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Dal 1 maggio "Diario da Kabul, la citta' dimenticata"
- Subject: Dal 1 maggio "Diario da Kabul, la citta' dimenticata"
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>
- Date: Thu, 01 May 2003 20:59:15 +0100
Fondazione Pangea Onlus Dopo l'emergenza, nasce il bisogno COMUNICATO STAMPA Dal 1 Maggio on line sul sito Peacelink "Diario da Kabul, la citta' dimenticata"A partire dal 1 Maggio 2003 sul sito di informazione dell'Associazione Peacelink (www.peacelink.it) sara' on line uno Speciale dedicato all'Afghanistan in cui ogni giorno saranno pubblicate le lettere inviate da Luca Lo Presti, presidente della Fondazione Pangea Onlus, che insieme alla fotografa e ricercatrice Stefania Scarpa sara' a Kabul per seguire l'avvio del progetto Jamila, promosso da Pangea insieme all'associazione locale HAWCA (Humanitarian Assistance for Women and Children of Afghanistan).
Il progetto coinvolgera' 100 donne, mendicanti e prostitute, che vivono nelle strade di Kabul e della sua periferia offrendo loro un percorso di alfabetizzazione e formazione professionale attraverso lo strumento del microcredito, cercando cosi' di condurre le donne a creare delle piccole attivita' di generazione di reddito. Nell'arco di tre anni, durata prevista del progetto, si costituiranno cooperative e casse di quartiere per la gestione del risparmio e del credito, in modo da rendere le donne stesse economicamente autonome.
In questo momento in cui i media internazionali sono concentrati sui nuovi scenari di guerra mediorientali, questo "Diario da Kabul, la citta' dimenticata" vuole essere una testimonianza diretta da parte di un operatore che da piu' di vent'anni viaggia e lavora nei Paesi del Sud Asia e ci trasmettera' il calore, il dramma e la quotidianita' di una citta' e di un Paese che stanno faticosamente cercando di uscire dall'incubo di oltre venticinque anni di guerre.
Per informazioni e interviste: Aldo Daghetta Ufficio Stampa Fondazione Pangea Onlus Tel: 02/733202 Cell: 347/0127422 Sede Legale: Via Boschetti, 6 - 20121 Milano - C.F: 97321620151 - Sede Operativa: Via Archimede, 127 - 20129 Milano - Tel/Fax: (0039) 02/733202 Internet: http://www.pangeaonlus.org Email: info at pangeaonlus.org ----------- SCHEDA DI APPROFONDIMENTO SUL PROGETTO JAMILA PROGETTO JAMILA: CENTRI PER DONNE MENDICANTI DIAMO UN FUTURO ALLE DONNE DELL'AFGHANISTAN ATTRAVERSO L'ISTRUZIONE E IL MICROCREDITO LO SCENARIODopo oltre vent'anni di guerra che hanno causato milioni di profughi, l'Afghanistan ricomincia a ripopolarsi, a iniziare dalla sua capitale, Kabul. Da aprile a luglio 2002 circa 2 milioni di persone sono rientrate, nella speranza di un futuro migliore. In soli quattro mesi la popolazione e' passata da 1 a circa 3 milioni di abitanti.
Kabul e' la citta' piu' grande dell'Afghanistan; attualmente molti operatori della cooperazione internazionale vi lavorano e i militari dell'ISAF proteggono il territorio cittadino e la periferia circostante. Proprio a causa della presenza di cosi' tanti stranieri, nell'area circola molto piu' denaro che nelle altre province del Paese. Quest'apparente ricchezza attrae in citta' le persone piu' disperate, soprattutto donne. Sono vedove o semplicemente donne abbandonate; spesso sono madri e hanno in media dai due ai cinque figli. Inutile sottolineare che non trovano lavoro perche' analfabete, perche' troppo segnate dalle fatiche della loro esistenza e quindi "impresentabili", perche' la cultura afghana e' ancora troppo misogina e influenzata dagli ultimi dieci anni di fondamentalismo. Camminando per Kabul si possono incontrare file di donne sedute per terra a mendicare; a volte girovagano per la strada, seguono gli stranieri, chiedono "bashish", l'elemosina. Molto spesso sono costrette a prostituirsi per dar da mangiare ai loro figli.
IL PROGETTOLa Fondazione Pangea Onlus e HAWCA (Humanitarian Association for Women and Children of Afghanistan) hanno deciso di dare una concreta possibilita' di riscatto alle donne mendicanti attraverso un progetto di microcredito.
L'obiettivo del progetto e' innanzitutto quello di coinvolgere 100 donne, mendicanti e prostitute, che vivono nelle strade di Kabul e della sua periferia e offrire loro un percorso di alfabetizzazione e formazione professionale. Quest'ultima, attraverso lo strumento del microcredito, vuole condurre le donne a creare delle piccole attivita' di generazione di reddito; nell'arco di tre anni (la durata prevista del progetto) si costituirebbero cooperative e casse di quartiere per la gestione del risparmio e del credito, in modo da rendere le donne stesse economicamente autonome. Durante il periodo di formazione le "allieve" riceveranno anche un'assistenza sanitaria. Dato che il progetto sara' seguito direttamente da HAWCA, si procedera' sottoponendo 5 donne dello staff a un periodo di training sulle tematiche legate alla microfinanza, in modo da poter seguire con professionalita' e competenza in materia le altre donne mendicanti.
Durante il primo anno di corso (della durata di 9 mesi), le 100 donne apprenderanno a leggere, scrivere e a fare di conto, ma saranno anche introdotte alle tematiche relative al rispetto dei diritti umani fondamentali, in modo da favorire una presa di coscienza di quelli che sono i loro diritti, in quanto individui e donne, e dell'importanza del rispetto degli stessi, quale base imprescindibile sulla quale costruire la nuova societa' afghana.
Per incentivarle a frequentare il corso e aiutarle a sostenere la famiglia, ogni donna ricevera' mensilmente un pacco alimentare, sufficiente a nutrire una famiglia di cinque persone. Al termine del primo anno scolastico, in base alle capacita' professionali di ciascuna e attraverso il microcredito, ogni donna ricevera' cinque galline, o una macchina da cucire, o ancora semi per l'orto. In tal modo, assistite dallo staff di Hawca che seguira' direttamente il progetto, esse potranno avviare una piccola attivita' e saranno aiutate poi nella commercializzazione dei loro prodotti. Attraverso il ciclo di produzione e vendita, acquisiranno autonomia economica e una sempre maggiore fiducia in se stesse.
Nel secondo anno, si insegnera' loro a creare piccoli gruppi per la gestione dei crediti e la raccolta dei risparmi, fino ad associarsi in cooperative. Inoltre si introdurra' anche un lavoro di sostegno psicologico. Il centro per le donne sara' aperto la mattina e il pomeriggio, un giorno a settimana fornira' assistenza e cure mediche e ginecologiche. Costituira' anche un punto di riferimento per tutte le necessita' che si verranno a creare durante il loro percorso di formazione.
Al termine del secondo anno, sulla base delle loro necessita', la scuola potra' organizzare un lavoro piu' approfondito sia dal punto di vista della preparazione scolastica, sia nella gestione della microimpresa, con la creazione di stock di magazzino per la produzione e, nel caso, favorendo la commercializzazione dei prodotti artigianali attraverso le botteghe del commercio equo e solidale che si trovano in Italia.
Alla fine dei tre anni di corso le donne saranno economicamente autonome e potranno a loro volta coinvolgere altre donne mendicanti. HAWCA avra' aumentato la propria esperienza nel settore del microcredito e acquisito il know-how necessario ad ampliare il progetto sul territorio afghano.
IL PARTNER DEL PROGETTOHawca (Humanitarian Assistance for Women and Children of Afghanistan) e' un'organizzazione non governativa afghana che dal 1999 opera per dare assistenza alla popolazione, in particolare alle donne e ai bambini. Prima dell'11 settembre organizzava clandestinamente, in Afghanistan e in Pakistan, corsi di alfabetizzazione e igiene di base per donne e bambini/e, distribuiva cibo ai profughi afghani in Pakistan, forniva cure mediche, gestiva dei piccoli centri di generazione reddito. A settembre del 2002 HAWCA ha potuto uscire dalla clandestinita' e riaprire l'ufficio a Kabul. Nell'ufficio dell'organizzazione chiunque puo' entrare e farsi aiutare per compilare un scheda, con la quale chiedere aiuto e proporre idee. Proprio parlando con la direttrice dell'associazione e raccogliendo le richieste di aiuto provenienti dalle donne mendicanti, la fondazione Pangea ha pensato di creare il progetto Jamila.
DALLE DONNE UN NUOVO AFGHANISTANLe donne afghane hanno patito sofferenze inaudite, inflitte loro solo per il fatto di essere donne. I soprusi dei fondamentalisti non hanno avuto tregua negli ultimi dieci anni e hanno lasciato profonde cicatrici sui copri e nelle loro menti della popolazione femminile dell'Afghanistan. Pangea Onlus ritiene che in Afghanistan un progetto di sviluppo non puo' prescindere dall'educazione al rispetto dei diritti umani, unico strumento che contribuisca a generare una cultura di pace tra la popolazione. Le donne possono diventare le protagoniste nella ricostruzione di una nuova societa' afghana fondata sui principi del rispetto comune e dei diritti umani.
Questo progetto mira a restituire una vita dignitosa alle donne mendicanti e prostitute che hanno avuto meno fortuna di altre, e a creare una rete di solidarieta' tra le donne stesse, indipendentemente dalla loro appartenenza etnica e religiosa. La Fondazione Pangea e Hawca forniranno a queste donne gli strumenti affinche' loro stesse possano ricostruirsi un futuro con i propri figli, per i propri figli.
I costi di gestione del progetto ammontano a 127.000 Euro l'anno. È POSSIBILE SOSTENERE IL PROGETTO ATTRAVERSO UN VERSAMENTO:SUL CC BANCARIO N. 511660 - INTESTATO A FONDAZIONE PANGEA ONLUS c/o BANCA ETICA, FILIALE DI MILANO, ABI 05018 - CAB 01600
O SUL c/c POSTALE N. 36682953 INTESTATO A FONDAZIONE PANGEA ONLUS VIA BOSCHETTI, 6 - 20121 MILANOCAUSALE: PROGETTO JAMILA
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