Le armi "introvabili" inseguono Tony Blair



Fonte: Corriere della Sera 30/5/2003

Le armi "introvabili" inseguono Tony Blair

Rumsfeld ammette: "Forse Saddam le aveva distrutte" E i laburisti inglesi: "Il premier poteva evitare la guerra"


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA - Il primo ministro Tony Blair e' andato in Iraq a incontrare e ringraziare i soldati britannici che hanno combattuto nella guerra che ha abbattuto il regime di Saddam Hussein. Downing Street ha tenuto a precisare che non si tratta di una "parata di vittoria", ma solo di un gesto per esprimere gratitudine da parte della nazione. Ma Blair si lascia alle spalle una Gran Bretagna lacerata, perche' l'ammissione del segretario alla Difesa americano, Donald Rumsfeld, che le armi di distruzione di massa non si trovano perche' potrebbero essere state distrutte da Saddam lascia sconcertata l'opinione pubblica, o almeno la stampa, sia di destra che di sinistra. Che giustificazione resta della guerra, se la minaccia mortale di Saddam non e' dimostrata? Blair, il primo uomo politico occidentale a mettere piede in Iraq dopo la guerra e il primo premier britannico a visitare il Paese in oltre mezzo secolo, ha seguito il tragitto classico di queste visite. Venendo dal Kuwait, dove aveva avuto un'accoglienza calorosa, e' andato a Bassora, dove ha visitato una scuola femminile cosi' perfetta da far invidia a ogni capitale europea: ragazzine in grembiule nero, come educande, gli hanno recitato versi di omaggio. Era la prova, con sapiente scenografia, che la vita sta riprendendo al meglio, almeno nella grande citta' del sud del Paese. Poi s'e' trasferito tra i soldati, che ha incontrato davanti a quello che era il palazzo presidenziale di Saddam a Bassora. Qui, in una camicia bianca che si stagliava contro le tute mimetiche, ha detto una frase preparata con cura: "So che nel nostro Paese c'e' notevole disaccordo sulla saggezza della mia decisione di ordinare l'intervento", ha premesso. E poi: "Ma posso assicurare che non c'e' la minima disputa sulla vostra professionalita', il vostro coraggio e la vostra dedizione; e non solo per il modo in cui avete vinto la guerra, che e' stato straordinario, ma per il modo, notevole, in cui state mantenendo la pace". Parole che hanno fatto piacere alla truppa, ma che non hanno cancellato l'altro capitolo della giornata. Per due volte il cronista della Bbc gli ha chiesto: "E le armi di distruzione di massa, primo ministro?". E per due volte Blair ha fatto finta di non sentire. Le parole di Rumsfeld sono infatti esplose come un petardo: "E' possibile che (gli iracheni) abbiano deciso di distruggerle (le armi) prima del conflitto", aveva detto il segretario alla Difesa. Subito, prima di partire per il Kuwait e l'Iraq, Blair aveva smentito l'americano: "Ho sempre detto e ripeto che non ho assolutamente dubbi sull'esistenza delle armi di distruzione di massa". Ma il danno era ormai stato fatto. Robin Cook, il ministro che s'era dimesso contro la guerra, e' stato intervistato da tutte le televisioni. E siccome e' un buon oratore, ha usato la dichiarazione che "lascia senza fiato" del ministro americano per colpire al centro le argomentazioni pro-guerra: "Dire che non riescono a trovare le armi, o che potrebbero non trovarle mai, apre un enorme buco della giustificazione della guerra fornita su entrambe le sponde dell'Atlantico". E poi: "Ci avevano detto che Saddam aveva armi che poteva impiegare nel giro di 45 minuti. Ora sono passati 45 giorni e non hanno trovato alcunche'... Questa guerra poteva essere evitata". In Iraq, Blair non ha voluto replicare. Piuttosto, ha tenuto a ripetere la messa in guardia all'Iran, perche' non interferisca in Iraq e "non sostenga il terrorismo". Anche con toni diversi, ha aggiunto, "il messaggio e' lo stesso" di Bush.

Alessio Altichieri

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CITAZIONI PUBBLICATE A MARGINE DELL'ARTICOLO

PAUL WOLFOWITZ

Se abbiamo insistito sul tema delle armi proibite di Saddam è stato per ragioni burocratiche. Quello era il solo argomento su cui tutti potevano essere d'accordo con noi. Uno dei nostri obiettivi era ridurre il peso della nostra presenza in Arabia Saudita

DONALD RUMSFELD

Sono convinto che prima o poi si troveranno in Iraq agenti chimici o batteriologici proibiti. Però è anche possibile che il regime di Bagdad abbia deciso di distruggere le sue armi di distruzione di massa prima che scoppiasse la guerra