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diario da Baghdad di Simona Torretta e Marinella Correggia
- Subject: diario da Baghdad di Simona Torretta e Marinella Correggia
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Sun, 06 Apr 2003 23:58:34 +0200
Simona Torretta e Marinella Correggia, volontarie dell'ong italiana "Un Ponte per Baghdad" (http://www.unponteper.it/), con responsabilità di coordinare gli interventi d'emergenza in Iraq per conto l'associazione, si trovano a Baghdad, dove sono arrivate due giorni dopo lo scoppio della guerra (http://www.unponteper.it/nontagliolacorda/240303.htm). Qui cercano di aiutare la popolazione civile coordinando e seguendo i diversi progetti per la potabilizzazione dell'acqua e l'assistenza sanitaria che "Un ponte per Baghdad" ha avviato nel Paese da una decina d'anni.
Questo è il loro diario di oggi. Domenica 6 aprile 2003Ali Ismail ha 13 anni ed è ricoverato allospedale dallaltro ieri, quando la sua casa nel quartiere di Asvasarlia, alla periferia della città, è stata colpita da un missile. Lesplosione ha sterminato la sua famiglia. Dodici persone in tutto. Il dottor Osama Sales ci fa vedere al computer le foto digitali prese sul luogo. Macerie, corpi anneriti, a pezzi.
Anche la madre di Ali è morta, e con lei il bambino che avrebbe dovuto dare alla luce fra pochi mesi. Ali Ismail è rimasto solo al mondo. Ma non si sa ancora se ce la farà: il suo corpo è piagato dalle ustioni e ha anche delle lesioni interne. E' cosciente, ma non abbiamo avuto il coraggio di andare a vederlo. Lui non sa ancora di avere perso i genitori e i fratelli. Abbiamo guardato le sue foto al computer, subito dopo quelle dei suoi famigliari morti.
Ali non ha più le braccia, non è stato possibile salvarle, hanno dovuto amputarle. Se mai sopravviverà, si ritroverà solo e senza mani. Però, dice il chirurgo che lo ha operato, gli è rimasta una zia. "Sarà lei ad accudirlo, se si salva". Speriamo.
I medici dellospedale assicurano che per il momento non mancano né il personale né le apparecchiature e che sono in grado di far fronte all'emergenza. Certo, ammettono, se la guerra andrà avanti a lungo, le difficoltà saranno inevitabili. Ma pensarci, adesso, non serve a nulla. Quello che serve ora , proseguono, è che si faccia il possibile per fermare questa guerra.
Altri diari sono qui:http://www.lastampa.it/Speciali/guerra/news/ngblogbaghdad.asp
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