Quale solidarietà agli studenti iraniani



Silenzio sull'Iran?
QUALE SOLIDARIETA' AGLI STUDENTI IRANIANI

9 luglio 2003

La solidarietà con gli studenti iraniani, che manifestano per le libertà
democratiche e per la laicità dello stato, è giusta e doverosa.
Non si può manifestare insieme a chi progetta la guerra al loro paese, come
fa Bush, o a chi (destra governativa e semi-destra, come Il Riformista), lo
appoggia ora come lo ha appoggiato volendo o approvando o tollerando la
guerra all'Iraq.
Non è possibile manifestare insieme a costoro, perché, dal momento che sanno
usare la guerra, dimostrano di non amare la libertà e i diritti umani.
Gli studenti iraniani non hanno bisogno, e infatti hanno respinto, la
solidarietà capziosa, strumentale e insidiosa di Bush e soci. «Timeo Danaos
et dona ferentes».
Il mirino degli Usa si sposta ora verso l'Iran, come avvertiva anche
Giulietto Chiesa il 26 giugno, presentando il libro  Bandiere di pace:
«Ormai hanno deciso: o con un sovvertimento dall'interno mediante un cambio
di regime o con un sovvertimento dall'esterno mediante una guerra».
Giulietto Chiesa è stato perentorio: «Dobbiamo sollevare il senso di allarme
ed  inquietudine. Non possiamo consolarci di quanto abbiamo fatto negli
scorsi mesi, del livello di consenso raggiunto in passato. Ciò che della
guerra passa nella mente a livello di massa è un'informazione distorta e il
quadro è più grave di quanto possiamo immaginare. Negli Stati Uniti sono già
stati effettuati i primi sondaggi di opinione per saggiare il livello di
popolarità di una guerra all'Iran, sondaggi che danno al Presidente
l'appoggio della maggioranza degli americani in caso di guerra per bloccare
un eventuale programma atomico iraniano. Ma ciò che è ancora più grave  è
che la maggioranza degli americani, sempre secondo tali sondaggi, ritiene
che  Saddam Hussein abbia usato armi di distruzione di massa contro gli Usa.
Non solo la maggioranza degli americani non sa che le armi di distruzione di
massa non sono state trovate, ma è addirittura convinta che tali armi siano
state usate! Sono molto angosciato. Questo è il risultato del disfacimento
della democrazia negli Usa e del degrado e della distorsione dei mass media
in quella nazione». La grossa informazione è sistematica arma di falsità e
di guerra. Perciò merita diffidenza e sospetto anche sulle vicende iraniane.
Come scrive Infopalestina (Peacelink, 5 luglio), gli studenti iraniani, che
hanno subito la violenta repressione dal loro governo, non si fidano di
politici che dettano le ricette politiche. Rivendicano la loro libertà da
chiunque voglia decidere il loro futuro. Un appoggio dalle organizzazioni
non governative - e quindi del movimento internazionale per la giustizia e
la pace - solidificherebbe la loro posizione, darebbe loro la forza di
andare avanti. Non dobbiamo dirgli che cosa fare, ma difendere il loro
diritto di esprimere le loro opinioni, le loro idee, le loro rivendicazioni,
il loro diritto di costruire un mondo diverso.
Perciò, solidarietà agli studenti iraniani, sì, ma un'altra solidarietà da
quella paternalista e strumentale, offensiva, che si manifesta oggi a Roma.
La grossa informazione, sensibile solo alla violenza, non ricorda che nel
1978-1979 il regime totalitario dello Scià (riportato sul trono nel 1953
dagli Stati Uniti, che orchestrarono un colpo di stato contro il governo di
Mossadeq, colpevole di avere nazionalizzato il petrolio) fu abbattuto da un
formidabile movimento popolare di opposizione nonviolenta, che portò fino a
sei milioni di iraniani nelle strade, per reclamare la fine della dittatura
e il ritorno alla costituzione. Le manifestazioni raggiunsero un'ampiezza
tale che lo Scià dovette abbandonare l'Iran nel gennaio 1979, senza più
tornarvi. Il movimento mise in atto azioni di disobbedienza civile
tipicamente nonviolente. Solo dopo il ritorno dell'ayatollah Khomeiny dall'
esilio in Francia ci furono violenze civili e statali e si instaurò il
regime fondamentalista oppressivo. Posso fornire indicazioni bibliografiche
su quegli avvenimenti.
I veri amici degli studenti iraniani oggi in rivolta ricordano insieme a
loro questa pagina della loro storia, davvero gloriosa nella sua fase più
importante, perché nonviolenta, li invitano e li aiutano a stare in guardia
dai falsi amici, sostengono gli scopi democratici, giusti, nonviolenti,
antiimperiali, della loro lotta.
Enrico Peyretti