GUERRA IN IRAQ. Amnesty International contro l'uso delle bombe a grappolo: è la popolazione civile a pagare il prezzo



Gent.mi tutti,

vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di
Amnesty International:


GUERRA IN IRAQ: Amnesty International contro l'uso delle bombe a grappolo:
è la popolazione civile a pagare il prezzo


Grazie per la cortese attenzione


Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:

Ufficio Stampa
Amnesty International
Tel. 06 44.90.224
cell. 348-6974361
e-mail: press at amnesty.it
www.amnesty.it/crisi/iraq









COMUNICATO STAMPA
CS49-2003


GUERRA IN IRAQ. AMNESTY INTERNATIONAL CONTRO L'USO DELLE BOMBE
A GRAPPOLO: È LA POPOLAZIONE CIVILE A PAGARE IL PREZZO


Amnesty International ha espresso profonda preoccupazione per l'alto numero
di vittime civili che la guerra in Iraq sta provocando e per il ricorso
alle bombe a grappolo nel corso di attacchi militari contro aree densamente
popolate.

Il 1° aprile almeno 35 civili - tra cui molti bambini - sono stati uccisi
ed altri 300 sono rimasti feriti a seguito di un attacco militare lanciato
dalle forze statunitensi contro la città di al-Hilla. Amnesty International
è sconcertata per le notizie secondo le quali, durante l'attacco, sono
state utilizzate bombe a grappolo.

"L'uso delle bombe a grappolo ad al-Hilla costituisce un attacco
indiscriminato e una grave violazione del diritto internazionale
umanitario" - ha accusato l'organizzazione per i diritti umani.

"Se gli USA parlano seriamente quando dicono di voler proteggere la
popolazione civile, allora devono impegnarsi pubblicamente a sospendere
l'uso delle bombe a grappolo. Continuare a usarle significherà causare
indiscriminatamente morti e feriti tra la popolazione civile".

Secondo le informazioni ricevute da Amnesty International, ad al-Hilla sono
state usate bombe a grappolo del tipo BLU97 A/B. Ognuna di esse contiene
202 ordigni - denominati BLU 97 - di dimensioni simili a una lattina da
bibita. Le bombe a grappolo si spargono su un'area pari a quella di due
campi da calcio. In almeno il 5% dei casi, gli ordigni contenuti al loro
interno non esplodono all'impatto al suolo, trasformandosi in mine
anti-persona e prolungando nel tempo il rischio di morte per chiunque vi
entri in contatto.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 2 aprile 2003

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Amnesty International - Ufficio stampa
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