La nonviolenza e' in cammino. 603



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 603 del 6 luglio 2003

Sommario di questo numero:
1. Gianni Rodari: il peggior sordo
2. Associazione culturale Papillon: una iniziativa di civilta'
3. Giovanni Mandorino: non dimentichiamo il popolo iraniano
4. Matteo Soccio: una bibliografia essenziale sul potere di tutti
5. Antonio Tricarico: Palermo chiama Cancun
6. Ida Dominijanni: un attacco al cuore dell'Europa
7. Gloria Buffo: asilo politico alle donne vittime di violenza
8. Incontro annuale di "Bilanci di giustizia"
9. Recenti pubblicazioni di Servitium editrice
10. Letture: Giorgio Agamben, Stato di eccezione
11. Letture: Vittorio Agnoletto, Prima persone
12. Letture: Dario Antiseri, Principi liberali
13. Riletture: Edgarda Ferri, Il perdono e la memoria
14. Riletture: Margaret Mead, Maschio e femmina
15. Riletture: Fernanda Pivano, Poesia degli ultimi americani
16. Le diagnosi di Messer Rovina: una sciocchezza ancora
17. Peppe Sini: uomini in gabbia
18. La "Carta" del Movimento Nonviolento
19. Per saperne di piu'

1. POESIA E VERITA'. GIANNI RODARI: IL PEGGIOR SORDO
[Dai "Nuovi proverbi" alla p. 89 di Gianni Rodari, Il libro dei perche',
Einaudi, Torino 1989, riprendiamo questo distico. Gianni Rodari e' nato a
Omegna nel 1920; maestro, antifascista, militante comunista, giornalista,
scrittore; nel 1970 riceve il Premio Andersen (il massimo riconoscimento per
la letteratura per l'infanzia); muore nel 1980. Tra le opere di Gianni
Rodari di particolar interesse dal nostro punto di vista e' la Grammatica
della fantasia, Einaudi, Torino, piu' volte ristampata; nel 1990 Emme
Edizioni ed Einaudi in collaborazione hanno avviato la pubblicazione delle
Opere complete di Gianni Rodari. Opere su Gianni Rodari: cfr. almeno
Marcello Argilli, Gianni Rodari. Una biografia, Einaudi, Torino 1990; Pino
Boero, Una storia, tante storie. Guida all'opera di Gianni Rodari, Einaudi,
Torino 1992; Carmine De Luca, Gianni Rodari. La gaia scienza della fantasia,
Abramo, Catanzaro 1991; Patrizia Zagni, Gianni Rodari, La Nuova Italia,
Firenze 1975]
Il peggior sordo e' quello
che fa finta di sentire.

2. APPELLI. ASSOCIAZIONE CULTURALE PAPILLON: UNA INIZIATIVA DI CIVILTA'
[Dall'Associazione culturale Papillon-Rebibbia onlus (per contatti: e-mail:
papillonrebibbia at katamail.com, o anche: vittorioantonini at tiscalinet.it,
sito: www.papillonrebibbia.org) riceviamo e diffondiamo]
Nei giorni scorsi, al Senato, una esigua maggioranza e' riuscita a
restringere ulteriormente la gia' risibile portata della proposta di legge
sulla sospensione condizionale della pena, il cosiddetto "indultino".
Si e' voluto cosi' mortificare per l'ennesima volta l'aspirazione dei
detenuti, di una parte della societa' civile e dello stesso papa, ad un
provvedimento di indulto e ad una serie di riforme del sistema penitenziario
che costituiscono il passaggio piu' urgente di una diustizia che voglia
davvero essere "piu' giusta" per tutti i cittadini.
Queste scelte testimoniano un'assurda irresponsabilita' politica che non
puo' essere coperta neanche dai polveroni mass-mediatici di questi giorni,
costruiti ad arte speculando sulla sofferenza di alcuni cittadini vittime di
reati.
E' semplicemente vergognoso che invece di riflettere sul vertiginoso aumento
dell'autolesionismo e dei gesti di disperazione, aggravati anche da
situazioni sanitarie e di sovraffollamento disastrose, qualcuno arrivi a
mettere in discussione persino il gia' poco applicato diritto alla
sospensione della pena per i detenuti afflitti da malattie platealmente
incompatibili con la detenzione.
Di questa assurda situazione stanno discutendo i detenuti italiani, ed in
alcuni istituti - come Regina Coeli, Cagliari, Rebibbia Penale,
Civitavecchia, Viterbo e altri-  sono gia' iniziate o stanno per iniziare
delle pacifiche iniziative di protesta per l'indulto e le riforme (oltre che
per i tanti e gravi problemi particolari di ogni carcere).
Queste e tutte le altre pacifiche iniziative che in ogni citta' i detenuti
vorranno organizzare (per uno o piu' giorni) troveranno il responsabile
sostegno della Papillon, la quale e' convinta che la nostra iniziativa puo'
vincere soltanto se e' concretamente ripresa e sostenuta dai piu' diversi
ambiti della societa' civile.
In questa direzione, ci sembra significativo che nelle scorse settimane
migliaia di giovani abbiano circondato pacificamente i carceri di Rebibbia e
che la prossima settimana ancora in tanti manifesteranno vicino a Regina
Coeli, cosi' come sono importanti i tanti momenti di confronto organizzati
da centinaia di parrocchie in tutta Italia per riflettere con i cittadini
sul rapporto esistente tra l'emarginazione, l'illegalita' e il carcere.
Ci auguriamo che nelle prossime settimane saranno al nostro fianco anche
quelle forze che proprio in questi giorni in Commissione giustizia alla
Camera hanno saputo contrapporsi all'ulteriore tragica beffa contro i
detenuti, ed in particolare contiamo su quegli uomini politici che piu' di
altri hanno dimostrato concretamente di volersi battere per un
provvedimento di indulto che abbia un reale effetto positivo sull'incivile
situazione di sovraffollamento delle carceri.
A tutti i parlamentari e consiglieri regionali e comunali di ogni partito
chiediamo di recarsi nelle carceri in queste settimane, e ad ognuno di essi
chiediamo di adoperarsi affinche' le Istituzioni a tutti i livelli si
assumano le loro responsabilita' per la risoluzione dei piu' gravi problemi
di loro competenza.
Tutti insieme, dentro e fuori dalle galere, possiamo oggi provare a
rovesciare la tragica beffa votata dalla maggioranza del Senato, dando un
nuovo impulso alla nostra pacifica iniziativa di civilta'.

3. APPELLI. GIOVANNI MANDORINO: NON DIMENTICHIAMO IL POPOLO IRANIANO
[Ringraziamo Giovanni Mandorino (per contatti: g.mandorino at tiscali.it) per
questo intervento. Giovanni Mandorino e' una delle piu' rigorose e attive
persone impegnate per la nonviolenza]
Dopo una forte visibilita` data due settimane fa dai nostri media alle
manifestazioni e alla repressione in Iran, su tutto sembra essere tornato il
silenzio.
In realta` in quel paese le manifestazioni per la democrazia e la
repressione proseguono e si allargano, e rischiano di tornare in primo piano
solo quando potranno essere strumentalizzate dai grandi potentati economici
globali.
In particolare in queste circostanze dobbiamo dare prova di essere in grado
di costruire da noi la nostra "agenda" e non limitarci ad essere guidati dai
riflettori di quella informazione sulla cui emancanza di oggettivita` ed
eterodirezione tanto abbiamo avuto occasione di discutere.
Riporto qui di seguito un appello di Ali Ghaderi, esponente dell'opposizione
iraniana in esilio in Italia che ci sprona a fare quanto nelle nostre
possibilita` per migliorare le condizioni di vita di quel popolo.
"Aiutateci. Sostenete la lotta degli uomini e delle donne dell'Iran
soffocato da un regime che ha in disprezzo la democrazia e che imprigiona ed
uccide i propri oppositori. Mi piacerebbe vedere il prossimo 9 luglio una
manifestazione di sostegno alle lotte del popolo iraniano in ogni citta'
d'Europa. Cosi' che il mondo intero si accorga del coraggio di quegli uomini
e di quelle donne".
Sul sito www.informationguerrilla.org si possono trovare maggiori
informazioni e un appello di sostegno agli studenti iraniani nelle prigioni
della Repubblica Islamica e la loro lotta per la liberta' e democrazia in
Iran. Da firmare.

4. MATERIALI. MATTEO SOCCIO: UNA BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE SUL POTERE DI TUTTI
[Dal fascicolo di maggio 2003 del mensle "Azione nonviolenta" (per contatti:
e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) riprendiamo
questa bibliografia a cura di Matteo Soccio, una delle piu' autorevoli
figure dell'impegno di pace e della riflessione nonviolenta]
Teoria del potere
- B. Barnes, La natura del potere, Bologna, Il Mulino, 1995.
- G. M. Chiodi, La menzogna del potere. La struttura elementare del potere
nel sistema politico, Milano, Giuffre', 1979.
- N. Chomsky, Capire il potere, Milano, Tropea, 2002.
- G. Duso, Il potere. Per la storia della filosofia politica moderna, Roma,
Carocci, 1999.
- A. Honneth, Critica del potere. La teoria della societa' in Adorno,
Foucault e Habermas, Bari, Dedalo, 2002.
- B. de Jouvenel, Del potere. Storia naturale della sua crescita, Milano,
SugarCo, 1991.
- D. C. McClelland, Il potere. Processi e strutture: un'analisi
dall'interno, Roma, Armando, 1988.
- V. Pareto, Un'analisi della democrazia e del potere. Antologia, Lecce,
Manni, 1993,
- G. Pecora, Potere politico e legittimita', Milano, SugarCo, 1987.
- H. Popitz, Fenomenologia del potere, Bologna, Il Mulino, 2001.
- F. Rigotti, Il potere e le sue metafore, Milano, Feltrinelli, 1992.
- G. Sharp, Politica dell'azione nonviolenta. Vol. 1: Potere e lotta,
Torino, Edizioni Gruppo Abele, 1985.
*
Dalla democrazia rappresentativa alla democrazia reale
- A. Baldassarre (a cura di), I limiti della democrazia, 2a ed., Bari,
Laterza, 1996.
- P. Barcellona, Democrazia: quale via di scampo?, Molfetta, La Meridiana,
1995.
- N. Bobbio, Quali alternative alla democrazia rappresentativa?, in: Idem,
Quale socialismo, Torino, Einaudi, 1977.
- N. Bobbio, Il futuro della democrazia, Torino, Einaudi, 1995.
- M. Bovero, Contro il governo dei peggiori. Una grammatica della
democrazia, Bari, Laterza, 2000.
- C. Donolo, Il sogno del buon governo, Milano, Anabasi, 1994.
- J. W. Gardner, Il ritorno della fiducia. Si puo' costruire una democrazia
piu' giusta?, Roma, Armando, 1972.
- G. Sartori, Democrazia: cosa e', Milano, Rizzoli, 1993.
- C. Sini - U. Curi (a cura di), Democrazia, Padova, Il Poligrafo, 2001.
*
La partecipazione
- Aa.Vv., L'impronta civica. Le forme della partecipazione sociale degli
italiani: associazionismo, volontariato, donazioni, Roma, Edizioni Lavoro,
2001.
- F. Emery, Per una democrazia della partecipazione, Rosenberg & Sellier,
1991.
- T. Frosini, Forme di governo e partecipazione popolare, Torino,
Giappichelli, 2002.
- T. Genro - U. de Souza, Il bilancio partecipativo. L'esperienza di Porto
Alegre, Milano, Edizioni La Ginestra, 2002.
- R. Lorenzo, La citta' sostenibile. Partecipazione, luogo, comunita',
Milano, Eleuthera, 1998.
- A. Montuosi - I. Conti, Dal dominio alla partecipazione, Milano, Etas,
1997.
- F. Raniolo, La partecipazione politica, Bologna, Il Mulino, 2002.
- P. Sullo (a cura di), La democrazia possibile. Il cantiere del nuovo
municipio e le nuove forme di partecipazione da Porto Alegre al vecchio
continente, Napoli, Intra Moenia, 2002.
- P. L. Zampetti, La democrazia partecipativa e il rinnovamento delle
istituzioni,Genova, Ecig, 1995.
- P. L. Zampetti, Partecipazione e democrazia completa. La nuova vera via,
Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, 2002.
*
Controllo dal basso e democrazia diretta
- Aa. Vv., Democrazia e oltre, Milano, Eleuthera, 1994.
- M. Bookchin, Democrazia diretta, Milano, Eleuthera, 2a ed., 2001.
- A. Di Giovine, Democrazia diretta e sistema politico, Padova, Cedam, 2001.
- R. Morandi, Democrazia diretta e riforme di struttura, Torino, Einaudi,
1975.
- G. Rensi, La democrazia diretta, Milano, Adelphi, 1995.
- G. Schiavone (a cura di), La democrazia diretta. Un progetto politico per
la societa' di giustizia, Bari, Dedalo, 1997.
*
L'omnicrazia di Capitini
- N. Bobbio, Maestri e compagni, Firenze, Passigli, 1984.
- G. Cacioppo (a cura di), Il messaggio di Aldo Capitini, Manduria, Lacaita,
1977.
- A. Capitini, Il potere di tutti, Firenze, La Nuova Italia, 1969; 2a ed.
Perugia, Guerra Edizioni, 1999.
- A. Capitini, Nuova socialita' e riforma religiosa, Torino, Einaudi, 1950.
- A. De Sanctis, L'ideale omnicratico, in A. Capitini, Il potere di tutti,
2a ed., Perugia, Guerra, 1999, pp. 57-82.
- P. Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Aosta, Stylos, 2001.
- "Il potere e' di tutti", periodico mensile fondato da Aldo Capitini,
Perugia, 1964-1968.
*
La cittadinanza attiva
- Aa.Vv., La rete di Lilliput. Alleanze, obiettivi, strategie, Bologna, Emi,
2001.
- Aa. Vv., L'acqua come cittadinanza attiva. Democrazia e educazione tra i
nord e i sud del mondo, Bologna, Emi, 2003.
- G. Amendola, In nome del popolo inquinato. Manuale giuridico di autodifesa
ecologica, Milano, Franco Angeli, 1990.
- A. Anfossi - T. K. Oommen (a cura di), Azioni politiche fuori dei partiti,
Milano, Franco Angeli, 1997.
- I. Bartoloni, Il nuovo potere delle donne, Milano, Sperling & Kupfer,
2001.
- L. Castellina (a cura di), Il cammino dei movimenti. Da Seattle a Porto
Alegre 2003 ai cento milioni in piazza per la pace, Napoli, Intra Moenia,
2003.
- G. Cotturri, La cittadinanza attiva. Democrazia e riforma della politica,
Roma, Fondazione Italiana del Volontariato, 1998.
- D. Della Porta - M. Diani (a cura di), I movimenti sociali, Roma, La Nuova
Italia Scientifica, 1997.
- S. Gawronski, Guida al volontariato. Un libro per chi vuole cominciare,
Torino, Einaudi, 1997.
- Legambiente (a cura di), Ci penso io. Quando i cittadini si autorganizzano
per rendere piu' vivibile la propria citta', Roma, 1996.
- G. Moro, Manuale di cittadinanza attiva, Roma, Carocci, 1998.
- G. Quaranta - G. Berlinguer - F. Caroleo, L'uomo negato, Milano, Franco
Angeli, 1984.
- F. Sciarretta, I diritti dei cittadini. Come salvarsi dagli abusi pubblici
e privati, Milano, Il Sole 24 Ore, 1992.
- L. Tivelli, Il libro di chiunque. Manuale per il cittadino della seconda
Repubblica, Torino, Nuova Eri, 1994.
- F. Vicentini, Manuale per un cittadino arrabbiato. Guida pratica per
controllare i governanti, Cittadella (Pd), Edizioni Amedeus, 1994.
- Movimento Nonviolento (a cura del), Nonviolenza in cammino. Storia del
Movimento Nonviolento dal 1962 al 1992, Verona, Edizioni del Movimento
Nonviolento, 1998.
*
Consenso e dissenso
- H. Arendt, La disobbedienza civile e altri saggi, Milano, Giuffre', 1985.
- G. Balandier, Societa' e dissenso, Bari, Dedalo, 1976.
- G. De Martino (a cura di), Antologia del dissenso. Orizzonti politici e
culturali del movimento antiglobalizzazione, Napoli, Intra Moenia, 2002.
- L. Ferrara (a cura di), Un altro mondo e' possibile. L'onda della
moltitudine in Europa, 2a ed., Napoli, Intra Moenia, 2002.
- F. Gesualdi, Manuale per un consumo responsabile. Dal boicottaggio al
commercio equo e solidale, Milano, Feltrinelli, 2002.
- G. Goetz, Il giuramento rifiutato. I docenti universitari e il regime
fascista, Firenze, La Nuova Italia, 2000.
- A. L'Abate, Consenso, conflitto, mutamento sociale. Introduzione ad una
sociologia della nonviolenza, Milano, Franco Angeli, 1990.
- S. Hampshire, Non c'e' giustizia senza conflitto, Milano, Feltrinelli,
2001.
- E. de La Boetie, Discorso sulla servitu' volontaria, Milano, La Vita
Felice, 1996 (testo francese a fronte). Altre edizioni: Milano, Jaca Book,
1979; Napoli, Procaccini, 1994; Torino, La Rosa, 1995.
- G. Pontara, Guerra, disobbedienza civile, nonviolenza, Torino, Edizioni
Gruppo Abele, 1996.
- T. Serra, La disobbedienza civile. Una risposta alla crisi della
democrazia?, 2a ed., Torino, Giappichelli, 2002.
- H. D. Thoreau, Disobbedienza civile, Bari, De Donato, 1968. L'opera e'
stata piu' volte ristampata ed e' disponibile nelle seguenti edizioni:
Mondadori, Milano; Demetra, Verona; Se, Milano; Procaccini, Napoli (vedi
titolo seguente).
- H. D. Thoreau, Resistenza al governo civile. Una esperienza americana che
precorre Tolstoj e Gandhi, Napoli, Procaccini, 1997.
*
La democrazia virtuale
- A. Fici, Internet e le nuove forme della partecipazione politica, Milano,
Franco Angeli, 2002.
- A. C. Freschi, La societa' dei saperi. Reti virtuali e partecipazione
popolare, Roma, Carocci, 2002.
*
La democrazia globale
- Aa. Vv., Missili e potere popolare. Per la riforma dell'art. 80 della
Costituzione, Milano, Franco Angeli, 1986.
- D. Archibugi, Democrazia cosmopolitica: una riaffermazione,Trieste,
Asterios, 2000.
- J. Brecher - T. Costello - B. Smit, Come farsi un movimento globale. La
costruzione della democrazia dal basso, Roma, DeriveApprodi, 2001.
- T. Fotopoulos, Per una democrazia globale, Milano, Eleuthera, 1999.
- L. Ferrara (a cura di), Porto Alegre. Il movimento dei movimenti. Una
nuova narrazione del mondo, Napoli, Intra Moenia, 2002.
- E. A. Mance, La rivoluzione delle reti. L'economia solidale per un'altra
globalizzazione, Bologna, Emi, 2003.
- A. Nanni (a cura di), Comunita' e democrazia associativa per una
globalizzazione dal basso, Piacenza, Monti, 2002.
- A. Papisca, Democrazia internazionale, via di pace. Per un nuovo ordine
internazionale democratico, 5a ed., Milano, Franco Angeli, 1995.
- M. Pianta, Globalizzazione dal basso. Economia mondiale e movimenti
sociali, Roma, Manifestolibri, 2001.

5. INIZIATIVE. ANTONIO TRICARICO: PALERMO CHIAMA CANCUN
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 5 luglio 2003. Antonio Tricarico e'
impegnato nella Campagna per la riforma della Banca mondiale]
"Quella del Wto non puo' essere considerata un'agenda di sviluppo, perche'
riguarda lo sviluppo dei soliti noti e poco trasparenti potentati che
muovono i governi ricchi del pianeta. Cancun rischia di essere il solito
can-can neoliberista che escludera' per sempre i vecchi e nuovi poveri del
mondo". Cosi' Alex Zanotelli, guida spirituale di Rete Lilliput, ha aperto
la conferenza stampa della Campagna "Questo mondo non e' in vendita", per
presentare la due giorni che la societa' civile europea promuove a Palermo
come contraltare al vertice informale dei ministri del commercio dell'Ue,
convocati dal vice-ministro Urso il 6 luglio. A Roma, come in altre dieci
capitali europee, ieri ci si e' mobilitati per lanciare una sfida europea al
vertice di Palermo e per fermare l'espansione del Wto.
Da mesi il governo italiano cerca di ridimensionare le aspettative
sull'attesissima quinta conferenza ministeriale del Wto di settembre a
Cancun in Messico, giro di boa del nuovo round negoziale lanciato a Doha nel
novembre 2001. I rischi di fallimento sono elevati e a Palermo, per la terza
volta negli ultimi anni, i ministri del commercio dell'Ue si riuniscono
informalmente proprio per trovare una soluzione al rebus Wto, sempre piu'
complicato e cruciale per l'intero processo di globalizzazione. I 15
ministri, cui si aggiungono per la prima volta i 10 colleghi dei paesi che
entreranno presto nell'Ue, proveranno a vendere come innovativa la
modestissima revisione della politica agricola comunitaria siglata a fine
giugno a Bruxelles, respingendo le critiche del sud del mondo per la mancata
riduzione degli odiosi sussidi all'esportazione che distruggono l'economia
rurale del paesi poveri, nonche' arginando l'attacco Usa sulla questione
degli organismi geneticamente modificati, pretesto per iniziare a
smantellare le cosiddette barriere non tariffarie del sistema agricolo
europeo a difesa della produzione di qualita' e dei piccoli coltivatori.
Allo stesso tempo, l'Unione europea avra' bisogno del sostegno dell'altra
sponda dell'Atlantico per imporre al sud del mondo l'ulteriore allargamento
del Wto a questioni quali investimenti, concorrenza e trasparenza negli
appalti pubblici, rianimando cosi' vecchi spettri quali l'accordo
multilaterale sugli investimenti, che la societa' civile globale e
l'opposizione del sud del mondo fermarono a Seattle viste le drammatiche
implicazioni sociali ed ambientali della proposta.
L'Unione europea pero', gia' considerata sempre piu' aggressiva dai paesi in
via di sviluppo per le sue richieste di ulteriore liberalizzazione dei loro
mercati dei servizi, inclusi quelli pubblici, dovra' cercare di convincerli
sulla questione investimenti tramite modeste concessioni. Tra queste, una
riedizione al ribasso dell'accordo sull'accesso ai farmaci generici contro
le malattie infettive, gia' siglato nel novembre 2001 e non rispettato dagli
Usa, i quali oggi propongono in modo inaccettabile, come denunciato da
Medici senza frontiere, di definire una lista limitata di paesi di cui
tollerare il mancato rispetto dei brevetti sui farmaci. E pensare che
proprio al governo italiano il Wto aveva chiesto di mediare sulla vergognosa
questione e che questi rischiano di essere i risultati.
La societa' civile crede che sia giunto il momento di ritirare la richiesta
di espansione dei poteri del Wto dal mandato del commissario europeo al
commercio, Pascal Lamy, che finora nei trattati dell'Ue ha dimenticato la
coerenza tra politica commerciale, sviluppo sostenibile e lotta alla
poverta', a vantaggio soltanto del dogma del libero commercio sotto la lobby
delle grandi multinazionali; ed e' stato responsabile, come ricordano i
sindacati, di non essersi opposto all'esclusione dal Wto delle clausole
sociali, come voluto da Bush e dalle economie emergenti del sud del mondo.
A Lamy, presente ieri a Roma per l'incontro di rito tra Commissione europea
e presidenza di turno dell'Ue, gli attivisti della campagna hanno rivolto
una burla stile Toto', mettendo all'asta la Fontana di Trevi, cosi' come
l'Ue vorrebbe fare con i servizi di distribuzione dell'acqua nel sud del
mondo all'interno dei famigerati negoziati Gats del Wto sui servizi.
Di questo, e di come fermare il Wto a Cancun, si parlera' nel fine settimana
all'Universita' e nelle piazze di Palermo. Perche' un'altra Europa e'
possibile.

6. RIFLESSIONE. IDA DOMINIJANNI: UN ATTACCO AL CUORE DELL'EUROPA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 3 luglio 2003. Ida Dominijanni e' una
prestigiosa intellettuale femminista]
Soleva dire commovendosi Carlo Azeglio Ciampi, quando era ministro del
tesoro nel governo Prodi, che bisognava far presto a costruire l'Europa,
prima che se ne andasse la generazione che porta memoria vivente delle
tragedie del nazifascismo, dell'olocausto, della guerra. Parole sante,
sensibilita' storica vibrante, che gli valsero non pochi consensi
nell'opinione pubblica di sinistra ai tempi della sua elezione al Quirinale.
Una tragica ironia della storia vuole oggi che Carlo Azeglio Ciampi
presidente della Repubblica, diventato sensibile piu' al decoro nazionale
che alla memoria continentale, si trovi a sostenere alla presidenza del
semestre europeo un figuro come Silvio Berlusconi, che inaugura il suo
incarico attaccando l'identita' europea nel suo cuore piu' delicato e nella
sua ferita piu' sanguinante, quella di Auschwitz.
Non e' solo uno scandalo politico e non e' solo un incidente istituzionale
quello che s'e' visto ieri nel parlamento di Strasburgo. La performance di
Berlusconi e' un rivelatore preciso della cultura profondamente antieuropea
che il presidente del semestre esprime. Si puo' sempre ridurla in burletta,
restando dentro la stessa italica tradizione da cui nasce, ma saggezza
consiglia di prenderla sul serio per quello che a': una cultura
qualunquista, postnovecentesca e postdemocratica. Il contrario di quello che
servirebbe per portare a termine la gestazione di un'Europa che vorrebbe
nascere precisamente dalla memoria novecentesca, superando nell'Unione una
lunga storia di guerra civile e seppellendo nel costituzionalismo qualunque
esperienza e qualunque evenienza di dittatura delle maggioranze.
Lo sa bene Shulz, quando replica a Berlusconi che il rispetto delle vittime
del fascismo e del nazismo gli impedisce di rispondergli per le rime. lo sa
la Spd, quando fa presente che su quelle vittime non e' consentita ironia
alcuna, tantomeno da parte del primo ministro di un paese che ha partorito
Mussolini. Lo sanno il presidente e l'ex presidente del parlamento di
Strasburgo, quando giustamente leggono nelle parole di Berlusconi un insulto
ai principi della nascitura Costituzione europea.
Il Cavaliere invece non lo sa, perche' non e' solo il galateo
istituzionale - il tanto invocato decoro - a fargli difetto, ma l'idea vaga
della densita' simbolica del luogo e del momento in cui si trova, e delle
tracce di storia che possono intralciare la sua fulgida ascesa. Si' che la
toppa che trova per non scusarsi e' peggio del buco: l'immagine del Belpaese
che sdrammatizza tutto, anche l'olocausto, con le barzellette la dice lunga
sull'Italia che Berlusconi vorrebbe portare in Europa. Ma se su questo punto
c'e' insipienza e cinismo, sul secondo, l'idea di democrazia, c'e' metodo e
dolo.
Il nuovo palcoscenico europeo serve al presidente del consiglio per ribadire
con convinzione il suo unico principio di fede: chi e' stato eletto a
maggioranza non si tocca, non si discute, non si attacca, puo' fare quello
che vuole. Puo' darsi che il meglio della giornata oscuri una delle frasi
piu' pregevoli da lui pronunciate nel corso della mattinata per difendersi
dalle critiche dei deputati europei sul suo uso personalistico dello stato e
del legislativo: "Sono solo tre le leggi che mi riguardano e sono state la
risposta parlamentare, con strumenti democratici, a chi approfitta del suo
ruolo di funzionario pubblico per attaccarmi dal punto di vista
giudiziario". Tre, solo tre. Il catalogo postdemocratico e' arrivato sul
tavolo europeo: fine della divisione dei poteri, regressione allo stato
patrimoniale, legittimita' contro legalita'.
A questo siamo ormai abituati. Alla profanazione della memoria di Auschwitz
no. Berlusconi non lo sa, ma la memoria, talvolta, sa fare giustizia meglio
dei giudici.

7. INIZIATIVE. GLORIA BUFFO: ASILO POLITICO ALLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA
[E' stata presentata in Parlamento ad aprile, prima firmataria l'onorevole
Gloria Buffo, una proposta di legge (n. 3847) per l'introduzione nella legge
n. 189/2002 di due articoli "in materia di concessione dell'asilo politico
alle donne vittime di violenza". Riportiamo di seguito la relazione di
Gloria Buffo, riprendendola dal sito de "Il paese delle donne"
(www.womenews.net). Gloria Buffo e' parlamentare dei Ds]
Sono moltissimi i casi di violenza fisica e psicologica a cui sono
sottoposte le donne in molte parti del mondo. A mostrarlo sono gli
autorevoli Rapporti delle Nazioni Unite sullo stato della popolazione, dai
quali emerge un panorama di sopraffazioni che stupisce per i numeri, per le
modalita' e per la geografia, giacche' anche i Paesi occidentali non
risultano esserne immuni.
Oggi che la gobalizzazione e' sempre piu' visibile, l'affermazione di una
piena cittadinanza per milioni di donne nel mondo deve essere una priorita'.
Conosciamo la realta' dei Paesi sotto l'influenza dell'integralismo
religioso e la condizione di grave limitazione dei diritti e delle liberta'
fondamentali cui sono sottoposte le donne in numerosi Paesi del mondo, come
pure il drammatico fenomeno delle mutilazioni genitali, che i Rapporti delle
Nazioni Unite ci aiutano a definire con precisione. Abbiamo inoltre
conosciuto la sconcertante violenza sulle donne durante il conflitto
balcanico.
Per questo consideriamo necessario estendere il diritto di asilo alle
"vittime di violenza fisica o psicologica o sessuale per la loro
appartenenza al genere femminile, o per le quali sussiste il pericolo di
subire tali violenze". La politica deve essere un agente di trasformazione
della realta', ma all'auspicata modifica in questo senso delle legislazioni
nazionali, nulla di concreto e' seguito. Eppure il nostro Parlamento si e'
mostrato consapevole della condizione drammatica delle donne in molte aree
del mondo, quando ha invitato le autorevoli protagoniste di battaglie per i
diritti del proprio sesso Khalida Messaoudi, Yolande Mukagasana e Jacqueline
Mukansonera, Mercedes Merono e Elsa Manzotti, Esther Kamatori. Nell'attuale
disciplina in materia di diritto di asilo il caso delle donne vittime di
violenza non e' contemplato. Occorre dunque prevedere uno specifico istituto
che consenta di affrontare i numerosi e drammatici casi che si presentano
continuamente.
E' bene dunque che la norma nazionale fornisca a questo riguardo un
riferimento preciso. Non si tratta di immettere nella legislazione
sull'asilo, peraltro da aggiornare, una specificita' "aggiuntiva".
Normare l'asilo politico senza considerare il caso delle donne perseguitate
in quanto tali, significa continuare ad occultare la dolorosa realta' di
violenza sul genere femminile esistente in numerose aree del mondo. Nella
consapevolezza che una legge da sola non e' in grado di modificare la
condizione delle donne nel mondo, riteniamo doveroso adeguare la nostra
legislazione sul diritto di asilo al principio della dignita' e
dell'integrita' della persona.
Bisogna in proposito ricordare che anche l'Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i rifugiati ha sostenuto che le donne vittime di questo tipo di
violenze devono essere considerate sotto la tutela della Convenzione
relativa allo statuto dei rifugiati, firmata a Ginevra il 28 luglio 1951,
resa esecutiva dalla legge 24 luglio 1954, n. 722.
Le donne italiane in questi anni sono piu' volte, e in varie forme,
intervenute a proposito della variegata collocazione femminile nel mondo.
Ben sapendo che occorre tessere una tela costruita sull'incontro tra
culture, tradizioni, coscienza e strumenti istituzionali oltre che sociali
ed economici. Cio' che e' chiaro e' che questo paziente lavoro non puo'
prescindere dalla decostruzione degli assetti patriarcali nel mondo intero.
Circa l'onere delle disposizioni introdotte da questo provvedimento si
possono valutare l'incremento delle domande di asilo politico in circa il
dieci per cento di quelle attualmente presentate ed un incremento
proporzionale delle spese relative. Questa considerazione ci porta a stimare
l'onere del provvedimento proposto in 1,5 milioni di euro su base annua
(questa cifra rappresenta il dieci per cento dei capitoli 2359, 2360 e
2361 - unita' previsionale di base 4.1.2.5 dello stato di previsione del
Ministero dell'interno relativi alle spese previste per l'anno 2003 per gli
stranieri richiedenti asilo politico).
Proponiamo, essendo esaurito alla data della presentazione della presente
proposta di legge l'accantonamento relativo al Ministero dell'interno del
Fondo speciale per le spese correnti, di ricorrere allo stanziamento
previsto dalla legge finanziaria per il 2003 (legge 27 dicembre 2002, n.
289), all'articolo 80, comma 8, pari a 100 milioni di euro per ciascuno
degli anni 2003, 2004 e 2005. Infatti, di questo stanziamento, per il
reclutamento di mille agenti di pubblica sicurezza e l'assunzione di mille
impiegati dell'amministrazione civile del Ministero, sono riservati 15,5
milioni nel 2003, 52 milioni nel 2004 e 59,5 milioni nel 2005. Il resto
delle somme stanziate deve essere utilizzato "per la piena efficacia degli
interventi in materia di immigrazione e di asilo, riguardanti tra l'altro le
collaborazioni internazionali, l'apertura e la gestione di centri, la rapida
attuazione del Programma asilo, l'ammodernamento tecnologico".

8. INCONTRI. INCONTRO ANNUALE DI "BILANCI DI GIUSTIZIA"
[Da Gianni Fazzini, dell'Operazione Bilanci di Giustizia (per contatti:
giannifazzini at libero.it, o anche: segreteria at bilancidigiustizia.it, sito:
www.bilancidigiustizia.it) riceviamo e diffondiamo]
Anche quest'anno il popolo bilancista si riunisce in un fine settimana
gioioso e riflessivo, l'occasione e' particolarmente attesa perche'
l'Operazione Bilanci di Giustizia compie dieci anni, dieci anni di
sperimentazioni e di costruzione di rete fra consumatori critici. Saranno
tre giorni per mettersi in discussione sul tema "Da consumi di guerra a
consumi di pace" con l'uso di diverse modalita': dai giochi di ruolo
sull'economia ai laboratori teorici e pratici su vari argomenti, dai
confronti con padre Alex Zanotelli, Alberto Castagnola e don Albino
Bizzotto, alle meditazioni serali e mattutine sulla spiaggia.
Il decennale dell'Operazione Bilanci di Giustizia sara' festeggiato fra
video e danze popolari.
L'incontro e' aperto a simpatizzanti e curiosi che saranno i benvenuti.
Attesissimi i bimbi di tutte le eta' che saranno seguiti da uno staff di
animatori.
L'incontro si terra' il 5, 6 e 7 settembre presso il Centro Vacanze "La
Perla" a Igea Marina-Rimini, le iscrizioni si raccolgono entro il 30 luglio
alla segreteria dei Bilanci di Giustizia.
Tutte le informazioni e gli ultimi aggiornamenti sul sito di Bilanci di
Giustizia.
Segreteria Bilanci di Giustizia: tel.0415381479, fax 0415388190, e-mail:
segreteria at bilancidigiustizia.it, sito: www.bilancidigiustizia.it

9. LIBRI. RECENTI PUBBLICAZIONI DI SERVITIUM EDITRICE
[Servitium e' la casa editrice che affianca la rivista omonima, cosi'
intimamente legata alla lezione e alla memoria di David Maria Turoldo,
pubblica libri bellissimi che vivamente raccomandiamo. Per contatti e
richieste: via Ticino 2, 24020 Gorle (Bergamo), tel. 0354398011, fax
035792030, e-mail: info at servitium.it, sito: www.servitium.it]
Novita'
- Annick de Souzenelle, La lettera, strada di vita. Il simbolismo delle
lettere ebraiche.
Fra i principi che regolano la lingua ebraica il valore simbolico,
attribuito dalla tradizione alle lettere dell'alfabeto, e' una delle chiavi
essenziali per una penetrazione spirituale delle Scritture. Ogni lettera
possiede la propria energia significante, e la sua presenza in un nome, in
un testo sacro non e' mai arbitraria.
In questo libro dunque Annick de Souzenelle ci introduce nel mondo
affascinante di ciascuna delle lettere ebraiche alla luce della sua
straordinaria intelligenza e della sua fede cristiana, facendoci scoprire
nella Bibbia, e in noi stessi, ricchezze che neppure sospettavamo. Sotto il
nostro sguardo la lettera diventa "strada di vita", via di fertile ricerca
per un'evoluzione interiore verso la maturita'.
Nata all'indomani della prima guerra mondiale, Annick de Souzenelle ha
conosciuto un'infanzia segnata dai finali sussulti di questo "terremoto". La
vita delle persone adulte che vede le sembra assurda: quella degli uomini
chiusa nel ricordo delle ore gloriose delle trincee; quella delle donne
confinate nei domestici rifugi. "Queste persone sono come foglie morte"
scoprira' un giorno: "Bisogna che venga un forte vento perche' abbiano
l'illusione di vivere"". Decide allora di "vivere davvero": si avvicina
cosi' al cristianesimo ortodosso d'occidente e impara l'ebraico. Aveva prima
studiato matematica e scienze umane; diplomata infermiera, ha svolto la
professione di anestesista, prima, e poi di psicoterapeuta. Ora dedica la
sua "terza eta'" a insegnare cio' che lei va rielaborando: un'antropologia
che rimetta l'uomo nella dinamica del suo compimento divino.
- Adolfo Asnaghi, L'uccello di fuoco. Storia della filosofia russa.
"Ricercare nella cultura russa il settore strettamente filosofico, anche se
camuffato alcune volte sotto strutture formalmente distinte, costituisce un
procedimento perfettamente ben raffigurato da un'antica favola, quella
dell'Uccello di fuoco.
Cosi' la storia della filosofia russa va ricostruita dopo un lungo cammino
di paziente rinvenimento delle sue fondamentali intuizioni, suscitate dagli
influssi sia delle sue immense ispirazioni poetiche e musicali, che dai
contatti con le elucubrazioni del pensiero patristico della chiesa orientale
e occidentale, come pure dalle sollecitazioni dei pensatori europei e
asiatici.
Il tutto elaborato nel crogiolo delle sue liturgie, delle sue tradizioni
proverbiali e persino culinarie, giacche' l'uomo e' anche cio' che mangia,
cio' che quotidianamente soffre e di cui gioisce, ride, si preoccupa e
piange; gli usi e i consumi, l'esistere e il morire, la vita e la morte; il
suo destino e il suo Dio. In una parola: la sua storia".
Il libro puo' essere un autentico "manuale" per conoscere organicamente il
pensiero russo, un testo che riempie una lacuna anche nell'ambito
bibliografico e scolastico.
Adolfo Asnaghi, nato a Milano nel 1917, e' prete cattolico dal 1940. Dopo
gli studi classici si e' laureato in teologia, materia che ha insegnato per
ventisette anni prima di passare a storia e filosofia. Ha collaborato a
diversi giornali e riviste sia italiane che straniere (Spagna e Francia),
dopo aver scritto anche su fogli clandestini nell'ultimo periodo della
guerra. Ha partecipato alla fondazione del "Il Segno" (1945), di "Quinto
Stato" (1953) e di "Russia cristiana". Suoi studi si trovano in varie
miscellanee e dizionari. Nel 1951 traduce per la prima volta in italiano
L'avvento dell'anticristo di Vladimir S. Solov'ev. Nel 1973 pubblica Storia
ed escatologia del pensiero russo, primo tentativo in Italia di una storia
della filosofia russa. Nel 1975 partecipa alla redazione di Rasskaja
Religiozno-filosovskaja Myslí XX veka (Universita' di Pittsburg, Usa). In
anni piu' recenti ha pubblicato presso l'editrice Servitium, L'amante della
sofia (1990) e Le porte belle (1991), e romanzi che sono suggestive sintesi
della sua sapienza e della sua esperienza di docente a contatto con le nuove
generazioni. Ha svolto una vasta attivita' di conferenziere, in Italia e
all'estero, divulgando, soprattutto negli anni cinquanta, il pensiero di
Teilhard de Chardin.
- Raimon Panikkar, Iniziazione ai Veda. Compendio dai Veda, testi
fondamentali della rivelazione vedica. A cura di Milena Carrara.
La rivelazione vedica dischiude il processo dell'uomo che "diviene
consapevole" e scopre se stesso insieme ai tre mondi e alle loro mutue
relazioni. Questo libro, che offre una sintesi accurata dei Veda,
rappresenta un vero cammino iniziatico che, seguendo il ritmo della vita del
cosmo, ci porta alla realizzazione della nascita della vera Vita in noi.
Essere capaci di invocare, cioe' di implorare qualcosa di piu' grande di noi
e di infrangere cosi' i nostri limiti, e' l'inizio della saggezza, la
sorgente della speranza e la condizione della gioia.
Nato a Barcellona nel 1918 da padre indiano e madre catalana, Raimon
Panikkar e' prete cattolico, laureato in chimica, filosofia e teologia. Ha
tenuto corsi e lezioni nelle maggiori universita' d'Europa, India e Stati
Uniti. Membro dell'Istituto internazionale di filosofia, ha fondato riviste
e centri di studi interculturali. Attualmente vive a Tavertet, sulle
montagne sopra Barcellona, dove continua la sua ricerca, l'esperienza
contemplativa e l'attivita' culturale. Vastissima e' la sua conoscenza
scientifica e umanistica, delle tradizioni religiose e delle rispettive
letterature. Dedica lo studio e molta attenzione al dialogo inter- e
intra-religioso. Gli sono stati attribuiti vari premi e riconoscimenti a
livello internazionale, ultimamente in Italia il premio "Nonino".
Milena Carrara da molti anni si dedica allo studio delle tradizioni
religiose e dei testi sacri particolarmente hindu', in collaborazione
stretta con Raimon Panikkar, del quale attualmente cura le pubblicazioni in
Italia e anche all'estero. Di recente ha curato l'edizione italiana
dell'opera The Vedic experience, uscita in due volumi nella collana Bur
della Rizzoli, sotto il titolo I Veda, Testi fondamentali della tradizione
vedica.
*
Ristampe
- David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, euro 7.
- Christiane Singer, Storia d'anima, euro 9,50.
*
Nuove edizioni
- Marie Madeleine Davy, La montagna e il suo simbolismo, euro 13.
- Giovanni Vannucci, Il tempio dello spirito, euro 7.

10. LETTURE. GIORGIO AGAMBEN: STATO DI ECCEZIONE
Giorgio Agamben, Stato di eccezione, Bollati Boringhieri, Torino 2003, pp.
128, euro 12. Agamben, gia' autore di libri di grande acutezza come Homo
sacer, Mezzi senza fine, Quel che resta di Auschwitz, riflette qui sullo
"stato di eccezione, ossia quella sospensione dell'ordine giuridico che
siamo abituati a considerare una misura provvisoria e straordinaria" e che
invece "sta oggi diventando sotto i nostri occhi un paradigma normale di
governo che determina in misura crescente la politica sia estera che interna
degli Stati".

11. LETTURE. VITTORIO AGNOLETTO: PRIMA PERSONE
Vittorio Agnoletto, Prima persone, Laterza, Roma-Bari 2003, pp. VI + 248,
euro 14. Uno dei piu' noti portavoce del "movimento dei movimenti" (con una
lunga storia personale di appassionato impegno sociale e politico) racconta
esperienze e ragioni dell'impegno affinche' a tutti gli esseri umani siano
riconosciuti tutti i diritti umani. Una testimonianza autorevole che merita
di essere letta e meditata. (E' noto, ma lo ripetiamo una volta di piu'
affinche' non ci siano equivoci di sorta, che riteniamo inaccettabili alcune
profonde ambiguita' di ampi settori del "movimento dei movimenti", di cui
alcune iniziative e posizioni abbiamo giudicato e giudichiamo tuttora
gravemente errate e inammissibili, ed altrettanto grave e inaccettabile
riteniamo il perdurante diffuso atteggiamento acritico e irresponsabile
rispetto a scelte che hanno contribuito ad esiti tragici).

12. LETTURE. DARIO ANTISERI: PRINCIPI LIBERALI
Dario Antiseri, Principi liberali, Rubbettino, Soveria Mannelli 2003, pp. 12
0, euro 6. Il grande studioso di filosofia e scienze sociali riassume con
stile vivace ed arguto gli argomenti a sostegno delle posizioni liberali e
liberiste. Anche nel disaccordo piu' netto su alcune delle tesi proposte, e'
una lettura utile (e sarebbe bene che quanti sono impegnati contro la
globalizzazione neoliberista leggessero le opere di Antiseri e dei grandi
autori del pensiero liberale del Novecento - da Popper ad Hayek a Mises -
che Antiseri ha contribuito ad introdurre  nella cultura italiana).

13. RILETTURE. EDGARDA FERRI: IL PERDONO E LA MEMORIA
Edgarda Ferri, Il perdono e la memoria, Rizzoli, Milano 1988, pp. 270, lire
22.000. L'autrice dialoga, con sensibilita' e partecipazione, con persone
che hanno perso i loro familiari, assassinati nei lager, dai poteri
criminali, nelle stragi, dal terrorismo. Un libro che merita di essere
riletto e meditato.

14. RILETTURE. MARGARET MEAD: MASCHIO E FEMMINA
Margaret Mead, Maschio e femmina, Il Saggiatore, Milano 1962, Mondadori,
Milano 1991, pp. 408, lire 15.000. Il celebre studio del 1949 della grande
antropologa.

15. RILETTURE. FERNANDA PIVANO: POESIA DEGLI ULTIMI AMERICANI
Fernanda Pivano, Poesia degli ultimi americani, Feltrinelli, Milano 1964,
1980, pp. 372 (piu' il foglio di "Bomb" di Gregory Corso). Un'antologia
ormai classica.

16. LE DIAGNOSI DI MESSER ROVINA: UNA SCIOCCHEZZA ANCORA
[Ci stara' mica prendendo gusto, Messer Rovina?]
Continua ad andare di moda la stupidaggine di fare l'apoteosi della societa'
civile e denigrare un generico e sfuggente oggetto chiamato "la politica".
Ci duole dirlo, e' un'equivoca sciocchezza.
Dal vecchio Hegel apprendemmo che la societa' civile e' in primo luogo
l'ambito dell'attivita' economica, prima ancora che l'opinione pubblica (che
e' anch'esso concetto ambiguo e sfuggente, e soggetto sociale marcato dal
privilegio quant'altri mai, quindi dalla complicita' - nella collocazione
sociale, e si sa quel che ne segue - con la classe e l'ideologia dominanti);
e quindi nella societa' civile ci stanno dalle multinazionali ai prosseneti,
oltre naturalmente a tante brave persone (organizzate e non) per carita'.
Farle tanti incondizionati complimenti non ci pare proprio una bella
pensata.
Quanto poi alla "politica" come sentina di tutti i vizi, noi abbiamo invece
sempre pensato che vi sia una buona ragione per cui ha acquisito una sempre
piu' esplicita connotazione negativa la parola con cui i greci antichi
chiamavano chi della politica, cioe' della cosa di tutti, non si occupava e
solo attendeva a fare gli affari propri: "idiotes".
Che si sostenga senza ironia che la societa' civile debba dettar legge e i
militanti e i rappresentanti politici debbano solo ascoltare ed eseguire, e'
un'opinione che ci sembra a dir poco insensata. Ed e' peraltro l'opinione
del Fmi, del Wto, e del fascismo oggi al potere nei paesi ricchi del
pianeta.
Che sostenga questa opinione - senza rendersi conto di cosa implichi - chi
per ragioni anagrafiche o d'altra natura non e' mai stato o non si e' mai
sentito anche un militante politico, e' un'ingenuita' le cui cause possiamo
capire (e beninteso resta un errore colossale) ma che la stessa cosa
ripetano persone che trenta o vent'anni fa erano militanti politici e poi
sovente dai rispettivi partiti - o peggio: patronati di sottogoverno - sono
stati piazzati e sostenuti nelle ong e nelle onlus e nelle coop (sui cui
bilanci, organigrammi, alleanze e coterie non sempre e' cosa buona e
intelligente stendere un pietoso velo di silenzio), ebbene, sarebbe materia
per la penna di Karl Kraus.
Del resto, si hanno mille ragioni di diffidare del governo di chi alle
elezioni raccoglie e sovente carpisce la fiducia di molte persone, ma questo
non implica che allora il governo della cosa pubblica vada affidato ipso
facto a persone che sovente non prenderebbero neppure il voto della mamma,
come ad esempio certi esuberanti ragazzi di sicuro avvenire che solo perche'
piu' forte di altri urlano improperi hanno trovato largo credito nei
mass-media come autoproclamatisi portavoce di sei miliardi di esseri umani,
e solo perche' apparsi in tivu' a leggere farsesche e deliranti
"dichiarazioni di guerra" sono stati poi promossi dai medesimi media e
dall'ignavia dei piu' a ecolalici leader del cosiddetto movimento per la
pace.
Son cose tristi, signora mia. Ma anche buffe.

17. EDITORIALE. PEPPE SINI: UOMINI IN GABBIA
Nei mesi scorsi mi e' capitato piu' volte di entrare in visita nel carcere
di Mammagialla a Viterbo.
Per poterlo fare ho dovuto sottoscrivere ogni volta una dichiarazione con la
quale mi impegnavo a "non fare uso giornalistico" di cio' di cui venivo a
conoscenza in quelle occasioni.
Pur trovando insensata ed indegna quella clausola, intendo continuare a
rispettarla, poiche' vi ho impegnato la mia parola, ed essa per me ha un
valore. Cio' che scrivero' qui prescinde dunque da quanto ho visto e sentito
in quelle occasioni, e si fonda invece - per la parte, diciamo cosi',
documentaria e specifica - su molti colloqui avuti con tanti amici che nel
carcere lavorano come agenti di custodia, come personale civile o come
volontari,  o che vi si sono trovati ristretti; colloqui avuti fuori da
quelle mura, a voce o per iscritto.
*
Ho letto nell'edizione del 3 luglio 2003 del quotidiano "Il manifesto" la
lettera che di seguito riproduco (e che ad oggi non mi risulta abbia
ricevuto alcuna smentita).
"Sono detenuto nel carcere Mammagialla di Viterbo, sono qui per dirvi,
quello che altrimenti nessuno saprebbe. Giovedi' sera, 26 giugno, alle 21.00
si e' impiccato alle sbarre della finestra M. C., 35enne, con una condanna
definitiva da scontare di 10 mesi; era dentro da 3 mesi, durante i quali
aveva chiesto piu' benefici di legge per scontare questo breve periodo agli
arresti domiciliari, che non gli sono stati concessi. Si dice che abbia
ricevuto una lettera d'addio dalla sua compagna e che per questo, da un po',
non riusciva a 'reggere' la galera, aveva dato segni evidenti di sconforto e
chiusura e per questo motivo molti compagni avevano notato che era a
rischio. In questi casi ci si avvicina al compagno con parole e gentilezza
varia, cercando di coinvolgerlo in piu' cose possibili perche' non 'svicoli
via'. Ma Marco aveva gia' deciso di farla finita con questa vita e lo ha
fatto. Nessuno dei cosiddetti operatori e specialisti e agenti addetti al
controllo e alla nostra educazione e inserimento se n'e' accorto. Neanche il
cappellano sapeva e/o veniva informato. E' il secondo compagno che perdiamo
nel giro di pochi mesi, questo e' dovuto all'aumento di regole stupide e
inutili anche all'interno di questo carcere viterbese, dettate dai vertici
(come la nuova direzione) e a cui gli educatori e gli specialisti non
possono opporsi perch" comandano loro. Quale apertura, quale inserimento,
quale recupero" (Lettera firmata).
Non ho potuto effettuare riscontri per accertare se quanto riportato sia
veridico, e non entro nel merito dei giudizi che la lettera contiene.
*
Ma per lunga frequentazione dei luoghi del potere giudiziario e della
funzione penale questo so e posso e voglio e devo dire:
a) che le condizioni in cui sono tenute le persone detenute negli istituti
di pena sono quasi sempre indegne ed orribili, e confliggono col dettato
costituzionale che all'art. 27, comma terzo, testualmente recita: "Le pene
non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita'";
b) che almeno la gran parte della popolazione carceraria e' del tutto
insensato che si trovi li', anzi la loro reclusione e' per essi e per la
societa' cosa nociva in sommo grado;
c) che anche il personale carcerario vive una vita lavorativa (e quindi una
vita tout court) di grande sofferenze e disagio, una vita alla quale nessun
essere umano dovrebbe essere costretto.
E' dagli anni '70 che cerco di dare anch'io una mano a contrastare la feroce
violenza delle istituzioni totali, luoghi incompatibili con la dignita'
umana.
Ed e' da allora che sono consapevole che per contrastare i poteri criminali
e la violenza diffusa il carcere e' peggio che inefficace, e' dannoso in
misura devastante, e' barbaro e criminogeno.
Cosicche' mi pare ragionevole sostenere tutte le iniziative limpide e
democratiche affinche':
1. ci sia meno carcere possibile, e si progredisca nella direzione a suo
tempo indicata dall'appello "liberarsi dalla necessita' del carcere"
promosso da figure autorevolissime dell'impegno civile, morale, scientifico
e culturale come Franca Ongaro Basaglia;
2. ci siano piu' alternative possibili alla detenzione, estendendo le
esperienze che vanno nella direzione proposta dalla riflessione di quel
grande uomo di pace che e' stato l'indimenticabile Mario Gozzini;
3. si faccia tutto il possibile affinche' le condizioni di vita nei luoghi
di pena siano rese sempre meno inique, serpme piu' coerenti col dettato
costituzionale;
4. siano denunciati e puniti tutti coloro che commettono, e coloro che
permettono che si commettano, violenze soprattutto nei luoghi in cui le
persone sono gia' vulnerate nella pienezza dei loro diritti e quindi a
maggior ragione hanno bisogno e diritto a rispetto, solidarieta', ascolto,
difesa;
5. si realizzi subito un provvedimento di clemenza, dopo anni di rinvii ed
inganni;
6. in particolare si realizzi subito anche un provvedimento di clemenza per
i detenuti che sono tali solo perche' non hanno avuto un processo adeguato,
come accade sovente agli immigrati che subiscono il carcere innanzitutto
perche' sono poveri;
7. siano aboliti i cosiddetti "centri di permanenza temporanea", veri e
propri campi di concentramento in cui sono detenute persone che non hanno
commesso alcun delitto.
*
La situazione del carcere di Viterbo e' grave. Detenuti ed operatori
(dipendenti e volontari) lo denunciano da tempo. Peraltro essa riflette una
situazione generalizzata nel nostro paese.
Occore dare piena e trasparente attuazione alle guarentigie gia' previste
dalla normativa nazionale vigente; occorre costruire un rapporto
responsabile e solidale tra comunita' locali e popolazione detenuta; occorre
affermare sul serio il riconoscimento di tutti i fondamentali diritti umani
a tutti gli esseri umani, e sopratutto a coloro che si trovano - per le piu'
diverse ragioni - in condizioni di diminuita liberta'.
Invecchio. Tre decenni fa pensavo che impegnandosi in molti limpidamente e
tenacemente presto si sarebbe riusciti a promuovere un progresso civile tale
che certe morti e certe violenze non si sarebbero piu' date, almeno nel
nostro paese. Troppi orrori sono seguiti, una grande regressione si e' data,
la nostra volonta' buona non e' valsa a impedire ne' gli uni ne' l'altra.
Ragione in piu' per continuare e rendere piu' efficace l'impegno in difesa
dei diritti e della dignita' umana, per il superamento delle istituzioni
totali, per l'umanizzazione della pena, per la civile convivenza, per uno
stato di diritto che valorizzi l'eredita' grande di Cesare Beccaria, di
Franco Basaglia, di Germano Greganti, per un'umanita' di liberi ed eguali.

18. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

19. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it;
angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it

Numero 603 del 6 luglio 2003