Lettera aperta: UN POPOLO CHE CREDE NELLA PACE



Comunicato stampa Campagna "Pace da tutti i balconi"
Ufficio Stampa Pace da tutti i Balconi: Mariagrazia Bonollo 348/2202662 -
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Lettera aperta
UN POPOLO CHE CREDE NELLA PACE

Sette mesi fa nasceva "Pace da tutti i Balconi!", una campagna che è
riuscita in un'impresa che solo un gruppo di sognatori poteva credere
realizzabile: cambiare il volto delle nostre città e dei nostri paesi,
cambiare il corso della storia. In questo momento, stimiamo ci siano tre
milioni di bandiere della pace sventolanti sulle case, ma anche sulle
chiese, sulle scuole, sui municipi, che è come dire che almeno dieci
milioni di persone si sono riconosciute in questo simbolo.

Questa fortissima adesione ha certamente contribuito a rafforzare la
campagna tesa a fermare la guerra in Iraq che ha avuto il suo apice nella
manifestazione di Roma del 15 febbraio scorso, quando sotto una marea di
vessilli arcobaleno hanno sfilato circa tre milioni di cittadini, nella più
imponente manifestazione pacifista di tutto il mondo, ed ha contribuito a
far sì che la mobilitazione per la pace continuasse anche a guerra in
corso, con centinaia di migliaia di persone che partecipano quotidianamente
a manifestazioni, veglie, fiaccolate, sit-in per la pace, nei circa
cinquanta - sessanta eventi (considerando solo quelli più rilevanti) che
ogni giorno continuano a costellare l'Italia.

Quello che questi numeri dicono è il risultato di una campagna che il mondo
intero guarda stupefatto. Le lettere che ci giungono da chi ha avuto
occasione di visitare il nostro paese ultimamente ne sono testimonianza.
Quello che le cifre non possono descrivere è il popolo dell'arcobaleno,
nato e cresciuto in questi mesi. Un popolo che non è una massa indistinta,
ma una folla di volti, ciascuno unico ed irripetibile. Volti, persone che
hanno preso posizione sul tema della guerra, con un gesto semplice ma non
per questo meno impegnativo o importante.

Questa mobilitazione non è riuscita ad impedire la guerra, ma siamo
coscienti che mai come in questo caso l'opinione pubblica abbia influito in
maniera determinante sugli eventi: il nostro governo, nonostante abbia
sostenuto politicamente la guerra e fornito basi e supporto logistico è
stato impossibilitato a intervenire nel conflitto con una partecipazione
diretta di soldati e mezzi militari italiani.

Anche a livello europeo si è innescata una reazione a catena che ha isolato
e messo in minoranza gli Stati che hanno appoggiato la guerra. La guerra
stessa, nelle riflessioni degli interventisti è stata vista come guerra
ingiusta ma dolorosamente necessaria! Ciò ha portato ad includere nei piani
di chi ha preparato l'attacco il dovere di limitare al massimo le perdite
fre i civili, per non perdere del tutto la faccia. Può sembrare poco, ma
tutto questo non era affatto scontato, ed è stato possibile grazie ad ogni
singola famiglia, scuola, parrocchia, associazione, movimento, istituzione,
che ha esposto e mantenuto esposto il vessillo della pace per tutti questi
mesi.

Grazie a questo impegno, è cresciuta la consapevolezza rispetto alla guerra
ed al problema della giustizia nei Paesi del Sud del Mondo. Sono state
smascherate le ipocrisie di chi voleva giustificare la guerra con la lotta
al terrorismo o con l'impegno per la libertà e la democrazia. Molta gente
ha capito che questa guerra, come tutte le guerre, nasce per soddisfare gli
interessi di pochi, mentre crea morte e sofferenze indicibili per i popoli
che la subiscono. Il no a questa guerra è diventato il no a tutte le
guerre, anche quelle più lontane e dimenticate. Il sì alla pace ha aperto
le porte all'impegno quotidiano per nuovi stili di vita più attenti alla
giustizia e all'impatto dei nostri comportamenti sull'ambiente e sulle
condizioni di vita in tutto il pianeta.

Il frutto più bello della campagna "Pace da tutti i balconi!" è però aver
fatto capire una cosa fondamentale: che la pace si costruisce con il
contributo di tutti e di ciascuno, per quanto piccolo possa sembrare.
Insieme si può arrivare a risultati grandi, a piccoli passi e con
sacrificio si possono modificare situazioni che sembravano fuori portata.
Ora è importante che questa inestimabile ricchezza umana non si disperda.

Il valore politico di questo movimento non può e non deve essere ingabbiato
all'interno di partiti e schieramenti elettorali. Il popolo dell'arcobaleno
è e deve restare trasversale, capace di spronare tutti i partiti a compiere
gesti di pace, incoraggiando tutti e ciascuno a testimoniare i valori della
pace all'interno dei programmi elettorali che vorranno proporre al vaglio
degli elettori. Ci auguriamo infatti che i partiti politici facciano tutti
la loro parte, dando sempre maggiore spazio alla fame e sete di giustizia e
pace che i cittadini in maniera così eterogenea, hanno voluto testimoniare.

Sappiamo che forte potrebbe essere la tentazione da parte delle forze
politiche di appropriarsi della bandiera della pace per scopi elettorali.
Non è così che potranno rispondere ai cittadini! In Italia tutti hanno
percepito che la Pace, lungi dall'essere una parola d'ordine di alcuni
partiti politici, era ed è un valore che può essere condiviso da tutti,
credenti e non, di destra, centro o sinistra, di qualsiasi razza e ceto
sociale.

Le risposte che ci attendiamo dai partiti politici sono altre: vorremmo
sapere cosa ne pensano della liberalizzazione del commercio internazionale
delle armi (con le modifiche alla legge 185), approvata proprio durante la
guerra e passata sotto silenzio; vorremmo sapere qual è la loro posizione
sui progetti di difesa comune europea, che prevedono la creazione di altri
eserciti ed un ulteriore aumento delle spese militari; vorremmo sapere se
si impegneranno affinché, nella futura Convenzione Europea, sia sancito il
diritto alla pace, il ripudio della guerra, la neutralità attiva
dell'Unione; vorremmo sapere come intendano implementare concretamente il
dettato costituzionale che all'art. 11 dice: "L'Italia ripudia la guerra
come strumento per la risoluzione dei conflitti internazionali".

Ma non solo. Vorremmo anche capire perché ci siamo fermati (dopo le
promesse) nel programma di riduzione del debito dei Paesi del Sud del
mondo; vorremmo capire quali sono (se ci sono) le proposte per garantire a
tutti i popoli l'accesso al cibo, all'acqua, alle cure mediche e sanitarie;
vorremmo sapere come i partiti intendono accogliere chi arriva in Italia
fuggendo dalle guerre e dalla fame; vorremmo sapere cosa intendono fare di
fronte ad un modello economico socialmente ed ecologicamente insostenibile;
vorremmo capire che ruolo hanno in mente per il nostro Paese rispetto alle
guerre più o meno dimenticate che continuano ad insanguinare il pianeta.

Tutto questo lo vorremmo vedere scritto chiaramente nei programmi dei
partiti politici e soprattutto, fin da adesso, lo vorremmo vedere nel loro
agire quotidiano in Parlamento e in tutte le sedi Istituzionali. Crediamo
che gli Italiani abbiano diritto a queste risposte, per poter decidere di
conseguenza. Siamo certi che questa volta non si accontenteranno di
barattare queste risposte con qualche bandiera arcobaleno su manifesti e
volantini elettorali.

Hanno aderito all'appello:
Padre Arnaldo De Vidi, direttore del Movimento CEM Centro Educazione alla
Mondialità
Padre Alex Zanotelli, missionario Comboniano
Don Luigi Ciotti, Gruppo Abele, Presidente Associazione Libera
Teresa Strada, Presidente di Emergency
Flavio Lotti, Tavola della Pace
Ernesto Olivero, Sermig, Torino
Don Albino Bizzotto, Fondatore Beati i Costruttori di Pace
Padre Giorgio Beretta, Campagna di pressione "Banche armate"
Padre Marcello Storgato, Direttore del mensile "Missionari Saveriani"
Padre Agostino Rigon, CIMI, Conferenza degli Istituti Missionari in Italia
CNCA, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza
Pax Christi
Mani Tese
Associazione Botteghe del Mondo
Roba dell'Altro Mondo
Don Alessandro Santoro, Comunità delle Piagge, Firenze
Padre Ottavio Raimondo, EMI
Agesci, Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani
Daniele Lugli, Segretario nazionale Movimento Nonviolento
Attac Italia
Nigrizia
Missionari Comboniani
Giovanni Turiano, Presidente Nazionale Gioventù Francescana Minori
Emanuela Imbriaco, Delegata Nazionale Giustizia e Pace Gifra Minori
Vita, il settimanale
Antonio Vermigli, Direttore Notiziario Rete Radiè Resch
Alessandro Marescotti, fondatore di PeaceLink
Mao Valpiana, direttore della rivista "Azione Nonviolenta"
Campagna per la riforma della Banca Mondiale
Medici senza frontiere
Coordinamento Campagna Pace da tutti i balconi:
Massimiliano Pilati, Rete Lilliput, Gruppo di Lavoro Tematico "Nonviolenza
e Conflitti"
Francesco Vignarca, Rete Lilliput (Nodo di Como) e Coordinamento Comasco
per la Pace
Tiziano Tissino, Beati i Costruttori di Pace
Nicoletta Landi, Rete Lilliput (Nodo di Bologna)
Michele Sciarabba, Rete Lilliput (Nodo di Pavia)
Marco Servettini, Rete Lilliput (Nodo di Como) e Coordinamento Comasco per
la Pace
Carlo Burelli, Mani Tese
Diego Cozzuol, CEM Mondialità
Luca Mucci, presidente Associazione di solidarietà internazionale Modena
Terzo Mondo
Lorenzo Salvadorini, Associazione Chiodofisso
Enrico Marcandalli, Peacelink
Francesco Iannuzzelli, PeaceLink
Maria Grazia Bonollo, Beati i Costruttori di Pace
Giorgio Bugliesi, Commissione Giustizia e Pace, Parrocchia S. Angela
Merici, Milano