MISSIONARI INCATENATI: “SIAMO DETERMINATI A CONTINUARE LA PROTESTA”



Hanno passato la prima notte incatenati alla finestra della questura di Caserta, i due missionari comboniani che da ieri protestano per il trattamento della polizia contro gli immigrati di origine africana che vivono nella zona di Castelvolturno. Padre Giorgio Poletti, 62 anni, e il suo confratello Francesco Nascimbene, 50 anni, già missionari rispettivamente in Mozambico e in Ecuador, hanno tutta l'intenzione di continuare la loro rivendicazione fino a quando non avranno la garanzia dalle autorità di sicurezza e dall'amministrazione locale che il fenomeno dell'immigrazione sarà affrontato con politiche positive e non esclusivamente con azioni repressive. Questa mattina presto, hanno celebrato la Santa Messa senza abbandonare il loro posto, assistiti da altri religiosi. "Le suore di Maria Riparatrice, le Orsoline di Caserta e i Padri sacramentini hanno pregato con noi e molto probabilmente si uniranno alla nostra protesta, così che si possa organizzare dei turni e darci il cambio per stare qui incatenati. Così potremo resistere molto più a lungo", ha detto alla MISNA padre Poletti. Poche ore fa il questore di Caserta, Vincenzo Roca, ha parlato con i due religiosi ribadendo i motivi di pubblica sicurezza che hanno spinto gli uomini della polizia ad intraprendere le retate ed i fermi definiti indiscriminati dai due dimostranti. "Noi abbiamo le prove dell'accanimento delle forze dell'ordine contro questi lavoratori, molti dei quali in regola con i documenti", ha affermato padre Poletti, aggiungendo che la questione ha un risvolto politico: "Il nuovo sindaco di Castelvolturno, Antonio Scalzone, ha promesso di liberarsi degli immigrati entro 2 anni ed a qualunque costo, invece di collaborare per creare una rete d'integrazione a beneficio di tutti". E' tornato sul luogo della protesta anche il vescovo di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro, che si è unito al dialogo con il questore. Rinnovando il suo appoggio ai due missionari, il presule ha definito il loro gesto "un'iniziativa di valore umanitario a difesa della vita".

fonte: http://www.misna.it