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Op Colomba: Arrivederci Gaza
- Subject: Op Colomba: Arrivederci Gaza
- From: "ibrizie" <ibrizie at libero.it>
- Date: Wed, 26 Mar 2003 09:36:27 +0100
22 marzo 2003 Arrivederci Gaza
Di nuovo a
Gerusalemme.
Dopo aver salutato la Terra dove i prati continuano a
fiorire di margherite gialle e di papaveri.
E le ragazze continuano ad andare a scuola nei loro
lunghi abiti blu e veli bianchi e intanto diventano
donne.
La Terra in cui la gente continua a morire perché non
può scegliere di andarsene o perché ha scelto di non
andarsene.
La Terra in cui chi non può andarsene ha capelli
corvini, occhi neri senza fondo e pelle di caramello. E chi ha scelto di non
andarsene si chiama Rachel, ha ventitré anni, un viso da bambina, capelli
biondi, occhi chiari limpidi e pelle di latte.
La Terra dove il mare continua a togliere il fiato e
il sole ad essere sempre più caldo.
E il cuore degli uomini diventa sempre più stanco e
malato e quello delle donne ogni giorno più forte e
grande.
E F., che ha diciannove anni e non si ricorda se il
suo promesso sposo è bello perché l'ha visto una sola volta, continua ad
aspettare e a sognare ogni notte il giorno delle sue nozze che saranno tra un
mese.
E R. continua a ballare nella sua stanza con la
musica a tutto volume e la finestra aperta. E i soldati nella torretta a venti
metri di distanza continuano a spiarla attraverso la finestra, lei che balla da
sola.
E A. continua ad andare all'Università, a studiare e
a dare esami per diventare una brava pediatra.
La Terra in cui Suor S. continua a veder e la sua
gente soffrire "senza poter fare nulla se non esserci" e arrabbiarsi con
Gesù.
E N. continua a non aver paura di essere se stessa a
di sentirsi libera e di aver voglia di innamorarsi di qualcuno che la ami e di
scrivere poesie con cui sognare una vita vera.
E M. continua a svegliarsi la mattina ascoltando
Radio Skopije e aspettando qualcuno che gli insegni il macedone, mentre S.
continua ad aver voglia di scrivere e raccontare
storie.
La Terra in cui le fragole continuano a maturare e i
ragazzini continuano a coglierle a piedi nudi, bruciati dal
sole.
La Terra in cu i ogni giorno esci di casa senza
essere sicuro di ritrovarla la sera o di poterci
tornare.
E ad ogni angolo c'è un sorriso e un bicchiere di the
bollente, o qualcuno che frigge falafel e arrostisce
Kebab.
La Terra dove da più di mezzo secolo la gente per
sopravvivere non può far altro che continuare la propria vita, regalandosi
qualche volta sogni che, saranno folli, ma certo nessuno potrà demolirli,
bruciarli, abbatterli, bombardarli e
distruggerli.
Ashufak garib
Filistin...
A presto Palestina...
Eleonora
Comunità Papa Giovanni XXIII- Operazione Colomba
Nonviolent Peace Corp |
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