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[Internet per tutti] 2003.03.14-01. Antibufale: errata corrige sul caro-benzina; Valentin ha tanto freddo
- Subject: [Internet per tutti] 2003.03.14-01. Antibufale: errata corrige sul caro-benzina; Valentin ha tanto freddo
- From: Paolo Attivissimo <topone at pobox.com> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Fri, 14 Mar 2003 15:33:00 +0100
__2003.03.14-01. Antibufale: errata corrige sul caro-benzina; Valentin ha tanto freddo__ __Antibufala benzina: vado a comprarmi un pallottoliere__ Grazie alla mente matematica di glucrezi, ben più sveglia della mia, devo segnalarvi un errore nei conticini della newsletter scorsa a proposito dell'appello a boicottare Shell e Esso per "dimezzare il prezzo della benzina”. Infatti nell'ipotesi che avevo fatto, giusto per ridere, che i produttori rinuncino completamente alla loro quota del prezzo della benzina, ho scritto che “la benzina scenderebbe da 109,5 eurocent a 72,4 eurocent (ossia da 2120 a 1400 vecchie lire)”. In realtà scenderebbe da 109,5 eurocent a 65 eurocent (ossia da 2120 a 1260 vecchie lire). Mi scuso dell'errore. Resta valido comunque il ragionamento: persino in questo caso estremo (e impossibile), il prezzo non si dimezzerebbe come promette l'appello. L'indagine completa, corretta e aggiornata è qui: http://www.attivissimo.net/antibufala/caro_benzina_idea_francese.htm __Antibufala benzina 2: attenzione, c'è boicottaggio e boicottaggio__ Molti lettori mi hanno chiesto chiarimenti su un'altra iniziativa di boicottaggio riguardante la benzina, quella promossa da Greenpeace contro Esso (Exxon). Dico subito che assolutamente non è una bufala ed ha tutt'altro significato e spessore rispetto alla catena di sant'Antonio che propone di boicottare Esso e Shell per arrivare a prezzi più bassi che ho recentemente descritto presso http://www.attivissimo.net/antibufala/caro_benzina_idea_francese.htm Faccio questa precisazione per evitare eventuali confusioni fra le due iniziative: non vorrei che qualcuno, leggendo una riga sì e una no della mia indagine antibufala, pensasse che tutte le forme di boicottaggio che girano intorno al petrolio siano bufale (e magari che io sono al soldo delle compagnie petrolifere; capita anche questo). La differenza fondamentale e abissale fra l'appello di Greenpeace e la bufala del "boicotta Esso e Shell per dimezzare il prezzo della benzina" è nelle motivazioni e nell'efficacia: mentre la bufala ha un obiettivo egoista e oltretutto impossibile per motivi fiscali (si vuole pagare meno la benzina soltanto per essere liberi di rombare con il macchinone, ed è il Fisco il principale responsabile del prezzo del carburante), l'invito al boicottaggio della Esso fatto da Greenpeace ha una motivazione etica ed ha ottime possibilità di riuscita. E' una forma pacifica di protesta, presente in numerosi paesi. Come trovate descritto sul sito italiano di Greenpeace presso http://www.greenpeace.it/stopesso l'iniziativa di Greenpeace è una "azione responsabile e nonviolenta... per esprimere efficacemente dal basso la volontà della stragrande maggioranza della popolazione". L'invito è a fare "un gesto concreto contro la guerra - non finanziare chi le dà energia". Secondo Greenpeace, infatti, Exxon sarebbe, fra le compagnie petrolifere, la maggiore beneficiaria dell'intera operazione militare in Iraq. Un'ipotesi assai plausibile, dato che Exxon è la maggiore compagnia petrolifera del mondo; trovate tutta la documentazione sul sito di Greenpeace. Oltre ad avere un contenuto moralmente assai più difendibile, questa forma di boicottaggio è efficace, diversamente da quella mirata soltanto a far calare il prezzo alla pompa. Infatti come spiegato presso Clarence.com http://www.clarence.com/staff/mao/archives/001050.html "secondo un recente sondaggio dell'agenzia Mori, nell'arco di un anno, il numero degli inglesi che hanno dichiarato di rifornirsi periodicamente nelle stazioni Esso è sceso di un quarto e circa un milione di guidatori hanno deciso di boicottare la compagnia per la sua politica in merito ai cambiamenti climatici. Dalla ricerca emerge che, alla domanda su dove si riforniscono regolarmente di carburanti, nel 2001 il 26% aveva risposto Esso contro il 19% dell'ultimo sondaggio." In altre parole, questo tipo di iniziativa funziona: il consumatore accorto può davvero influenzare il modo di operare delle società petrolifere, punendo quelle eticamente scorrette e premiando quelle che prestano ascolto alle campagne contro l'inquinamento, per esempio. Cito sempre da Clarence: "Che una politica più attenta alle esigenze di tutela ambientale sia oramai una strategia anche per il mercato, è dimostrato dal dato, rilevato dalla stessa agenzia, che la British Petroleum, che al contrario ha deciso di non disconoscere le proprie responsabilità sui cambiamenti climatici e sta investendo molte risorse nella ricerca su fonti rinnovabili, è passata da 18% al 21% nelle preferenze dei guidatori." Per farla breve: la campagna promossa da Greenpeace non ha niente a che vedere con la bufala che ho descritto, e non è assolutamente una perdita di tempo. __Antibufala benzina 3: coinvolto un professore__ Come al solito, anche stavolta la distribuzione incontrollata degli appelli più squinternati fa "vittime" innocenti. Ricevo infatti da un professore dell'Università di Pisa la richiesta di segnalare che un'altra bufala sul boicottaggio per ridurre il prezzo alla pompa, quella descritta presso http://www.attivissimo.net/antibufala/caro_benzina.htm circola anche in una versione accompagnata in calce dal suo nome, cognome, indirizzo del luogo di lavoro, numeri di telefono, ed indirizzo e-mail, in maniera tale che ne sembra l'autore, cosa assolutamente falsa. Non è un fenomeno nuovo: per esempio, l'appello-bufala per la povera Rachel che per riceverà 32 cent per ogni copia dell'appello che mandate http://www.attivissimo.net/antibufala/george_arlington.htm ha visto coinvolti l'Istituto Superiore di Sanità e altri enti pubblici di prestigio, che si sono trovati ad essere involontari "firmatari" dell'appello, facendolo sembrare autentico. In questo caso, il professore smentisce in maniera categorica di essere l'autore dell'invito al boicottaggio. Il caso del professore è tipico delle conseguenze nefaste di chi, per varie ragioni, si ritrova ad avere il proprio nome associato a una bufala. Come racconta il professore stesso, "da diverse settimane mi arrivano ogni giorno decine di e-mail e telefonate con richieste di chiarimento, commenti di tutti i tipi, ed anche insulti. Ho quindi cercato di rispondere a tutti i messaggi che mi sono arrivati con delle smentite e richieste di interrompere la catena. Tuttavia, negli ultimi giorni la divulgazione di questo messaggio sembra invece aumentare esponenzialmente (forse anche grazie a questa firma, ritenuta da qualcuno "autorevole")." Ma come sempre le sue risposte individuali e le sue smentite non bastano, per cui si è rivolto al Servizio Antibufala nella speranza che questo possa dare più visibilità alla reale situazione. Riporto pertanto integralmente il testo della sua smentita, e mantengo riservato il suo nome per non esporlo ulteriormente alla persecuzione derivante da questa bufala: ---- inizio citazione ------ Oggetto: Bufala boicottaggio benzina Da diverso tempo gira nella rete un messaggio a catena con una proposta di boicottaggio per ridurre il prezzo della benzina. Si tratta di una "bufala" in giro dal luglio 2002, come si puo' vedere, ad esempio, nel sito web http://www.attivissimo.net/antibufala/caro_benzina.htm Ultimamente (cioè da circa fine gennaio) è stata immessa in rete una versione del messaggio originale con aggiunti in calce il nome, cognome, luogo di lavoro, recapiti telefonici ed e-mail di un professore dell'Università di Pisa, in maniera tale che ne sembrasse l'autore, cosa, ovviamente, del tutto falsa. Qualora riceveste (o abbiate già ricevuto) tale messaggio, siete quindi vivamente pregati non solo di non continuare la catena ma anche, se possibile, di far pervenire questa smentita a più persone possibile che pensiate possano aver ricevuto il messaggio stesso. Grazie. ----- fine citazione ---- __Antibufala: lo strano caso di Valentin, che muore di freddo in Russia. Da tre anni__ L'appello circola in varie lingue: Valentin Mikhaylin, uno studente di Kaluga, in Russia, ha la madre invalida. Fa tanto freddo, molta gente è già morta per il gelo, e anche lui sente la morte vicina. Così ha pensato di usare la connessione Internet della sua facoltà per chiedervi aiuto. Potreste mandargli coperte, sacchi a pelo, medicinali e cibo al suo indirizzo di casa? Anche i soldi vanno bene, anzi forse sono anche più pratici. Come forse avrete sospettato, tutto fa pensare che si tratti di una truffa, per una serie di motivi descritti chiaramente da Hoaxbuster.com (http://www.hoaxbuster.com/hoaxliste/hoax.php?idArticle=6296, in francese). Primo: questo appello è stato ricevuto da centinaia di migliaia di utenti della Rete, al punto di essere segnalato ripetutamente come “abusatore di Internet” nei newsgroup it.news.net-abuse e news.admin.net-abuse.sightings, specializzati nella segnalazione di questi comportamenti scorretti. Come fa uno studente disperatamente povero ad avere le risorse necessarie per un'invio di massa del genere, degno del più agguerrito degli spammer? Di certo non gli bastano la “connessione Internet gratuita” della facoltà dove studia e un normale programma di posta elettronica. Secondo: come fa uno studente a procurarsi gli indirizzi delle centinaia di migliaia di utenti che hanno ricevuto il suo appello? Terzo: l'appello, in numerose varianti, circola dal 1999. Valentin dice sempre che “ La morte è vicina anche a noi”, ma mi pare che sappia tenerla a distanza piuttosto benino. Quarto: come mai nella versione del 1999 di questo appello Valentin Mikhaylin si presentava come un professore, anziché come uno studente? Quinto: come mai c'è un appello (http://www.h-debate.com/listahad/26-11.htm) in cui un Valentin Mikhaylin, abitante allo stesso identico indirizzo, precisa che ha bisogno solo di “vestiti da uomo taglie L e XL” e “scarpe da uomo taglia 44-45”? Tutta gente fatta con lo stampino, a Kaluga? Le donne di Kaluga non patiscono il freddo? I bambini neppure? Ovviamente si potrebbe tagliare la testa al toro andando a Kaluga a vedere chi abita all'indirizzo indicato: se qualcuno mi paga il viaggetto, lo faccio volentieri. Tuttavia, anche senza arrivare a questi estremi, gli indizi e le strane circostanze tecniche riguardanti la sua massiccia diffusione sembrano indicare più che chiaramente che l'appello è una truffa organizzata. Esiste un fiorente mercato nero dei generi di prima necessità in Russia, e a qualcuno potrebbe essere venuta l'idea di far leva sul buon cuore della gente e indurla a mandare indumenti smessi e cibo, che poi verrebbero rivenduti. L'appello, oltretutto, suggerisce non troppo discretamente che è meglio mandare soldi. Pertanto questo appello va considerato bufala, anzi truffa, fino a prova contraria. Perché rischiare? Dopotutto, se volete fare del bene agli abitanti di Kaluga, vi basta rivolgervi a organizzazioni più affidabili, come la Croce Rossa, piuttosto che a uno sconosciuto dai comportamenti assai sospetti. L'indagine antibufala completa sul caso di Valentin è presso http://www.attivissimo.net/antibufala/valentin_russia.htm. Ciao da Paolo. ----------------------------------------------------------------------- Paolo Attivissimo Traduttore tecnico, divulgatore informatico topone at pobox.com http://www.attivissimo.net ---------+---------+---------+---------+---------+---------+---------+-- (C) 2003 by Paolo Attivissimo (www.attivissimo.net). Distribuzione non commerciale libera, purche' riporti la presente dicitura. ----------------- Per distribuzione commerciale, contattare l'autore (topone at pobox.com).Se ti piace quello che leggi, fallo sapere in giro, e mandami un po' di focaccia!
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