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Newsletter N. 22 del 02 giugno 2003
- Subject: Newsletter N. 22 del 02 giugno 2003
- From: newsletter at bbs.olografix.org (Newsletter)
- Date: Mon, 2 Jun 2003 17:13:39 +0200
============================================ *** Associazione Culturale Telematica *** ********** "Metro Olografix" ********** Newsletter n. 22 del 2 giugno 2003 ============================================ IN PRIMO PIANO ------------------------- Musica e software sotto chiave 75 denunce, 3000 indagati per scambio e ricettazione di file su Internet. La nuova direttiva dell'Unione europea sul diritto d'autore recepita dal governo italiano fa le prime vittime. Per il Ds Pietro Folena «ci hanno tolto un pezzo di libertà», mentre per l'Associazione software libero l'unica strada da perseguire è la diffusione di programmi non sottoposti al copyright ARTURO DI CORINTO All'indomani delle 75 denunce da parte della Guardia di finanza per violazione del diritto d'autore e ricettazione di file musicali e audiovisivi scambiati via Internet, la rete è in subbuglio. Altri tremila aficionados della musica e dei video on line sarebbero nel mirino dei baschi verdi. L'inchiesta, partita da Milano, sarebbe la conclusione di un prolungato monitoraggio dei newsgroup (gruppi di discussione) in cui gli utenti si scambiano informazioni sui programmi informatici che consentono di scaricare musica e filmati. Un monitoraggio che, se fosse confermato, trasformerebbe l'atto di scambiarsi informazioni in attività sospetta e i partecipanti in potenziali criminali. La metodologia investigativa sulla rete ha finora previsto controlli a campione. In questo caso, però, il passaggio successivo può ipotizzare una violazione delle leggi sulla privacy, visto che l'inchiesta può essere il risultato di intercettazioni sulle comunicazioni e sugli scambi di utenti che accedevano a sistemi di filesharing del tipo peer to peer (da computer a computer). Il peer to peer non prevede infatti il «passaggio» attraverso server centrali e che quindi la comunicazione è da considerare privata. L'inchiesta è stata avviata sette mesi fa, anche se sono molti i commenti che sottolineano che sopraggiunge all'indomani del recepimento della «Direttiva Europea sul Copyright» (Eucd), una normativa che le associazioni associazioni dei consumatori e degli utenti di Internet hanno considerato illiberale. Per il deputato dei Ds Pietro Folena «La nuova normativa sul diritto d'autore recentemente entrata in vigore in Italia, sta producendo i primi inaccettabili risultati. Lo avevamo detto e si è puntualmente verificato. Siamo di fronte ad una criminalizzazione di massa, con migliaia di persone normalissime, non certo dei pirati informatici, indagate per qualcosa che è difficile definire un reato». Lo stesso timore è stato espresso anche dal senatore verde Fiorello Cortiana, il quale ha già dato incarico a un pool di legali di esaminare l a possibilità di realizzare e distribuire via Internet un vademecum di autodifesa per gli utenti di sistemi di filesharing. L'attuale direttiva sul diritto d'autore ha incontrato il favore delle case discografiche. E sono quelle stesse associazioni di consumatori che hanno più volte denunciato le loro operazioni di lobby sul parlamento e sull'Unione Europea. Più volte le case discografiche si sono «lamentate» dei mancati introiti causati dalla duplicazione illegale di musica. E tuttavia, stando a una ricerca della società di mercato Jupiter Communication, i mancati profitti non dipendono dagli utenti dei sistemi di filesharing, i quali avrebbero invece acquistato più dischi degli acquirenti tradizionali. La determinazione con cui questi utenti vengono perseguiti dalle forze di polizia è in controtendenza con una serie di iniziative internazionali che dimostrano di aver compreso che la ricerca e lo scambio di musica in rete è ormai un comportamento diffuso la cui «criminalizzazione» è controproducente. Secondo Patrizio Di Nicola, docente presso la facoltà di Scienze della Comunicazione all'Università la Sapienza di Roma, «Occore una riflessione pubblica sul diritto d'autore e su come esso possa essere tutelato. L'intervento su una questione così importante non può essere demandato né alla polizia giudiziaria né alle multinazionali. E' ora di capire come usare la rete per garantire i profitti sia degli autori che degli editori». Oltre Oceano, RealNetworks, la principale società americana che produce software per l'ascolto di musica e su computer, ha deciso di utilizzare la piattaforma tecnologica di «Listen.com», una società recentemente acquisita per dare vita ad un servizio che permetta agli appassionati di musica di scaricare da Internet le proprie canzoni preferite al costo di 79 centesimi l'una, dopo aver pagato un canone mensile di 10 dollari. La stessa Riia (Associazione dei discografici americani), invece, pur senza abbandonare la tecnica del bastone e della carota, ha accantonato la vecchia strategia Fub - fear, uncertainty, doubt, , cioè paura, incertezza e dubbio - e ha ceduto alla Apple 200mila file musicali da diffondere atraverso il sistema «iTunes». Steve Jobs è riuscito infatti nell'impresa di convincere le cinque maggiori case discografiche a cedergli i diritti della propria musica per rivenderla su Internet a 99 centesimi a brano. Un cambiamento di rotta forse sollecitato dai giudici che in California si sono pronunciati a favore degli scambi musicali sulle reti peer to peer «ammesso che esse non abbiano server centralizzati per gestire l'offerta gratuita di musica digitalizzata». Secondo i giudici, l' utilizzo di Morpheus e Grokster per lo scambio di file, al pari di una fotocopiatrice, può favorire sia comportamenti regolari che irregolari e che quindi fino alla dimostrazione degli illeciti, gli utenti di questi sistemi non può essere perseguito. In tutta risposta alla sentenza della corte californiana, le case discografiche si sono rivolte direttamente, via email, agli appassionati di musica on-line, invitandoli a riflettere sulle loro azioni con messaggi di questo tenore: «Quando infrangi la legge rischi conseguenze legali. C'e un modo molto semp lice per evitarle: non rubare musica». Una iniziativa che ha suscitato molti malumori e i richiami delle associazioni che si battono contro lo spamming, cioè contro il bombardamento di posta elettronica indesiderata. A complicare questo scenario intanto intervengono altre iniziative. Mentre l'associazione «Pro-music.org», un'alleanzà internazionale di musicisti, esecutori, e artisti delle maggiori aziende discografiche e di alcune etichette indipendenti, ha avviato una iniziativa per promuovere l'uso legittimo della musica online e sfatare i miti sulla pirateria musicale in Internet. In Italia, l'Associazione Italiana Editori (Aie), sta lavorando all'identificazione dei file musicali attraverso un codice a barre (il nome tecnico sarà Digital Object Identifier) che permetterà di rintracciarli con maggiore facilità, «tutelando il diritto d'autore e avviando una vera rivoluzione per il commercio elettronico di contenuti». Se queste sono le novità sul fronte musicale, diverso è il discorso sul software copiato illegalmente. Secondo indiscrezioni, l'inchiesta milanese della Guardia di Finanza riguarda anche la duplicazione illegale e la vendita di software protetto da copyright. Anche qui, però, ci troviamo di fronte a comportamenti diffusi, favoriti in un primo momento dalle case produttrici per affermare i propri standard, ma che oggi, in un mercato fortemente competitivo per la diffusione di «software libero», cercano di mantenere alti i margini di guadagno chiedendo e sollecitando misure draconiane contro la duplicazione illegale di software. Per Francesco Potortì, dell'associazione Software Libero, «questi margini di guadagno superano il 70% del costo di produzione. Non è questo però il punto. Oggi non è più necessario copiare illegalmente del software per far funzionare il proprio computer. Sono moltissimi i programmi distribuiti come software libero gratuitamente scaricabili dalla rete». La diffusione di software libero permette oggi di risparmiare sui costi delle licenze di software sotto copyright e di destinarle all'alfabetizzazione di massa alle nuove tecnologie, favorendo altresì il prluralismo informatico e un vero regime di concorrenza fra i produttori di software. Se questo non succede è perchè, secondo gli attivisti del free software e dell'open source, ci sono accordi di cartello che lavorano ad estromettere dalle commesse pubbliche il software che non proviene dai grandi monopoli. E' di ieri la notizia che la Free Software Foundation Europe ha indirizzato una lettera al governo italiano a proprosito del progetto «Vola con Internet» del Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie. Per l'associazione europea, il progetto italiano che stanzia 93 milioni di euro per favorire il processo di alfabetizzazione informatica dei giovani non deve discriminare il software libero, vero antidoto alla duplicazione illegale dei programmi informatici sotto copyright. http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Maggio-2003/art84.html In rete punto per punto Il successo del «peer to peer» nonostante le leggi del copyright LISA MASIER http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Maggio-2003/art85.html TECNOLOGIA&INTERNET -------------------------------------- La costosa vetrina hi-tech in Langa Un esperimento d'avanguardia, ma dai costi proibitivi per i piccoli centri abitati. La tecnologia hardware per il wi-fi, paradossalmente, costa ormai pochissimo; ma la connessione satellitare ha costi altissimi, se non possono essere ripartiti su un vasto numero di utenti potenziali FRANCO CARLINI CELLULARI Dallo sviluppo alla saturazione Il tentativo difficile di inventare nuovi servizi per aumentare i profitti Vodafone Esce di scena il «creatore» dell'azienda britannica F. C. http://www.ilmanifesto.it/oggi/sezione5.htm Apple: stop allo sharing La Mela invita ad aggiornare il player iTunes con una versione che tarpa le ali alle funzioni di condivisione dei brani musicali on line. Si scatenano le reazioni degli utenti di Nicola D'Agostino http://www.mytech.it/mytech/internet/art006010047358.jsp Ddl Stanca sull'accessibilità: intervista con il Ministro Il ministro Stanca ripercorre le tappe che hanno portato al Ddl sull'accessibilità, approvato dal CdM il 4 aprile 2003 e ora all'esame della Camera dei Deputati, illustrandone i punti più delicati e significativi. Intervista(http://www.innovazione.gov.it/ita/news/2003/intervista_mini stro_030521.shtml) Larga banda in Europa Enfasi del commissario Erkii Liikanen e del cancelliere tedesco Schroeder sul ruolo della larga banda in Europa durante un incontro svoltosi giovedì 8 maggio a Berlino nel quadro della "Iniziativa D21", l'iniziativa tedesca per la diffusione e la crescita della Società dell'Informazione. Documentazione (http://www.innovazione.gov.it/ita/news/2003/03_05_09.shtml) Il ruolo della donna nella Società dell'Informazione La Commissione Europea e la Presidenza greca dell'Unione europea hanno sottolineato l'importanza e il contributo delle donne nello sviluppo della Società dell'Informazione, durante un congresso europeo tenutosi ad Atene il 5 maggio. Documentazione (http://www.innovazione.gov.it/ita/news/2003/03_05_07.shtml) Diritto d'autore in rete: il parlamento tedesco implementa la Direttiva 2001/29/CE L'11 aprile il parlamento tedesco ha votato a favore di una legge sulla tutela dei diritti d'autore nella Società dell'Informazione. La legge recepisce la Direttiva europea 2001/29/CE relativa ad una armonizzazione di aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella Società dell'Informazione. Quando sarà promulgata, stabilirà nuove limitazioni riguardo alla pubblicazione in formato elettronico di testi scientifici e didattici ed entrerà in un fase di sperimentazione fino al 2006. La direttiva 2001/29/CE http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEX numdoc&lg=it&numdoc=32001L0029&model=guichett La censura di Internet in Iran Sarebbero almeno 15 mila, secondo dichiarazioni ufficiali, i siti censurati nel Paese. Tra questi molti sono caratterizzati da un'impronta comunicativa riformista in contrasto con il governo attuale. Secondo fonti della BBC a Teheran, le autorità avrebbero stabilito pene molto severe a quei fornitori che decidessero di non interrompere le attività dei siti ospitati sui loro server. Le azioni della RIIA per tutelare il copyrigth on line Oltre 200 mila i messaggi inviati agli utenti di programmi di scambio file in rete, come Kazaa e Grokster, per rendere note le sanzioni previste dalla legge per chi viola il copyrigth. Questa, l'iniziativa della RIIA, Associazione delle Case discografiche degli Stati Uniti, per informare e cercare di arginare il fenomeno della diffusione illegale di file musicali in rete. Documentazione (http://news.com.com/2100-1025_3-998825.html) Cybercrime: 25 anni di legislazione in USA Nel mondo di Internet è annosa la questione sul significato dei termini "accesso autorizzato/non autorizzato" e manca uno strumento che faccia chiarezza nell'identificazione di comportamenti più o meno legali nella navigazione in rete. La George Washington University-Law School ha per questo condotto un'inchiesta sulle diverse interpretazioni relative ai provvedimenti legislativi emanati negli ultimi 25 anni dal governo federale. Documentazione (http://papers.ssrn.com/sol3/delivery.cfm/SSRN_ID399740_code030507630. pdf?abstractid=399740) LIFELOG SAPRA' TUTTO DI TE Registrare l'esistenza: questo il progettone sul quale sta lavorando la DARPA, andando quindi ben oltre gli scopi e le procedure del gia' contestatissimo Total Information Awareness Program. In nome, naturalmente, della sicurezza URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=44184 DISNEY NOLEGGERA' DVD CON AUTODISTRUZIONE Il gigante del cinema e dell'entertainment adottera' una tecnologia gia' impiegata in campo musicale per distribuire, in una piu' vasta gamma di punti vendita, DVD video capaci di autodistruggersi nell'arco di 48 ore URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=44124 CINQUE ANNI AL CYBERDISSIDENTE CINESE Questa la condanna inflitta a Huang Qi, che aveva postato sul proprio sito notizie ritenute pericolose per l'integrita' dello stato, come elenchi di persone scomparse o lo statuto del Partito democratico URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=44138 TEMI&APPROFONDIMENTI ------------------------------------------ INTERVISTA A DAVID LYON, L'ISPIRATORE TEORICO DI RODOTA', SUL RAPPORTO TRA NUOVE TECNOLOGIE E PRIVACY, PARTENDO PROPRO DALLA RELAZIONE ANNUALE DEL GARANTE. LYON SI DIMOSTRA CRITICO SULLA PROPOSTA LANCIATA DA RODOTA' DI CREARE UNA REGOLAMENTAZIONE INTERNAZIONALE IN MATERIA DI PRIVACY Internet, sorveglianza e libertà: un rapporto ambiguo David Lyon: «Ci stiamo avvicinando alla fascicolazione sociale. La proposta di una convenzione internazionale per la privacy lanciata da Rodotà mi sembra di difficile attuazione» di Stefano Porro Sanno chi siamo, dove siamo e cosa abbiamo appena comprato. Se volessero, potrebbero persino entrare in possesso dei nostri dati genetici. Non è l'inizio di un romanzo di Philip Dick, ma la realtà in cui si trova immerso l'uomo contemporaneo occidentale, denunciata pochi giorni fa dal Garante della Privacy Stefano Rodotà durante la sua relazione annuale al Senato. Da sempre attento al rapporto tra dimensione sociale e nuove tecnologie di comunicazione, Rodotà ha disegnato un futuro fosco per le libertà democratiche, sottolineando il rischio di una trasformazione della nostra vita privata in «vita continuamente pubblica». Ogni volta che telefoniamo col cellulare, facciamo acquisti con la carta di credito o navighiamo su Internet, lasciamo delle tracce indelebili che parlano di noi, dei nostri gusti o interessi: una marea di dati che viene spesso archiviata senza il nostro consenso. Ma chi è che ci spia in continuazione? E con quali scopi? A domandarselo è il sociologo David Lyon, uno dei massimi esperti mondiali di privacy, autore del volume La società sorvegliata (Feltrinelli), secondo il quale «aziende e governi sono i principali responsabili della raccolta e catalogazione dei nostri dati personali, che vengono analizzati per capire che tipo di consumatori e cittadini siamo, così da organizzare le proprie strategie commerciali e politiche». Non ha dubbi il professore della Queens University: «Qui si va oltre il rispetto della privacy; ci stiamo avvicinando a una sorta di «fascicolazione sociale». Per evitare che ciò avvenga, Rodotà ha proposto di realizzare una convenzione internazionale che legiferi in materia di protezione di dati, tutelando la privacy dei cittadini. La ritiene una soluzione applicabile? Le regolamentazioni internazionali sono utili per creare un clima condiviso che evidenzi quanto è importante la trattazione dei dati personali nella nostra società. Tutti devono sapere che la sorveglianza non è soltanto un modo per raccogliere dati destinati a sondaggi, ma uno strumento di controllo politico. Per questo ritengo che una convenzione internazionale, lenta e farraginosa fin dallatto della sua costituzione, sia inadeguata per combattere tecnologie di sorveglianza in continuo sviluppo. La soluzione sta nella formazione dei cittadini, che fin dalletà scolare devono essere consci del valore della privacy. Alcune organizzazioni non governative (Electronic Privacy Information Center negli USA, e Statewatch in Europa) stanno lavorando con successo proprio sul fronte delleducazione. Un altro impedimento è che Europa e USA stanno approcciando in modo opposto le questioni della privacy. Mentre da noi cè un orientamento di tutela legale, il presidente Bush spinge per lapprovazione del Total Information Awareness (TIA, un gigantesco progetto di sorveglianza computerizzata)... Non vedo questo contrasto, dal momento che molti paesi europei processano e analizzano i dati personali come mai fatto finora. E verò pero che dall11 settembre gli USA hanno enormemente ampliato le proprie tecniche di controllo. Sebbene il TIA venga spacciato come mezzo di lotta al terrorismo, il suo unico vero intento è integrare informazioni relative a nazionalità, salute, stato sociale, fedina penale e preferenze commerciali in ununica base di dati. Nel mio nuovo libro Surveillance after September 11, che uscirà in Italia a fine anno, mostro come questo meccanismo di sorveglianza globale possa realmente accadere, e quanto siano dannosi i suoi effetti per i cittadini e anche per gli stati che con lAmerica si devono rapportare (fornendo per esempio i dati dei passeggeri di un volo). Tutto questo è reso possibile dallo sviluppo delle nuove tecnologie, in primis di Internet, che permette di interfacciare i dati a grande distanza e in tempo reale. Linnovazione quindi non produce sempre benessere. Che ne pensa? La nostra società ha sviluppato un rapporto ormai imprescindibile con Internet. Ecco perché esso viene usato per acquisire informazioni a vasto raggio sulle persone. Ma la rete è un mezzo ambiguo e anarchico che può essere utilissimo per aprire spazi di discussione politica e di condivisione di idee, paradossalmente contro la sorveglianza stessa! Luomo occidentale può ancora considerarsi libero nel suo rapportarsi con la tecnologia? E il concetto di libertà che è cambiato, e si è chiuso in una dimensione fortemente individuale. Ecco perché le persone affermano di essere preoccupate per le intrusioni nella loro vita privata, ma non hanno il minimo sentore delle conseguenze che questo potrà avere nella sfera sociale comune. La realtà è che la sorveglianza non ci rende liberi, perché discrimina le persone in base al loro reddito o al colore della pelle. La privacy quindi non è che la punta delliceberg di un problema più complesso Esatto, un problema che riguarda la giustizia, la libertà, linnovazione tecnologica, la fiducia e persino la fede. Come possiamo promuovere lintegrazione sociale, quando le persone vengono catalogate dalle compagnie assicurative e trattate diversamente a seconda del quartiere in cui abitano, del colore della pelle, o del loro reddito? A che cosa servono parole come globalizzazione e tecnologie come Internet, quando siamo incoraggiati a dubitare che il nostro vicino di casa sia un terrorista solo perché è islamico? BIO DI DAVID LYON David Lyon insegna Sociologia alla Queens University, Kingston (Ontario), dove dirige il Dipartimento di ricerca sulla Sorveglianza. Il suo testo più noto è «La società sorvegliata. Tecnologie di controllo della vita quotidiana», edito in Italia da Feltrinelli. DALLA RETE A(LLA) CARTA E RITORNO di Marco Trotta matro at bbs.olografix.org ------------------------------------------ Arriva la EUCD, nuovo giro di vite sul copyright Il 29 Aprile è entrata in vigore definitivamente la EUCD (29/2001/CE), la famigerata direttiva comunitaria sul copyright recepita dal decreto legislativo n. 68 del 9 aprile. Rispetto alle cose che abbiamo già scritto (Carta 6/03 e 9/03), ci sono alcune novità. Formalmente, è stato inserito un articolo che afferma la liceità a fare copie per uso "strettamente personale" su "qualsiasi supporto", purché fatte dalla stessa persona fisica e senza scopo di lucro (art. 71 sexies, che integra la legge 633 del 1941), ma non senza assicurare un "equo compenso" ai legittimi proprietari dei diritti. Come? Istituendo una tassa sui supporti e sui sistemi di registrazione (art. 39) aumentando il prezzo di cd vergini, musicassette, registratori e masterizzatori. A nulla sono valse le obiezioni di chi ha fatto notare che così facendo chi ha già pagato una volta i diritti lo farebbe ogni volta che andrebbe ad acquistare un supporto per produrre la sua "copia legittima". Allo stesso modo sarebbe tassato anche chi farebbe copie di materiale prive di copyright o di sua stessa produzione. La logica è che "l'equo compenso" è tale perché in fondo costa di meno di una seconda copia acquistata e perché statisticamente terrebbe conto delle copie di materiale coperto da copyright rispetto a quelle senza o di produzione propria (con quali criteri poi la SIAE, già criticata e perfino colpita da sentenze sfavorevoli, distribuirà questi soldi ai legittimi autori non è dato saperlo). Il problema è che si parla di 0,29 Euro in più per ogni CD vergine (con un aumento del 50%) e addirittura 0,87 Euro per ogni Gigabyte sui DVD vergini, una bella cifra se si calcola il mercato. Infatti non sono mancate le lamentele perfino di un produttore come la LG Electronics preoccupate della penalizzazione, nei fatti, delle copie per "scopi privati" ma anche delle "disparità di trattamento fra i diversi paesi dell'Unione Europea" che il governo italiano, anche grazie all'appoggio del centro-sinistra, ha nei fatti introdotto con questa interpretazione della direttiva. Infatti l'altro punto delicato erano le "misure tecnologiche di protezione" (quelle che impediscono, ad esempio, di copiare un CD, di masterizzare un file MP3, di poter leggere i DVD in ogni paese, ecc.). Se con l'art. 102-quater vengono addirittura "tutelate", nell'art. 71-sexies, della 633/41 si riconosce il diritto dell'utente in possesso legittimo dei diritti a poterne fare delle copie per uso personale. Come questo diritto sarà effettivamente concretizzabile, nella formulazione ambigua della legge che poi nell'art. 171 punisce perfino chi "fabbrica, importa, distribuisce, pubblicizza per la vendeta o il noleggio, detiene" strumenti che permettono di aggirare queste misure tecnologiche, si verificherà con le prime interpretazioni della nuova legge. C'è da sottolineare, però, che nei fatti si rischia che perfino ogni tipo di ricerca tecnologica, al di fuori di contesti istituzionali o accademici, in tema di sicurezza rischia di venire criminalizzata con queste nuove norme. In sostanza tutte quelle persone che per testare l'affidabilità dei sistemi "anticopia" proveranno a forzarli o si doteranno di sistemi per farlo (esattamente come chi produce, ripara o installa lucchetti e maniglie deve provare a vedere se "reggono" ai tentativi di scasso), rischiano di finire sanzionati da questa legge. E le pene sono pesanti: carcere per chi prova a rimuovere le protezioni o vende materiale copiato illegalmente, e pene dai 154 ai 1032 Euro chi lo acquista. Allo stesso modo diventa reato scambiare files coperti da copyright sui sistemi peer-to-peer tipo Napster. Servirà davvero a sconfiggere la pirateria telematica o rischierà soprattutto di trattare come criminali qualche milione di utenti in rete? Links - Le nebbie dell'EUCD http://punto-informatico.it/p.asp?i=43913 - Contrappunti/ La parabola del frigorifero http://punto-informatico.it/p.asp?i=43897 - CD scrivibili più cari dal 29 Aprile http://www.zeusnews.it/news.php?cod=2055 - LG Electronics contro l'EUCD all'italiana http://punto-informatico.it/p.asp?i=43912 - Pirateria: Nuove Norme; Carcere Per Chi Rimuove Protezioni http://www.studiocelentano.it/newsflash_dett.asp?id=2015 - Copyright: il decreto che piace ai DS http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/giap5_IVa.html#decreto NEWS DALL'ASSOCIAZIONE ------------------------------------------- Associazione Culturale Telematica Metro Olografix http://www.olografix.org info at olografix.org -------------------------------------------- a cura di Loris "snail" D'Emilio http://www.olografix.org/loris/ Hanno collaborato a questo numero: Alessio "isazi" Sclocco http://www.olografix.org/isazi Nicola "nezmar" D'Agostino http://www.olografix.org/nezmar Marco Trotta matro at bbs.olografix.org Ø UNREGISTERED Version of PostMan for Wildcat 5.x
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