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il pastore sopprime il gregge: chi è contro natura?
- Subject: il pastore sopprime il gregge: chi è contro natura?
- From: "Eugenio Galli" <eugenio.galli at rcm.inet.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Fri, 01 Aug 2003 12:47:49 +0200
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo commento di Eugenio Galli: ----- Le ultime prese di posizione della Chiesa cattolica in tema di etica sessuale, ultime prevedibilmente solo in ordine di tempo, annunciate dal prefetto della Congregazione della dottrina della fede, card. Ratzinger, lasciano senza fiato tanto suonano sinistre e assai poco cristiane. Dopo il sillabo destinato qualche mese fa ai politici cattolici, un'altra indicazione dogmatica, dura e netta come i dogmi sanno essere, ha come destinatari non i fedeli ma gli stessi legislatori, stavolta con un tema molto specifico: il riconoscimento delle coppie di fatto omosessuali, ovviamente per esprimerne la più ferma condanna, indicando come "dovere morale" per il politico che si professi cattolico di impedire attivamente, ma anche se del caso a corpo morto, che una simile nefandezza possa trovare spazio nello stato di diritto, in quanto ciò costituirebbe la legalizzazione del Male. Credo che quelle parole vadano accolte con "compassione, rispetto e delicatezza", il che, come ben insegna lo stesso alto Magistero, non vuole affatto dire né che esse siano legittime, né che siano tollerabili. Evidentemente secoli di oppressione, di discriminazioni e persecuzioni (magari sostenute dalla forza del "braccio secolare", quando non direttamente agite in proprio) non sono ancora ritenuti sufficienti per potersi emendare. Così, una Chiesa che affronta la modernità viaggiando su internet e via sms, decide che su questi argomenti deve invece prevalere l'oscurantismo. Non ho tempo sufficiente, non essendo ancora beneficato dalla Vita Eterna, di attendere che trascorrano seicento anni per sentire pronunciare un atto di contrizione postumo, inutile e magari neppure convinto, come per i roghi dell'Inquisizione, le condanne inflitte al libero pensiero della scienza e ai seguaci di altre religioni. Non ho tempo e non ho voglia di attendere. E per giunta temo che questi cattivi maestri possano ancora fare danno, elevando steccati che dovrebbero essere ormai da tempo superati e facendo proseliti tra le menti politicamente più deboli. Mi limito allora a constatare che per fortuna la sensibilità di moltissimi cattolici, anche all'interno delle istituzioni ecclesiastiche, è ben più aperta e assai meno rozza di quella dimostrata da coloro che, per ruolo, ne interpretano direttamente la guida, dettandone la linea. In secondo luogo, come cittadino faccio appello ai politici di qualunque schieramento (anche a quelli del centro sinistra che, negli anni di governo, su questo tema hanno brillato per ignavia), ma in primo luogo a quelli che fanno professione di fede cattolica, affinché sappiano tenere ben alto il valore collettivo irrinunciabile della laicità dello Stato, unico baluardo che garantisca a tutti le possibilità di una civile e armonica convivenza, nel rispetto delle diverse sensibilità, della libertà e della dignità umana. In uno Stato che si dichiari laico la religione occupa lo spazio mistico delle coscienze individuali e non pretende di imporsi attraverso norme giuridiche attuative dei suoi precetti: la Chiesa è lo spazio dei credenti, lo Stato è lo spazio di tutti. Quando la religione, con le sue pretese assolutezze e con le sue verità trascendenti, esce dall'ambito che le è proprio - il forum conscientiae - e si fa Stato, Legislatore e Diritto, nel passato come nel presente, non può che sfociare nell'integralismo, la peggiore tra le forme sociali. Quella sì, veramente contro natura. Eugenio Galli (Milano)
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