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termina protesta dei Comboniani
- Subject: termina protesta dei Comboniani
- From: "jubilmolfetta" <jubilmolfetta at yahoo.it> (by way of francesco iannuzzelli <francesco at peacelink.org>)
- Date: Sat, 14 Jun 2003 10:31:58 +0200
- Organization: peacelink
MISSIONARI INCATENATI: DOMATTINA LIBERI E POI 'TAVOLO DI CONCERTAZIONE' Church/Religious Affairs, Standard "Abbiamo deciso di liberarci dalle catene domattina alle 11, durante una conferenza stampa" hanno annunciato stasera alla MISNA i missionari comboniani Giorgio Poletti e Franco Nascimbene. "Toglieremo anche il presidio nei giardini pubblici di piazza Vanvitelli antistanti il palazzo che ospita la questura e la prefettura di Caserta perchè crediamo di aver raggiunto i primi importanti risultati grazie alla proposta dell'assessore Buffardi" ha aggiunto padre Poletti. I missionari, che svolgono la loro attività nella difficile zona di Castelvortuno, sul "Litorale Domiziano", poche decine di chilometri a nord di Napoli, il 4 giugno si erano legati con lucchetti e catene all'inferriata di una finestra tra gli ingressi degli uffici prefettizi e di polizia e lì avevano vissuto, circondati da crescenti manifestazioni di sostegno e di simpatia, fino alle 4.15 del giorno 7 , quando i vigili del fuoco e polizia avevano segato i loro vincoli. I missionari, che avevano anche celebrato messa nella loro improvvisata parrocchia a cielo aperto, si erano allora spostati nei giardini pubblici, dall'altra parte della strada rispetto al palazzo, legandosi a un albero. Pienamente sostenuti sin dal primo momento dal vescovo di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro - che ha visto nella loro iniziativa "qualcosa di evangelico" - padre Giorgio e padre Franco son riusciti nel loro intento di sensibilizzare opinione pubblica e autorità sulla difficile situazione dei molti immigrati di origine africana, innocenti e onesti, in qualche modo coinvolti in un'intensa operazione di polizia tesa a ripulire il litorale domiziano da droga, prostituzione e connesse forme di criminalità. Alcuni anni fa, un coraggioso film dal titolo "Pummarò" ( in napoletano, pomodoro) aveva già posto in termini quasi documentaristici il problema delle difficili condizioni di vita e dello sfruttamento che caratterizzano la sopravvivenza di molti immigrati africani ingaggiati , in quella zona della Campania, come raccoglitori di pomodori o per altri piccoli lavori temporanei e malpagati. Parte della cittadinanza, inclusi alcuni esponenti locali, partendo dal ripetersi di episodi di criminalità e dal degrado ambientale di Castelvolturno e dintorni - oltremodo simile nell'aspetto ad alcune delle più povere zone dei Caraibi - avevano posto il problema di un drastico repulisti che stava colpendo i più sprovveduti e indifesi. Grazie a una proposta dell'assessore alle politiche sociali della Regione Campania, Adriana Buffardi, è stato ora raggiunto un accordo per un tavolo di concertazione in cui le autorità competenti "si impegneranno a garantire un piano di convivenza pacifica sul litorale domitio tra la popolazione locale e le diverse etnie di immigrati presenti". Conclusa questa prima fase caratterizzata dalla protesta, gli stessi padri comboniani, insieme alle altre congregazioni religiose che hanno fin qui mostrato solidarietà, intendono sviluppare qualche altra iniziativa a sostegno del 'tavolo': "Vengono già inviate da tutta Italia cartoline al Ministero degli Interni, per sollevare il problema anche a livello nazionale – ha detto ancora Padre Giorgio Poletti raggiunto telefonicamente - mentre per il 27 giugno, giorno della Festa del Sacro Cuore, è stata indetta una preghiera di fronte alle Prefetture di molte città italiane". [MB]
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