La nostra arma di "costruzione" di massa



La nostra arma di "costruzione" di massa

di Mia Couto*

Presidente Bush,

sono uno scrittore di una nazione povera, un paese che è già stato incluso nella vostra lista nera. Milioni di mozambicani ignorano che male vi abbiano fatto. Siamo piccoli e poveri: che minaccia possiamo rappresentare? La nostra arma di distruzione di massa, in fondo, è rivolta verso di noi: è la fame, la miseria. Ebbene io, povero scrittore di un povero paese, ho fatto un sogno. Come Martin Luther King una volta sognò che l'America era la nazione di tutti gli americani. Ho sognato che non ero un uomo, ma un Paese.

Si, un Paese che non riusciva a dormire perché viveva spaventato da cose terribili. Quel timore mi ha porta­to a esprimere una richiesta che, nel sogno, aveva a che vedere con Lei, caro Presidente. Esigevo che gli Stati Uniti d'America procedessero con l'elimi­nazione delle loro armi di distruzione di massa. Esigevo inoltre che ispettori delle Nazioni Unite fossero inviati nel vostro Paese.

I fatti che alimen­tavano il mio sospetto purtroppo erano reali, e non prodotti dal sogno. La lista è cosi lunga che ne sceglierò soltanto qualcuno. Eccoli.

-- Gli Stati Uniti sono l'unica nazione al mon­do che ha lanciato bombe atomiche su altre nazio­ni; il suo Paese a stato l'unico ad essere condanna­to per "uso illegittimo della forza" dal Tribunale Internazionale di Giustizia;

-- le forze americane han­no istruito e armato fondamentalisti islamici fra più estremisti (compreso il terrorista Bin Laden) col pretesto di rovesciare gli invasori russi in Afgha­nistan; il regime di Saddam Hussein a stato ap­poggiato dagli Stati Uniti mentre metteva in alto le peggiori atrocità contro iracheni (compreso il massacro dei curdi con i gas);

-- come molti altri leader legittimi, l'africano Patrice Lu­mumba venne assassinato con I'aiuto della Cia (fu arrestato e torturato, poi gli spararono in testa e il suo corpo venne disciolto nell'acido cloridri­co);

-- come tanti altri fantocci, Mobutu Seseseko venne posto al potere da vostri agenti, e concesse speciali servizi allo spionaggio americano; l'inva­sione di Timor Est da parte dei militari indonesia­ni ha ottenuto l'appoggio degli Stati Uniti; nel­I'agosto del 1998, le forze aeree degli Stati Uniti hanno bombardato in Sudan una fabbrica di me­dicinali, chiamata Al-Shifa. Un errore? No, si trat­tava di una rappresaglia in seguito agli attentati di Nairobi e Dar-es-Saalam.

-- dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, gli Stati Uniti hanno bombarda­to: la Cina (1945-46), la Corea e la Cina (1950-53), il Guatemala (1954), l'Indonesia (1958), Cuba (1959-1961), il Guatemala (1960), il Congo (1964), il Peru (1965), il Laos (1961-1973 ), il Vietnam (1961-1973), la Cambo­gia (1969-1970), il Guatemala (1967-1973), Gra­nada (1983), il Libano (1983-1984), la Libia (1986), il Salvador (1980), il Nicaragua (1980), l'Iran (1987), Panama (1989),l'Iraq (1990-2001), il Kuwait (1991), la Somalia (1993), la Bosnia (1994-95), il Sudan (1998), I'Afganistan (1998), la Jugoslavia (1999).

Svegliandomi, sono passato dall'incubo del sonno a quello della realtà. La guerra che Lei, Signor Presidente, si è ostinato a voler intrapren­dere, ci potrà liberare da un dittatore. Ma divente­remo tutti più poveri. Avremo meno speranza in un futuro governato dalla ragione e dalla morale. Avremo meno fiducia nella forza regolatrice delle Nazioni Unite. Resteremo, alla fine, più soli e abbandonati.

Signor Presidente, l'Iraq non è Saddam. Sono 22 milioni di madri e figli e di uomini che lavorano e sognano come fanno i comuni norda­mericani (...) Alla fine, ci libereremo di Saddam. Ma continueremo ad essere prigionieri della logi­ca della guerra e dell'arroganza. Non voglio che i miei figli (ne i suoi) vivano dominati dal fanta­sma della paura. E che pensino che, per vivere tranquilli, abbiano bisogno di costruirsi una for­tezza. E che saranno solo al sicuro quando do­vranno spendere fortune in armamenti.

Il vescovo americano Monsignor Robert Bowan, le ha scritto, alla fine dell'anno scorso, una lettera intitolata: " Perche il mondo odia gli Stati Uniti?».

Bowman, vescovo delta chiesa catto­lica delta Florida, ha combattuto in Vietnam. Sa cos'e la guerra, e ha scritto: "Siamo obbiettivo dei terroristi perché , nella maggior parte del mondo, il nostro governo ha difeso la dittatura, la schiavi­tù e lo sfruttamento degli esseri umani. Siamo obbiettivo dei terroristi perché siamo odiati. E siamo odiati perche il nostro governo commette cose odiose".

La maggior minaccia che incombe sull'Ame­rica non sono gli armamenti degli altri ma l'univer­so di menzogne che si è creato intorno ai vostri cittadini. Il pericolo non è il regime di Saddam, né nessun altro regime. Bensi il sentimento di superiorità che sembra animare il suo governo. Il suo nemico principale non è fuori. E dentro agli Stati Uniti.

Io vorrei poter festeggiare la caduta di Sad­dam Hussein. E festeggiare con tutti gli america­ni. Ma senza ipocrisia, senza argomenti ad uso di minorati mentali. Perche noi, caro Presidente Bu­sh, noi, i popoli dei paesi piccoli, abbiamo un'ar­ma di costruzione di massa: la capacità di pensa­re.

(Traduzione di Roberto Francavilla)

* scrittore mozambicano, una delle voci più interessanti delle letteratura africana contemporanea. (Alcune delle sue opere sono tradotte in italiano).