari e dal Patto di Maastricht. Gruppo Continuità Forum Sociale Europeo 3. RASSEGNA STAMPA (Susan George, Luca Casarini, Tony Negri) 1 SETTEMBRE 2003 L'Adige «Servizi pubblici, gestione locale a rischio» La pasionaria George sarà a Riva «C´è solo la piazza per protestare» L´economista «faro» dei new global contesta gli accordi Gats del Wto «Manifestare è indispensabile. Non abbiamo altri spazi democratici» di Mattia Pelli Susan George è la «pasionaria» del movimento new global internazionale, riconosciuta da tutti come una delle maggiori «teste» del movimento, magari criticata per alcune sue posizioni dalle frange più radicali ma comunque rispettata per il suo attivismo e la sua dedizione. In un movimento che vede la partecipazione di tanti giovani e giovanissimi, non nasconde la sua età: 69 anni, portati con grinta. Cercata da tutti, costantemente in viaggio da un capo all´altro del mondo (sarà a Cancun, Messico, a contestare il Wto), parla il francese con un ineffabile accento anglosassone. Il 4 settembre arriverà in Trentino, ospite eccellente del Forum Alternativo dove parlerà il 5 settembre, ed è probabile che gli organizzatori del Tavolo vogliano approfittare della sua presenza per organizzare un incontro con le amministrazioni locali, per spiegare le conseguenze sul territorio degli accordi che verranno sottoscritti in seno al Wto (Organizzazione mondiale per il commercio). Susan George, quali sono i motivi per cui i movimenti vedono nel Wto uno dei loro peggiori nemici? Perché il Wto è l´organizzazione internazionale più potente, più del Fondo monetario e Banca mondiale, che sono potenti nei paesi dell´Est e al Sud ma non possono toccare i paesi ricchi, mentre il Wto, attraverso il suo organo di regolazione dei dissidi, ha un reale potere, che mette al servizio del neoliberismo e dell´instaurazione definitiva di questo sistema che favorisce solo alcune minoranze, le multinazionali e i mercati finanziari. È dunque particolarmente pericolosa. Cosa si sta preparando per il prossimo incontro del Wto a Cancun, in Messico? Dalla loro parte sperano di fare uscire da quelle trattative un «package» molto ambizioso, un impegno unitario che comporterebbe la liberalizzazione dell´agricoltura e la liberalizzazione dei servizi pubblici, ma credo che sarà molto difficile. Nell´incontro precedente svoltosi a Doha, qualche mese dopo il disastro dell´11 settembre, i paesi ricchi erano riusciti ad imporre a quelli poveri di mettersi nei ranghi e di dire sì; ora sarà molto più difficile, questi paesi non si lasceranno influenzare. Vedo che già stanno preparano il fallimento di Cancun e mettono le mani avanti dicendo che quella è solo una tappa fra le altre. Credo che coloro del movimento che saranno in Messico, ma anche tutti quelli che restano nei loro paesi debbano fare di tutto perché quel negoziato naufraghi. Qual è l´importanza di quella trattativa per l´Europa? C´è tutta la questione legata alla liberalizzazione dell´agricoltura e poi la cosa più importante è l´accordo sui servizi, il Gats, che è una bomba a orologeria, non si sa cosa sarà liberalizzato e cosa lo sarà in futuro. Quelli che vi dicono che i servizi pubblici non sono in discussione in questi accordi sono persone che mentono. Se i servizi pubblici non sono in agenda questa volta, lo saranno la prossima, perché i Gats non sono un accordo terminato una volta per tutte ma una serie di negoziati in continua evoluzione. Abbiamo paura che molti paesi non sappiano cosa firmano, in particolare i paesi più poveri già Ko a causa dei piani di aggiustamento strutturale e i Gats permetterebbero di obbligarli a privatizzare ancora di più e di congelarli nel ruolo che hanno attualmente nel commercio internazionale, di impedirgli per sempre di avere un altra importanza rispetto a quella, marginale, che hanno ora. In Europa questi accordi non sono mai stati discussi, i nostri parlamenti non sono stati informati, ma dove noi riusciamo a informare, le cose cambiano: abbiamo già 100 tra Regioni, Province e Comuni in Francia che si sono dichiarati «Zona No Gats», perché hanno compreso quali conseguenze questi accordi avrebbero per loro. E quali sono queste conseguenze? Gli enti locali non potrebbero più gestire alcunché, ogni cosa sarebbe aperta alla concorrenza straniera. Questo naturalmente pone un problema di democrazia: le comunità non avrebbero più nessun controllo sulle proprie risorse. Qual è la vostra risposta? Gli enti locali devono dichiararsi «Zona No Gats» ed esigere dai propri governi una moratoria, cioè che i negoziati in seno al Wto vengano interrotti. E per fare questo c´è una solida base giuridica, visto che la moratoria è prevista nei testi dei Gats: prima di inserire nei negoziati per la privatizzazione nuovi settori, è necessaria una valutazione sul suo impatto e queste valutazioni non sono mai state fatte. Dobbiamo esigerlo, bisogna azzerare quegli accordi e ricominciare da zero. Ma questi accordi, in fin dei conti, sono così pericolosi? C´è per esempio un articolo che prevede che possano essere abrogati provvedimenti di un governo che vengano considerati d´ostacolo al commercio, oppure di dichiarare che le sovvenzioni pubbliche a scopi sociali sono distorsioni del mercato e dunque impedire ai paesi di sostenere il proprio Welfare. Inoltre il Wto sta cercando di mettere sotto la propria competenza nuovi settori, come gli investimenti, i mercati pubblici, la concorrenza e le sovvenzioni al commercio. In Italia qualche Comune ha già aderito alla campagna contro i Gats? Torino e la Regione Piemonte si sono già dichiarati «Zone no Gats», la Cgil si è dichiarata a favore di una moratoria delle trattative in seno al Wto, dunque la cosa comincia a muoversi. Ora bisogna impedire che a Cancun ci sia un nuovo impulso alle trattative. Chiediamo che almeno ora ci sia quello che non c´è mai stato: un vero e proprio dibattito pubblico dei cittadini. D´accordo, ci vuole un´organizzazione del commercio, ci vogliono delle regole, ma non quelle attuali. Che cosa si aspetta dal Forum di Riva del Garda? Prima di tutto di capire che cosa stanno facendo i compagni italiani e di altri paesi, credo che abbiamo sempre interesse ad armonizzare le nostre strategie. Naturalmente la cultura di ogni paese è diversa ma credo che avere obbiettivi comuni e metterli a confronto, per vedere a che punto siamo, è sempre molto utile. E poi imparo sempre, perché gli italiani sono molto inventivi. Spero anche che a Riva del Garda si possa far riflettere il governo italiano e fargli capire che una grande parte dei suoi cittadini non lo segue su queste questioni e che non può fare ciò che vuole; dovrebbe invece chiedere un mandato diverso per il commissario europeo al commercio Pascal Lamy (che ha seguito per l´Ue le trattative in seno al Wto, Ndr) Lei ha una lunga esperienza di attivista ma anche di intellettuale militante: viene considerata da molti come una delle voci più autorevoli del movimento. Che impressione le fa questa nuova generazione che è arrivata all´impegno sociale? Mi sorprende e mi fa felice. Credo che si tratti di una cosa veramente nuova, lavoro in questo ambiente da molti anni e penso che ora i giovani siano spontaneamente internazionalisti. Ci sarà anche una manifestazione a Riva del Garda contro il Wto. Non sempre protestare è utile... Manifestare è indispensabile! Se potessimo votare sulle cose importanti, se avessimo dibattiti democratici, se avessimo una rappresentanza reale su queste questioni, allora forse sarebbe un´altra cosa, ma non abbiamo niente, a livello internazionale. Cosa ci resta se non la piazza? Non abbiamo nessuno spazio democratico, dunque bisogna impadronirsi della piazza, bisogna gridare: non ci lasciano altri mezzi di protesta 30 AGOSTO 2003 Il Trentino Auspico che sorgano problemi di ordine pubblico» Casarini: saremo in mille ben vengano i disordini «A Lilliput e Cgil dico: io mi auguro che succedano tante cose» di Concetto Vecchio TRENTO. «Scriva: auspico che sorgano problemi di ordine pubblico a Riva del Garda». Il subcomandante Luca Casarini, il Grande Capo dei Disobbedienti del Nord Est, sta in qualche piazza rumorosa del Veneto, quando lo rintracciamo al telefono, ieri alle ore 17. Lei così si assume una grossa responsabilità. «L'ho sempre fatto. Se vogliamo che il mondo cambi, che pochi potenti smettano di decidere i destini di miliardi di uomini, condannandoli a patire nella fame e nella miseria, dobbiamo fermarli con il conflitto. Non abbiamo altra scelta. Questo vertice è illegittimo, perché privatizza beni essenziali. Dobbiamo impedirlo a tutti i costi. E l'unica ragione si esprime con la forza». Come saranno queste azioni di disubbidienza? «Useremo i mezzi che ci permetteranno d'usare. Certo, se ci troveremo davanti ad un plotone di carabinieri con le pistole spianate come a Genova, tutto sarà più difficile, perché noi siamo nudi. Ma abbiamo delle alternative, naturalmente non gliele dico». Ma quanti sarete? «Mercoledì pomeriggio un treno speciale partirà dal Veneto, con 500 Disobbedienti del Nord Est. Sarò tra loro. Gli altri, perlopiù lavoratori, giungeranno alla spicciolata per sabato. Alla marcia saremo in mille». Gli eventuali incidenti saranno un colpo mortale per l'intero movimento. «Lo so che non tutti la pensano come noi. Ma ognuno persegue le strategie che ritiene più efficaci. Io mica vado a dire alla Cgil o a Lilliput come impostare le loro conferenze stampa. Loro dicono: "Speriamo che non succeda nulla". Io dico proprio l'opposto: "Speriamo che succedano tante cose"». L'arresteranno, Casarini. «Oh, l'ho messo in conto sa? Sarei fortunato. Pensi a Carlo Giuliani, povero: lui è morto. Sono un privilegiato al suo confronto». Non teme la galera? «Ho perso il conto delle denunce introitate. E' il prezzo da pagare. Ad ogni vertice ormai fanno retate. Pensi ad Evian, duecento persone in cella. E' una vergogna. Perché Bush non può finire in galera per avere dichiarato guerra all'Irak ed io sì? La sinistra, invece che muoversi al passo dei magistrati, dovrebbe interrogarsi su queste cose». Ci sono delle leggi in questo paese, a tutela della convivenza. Chi le infrange paga. «Oh, quante cose sono illecite eppure giuste. Pensi alla nostra azione di disubbidienza prima della guerra in Irak, quando abbiamo fermato i treni di armi. Erano azioni illegali. Ma eticamente ineccepibili. Impedire lo svolgimento di un vertice che lascerà nella fame miliardi di persone sarà anche illegale, ma una buona azione per l'umanità». Per cui dobbiamo aspettarci violenza. «Questo dovrebbe chiederlo al ministro degli Interni». E che c'entra Pisanu? «Tutto dipende da come ci affronteranno. Se useranno i metodi di Genova allora le cose potranno prendere una brutta piega, dovremmo difenderci. Spero di no. E comunque si ricordi: i carri armati li l'hanno loro, non noi». Ma siete voi che li sfidate. «Bisogna intendersi su chi esercita veramente la violenza a questo mondo. Questi signori che affamano i poveri, dichiarano le guerre, pensando solo agli egoismi dei più ricchi, o noi che li affrontiamo, con la pratica della disubbidienza?» E quindi i commercianti di Riva facevamo bene a temere questo vertice. «Non sfasceremo vetrine. Non ce l'abbiamo con i commercianti di magliette, i nostri nemici sono i commercianti di morte che staranno al Palacongressi. Invito i commercianti ad unirsi a noi nella protesta. Perché non l'hanno già fatto? A Quebec City i negozianti impedirono lo svolgimento del vertice. Questi summit portano solo guai. Bisognava capirlo prima». Padre Zanotelli dice che gli argomenti dei new global sono così solidi da non avere alcun bisogno di ricorrere ad altri mezzi che non siano il dialogo e la ragione umana. «Sono d'accordo, ma convinca anche il ministro degli Interni». E daje. «Non accettiamo lezioni di legalità, perché noi bombe nelle case delle persone non ne buttiamo, ma non andremo nemmeno a Riva per mettere la nostra bandierina contro la globalizzazione». Dica la verità, Casarini. Questa sua strategia è solo uno show mediatico. «Ognuno segue le strategie che vuole: la nostra è questa». 31 AGOSTO 2003 Il Trentino Negri: la polizia pensa solo a come picchiarci L'ex leader di Autonomia operaia difende Casarini: «La disubbidienza è giusta» VERSO IL SUMMIT TRENTO. Il professor Antonio Negri, detto Toni, 70 anni portati da gran signore, sei dei quali trascorsi in carcere (ma la condanna fu di quindici) per insurrezione armata contro i poteri dello Stato, ha l'eloquio assertivo del «cattivo maestro» dei nostri anni bui. «Cosa dice mai? Ormai solo gli imbecilli mi chiamano così. Sono riverito come un «ottimo maestro» e in giro c'è tanta gente invidiosa per il ruolo che ricopro nella cultura mondiale. Ma lo sa che l'altro giorno sono stato invitato ad un dibattito con Al Gore, a Ravello, sopra Amalfi, un luogo assolutamente strepitoso, ospite in un albergo di sei stelle, trattato con tutti i comfort...». E ridacchia di vanitosa soddisfazione. Il suo libro, Impero scritto a quattro mani con l'allievo americano Michael Hardt, è un bestseller internazionale, avendo venduto qualcosa come mezzo milione di copie. Vi si sostiene la tesi che la sovranità è passata a una entità, l'Impero, a cui partecipano i vertici degli Stati Uniti, il G8, la Nato, la Banca mondiale o il Fondo monetario, a scapito dei vecchi Stati-nazione. E' una visione molto cara ai Disobbedienti di Luca Casarini, di cui Negri è ritenuto l'ideologo. Non a caso è nel comitato editoriale di Global, la rivista che compendia al meglio le idee dell'ala più radicale (e controversa) dei new global. Figlio di un fondatore del Pci e di una maestra, Negri era docente a Padova quando, il 7 aprile 1979, fu arrestato quale leader dell'Autonomia, il cui motto era: «Democrazia è il fucile in spalla agli operai». Quattro anni di carcere, diciassette indagini a carico, l'accusa di essere il telefonista che aveva chiamato Eleonora Moro negli ultimi giorni di vita del marito. Quasi tutte le accuse caddero, Negri trovò dapprima riparo in Parlamento eletto nelle liste radicali, quindi fuggì a Parigi, latitante. Professor Negri, perché non parteciperà all'anti-vertice di Riva del Garda? «In quei giorni sarò a Parigi, per la prima volta dopo il mio rientro in Italia, nel'97. Mi hanno appena restituito il passaporto. E sa, Parigi è la mia seconda patria. Mi dispiace per gli amici trentini, ma non potevo dire di no ad un invito dei francesi». Ha scontato del tutto la sua condanna? «Del tutto. Per ironia della sorte sono libero dallo scorso 25 aprile. Ringrazio il cielo di avere finito. Ho assunto la mia pena, me la sono fatta, è andata, ma resta il ricordo di una persecuzione vergognosa, indegna. Non voglio difendere me stesso, io ero senz'altro cattivo, ma quei sessanta che furono arrestati quel giorno con me, tre quarti dei quali furono assolti dopo sei anni di carcerazione preventiva. Per tutti ricordo il docente Luciano Ferrari Bravo, dichiarato innocente dopo anni di galera. Molti ne sono morti, di quella galera». Casarini proclama da giorni forme clamorose di disubbidienza a Riva del Garda. Lei che gli è molto vicino non dice niente? «Non credo che nel movimento no global ci sia una violenza aggressiva». Beh, Casarini la sta teorizzando. «Non credo, non penso, non immagino». Così è, professore. «Ma perché in queste occasioni si cerca sempre di identificare dei violenti? Mi dispiace che anche la stampa vi insista, perché alla lunga fa solo il gioco della provocazione. Guardi, io sono vecchio, e so come agiscono le polizie e i governi, bisogna tenere in piedi un'alta tensione per intervenire. Del resto la polizia è pagata per questo, per tenere l'ordine. Ed è lo stesso ordine di chi poi dichiara la guerra. E la divisione tra la polizia e la guerra è sempre più piccola». Quindi la disubbidienza è legittima? «Direi che è sempre possibile. E' un diritto e un dovere... Si stupisce?». Un po'. «Non capisco perché certe manifestazioni si possano fare a Seattle o a Larzac, a casa di Bovè, dov'erano in 250 mila, e perché diecimila persone a Riva del Garda provocano invece un problema di ordine pubblico. C'è una democrazia da difendere. E io spero che la polizia non esageri, che lasci manifestare in santa pace. Se ogni tanto si dice no a Berlusconi non è mica una lesa maestà!». Ma la violenza non è ammessa, professor Negri. «Sì, ma è violenza anche quella delle multinazionali che negano le medicine ai malati di Aids in Africa. Non è possibile che milioni di uomini muoiano nel continente africano nell'indifferenza dell'Occidente, e noi ci si sente partecipi solo quando scopriamo che ci si ammala di Aids a New York. E' una violenza senz'altro diversa da quella del questore Colucci, ma siamo sempre lì». Padre Zanotelli in questi giorni ha lanciato un appello: parlare, parlare, parlare. Con tutti. Suppongo che pensasse anche ai poliziotti. «Posizione sacrosanta, il problema è che tanta gente non vuole ascoltarci, per esempio i poliziotti del questore Colucci: loro non sono in ascolto con noi, se mai lo fossero è solo per capire se possono picchiarci da destra o da sinistra». Perché dice così? «Perché a Venezia ho appena visto "Segreti di Stato", il film di Benevnuti su Portella della Ginestra. Sono anni che conosciamo queste cose, solo che facciamo finta di non saperle». Senta, ma lei è non è l'ideologo dei Disobbedienti? «Sono cinquant'anni che mi accusano di essere un ideologo. Vede, io ho vicinanza con tutte le frange del mondo, espongo le mie idee, e ci sono delle persone che sono d'accordo con queste. Idee che coincidono poi con la seconda superpotenza mondiale: quella che non voleva la guerra, quella che non vuole che la polizia esageri». Quanto è decisiva Riva? «Dipende molto dalla resistenza che ci sarà. Vede, a Cancun siamo di fronte ad un tentativo di rifeudalizzazione del mondo e delle proprietà. Accadde una situazione simile nel Seicento, alla fine della rivoluzione rinascimentale, che vide gli artigiani della manifattura essere sottoposti a regole capitalistiche estremamente pesanti. A Cancun si vorranno privatizzare i beni elementari, i servizi, le reti di comunicazione. Ecco, siamo nel bel mezzo di una rifeudalizzazione epocale. Ma per fortuna c'è la resistenza. E non è detto che la resistenza perda». E' una resistenza, dice. «Sì, certo. Ed è un fatto talmente grande da non poterla lasciare solo ai movimenti. Toccherebbe a tutti gli uomini spendersi, e soprattutto agli intellettuali». Gli intellettuali non sembrano amare molto i new global. «Gli intellettuali italiani sono una banda di vigliacchi. Sempre stati o servi della Chiesa o del Pci. Pensi a come sono ridotte le Università...» Gli Usa sono il cuore dell'Impero. E' vero che lei ha detto: «Peccato che gli aerei abbiano distrutto le torri invece che la Casa Bianca?». «Ho detto un'altra cosa. Mi dispiace che fossero morti quattromila innocenti, avrei preferito che gli aerei si schiantassero sulla Casa Bianca o sul Pentagono».
- Prev by Date: Repubblica Democratica del Congo: Amnesty International ricorda le sfide che attendono la nuova forza delle Nazioni Unite
- Next by Date: Newsletter 7 - Campagna Questo Mondo Non E' In Vendita
- Previous by thread: Repubblica Democratica del Congo: Amnesty International ricorda le sfide che attendono la nuova forza delle Nazioni Unite
- Next by thread: Newsletter 7 - Campagna Questo Mondo Non E' In Vendita
- Indice: