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Guadagnucci: stanno facendo come a Genova
- Subject: Guadagnucci: stanno facendo come a Genova
- From: "Lorenzo Guadagnucci" <guadagnucci at libero.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Wed, 19 Mar 2003 16:00:32 +0100
STANNO FACENDO COME A GENOVAdi Lorenzo Guadagnucci, autore di "Noi della Diaz", membro del Comitato Verita' e giustizia per Genova (www.veritagiustizia.it)
Non fate come a Genova. Non negate l'evidenza, non minimizzate, abbiate il coraggio di accertare i fatti con la massima trasparenza. E fatelo subito. E'un invito al questore, al prefetto, a chi ha responsabilita' istituzionali. L'orribile omicidio di Milano, l'assassinio di Davide Cesare e il ferimento di suoi due compagni, sono stati seguiti da un episodio inquietante all'ospedale San Paolo. Le forze dell'ordine -secondo numerose denunce - avrebbero caricato gli amici di Davide, li avrebbero inseguiti per le scale e nelle stanze dell'ospedale, colpendoli piu' volte. Abbiamo visto le chiazze di sangue per terra, le teste fasciate e ricucite di alcuni giovani. Il questore dice che sono stati feriti anche alcuni agenti. L'operazione, ha spiegato, era necessaria, perche' gli amici di Davide volevano entrare nell'ospedale e prelevare la salma del ragazzo. Ma chi puo' credere a una spiegazione del genere? E poi che cosa spiega? Non capiscono il questore, il prefetto, gli uomini delle istituzioni che devono stabilire con la massima chiarezza chi ha fatto cosa e perche'? E'vero o non e' vero che c'e' stata una carica davanti a un ospedale? Che molti ragazzi, pochi minuti dopo l'assassinio di un loro compagno, sono stati inseguiti e picchiati? Se non e' vero, perche' non lo dimostrano? Perche' non spiegano che cos'erano allora quelle chiazze di sangue e perche' quelle teste sono state rotte? E se invece le denunce sono credibili, come possono tollerare che uomini in divisa abbiano compiuto gesti simili?
In questi mesi, parlando dei fatti di Genova, abbiamo detto mille volte che vogliamo verita' e giustizia nell'interesse della democrazia e delle stesse forze di polizia. Abbiamo detto che vogliamo una pubblica ammissione di responsabilita' e una netta presa di distanza dalle aggressioni avvenute per strada, dai maltrattamenti di Bolzaneto, dall'irruzione alla Diaz, perche' altrimenti dovremmo pensare che tutto cio' potrebbe accadere ancora. Molti ci dicevano: sono esagerazioni, le violenze di Genova sono irripetibili. Puo' darsi. Ma qualcuno ricorda che successe subito dopo il blitz alla Diaz? Anche quella volta si minimizzo', si diedero versioni di fantasia dei fatti (le molotov trovate nella scuola e in realta' collocate dalla stessa polizia, il fasullo accoltellamento di un agente, i misteriosi ferimenti di altri), si disse che eventuali eccessi erano responsabilita' di singole mele marce. La polizia non fece un'indagine interna. Non prese le distanze. Addirittura disse il falso e successivamente non ha certo agevolato le inchieste della magistratura.
Anche stavolta minimizzano. Non danno risposte precise alle denunce. Si giustificano indicando un ipotetico "ratto della salma". Forse contano di farla franca perche' stavolta non c'erano migliaia di persone di ogni tendenza, ne' fotografi o giornalisti, ma 'solo' ragazzi dei centri sociali. Magari pensano che nel clima di guerra e di insicurezza che siamo vivendo ci sia piu' spazio per l'uso della forza. Non capiscono che il fossato aperto a Genova fra societa' civile e forze dell'ordine in questo modo si allarga ancora, proprio mentre la violenza politica torna sulla scena. In quel fossato stanno finendo i diritti di tutti. Fate qualcosa o fate come a Genova?
Lorenzo Guadagnucci
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