Myanmar: Amnesty International chiede il rilascio immediato di Aung San Suu Kyi



Gent.mi tutti,

vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di
Amnesty International:



Myanmar: Amnesty International chiede il rilascio immediato di Aung San
Suu Kyi



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Ufficio Stampa
Amnesty International
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cell. 348-6974361
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COMUNICATO STAMPA
CS88-2003

MYANMAR: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE IL RILASCIO IMMEDIATO
DI AUNG SAN SUU KYI

Amnesty International ha appreso con preoccupazione la notizia che Aung San
Suu Kyi si trova agli arresti nella prigione di Insein, sulla base della
Sezione 10(a) della Legge sulla protezione dello Stato del 1975.

"Ribadiamo con forza la nostra richiesta alle autorità di Myanmar di
rilasciare immediatamente e senza condizioni Aung San Suu Kyi" - ha
dichiarato Paolo Pobbiati, coordinatore Myanmar della Sezione Italiana di
Amnesty International. "Chiediamo inoltre al Consiglio di Stato per la pace
e lo sviluppo (Spdc) di rilasciare U Tin Oo, vicepresidente della Lega
nazionale per la democrazia e almeno 130 persone che dovrebbero essere a
loro volta in stato d'arresto, a seguito degli episodi del 30 maggio, solo
a causa delle loro pacifiche attività politiche".

"Nonostante lo Spdc abbia dichiarato che Aung San Suu Kyi è trattenuta a
tutela della sua incolumità, la dirigente politica e premio Nobel per la
pace si trova in realtà agli arresti sulla base di disposizioni che negano
i fondamentali diritti umani e la considerano una minaccia alla sovranità e
alla sicurezza dello Stato" - ha denunciato Pobbiati.

Amnesty International è particolarmente preoccupata per il fatto che Aung
San Suu Kui si trovi agli arresti sulla base di una legge che permette fino
a un anno di detenzione arbitraria, senza accusa né processo e senza
possibilità di assistenza legale o di revisione giudiziaria, sulla base di
un'ordinanza del potere esecutivo rinnovabile per un massimo di cinque anni.

"Tutti i detenuti, compresa Aung San Suu Kyi, devono avere immediatamente
accesso ad avvocati, familiari e cure mediche" - ha ribadito Pobbiati, il
quale ha aggiunto che Amnesty International non si sente affatto
rassicurata dalle dichiarazioni delle autorità, secondo le quali i detenuti
saranno rilasciati "al momento opportuno".

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 20 giugno 2003


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