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Negato l'aiuto umanitario e allo sviluppo ai palestinesi di Gaza.
- Subject: Negato l'aiuto umanitario e allo sviluppo ai palestinesi di Gaza.
- From: "ibrizie" <ibrizie at libero.it>
- Date: Wed, 4 Jun 2003 11:26:44 +0200
Negato
l’aiuto umanitario e allo sviluppo ai palestinesi di Gaza.
AIDA 27
Maggio 2003
Domenica
26 Maggio 2003, circa 30 organizzazioni internazionali e palestinesi per l’aiuto
umanitario e lo sviluppo, sono andate in corteo al checkpoint di Erez a chiedere un libero e
indiscriminato accesso. 27 veicoli e circa 60 persone hanno raggiunto Erez alle
11.00 e hanno consegnato un documento firmato dai 32 mebri dell’ AIDA
(Associazione delle Agenzie Internazionali per lo Sviluppo), al Capitano Joseph
Levy, Responsabile delle Relazioni con gli Stranieri per il Coordinamento
Distrettuale e dell’Ufficio di Erez.
Il Capitano Levy ha ricevuto la lettera e ha invitato
tutti i partecipanti a entrare in Erez dicendo che gli internazionali sono in
grado di passare normalmente dalla scorsa settimana. Molte delle agenzie
presenti hanno provato ad entrare la scorsa settimana e non hanno trovato la
situazione cosi. Non c’è stata menzione da parte del Capitano Levy di come alle
persone sia richiesto di firmare e liberare dalla responsabilità dell’IDF nel
caso accada qualcosa a loro. Non vi è stata neanche la garanzia che per coloro
che passavano Erez vi sarebbe stato poi il permesso ad uscirne.
Un gruppo di palestinesi del UPMRC e del Physicians for Human Rights con cittadinanza israeliana hanno poi tentato di avere accesso. Essi hanno detto che dovrebbe essere consentito l’accesso senza condizioni. Questo fa luce sulle difficoltà che da molto tempo gli operatori umanitari, sia palestinesi che israeliani, devono affrontare da 2 anni a questa parte. I
membri di AIDA erano al corrente che nell’ufficio di Erez vi era una delegazione
dell’Unione Europea, nel momento in cui si aveva la difficoltà ad entrare.
Inizialmente, lo staff d’internazionali è stato autorizzato a passare ma non i
palestinesi del gruppo. Poi, si è saputo che ad alcuni era stato chiesto di
firmare la liberatoria di responsabilità dell’IDF per ogni possibile cosa che
gli potesse succedere. Si otteneva l’ingresso , ma allo stesso tempo non vi
erano le garanzie per un ritorno altrettanto sicuro.
Dopo qualche discussione sull’ entrare
avendo visto che questa manifestazione
aveva avuto attenzione da parte dei media, le organizzazioni presenti
hanno deciso di non entrare.
Oltre questa azione realizzata che ha
portato alla dichiarazione del Capitano Levy, altre organizzazioni proveranno a
ottenere l’ingresso nei prossimi giorni.
AIDA monitorerà cosa accadrà e terrà
tutti informati. Media nazionali ed internazionali attendono gli eventi. C’era
la copertura TV di Al Jazeera e di Israeli Channel 10. La copertura stampa di
Yedioth Aharonoth, Haaretz, Jerusalem Post, National Catholic Register, Catholic
News Service, El Pais (Spain), Catalonia Radio, molti altri giornalisti di media
della Germania, Svizzera e Italia, oltre che di gruppi
religiosi. Appello di AIDA per il libero e indiscriminato
movimento di tutti gli operatori allo sviluppo e del settore
umanitario
Il 10 maggio 2003, le autorità israeliane hanno
negato l’accesso attraverso il passaggio di Erez a tutte le persone senza
passaporto diplomatico, bloccando così gli operatori umanitari e allo sviluppo
della Striscia di Gaza.
Se la situazione attuale non cambierà presto, le 41 Organizzazioni Non Governative
Internazionali con programma allo sviluppo e aiuto umanitario nella Striscia di
Gaza potrebbero essere obbligate a cessare le loro attività, peggiorando cosi la
già deteriorata situazione per i 1,2 milioni di cittadini palestinesi che vivono
là.
Due organizzazioni sono già state obbligate a
smettere le loro attività. Per quanto stiano ancora provando a lavorare, i loro
dipendenti dentro sono impossibilitati a partire per lavoro o per ragioni
personali, i loro dipendenti sono impossibilitati a entrare a Gaza per
supportare i loro progetti, e come risultato tutti stanno incontrando difficoltà
considerevoli per realizzare le loro attività.
Le organizzazioni umanitarie e per lo sviluppo
firmatarie considerano queste restrizioni inaccettabili in quanto contravvengono
l’applicazione del diritto internazionale, che il Governo d’Israele ha
firmato.
Inoltre, per quanto è a nostra conoscenza, dal 17 di
maggio, le autorità israeliane hanno stilato una lista di individui a cui sarà
permesso l’ingresso alla Striscia di Gaza. Questo elenco comprende alcuni membri
delle Nazioni Unite e alcuni di Organizzazioni Non Governative Internazionali.
Noi consideriamo questo elenco come una misura aggiuntiva al fine di impedire e
restringere l’accesso dell’aiuto umanitario e delle organizzazioni per lo
sviluppo ai loro luoghi di lavoro e come un forte impedimento alla realizzazione
del soccorso umanitario.
Queste misure stanno contribuendo alla crescente
erosione delle capacità delle organizzazioni umanitarie e per lo sviluppo
nell’assistenza al popolo palestinese. Molte organizzazioni sono state obbligate
ha sprecare più della metà del loro tempo di lavoro in seguito all’aumento delle
restrizioni. Questo comprende anche le ore trascorse ad attendere ai posti di
blocco per provare ad avere accesso ai luoghi di lavoro della Striscia di Gaza,
rispetto dei requisiti di accesso, reclami e altro in relazione alle autorità
israeliane e la comunità internazionale per la loro ripetuta incapacità di
garantire il loro lavoro in ogni tipo di
situazione.
Le organizzazioni umanitarie e per lo sviluppo
firmatarie chiedono al Governo d’ Israele di lasciare immediatamente le
restrizioni imposte sulla Striscia di Gaza e di facilitare l’aiuto umanitario e
il lavoro allo sviluppo attraverso un libero accesso a tutti, privo di
restrizioni.
Firmatari:
Accion contra el Hambre
(ACH); ANERA; Asamblea de Cooperacion por la Paz (ACPP); Caritas-Jerusalem;
Centro Regionale d’Inter-Vento per la Cooperazione (CRIC); Comitato
Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (CISP); DIAKONIA; Gruppo di
Volontariato Civile (GVC); International Christian Committee; Medecins du Monde
France; Medecins du Monde – Greece; MSF – Greece; MAP UK; Mennonite Central
Committee; Mercy Corps West Bank; Movimiento por la Paz, el Desarme y la
Libertad; MOVIMONDO Italy; Norwegian People’s Aid; Oxfam GB; Oxfam Quebec; Oxfam
Solidarite Belgique; Paz y Tercer Mundo; Premiere Urgence Palestine; Save the
Children- Sweden; Save the Children – UK; Save the Children - US; Solidaridad
Internacional; Solidarite Socialiste - FCD; Swedish Organization for Individual
Relief (SOIR); Terre des Hommes Laussane; UNA International Services (UNAIS);
World Vision Jerusalem. Cronologia
degli eventi relativi al movimento delle ONG:
mercoledì
16 Aprile: la Striscia di Gaza è
chiusa a tutti i palestinesi. Gli internazionali continuano ad avere
accesso.
sabato 26
Aprile: prima nuova procedura di
sicurezza per le ONG alla frontiera di Erez; un controllo aggiuntivo (terzo) al
Tel Aviv/GSS, aumento dei già usuali ritardi. Il COGAT di Erez non era disposto
ad ascoltare commenti, e il COGAT di Tel Aviv, quando contattato ha detto che
non erano responsabili per la nuova procedura.
mercoledì
30 Aprile: attentato suicida al
‘Mikes Place’, Tel Aviv.
giovedì 1
Maggio: i membri delle ONG
internazionali iniziano a subire ritardi eccessivi superiori alle 7 ore, e
interrogatori sulle loro attività. Ad alcuni viene detto che non possono entrare
o uscire da Gaza senza aver prima sostenuto queste interviste.
lunedì 5
Maggio: il primo membro
internazionale di una ONG Internazionale (cittadino americano) ha l’accesso
negato a Gaza ad Erez. Nessuna ragione viene
data.
giovedì 8
Maggio: l’IDF annuncia(tramite
canali informali) che gli stranieri che entrano nella Striscia di Gaza devono
firmare una dichiarazione che libera da ogni responsabilità l’esercito d’Israele
in caso di morte, ferimento incorso in seguito ad attività militari e che anche
vieta l’ingresso alle zone di sicurezza o esposte al fuoco (NB: un numero di ONG
internazionali lavora in zone che potenzialmente cadono sotto queste
categorie).
venerdì 9
Maggio: l’IDF annuncia 3 nuove
regole di sicurezza;
1) le persone munite di visto turistico (B2) non
saranno ammesse nella Striscia di Gaza ( i membri delle Nazioni Unite con visto
di servizio saranno autorizzate; i loro coniugi con visto B2 non saranno
autorizzati)
2) coloro che con il visto turistico desidereranno
entrare nella Striscia di Gaza dovranno coordinarsi in anticipo con COGAT di
Erez (NB: questo contraddice con il divieto di accesso ai visti
turistici)
3) saranno permessi ad entrare nella Striscia solo i
diplomatici, tra le 08:00 e le
20:00.
sabato 10 Maggio: 5 internazionali di una ONG internazionale (2 Britannici, 1 Americano, 1 Tedesco, 1 Spagnolo) hanno l’accesso negato a Gaza. Tutti hanno il visto di lavoro B1 e devono andare a lavorare nella Striscia di Gaza per l’ultimo anno. domenica 12
Maggio: 3 internazionali di una ONG
internazionale hanno l’uscita negata da Gaza, compreso un responsabile di
progetto.
sabato
17 Maggio:
le autorità israeliane redigono una lista con alcuni nomi di persone
appartenenti ad alcune agenzie delle Nazioni Unite e alcune ONG internazionali
che potrebbero avere l’accesso garantito.
Traduzione a cura di Operazione Colomba – Corpo
Nonviolento di Pace – Comunità Papa Giovanni XXIII
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