[comunicati_lilliput] 12 APRILE. PER LA PACE "STOP ESSO DAY" IN 100 STAZIONI DI SERVIZIO DELLA ESSO



Comunicato stampa Rete Lilliput
Ufficio Stampa Rete Lilliput: Cristiano Lucchi 339/6675294 -
ufficiostampa at retelilliput.org

12 APRILE. PER LA PACE "STOP ESSO DAY"
IN 100 STAZIONI DI SERVIZIO DELLA ESSO

Roma, 11 aprile 2003 - Domani, 12 Aprile, sarà in tutta Italia il giorno di
mobilitazione nazionale contro la Esso. Centinaia di volontari delle 5
associazioni promotrici della campagna "Stop Esso War" (Greenpeace, Rete
Lilliput, Bilanci di Giustizia, Botteghe del Mondo e Centro Nuovo Modello
di Sviluppo) si ritroveranno in 30 città, in oltre 100 distributori in
tutta Italia, per informare i gestori ed il pubblico sulla campagna e i
motivi per non fare più rifornimento alla Esso.
A Firenze cittadini e volontari di Greenpeace, Rete di Lilliput, Verdi,
Emergency, Operatori per la pace, Donne in nero, Ds Isolotto, presidieranno
per tutto il giorno 7 stazioni di servizio Esso: verranno distribuiti
volantini e adesivi che invitano gli automobilisti a non essere più clienti
Esso.
A Bologna e Milano gli attivisti saranno mascherati da tigre, a Vicenza
verranno bloccati tutti e 12 gli impianti della Esso. A Brescia ci sarà un
carro armato di carta che proverà a fare rifornimento alla Esso, a Modena
una "tigre" andrà in bicicletta per la città con la scritta "Stop Esso".
Sarà una manifestazione pacifica, che vuole inviare alla multinazionale un
messaggio forte di dissenso verso la sua politica, che ha contribuito
all'uscita degli USA dal Protocollo di Kyoto e che la lega al terribile
conflitto in Iraq.
"Oltre a chiedere ai consumatori di non rifornirsi più alla Esso, chiediamo
alle amministrazioni locali di non rinnovare le forniture di gasolio da
riscaldamento e di carburante per i mezzi garantite dalla multinazionale
americana" afferma Ascanio Vitale, coordinatore della campagna "Stop Esso
War".
La Esso (Exxon-Mobil) è stata uno dei cinque maggiori acquirenti
statunitensi e raffinatori di greggio iracheno nel 2001, ma ha fermato ogni
acquisto nella primavera 2002, quando l'Iraq impose una sovrattassa
illegale per le esportazioni petrolifere. Quando essa fu progressivamente
ridotta fino all'azzeramento, le quote di acquisto della Exxon-Mobil
ripresero a salire - da 70,000 barili/giorno in luglio a più di 200,000 b/g
nel settembre 2002.
"A settembre 2001 l'amministrazione Bush ha previsto, nel piano energetico
nazionale, una crescita dei consumi di petrolio del 60% nel 2020" - afferma
Ascanio Vitale - "il controllo delle riserve di petrolio dell'Iraq è quindi
strategico per garantire le forniture agli Usa per i prossimi anni".
Il controllo del petrolio iracheno, secondo bacino mondiale dopo l'Arabia
Saudita, darebbe agli USA la possibilità di ridimensionare l'influenza
saudita sulle politiche petrolifere, indebolendo l'OPEC e dando a
Washington maggior peso sul mercato petrolifero mondiale.
Greenpeace, Rete Lilliput, Bilanci di Giustizia, Botteghe del Mondo e
Centro Nuovo Modello di Sviluppo chiedono a tutti i cittadini di non
rifornirsi più alla Esso e aderire all'iniziativa attraverso il sito
Internet: www.stopessowar.org

Per informazioni:
Enrico Pezza, Coordinatore nazionale campagna Stop Esso War, 3357031996
Andrea Cantini Greenpeace Firenze, 3285632623
Giuliano Trentini Rete di Lilliput Firenze, 3357123507


Campagna Stop Esso War
Greenpeace - Rete di Lilliput - Centro Nuovo Modello di Sviluppo
Associazione Botteghe del Mondo - Bilanci di Giustizia