AAA CERCASI DEPOSITO RADIOATTIVO - NEI FORTI FASCISTI SULLE ALPI O IN SARDEGNA?



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Notizia uscita il 15 Aprile su http://www.e-gazette.it/index.htm.

AAA CERCASI DEPOSITO RADIOATTIVO - NEI FORTI FASCISTI SULLE ALPI O IN SARDEGNA?
Roma, 14 aprile - Entro metà giugno sarà indicato il luogo dove sorgerà il deposito nazionale delle scorie radioattive italiane, attualmente disperse in diverse aree della penisola. Lo ha detto il generale Carlo Jean, comissario allemergenza rifiuti nucleari e presidente della Sogin (la società ex Enel che gestisce la dismissione delle ex centrali nucleari), al termine di un'audizione informale in commissione Ambiente della Camera. "Noi indicheremo il luogo più adatto secondo criteri tecnico-scientifici - ha detto Jean - poi toccherà al Governo decidere. Si tratterà di zone scarsamente abitate, come gallerie dismesse dalle Ferrovie dello Stato, bunker che esistono nel Vallo Alpino a prova di bomba atomica, costruiti negli Anni 30, miniere abbandonate. Alcune nostre montagne sono come gruviera, con caverne che possono contenere anche battaglioni di 1.000 uomini". Per individuare il posto adatto la Sogin ha preso ("stiamo valorizzando") tutti gli studi condotti finora, e non solo quello dell'Enea che aveva indicato circa 200 aree sul territorio nazionale adatte ad ospitare le scorie, mentre si sta cercando la una collaborazione dei tecnici internazionali e degli ingegneri che hanno costruito stoccaggi in altri Paesi. Se i 200 luoghi adatti indicati dallEnea sembravan tanti, ora se ne aggiungeranno altri. Jean infatti vuole rivedere i criteri di esclusione adottati dallEnea, che aveva escluso le isole, la fascia a 50 chilometri dal confine, una distanza minima di 15 chilometri dalle città con più di 100mila abitanti e le montagne. Per esempio erano state escluse le isole per ridurre il rischio del trasporto via nave, sebbene in tutto il mondo le scorie viaggino in nave senza problemi.
Intanto continua la messa in sicurezza degli stoccaggi provvisori attuali.
Eil caso dello sgombero dei rifiuti nucleari accumulati a Saluggia, sgombero avviato la settimana scorsa con un contestatissimo convoglio. Ma - ha sottolineato Jean - la sicurezza assoluta ci sarà solo quando i siti saranno completamente demoliti: finché ci saranno, ci sarà sempre una condizione di rischio. "Emateriale nucleare, non sono noccioline. Le misure antintrusione vanno bene se provano a entrare con la forza dieci persone, ma se arriva un battaglione, non lo ferma nessuno". Il presidente della commissione Ambiente, Pietro Armani, ha affermato che lo stoccaggio atomico "dovrebbe ricadere sulle strutture del demanio militare, che hanno tutte le caratteristiche di sicurezza adeguate. Ad esempio, si potrebbe pensare ad alcuni poligoni di tiro, ce ne sono di molto vasti; naturalmente, bisognerà scegliere zone geologicamente stabili con una bassa densità di popolazione". Non molto convinto appare Jean: "Bisogna considerare che i poligono di tiro dismessi non sono molti. Comunque tutto è aperto". In Italia ci sono 268 poligoni di tiro militari, pari a 176.407 ettari. I due più estesi si trovano in Sardegna. Il poligono interforze Salto di Quirra (13mila ettari) è il più grande d'Europa. Egià stato oggetto di studi per il sospetto di casi di tumore attribuiti al ricorso a proiettili alluraio impoverito. Il secondo poligono di tiro è Capo Teulada, 7.200 ettari, attorno al quale ci sono 75mila ettari tra zone di restrizione dello spazio aereo e zone interdette alla navigazione. La Sardegna è inoltre una regione a bassa densità di popolazione (66,4 abitanti per chilometro quadro contro i 186,9 della media italiana.
Luso di basi militari scavalcherebbe con la forza lopposizione locale.
Ovviamente, come prevedibile, allipotesi di costruire in Sardegna il deposito atomico si è riellata la Regione Sardegna. "Occorre contattare urgentemente il Governo nazionale per escludere categoricamente la Sardegna dalla scelta del sito dove, con decisione attesa entro la metà di giugno, dislocare 55mila metri cubi di scorie nucleari", dice il consigliere regionale Tonino Frau, di Alleanza nazionale (lo stesso partito del deputato Pietro Armani il quale ha suggerito il ricorso ai poligoni di tiro). "È una idea insana - sbotta Frau - pensare che la Sardegna possa essere considerata ancora una volta la discarica italiana, per di più, di materiale così pericoloso". Nel frattempo, gli allarmi radioattività che dal 21 marzo si sono registrati per tre volte in Italia, in particolare nell'aeroporto militare di Capodichino, nella zona di Lonigo (Treviso) e a Massa Carrara sono stati causati dal malfunzionamento delle centraline di rilevamento. E' la teoria illustrata dal ministro dei Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi. "Del tutto false" - dice - le enunciazioni della deputata Titti de Simone (Rifondazione) che aveva posto un'interrogazione. Secondo Giovanardi sono assolutamente fantasiosi i collegamenti tra le zone in cui si sono verificati gli allarmi e basi Nato. L'ipotesi più probabile, dunque, "rimane quella del malfunzionamento" e insomma "non c'entra niente né la guerra né le basi statunitensi". Replica la De Simone: "Estupefacente che in dieci giorni siano impazzite, casualmente, le centraline di rilevamento radioattivo guardacaso a ridosso di strutture militari. Vi è stato chiesto di aprire un'indagine e voi non potete continuare a dire bugie".