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Newsletter N. 15 del 14 aprile 2003
- Subject: Newsletter N. 15 del 14 aprile 2003
- From: newsletter. at bbs.olografix.org
- Date: Mon, 14 Apr 2003 11:56:26 +0200
============================================ *** Associazione Culturale Telematica *** ********** "Metro Olografix" ********** Newsletter n. 15 del 14 aprile 2003 ============================================ *Pax *Pace *Paix *Peace *Friede *Fred *Eiphnh *As-Salaam *Paz *Shalom *Mir *Pokoj *Bake *Pau *Vrede *Dirlik *Pacea *Heiwa ______________________________________________ IN PRIMO PIANO ------------------------- Mondo Linux, dove stiamo andando? Il punto della situazione. [ZEUS News - www.zeusnews.it ] Ormai Linux è una realtà affermata anche in ambito enterprise. Quasi tutti i colossi dell'IT hanno una loro divisione Linux: tutto bene quindi? Secondo me no, e vi spiego perché: analizziamo insieme la situazione inerente il mondo Linux, in particolare l'aspetto delle distribuzioni. La situazione, a un primo colpo d'occhio, non potrebbe essere migliore: grandi aziende (e per l'esttezza Suse, SCO, Conectiva e TurboLinux) si alleano insieme per formare un consorzio chiamato UnitedLinux. Dopo poco altre società (IBM e AMD) si alleano, come partner tecnologici a questo consorzio. Non parliamo di due società da poco: una (IBM) è il colosso, nato con la nascita stessa dell'informatica il secolo scorso (ma questa è un'altra storia), che ha scelto di appoggiare Linux da tempo. La seconda (AMD) è il secondo produttore mondiale di chip, che vede nel nostro amato pinguino un modo per far crescere la propria tecnologia a 64 bit più rapidamente del suo concorrente Intel. L'alleanza non è del tutto priva di nemici, più o meno dichiarati: l'obiettivo del consorzio infatti è scalfire la supremazia di Red Hat nel settore, la quale detiene da sola la maggioranza relativa del mercato, secondo le ultime stime. La stessa Red Hat si è recentemente alleata con HP per fornire il supporto a Linux per i clienti enterprise e per gestire assieme il marketing di Linux in maniera "molto più aggressiva". Non ci vuole molto a capire chi possa essere il bersaglio di tale aggressività, vero? A me sembra che non possa che essere UnitedLinux. In mezzo a questi due vasi di ferro, mi dispiace dirlo, vedo solo più vasi di coccio: - Lindows: Vaporware allo stato puro, secondo me; se riusciranno a dimostrare il contrario sarò ben contento. - Xandros: nata come l'araba fenice dalle ceneri di Corel, con qualche buona idea ma nulla in grado di impensierire i due colossi. - Debian, Slackware et similia: ottime distribuzioni (la Debian è la mia preferita) ma sicuramente non in grado di attirare il mercato enterprise verso di loro, e purtroppo neppure i neofiti, attirati dalle distro più famose. - Mandrake: la prima ad aver creduto a Linux come sistema per desktop (aziendali e non), con il solo difetto di averci creduto troppo presto; adesso è in amministrazione controllata (che non è il fallimento: possono ancora farcela tranquillamente). Ovviamente il mio elenco è largamente incompleto. D'altronde il numero delle distribuzioni di Linux è una rappresentazione fedele dell'entropia dell'universo: continua a crescere. Il problema è che il suo tasso di crescita è superiore a quello dei nuovi utenti, portando solo nuova frammentazione, e avvantaggiando implicitamente le grandi distribuzioni. Come dicevo all'inizio: le distribuzioni crescono, gli utenti crescono, la considerazione del mondo enterprise verso Linux aumenta: tutto bene quindi? Secondo me, no. Quello che si sta configurando per il mercato Linux è un duopolio, in cui le distribuzioni minori vengono schiacciate da questi due colossi: - United Linux: IBM, AMD, SuSE, SCO, TurboLinux e Conectiva. Notate come siano strategicamente le distribuzioni più forti ognuna in un continente, esclusa SCO - che però ha una rete di vendita impressionante in USA. - Red Hat: Red Hat ed HP, più la longa manus di Intel, associata con HP nell'operazione Itanium (64 bit). Uno dei motivi del successo di Linux è la naturale antipatia provata da molti verso il monopolio Windows. Ma siamo sicuri che il duopolio sia tanto diverso? Pensate che il comportamento di queste aziende sarà diverso da quello di Microsoft, una volta che avranno ottenuto una quota di mercato paragonabile a quella che oggi detiene Linux? Ho i miei forti dubbi in merito. Prendiamo per esempio la questione SCO, con i suoi affondi legali verso IBM, e di riflesso Linux stesso, per i brevetti: non vi è nulla di scandaloso, dal punto di vista della logica aziendale. In sintesi, SCO detiene dei brevetti, che fanno parte del suo patrimonio; è in difficoltà economiche, e cerca di far rendere i suoi investimenti passati, ribadendo i suoi brevetti: nulla di immorale o illegale, semplice logica economica. Eppure il risultato per Linux potrebbe essere devastante, nonostante SCO sia nell'iniziativa UnitedLinux sta andando avanti: il suo obiettivo è il profitto, e Linux è solo uno degli strumenti. Vi assicuro che nessuno in Red Hat o UnitedLinux si augura davvero che Mandrake ce la faccia. Un eventuale salvataggio di uno dei due colossi sarebbe solo un'operazione a basso costo per entrare in possesso della tecnologia di quella distribuzione. La spinta propulsiva verso l'innovazione e la condivisione, propria del movimento Open Source, non si sposa con la logica di multinazionali, il cui obbiettivo primario è fare profitto. Non ritengo che ci sia nulla di sbagliato nel fare profitto: è l'essenza stessa di un'azienda, altrimenti non potrebbe esistere. Tuttavia, la filosofia che sta dietro a Linux e a tutto l'OSS mal si sposa con le logiche delle multinazionali. Silvio Colloca http://www.zeusnews.com/index.php3?ar=stampa&cod=2005&numero=999 TECNOLOGIA&INTERNET -------------------------------------- Retrocomputing: l'informatica fa storia La passione per i vecchi computer diventa divorante: eventi, iniziative, musei, tutto al servizio della memoria e del collezionismo (all'insegna del non profit). E c'è chi auspica una seria ricerca storica ed epistemologica sul nostro passato hi-tech di Nicola D'Agostino http://www.mytech.it/mytech/computer/art006010046341.jsp Una nuova generazione di browser? Nel decennale dell'invenzione del primo web browser grafico, l'arrivo di Safari ha suscitato reazioni accese e ha scosso ulteriormente gli equilibri di un settore gia' di per se in forte mutazione di Nicola D'Agostino http://www.mytech.it/mytech/speciali/d006010024516.jsp Microsoft all'attacco di Google Da Redmond parte un'offensiva diretta al leader indiscusso dei motori di ricerca. Il settore è in fermento e nessuno dei protagonisti sta a guardare di Nicola D'Agostino http://www.mytech.it/mytech/internet/art006010046258.jsp Per la prima volta in Italia il meeting annuale dell'ICANN di Redazione Apogeonline Il massimo organismo di coordinamento di Internet si riunirà a Roma nel marzo del 2004. La decisione è stata presa ieri a Rio de Janeiro durante il Meeting del Board di ICANN: lo ospiteranno Register.it e il Registro Italiano http://www.apogeonline.com/webzine/2003/03/28/01/200303280102 TEMI&APPROFONDIMENTI ------------------------------------------ HTML 4.01, specifiche tradotte in italiano I responsabili del sito Diodati.org dedicato ad accessibilità e internet annunciano la messa online di un importante pezzo di conoscenza. Quasi 400 pagine da consultare Diodati.org ha annunciato di aver completato la traduzione delle Specifiche HTML 4.01 in italiano. Il lavoro si è concluso nei giorni scorsi con la traduzione dei tre indici (indice degli elementi, degli attributi e quello analitico). La traduzione ha richiesto molti mesi. "Ciò - spiega Michele Diodati, responsabile del sito - è stato dovuto al fatto che le Specifiche HTML 4.01 sono un'opera davvero lunga e complessa (corrispondono ad un libro di quasi 400 pagine), la cui traduzione solitaria è stata una specie di sfida, che mi auguro abbia prodotto un risultato utile per gli sviluppatori italiani". Da anni il sito Diodati.org offre traduzioni di elementi importanti per lo sviluppo web nonché interventi di varia natura sul fronte dell'accessibilità. Una caratteristica del lavoro del sito è la valorizzazione dell'italiano nei limiti del possibile anche quando si viene alle tecnologie di rete. "Il vantaggio di aver condotto in solitario questo lavoro - continua infatti Diodati - è consistito nell'avere ottenuto, alla fine, una traduzione unitaria, nella quale le scelte lessicali rispondono ad un preciso criterio - cioè il tentativo di dimostrare che si può parlare di informatica in italiano riducendo al minimo il ricorso a termini inglesi - e si ripetono con coerenza in tutte le pagine dell'opera". Vale la pena infine sottolineare che, nonostante lo standard corrente sia XHTML, il contenuto delle Specifiche HTML 4.01 è ancora attualissimo. "XHTML, infatti - chiosa Diodati - non aggiunge nulla ai principi di sviluppo esposti in HTML 4.01, in quanto rappresenta una semplice riformulazione di HTML nella sintassi rigorosa di XML". http://punto-informatico.it/p.asp?i=43769 DALLA RETE A(LLA) CARTA E RITORNO ------------------------------------------ La guerra commerciale dello "spam" di Marco Trotta (matro at bbs.olografix.org) Carta 12 - 03 - 09 Aprile 2003 (http://www.carta.org) Tra il 20 ed il 21 Marzo, migliaia di indirizzi di posta elettronica sul server di Libero (libero.it, inwind.it, iol.it e blu.it) venivano esclusi dalle mailing list del servizio "gratuito" Yahoogroups.com. Il problema veniva giustificato con un "Remote host said: 550 mail not accepted from blacklisted IP address". Cosa significa? Le "black list" degli indirizzi IP sono liste di siti internet compilate da aziende che offrono questo servizio per altri siti e gestori di servizi internet. Sono liste costantemente aggiornate di tutti quei siti dai quali giungono email non richieste in grossa quantità o che, comunque, non rispettano le regole di gestione dei flussi di messaggi. I messaggi di posta elettronica non richiesta, in genere annunci commerciali, spediti a più utenti di cui si è archiviato l'indirizzo senza chiedere l'autorizzazione, si definiscono "spam" e sono un fenomeno in netto aumento in rete. Lo "spamming" è un'iniziativa che possono portare avanti tanto i gestori di un sito, quanto gli utenti che ne usano i servizi. In questo secondo caso sono i gestori che devono regolamentare il comportamente dei propri utenti e Yahoogroups offriva "gratuitamente" la possibilità di aprire mailing lists dove inserire indirizzi di posta elettronica senza chiedere il consenso preventivo. Questo è stata la sua fortuna, ma ha probabilmente determinato molte lamentele. Per questo, proprio in questi giorni Spews (http://spews.org - usato dai gestori Libero) ha inserito Yahoogroups.com nella lista nera causando il fatto che tutti i messaggi provenienti da quel dominio (quindi i messaggi delle mailing list) venissero rifiutati a livello di server. In questa maniera si è determinata una situazione di blocco che ha escluso mediamente un terzo degli iscritti da tutte le liste gestite con Yahoogroups (molte di social forum e movimento, più o meno la percentuale di utenti che fanno capo a Libero.it la più grossa community "gratuita" nazionale) senza che le normali procedure di riattivazione delle iscrizioni potessero fare alcunché. Probabilmente ora la situazione si è normalizzata con Libero che ha riabilitato il dominio Yahoogroups, ma tutta questa vicenda insegna un'altra morale. La morale, per un movimento che sta facendo un uso intensivo e strategico della comunicazione telematica per la propria organizzazione, è prendere atto che stiamo andando verso una situazione dove i processi di trasformazione della rete stanno mettendo a rischio gli spazi di comunicazione indipendente. Sia Libero che Yahoo hanno messo a disposizione per i propri utenti, accanto alle email "gratuite", servizi a pagamento di posta filtrata da virus e spammer. In questa maniera, in una rete dove l'invasività commerciale e criteri di sicurezza discutibili tenderebbero ad affermare legge del più forte (che può permettersi infrastrutture adatte a gestire l'aumento del traffico generato), gli utenti sarebbero spinti a fare qualcosa che oggi non sembra necessario: acquistare l'utilizzo della propria posta elettronica, oggi gratuita, per non perdere tempo a cancellare messaggi inutili o chiedere ai propri contatti di aggiornare le rubriche con un indirizzo nuovo. Nessuna censura per la guerra in corso, quindi, ma certamente una guerra commeciale che deve far riflettere il movimento e far capire che la soluzione non è aprire una lista nuova su un altro server gratuito, ma dare sostegno a quesi siti come peacelink.it, ecn.org, inventati.org che offrono servizi di mailing list con piccoli contributi spese e la possibilità di recuperare e mettere e disposizione senza filtri e limitazioni commerciali, l'archivio dei messaggi che è in fondo la memoria collettiva di un movimento di percorsi e biografie che stanno facendo la storia. Un altro server è possibile. Links - La lista nera di Spews http://spews.org/html/S1928.html - Antispam, è caos su Yahoo Groups http://punto-informatico.it/p.asp?i=43526 - Mailing list Yahoo in tilt, che fare http://www.apogeonline.com/webzine/2003/03/25/01/200303250101 - yahoo2mbox: Archiver for Yahoo! Groups http://www.lpthe.jussieu.fr/~zeitlin/yahoo2mbox.html NEWS DALL'ASSOCIAZIONE ------------------------------------------- Associazione Culturale Telematica "Metro Olografix" http://www.olografix.org =========================================== a cura di Loris D'Emilio http://www.olografix.org/loris/ hanno collaborato a questo numero: Nicola "nezmar" D'Agostino http://www.olografix.org/nezmar/ Marco Trotta matro at bbs.olografix.org Ø UNREGISTERED Version of PostMan for Wildcat 5.x
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