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Newsletter N. 18 del 5 maggio 2003
- Subject: Newsletter N. 18 del 5 maggio 2003
- From: newsletter at bbs.olografix.org
- Date: Mon, 5 May 2003 21:55:28 +0200
============================================ *** Associazione Culturale Telematica *** ********** "Metro Olografix" ********** Newsletter n. 18 del 5 maggio 2003 ============================================ IN PRIMO PIANO ------------------------- DARPA TAGLIA I FONDI A OPENBSD Cyber-pacifista? Allora niente soldi In seguito a una dichiarazione antimilitarista di un programmatore indipendente, il Dipartimento della Difesa statunitense taglia i finanziamenti a uno dei più avanzati progetti mondiali di sicurezza informatica di Carlo Gubitosa e Stefano Chiccarelli Ormai sono in molti a conoscere Linus Torvalds, il finlandese che ha concepito il sistema operativo Linux, ma solo pochi appassionati conoscono Theo de Raadt, uno sviluppatore canadese che nei giorni scorsi è stato letteralmente silurato dal Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency), l'agenzia militare statunitense per la ricerca avanzata che nel 1969 ha dato vita ad Arpanet, il primo embrione di quella che sarebbe diventata Internet. Theo è il leader storico del progetto OpenBSD, un sistema operativo "free" sviluppato da circa 60 programmatori volontari con un unico obiettivo: creare il sistema operativo più sicuro possibile. Giusto per fare un esempio, nel 2002 la Microsoft di Bill Gates ha rilasciato 68 "allarmi di sicurezza" (security alerts) per i suoi sistemi operativi, più di uno alla settimana, mentre negli ultimi sette anni il gruppo OpenBsd ha riparato solamente una "falla". Dal 1994 ad oggi OpenBSD ha potuto sopravvivere grazie a donazioni volontarie e vendite di magliette e Cd contenenti il sistema operativo, che chiunque può scaricare gratuitamente in Rete. Nell'agosto 2001 il Darpa ha concesso un finanziamento di 2 milioni e 300 mila dollari all'università della Pennsylvania, che ha dirottato parte di queste risorse al progetto OpenBSD, fino a quando un'imprudente dichiarazione di Theo de Raadt non ha scatenato le ire dei militari del Darpa. Il 17 aprile l'università, contattata dall'aviazione Usa, viene obbligata a "non sostenere piu' alcun costo" per i progetti di sicurezza informatica realizzati dal team di OpenBSD, colpevole di essere guidato da un hacker refrattario alla cultura militare. La ritorsione del Darpa nasce da un'intervista rilasciata il 6 aprile al quotidiano on line canadese The Globe and Mail: Theo de Raadt ha dichiarato di sentirsi «abbastanza imbarazzato» nel ricevere soldi da strutture militari per i suoi progetti di ricerca nel settore informatico, anche se «abbiamo concordato che loro [i funzionari del Darpa, Ndr] non avrebbero potuto dirci come lavorare». «Stiamo semplicemente facendo quello che facciamo da sempre» - ha proseguito de R aadt - «e cioè produrre software più sicuro, e su questo loro non hanno voce in capitolo. In ogni caso mi consolo convincendomi che i soldi che riceviamo corrispondono a mezzo missile cruise che non verrà mai costruito». Sul giornale universitario indipendente Daily Pennsylvanian, Theo de Raadt ha raccontato che alcuni giorni dopo quell'intervista «il professor Jonathan Smith mi ha chiamato e mi ha detto di stare zitto e non parlare di cose come quelle». Il 18 aprile Jan Walker, funzionario del Darpa, comunica che «è dispiaciuto», ma si vede costretto a cancellare il progetto, e il 22 aprile dichiara a un giornalista che la decisione di sospendere i finanziamenti è dovuta agli «eventi mondiali» e alla «crescente minaccia rappresentata da stati-nazione sempre più potenti». Lo stesso giorno l'università di Pennsylvania cancella le prenotazioni per l'albergo all'interno del quale i 60 sviluppatori principali di OpenBSD avrebbero dovuto riunirsi per il loro "hackathon", una maratona informatica dedicata al confronto sui temi della sicurezza. Molti dei partecipanti avevano già prenotato il volo, e paradossalmente l'università ha deciso di pagare a fondo perduto una penale dell'80% per l'annullamento delle prenotazioni alberghiere, nonostante gli hacker di OpenBSD si siano offerti di coprire il rimanente 20% dei costi pur di svolgere regolarmente il loro incontro. La risposta della comunità mondiale degli utenti internet non si è fatta attendere, e il tam-tam telematico con cui è stata denunciata questa vicenda ha provocato un incremento nella vendita on line delle magliette disponibili sul sito www.openbsd.org, che comprendono un modello con una interessante citazione di Benjamin Franklin: "Chi è pronto a rinunciare alle proprie libertà fondamentali in cambio di briciole di temporanea sicurezza, non merita né libertà né sicurezza". http://www.mytech.it/mytech/news/art006010046642.jsp TECNOLOGIA&INTERNET -------------------------------------- Diffamazione online? Cambierà tutto di Franco Abruzzo - Nuova legge all'esame della Camera: la diffamazione a mezzo stampa o Internet perderà il carcere e sarà punita soltanto con la multa fino a 5mila euro. Ecco tutte le novità http://punto-informatico.it/p.asp?i=43898 MONTANO PROTESTE E CONTROVERSIE PER I BREVETTI SUL SOFTWARE di Bernardo Parrella Gli interessi della grande industria contro produttori indipendenti e piccoli sviluppatori: questa la chiave della bollente questione a livello mondiale http://www.apogeonline.com/webzine/2003/04/14/05/200304140501 CALIBRO 9 I diritti della Rete Una clamorosa sentenza, che avrà un'immediata eco pratica e giurisprudenziale, quella di un giudice della Corte distrettuale della California che ha ritenuto StreamCast Networks e Grokster non responsabili di pirateria musicale, decretando la liceità dei mezzi tecnici usati per lo scambio di file. La sentenza non si applica al terzo servizio, KaZaA della Sharman Networks Ltd., che aveva chiesto che la propria posizione fosse stralciata dalla discussione. I detentori dei copyright come la Riaa (l'associazione statunitense dei fonografici) e la Mpaa (l'associazione dei produttori cinematografici) hanno annunciato ricorso in appello. La sentenza potrebbe accelerare la tendenza a perseguire i singoli utenti. http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/29-Aprile-2003/art89.html TEMI&APPROFONDIMENTI ------------------------------------------ Murdoch denunciato per pirateria La Nds del magnate australiano è accusata di aver diffuso i codici criptati delle tv satellitari concorrenti, prima ridotte sul lastrico e poi acquistate. Tra le vittime Tele+ ANTONELLO CATACCHIO L'11 marzo 2002 la corte distrettuale della California del Nord registra una denuncia con il numero C02-01178. Presentata dagli avvocati DiBoise, Saunders, MacGillivray, Wilson Sonsini Goodrich &Rosati per conto del gruppo Canal+, Canal+ Technologies e Technologies inc. contro Nds Group Plc, Nds americas inc. Sono 21 paginette di denuncia per «associazione a delinquere, violazione della proprietà industriale e concorrenza sleale» nei confronti del gruppo Murdoch. In sostanza, secondo la denuncia, Murdoch avrebbe favorito la pirateria a danno dell'allora concorrente Canal+ per indebolirlo come di fatto avvenne. Per la denuncia il gruppo Nds avrebbe decriptato le smart card del gruppo Canal+, affidando poi il frutto dell'incursione a un certo Al Menart, titolare del sito DR7.com che avrebbe diffuso via Internet i codici messi così a disposizione di chiunque volesse contraffare le suddette card e venderle sottocosto con danno evidente per Canal+. Per chiarezza va detto che nella denuncia si dice che per scardin are i codici c'è bisogno di tecnologia e strumentazioni molto sofisticate come quelle a disposizione di Nds, non è sufficiente essere hacker. Un attacco pirata che dal marzo 1999 (quando i codici sono finiti in rete) ha messo in ginocchio Canal+, già traballante per altri motivi. E il danno maggiore sarebbe stato subito proprio dall'italiana Tele+, successivamente venduta a Murdoch. Ma, qui viene il bello. Al gruppo Murdoch appartiene la Nds, società con sede nel Middlesex, in Gran Bretagna, che vede nello staff dirigenziale anche James e Lachlan Murdoch, figli di Rupert. A suo tempo Rupertino definì bullshit tutta la questione arrivando a dire che gli sarebbe piaciuto affrontarla nell'aula di un tribunale. Resta però il fatto che nell'accordo di acquisto di Tele+ da parte sua venne inserita una clausola che avrebbe dovuto porre la parola fine su questa delicata questione. Vivendi avrebbe dovuto rinunciare alla causa (come ha fatto) impegnandosi a non divulgare informazioni sulla vicenda. Anzi, entro il 30 a prile 2003 la documentazione avrebbe dovuto essere distrutta. Oltre alla firma si metteva una bella croce sulla querelle e ci si teneva alla larga dalle aule di qualsiasi tribunale. Il 27 settembre del 2002 però anche Echostar, seconda tv satellitare Usa, ha fatto una denuncia analoga a quella di Canal+. E prima ancora anche Direct tv, alla fine del 2001 (denuncia poi ritirata in seguito a una transazione con Nds), salvo ripresentarla di nuovo il 6 settembre 2002. E successivamente anche Direct tv (come Tele+) è stata acquisita da News Corp., la società di Murdoch, più o meno con le stesse clausole che mettono una pietra sopra la causa di pirateria. Pirateria che in questo caso sarebbe stata ancora più semplice da realizzare visto che l'azienda incaricata di creare i codici di Direct tv altri non era che Nds. Tutto messo a tacere per contratto. Ecco però la sopresa: James Spertus. James Spertus è un procuratore aggiunto della California. Non si occupa di Murdoch, ma entra in scena perché sta verificando la posizione di tal Christopher Tarnovsky. Tarnovsky, americano, nel novembre 2000 è il destinatario di due pacchi provenienti dal Canada. I doganieri trovano all'interno dei pacchi 40mi la dollari e dei dischetti che contengono informazioni per fabbricare smart card piratate. Tra le iniziative prese da Spertus in relazione all'istruttoria su Tarnovsky c'è la richiesta fatta a Canal+ di inviare entro il 5 maggio all'Fbi la documentazione che era stata alla base della denuncia contro Nds. Per verificare se ci sia materiale che possa riguardare il caso di cui si occupa e perché teme la distruzione delle carte prevista dall'accordo di vendita tra Vivendi e News Corp. E secondo Le Monde Canal+ avrebbe accettato di inviare la documentazione al procuratore statunitense perché legalmente l'ingiunzione si imporrebbe rispetto all'accordo privato tra i due gruppi. Secondo Le Monde il teatro degli eventi, come per ogni caso recente di spionaggio, sia pure industriale, è Israele. Haifa in particolare. Il testimone chiave del dossier di Canal+ sarebbe Oliver Kommerling, un hacker che per un certo periodo ha lavorato presso un laboratorio di ricerca della Nds in Israele dove sarebbero stati scoperti i cod ici delle smart card di Canal+. Sempre secondo la testimonianza giurata di Kommerling i codici violati sarebbero poi stati girati a Christopher Tarnovsky che dalla California avrebbe fatto in modo che arrivassero in rete, a disposizione di chi intendesse usarli per piratare le smart card. L'avvocato di Tarnovsky nega che il suo cliente, considerato un hacker piuttosto noto nell'ambito di quanti si occupano di tv satellitari, abbia a che vedere con questo caso. Ma Spertus vuole chiarire la situazione. Anche perché voci attribuite a persone a conoscenza dei fatti (secondo Fortune) vorrebbero che Tarnovsky sia stato ingaggiato a metà degli anni `90 proprio da Nds, pur sotto falso nome per non allertare la comunità hacker. Nds rifiuta però di commentare queste voci. Nel giallo della pirateria tv va inserito anche un altro personaggio: Igor Serebryany, diciannovenne di Los Angeles di origine ucraina, studente dell'Università di Chicago, arrestato dall'Fbi. Serebryany è finito in galera (ma ne è uscito su cauzione) perché avrebbe rubato i nuovi codici delle card di Direct tv proprio negli uffici dove li avevano depositati gli avvocati che stavano istruendo la causa di pirateria per conto di Direct tv. Una volta messe le mani sui codici, grazie alla complicità di uno zio, dipendente dell'azienda che aveva in custodia il materiale, Igor lo avrebbe diffuso via internet su tre diversi siti. Ma le dinamiche verificatesi in questo caso, furto di documenti e non decriptazione, farebbero credere più al gesto anomalo di un hacker piuttosto che a quello di autentica pirateria industriale. http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/03-Maggio-2003/art72.html Soldi per i cacciatori di spammer Lo propone una parlamentare americana appoggiata dall'influente professore di cyberlaw Lawrence Lessig, che si dice pronto a giocarsi la carriera: questo progetto funzionerà. Ecco come si prepara la money war contro lo spam http://punto-informatico.it/p.asp?i=43933 Cracker satellitare rischia 10 anni Ha fotocopiato i segreti industriali della smart card di DirectTV rendendo poi disponibili le informazioni online. Ammette le sue colpe. Ha giocato con una tecnologia da 25 milioni di dollari http://punto-informatico.it/p.asp?i=43935 Murdoch pirata, caccia aperta Un giudice californiano ordina che gli siano consegnati i documenti in cui il boss reazionario dei media, dopo aver piratato i «codici» delle tv rivali - facendole fallire - imponeva loro il silenzio al momento della fusione FRANCO CARLINI E l'Europa si allinea agli Usa SA. MO. La Direttiva 2001/29 CE, approvata dalla Comunità Europea nel 2001, per garantire, con uno stretto giro di vite, la sopravvivenza del diritto d'autore in ambiente digitale, è stata appena recepita [...] Una sentenza lungimirante Una corte Usa stabilisce che creare software per il file sharing non è un reato SARAH MOSOLE http://www.ilmanifesto.it/oggi/sezione5.htm http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/04-Maggio-2003/sezione5.htm DALLA RETE A(LLA) CARTA E RITORNO ------------------------------------------ Li chiamano spammer, si legge terrorista di Marco Trotta (matro at bbs.olografix.org) Carta 14 - 17 - 23 Aprile 2003 (http://www.carta.org) Ne avevamo già parlato un paio di settimane fa (Carta 12/03). Il blocco degli indirizzi di Libero da parte di Yahoogrops, uno dei più grossi fornitori di servizi di mailing lists gratuite, ha fatto gridare in molti alla "censura preventiva" ed, in effetti, i tempi sincronizzati con il bombardamento sull'Iraq c'erano tutti. Allora abbiamo cercato di spiegare perché l'ipotesi che un simile provvedimento, direttamente ricollegabile alla guerra, fosse priva di fondamento e quali meccanismi, invece, rendevano un quadro più complesso fatto di interessi economici. Oggi sono arrivate le lettere di scusa di Wind e di Yahoo che chiudono la vicenda, ma confermano quelle preoccupazioni. Infatti, se Wind si "scusa" per il "blocco automatico" generato dall'utilizzo di Spews.org "uno dei più efficaci sistemi di protezione dalla posta indesiderata" nella necessità di tutelare "oltre 12,4 milioni di utenti" (e ricordando i suoi sistemi a pagamento per un utilizzo più sicuro), Yahoo assicura che "il servizio è stato completamente ripristinato" e che da tempo sono impegnati alla lotta contro lo spam attraverso l'utilizzo di "SpamGuard", un sistema che si basa anche sulle segnalazioni degli utenti, per ottenere filtri che "spostano la posta indesiderata in cartella dedicata, senza effettuare alcun tipo di controllo o di censura sulle email ricevute". Quest'ultima considerazione, a parte la confusione che ingenera (Yahoo è stata accusata di spamming verso l'esterno non era in discussione lo spamming che Yahoo subisce verso i propri utenti), è importante perché introduce un altro nodo nel problema. Ovvero il fatto che attualmente non esistono sistemi sicuri per controllare tecnologicamente lo "spamming" e quelli attuali rischiano di confliggere con i diritti degli utenti a ricevere e a mandare la posta che credono. Esistono, infatti, sostanzialmente tre sistemi per filtrare la posta: le parole chiave, le blacklist e le whitelist (c'è un bel manuale di autodifesa qui: www.attivissimo.net/antispam/antispam.htm). Nel primo caso vengono cancellati, prima di arrivare all'utente, i messaggi che contengono parole o sequenze di parole considerate tipiche di messaggi indesiderati. Ad esempio, spesso gli "spammer" peggiori sono quelli che propongono siti e materiali porno e quindi le parole chiave sarebbero tutte quelle semanticamente riconducibili a questi contenuti. Il problema, però, è: come può una macchina stupida come il computer distinguere tra una email che parla di sesso da vendere e l'appello di una ONG impegnata a combattere l'AIDS da rapporti non protetti nel sud del mondo? Non potrebbe e censurerebbe entrambe. Le "whitelist" sono le liste di siti abilitati ad inviare la posta, vuol dire che se qualcuno mi spedisce un email da un sito che non è incluso, semplicemente non la ricevo. Invece le "blacklist" funzionano al contrario, come abbiamo detto, e sono aggiornate con criteri soggettivi per fare la "lista dei cattivi". Per questo può succedere che due "big" come Yahoo e Libero possano incappare nelle proprie maglie, ma se succede a piccoli network "indesiderati" perché diffondono messaggi pacifisti in tempo di guerra? E se la categoria "spammer" diventa un nuovo modo per censurare e zittire politicamente soggetti indesiderati? Lo scenario non è così irreale visto che lo scorso 31/02 il Consiglio Europeo della Giustizia, composto dai Ministri della Giustizia dei diversi Paesi dell'Unione, ha avviato una direttiva che equipara spammer, netstriker e terroristi informatici sotto l'unica definizione di coloro che inviano materiale elettronico non richiesto e nel quadro di una serie di iniziative volte alla "sicurezza", che erano già nell'aria ben prima dell'11 Settembre e che, ovviamente, in questo clima hanno avuto una netta accelerazione. Link - Blocco di Yahoo, Wind si scusa http://punto-informatico.it/p.asp?i=43683 - Blocchi antispam, le scuse di Yahoo! http://punto-informatico.it/p.asp?i=43707 - Come difendersi dallo spam http://www.attivissimo.net/antispam/antispam.htm - In difesa del Netstrike http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=1961&numero=999 IN LIBRERIA ------------------------------------------- Glyn Moody Codice Ribelle La vera storia di Linux e della rivoluzione Opensource 2002 Hops Libri, Milano 19,90 EURO NEWS DALL'ASSOCIAZIONE ------------------------------------------- Associazione Culturale Telematica Metro Olografix http://www.olografix.org info at olografix.org -------------------------------------------- a cura di Loris "snail" D'Emilio http://www.olografix.org/loris/ Hanno collaborato a questo numero: Stefano "neuro" Chiccarelli http://www.olografix.org/neuro Alessio "isazi" Sclocco http://www.olografix.org/isazi Marcello "marcellino" Sonaglia http://www.olografix.org/marcellino Marco Trotta matro at bbs.olografix.org Ø UNREGISTERED Version of PostMan for Wildcat 5.x
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