Report 50 dall'Iraq





Di seguito trovi copia del Report 50, appena pubblicato e che contiene una drammatica testimonianza di quanto trasmesso stasera dalla tv giordana. Me lo ha inviato un mio contatto di Amman.

Ciao e buon lavoro
Roberto


Ancora una corrispondenza di grandissima forza di Rosarita Catani
che mi scrive da Ammnan, in Giordania.
Queste che descrive sono le immagini senza censura che trasmette la televisione giordana. E non hanno bisogno davvero di alcun commento per capire cosa sta accadendo a Baghdad ed in Iraq in queste ore. Ci sarebbe da capire il perché la Rai, Mediaset e la 7 non le diffondono. Ma in realtà lo sappiamo già
r.


Testo:

5.4.03. “Aeroporto di Bagdad”.

di Rosarita Catani
da Shafa Badran
(Amman)
Giordania

L’aeroporto di Bagdad è di nuovo in mano agli iracheni a seguito di un operazione compiuta da “fedayn”. Sono entrati all’interno dell’aeroporto carichi di tritolo e si sono fatti saltare in area.
Si vedono le immagini dei carri armati americani distrutti.
Le persone scendono per strada, saltano sui carri armati americani e cantano inni di vittoria.
Gli americani sono ad Abu Greb a 40 Km da Bagdad.
Vedo le immagini della capitale irachena. Strade distrutte, case distrutte.
“Guardate, guardate - grida uno uomo ai giornalisti ­ mi hanno distrutto la casa, era tutto quelo che avevo.” Un’altra persona intervistata dice: “Loro ­ gli americani ­ dicono che noi non li amiamo io dico perché. Il perché è evidente ci hanno ucciso i nostri figli, hanno ammazzato la nostra storia ed adesso vogliono prendere la nostra terra”. Ancora bombardamenti. Ad Al Musal , vicino Bagdad non si conosce ancora l’entità dei morti. Si vede il fumo nero. Scende una pioggia di cenere.
A Basra nuovi bombardamenti, colpite 8 case, 51 sono i morti.
Alle porte della città si vedono soldati americani che perquisiscono uomini e donne.
Un uomo piange! Vede che i soldati perquisiscono la moglie e la figlia.
Sono vestite in modo tradizionale. I soldati mettono le mani all’interno dei loro vestiti, toccano le parti più intime. Lui si sente impotente dinanzi a questa scena e grida “Kalas” ­ Basta basta. Se per una donna europea questo è umiliante, per una donna araba è una violenza inaudita. Ancora rastrellamenti. Sfondano le porte delle case a calci. Entrano, cacciano le persone fuori di casa..
Mio Dio, non so se questo è consentito.
Sono entrati in una casa. Le persone dormivano. Hanno preso degli uomini li hanno incappucciati con sacchi di plastica. Gli hanno legato mani e piedi. Incaprettati. Li buttano fuori a calci e gli puntano il fucile alla testa.
Mi sento impotente anch’io dinanzi a tutto questo.
La televisione araba non fa altro che lanciare appelli per gli aiuti umanitari in Iraq. Lanciano sport ogni cinque minuti. Hanno bisogno di sangue e medicine subito.

(fine.)



[NOTA: L'archivio di questi report e' disponibile su
<http://italy.indymedia.org/news/2003/03/222502.php>http://italy.indymedia.org/news/2003/03/222502.php Queste corrispondenze
sono inserite da *Robdinz* che e' in contatto dall'Italia , attraverso le
linee telefoniche internazionali, con varie persone che sono a Baghdad e
che fanno riferimento per i contatti ai telefoni di due alberghi della
capitale, dove è ospitata la stampa internazionale. Si tratta di operatori
dell'informazione indipendente, free-lance, 6 o 7 human shields, e qualche
cittadino di Baghdad che lavora con loro. *Robdinz* non è a Baghdad ma
funziona come una sorta di "ponte" per far arrivare notizie ed informazioni
in tempo reale raccolte con grande onestà intellettuale e capacità
professionale nella attuale realtà (drammatica) della città.]