[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Continua il dibattito sul Venezuela
- Subject: Continua il dibattito sul Venezuela
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>
- Date: Tue, 11 Mar 2003 15:02:19 +0100
Testo ricevuto da Silvia Consolini <venezuela at tierranuestra.net>[Nota della redazione di PeaceLink News: la situazione del Venezuela e' complicatissima, e questo testo lo dimostra. Come se non bastasse, qui in Italia la distanza aumenta la difficolta' di capire le luci e le ombre di quella terra. Invitiamo tutti i lettori del sito e di questo bollettino a segnalarci articoli e approfindimenti che permettano di aggiungere informazioni utili alla visione delle cose riportata in questo articolo.]
LA VERITA' SU PDVSA [1]Parole di Luis Pacheco, ex direttore di Pianificazione Corporativa e membro dell' Associazione Civile "Gente del Petroleo".
Quale e' la verita' su PDVSA quando, come afferma il proverbio, "la prima vittima della guerra e' la verita'"? Se c'e' qualcosa che tutti ed ognuno dei lavoratori di PDVSA capisce e' che colui che rischia tutta la sua vita ed il bene della propria famiglia per cercare che, attraverso un processo elettorale, si risolva l'attuale crisi politica del paese, non puo' essere e non deve essere etichettato come "golpista".
La nostra coscienza ed i nostri principi oltre al nostro comportamento completamente legato alla legge, sono la miglior difesa a questa calunnia. La nostra verita' e' che abbiamo dedicato la nostra vita lavorativa alla costruzione di un paese migliore e che oggi, come cittadini, vogliamo a continuare a costruire un futuro migliore. La nostra difesa e' quella di domandare e domandare di nuovo: come mai un governo e' disposto ad assistere alla distruzione della struttura economica della nazione che aspira a governare? In onore di un progetto politico di esclusione che la maggior parte della popolazione esige di sottomettere al voto?
Siamo stati molto ingenui a pensare che esercitare il nostro diritto civile era una cosa che non avrebbe avuto nessun costo. Alcuni di noi invece hanno gia' iniziato a pagare un alto prezzo per l'esercizio dei propri diritti ed altri sicuramente li seguiranno. Ma il prezzo piu' caro che tutti abbiamo iniziato a pagare e' la diffamazione che il governo ed i suoi alleati stanno seminando su PDVSA ed i suoi lavoratori. Come puo' osservarsi nei mezzi di comunicazione controllati dal governo ( tv, stampa, internet) PDVSA ed i suoi lavoratori sono diventati il centro di un progetto di diffamazione senza precedenti nella storia venezuelana. La prima cosa che si osserva in questo progetto e' il paradosso di un governo (anche se governo non e' un sostantivo adatto da applicare cosi' facilmente alla fazione politica che attualmente ostenta e abusa del potere in Venezuela) che insiste nel distruggere l'istituzione che genera piu' del 50% dell'ingresso fiscale, piu' del 70% delle entrate in dollari e del 20% del PIL.
Ci sono in realta' due progetti di origine diverso e con interessi diversi ma temporaneamente alleati nell'infamia. Da una parte c'e' il proposito di definire i lavoratori petroliferi "GOLPISTAS, SABOTATORI e DELINQUENTI" [2] solo perche' hanno avuto il coraggio di esercitare il proprio diritto di dissentire e di aderire al "PARO CIVICO" (sciopero generale) [3]. Questo progetto ha origine nell'Esecutivo Nazionale e nelle proprie voci del presidente Chavez, del ministro dell' Energie Ramirez e dell'attuale presidente di PDVSA Rodriguez Araque (ex-presidente dell'Opec ). Il fine immediato e' disarmare la legittimita' etica della decisione dei lavoratori petroliferi di aderire allo sciopero. Dall'altra parte c' e' il proposito di definire il GOLPE PETROLIFERO che non e' altro che la continuazione della Leggenda nera che ci perseguita dall'inizio dell'era petrolifera. Si accusa i lavoratori petroliferi di proteggere interessi internazionali e di conseguenza oscuri. Basandosi poi su quest'infondata premessa si preparano una serie di argomenti per attaccare gli investimenti stranieri, la presenza di capitale privato, i costi, l'operato per conto di terzi, la vendita del crudo al mercato nordamericano e cioe' tutto cio' che ha fatto di PDVSA, a misure oggettive, un'industria di classe mondiale. Proprio coloro che fanno queste affermazioni diffamatorie hanno costruito la loro vita intorno al fatto importante di ignorare l'evento storico della nazionalizzazione del petrolio in Venezuela e i ventisei anni di sviluppo dell'industria petrolifera nazionale. Quest'ultimo progetto e' il piu' nocivo a lungo termine in quanto ha basi ideologiche e che (anche se apparentemente e' in sintonia con l'attuale governo) quando si analizza in dettaglio, attacca la politica petrolifera ufficiale con la stessa veemenza. L'attuale ministro dell'energia (Rafael Ramirez) ed in particolare l'attuale presidente di PDVSA (Alí Rodriguez Araque) sono anche nella mira ideologica, e l'attuale alleanza e' soltanto una tregua di convenienza. Cio' che unisce i due gruppi per il momento e' il voler trasformare il petrolio venezuelano che e' di tutti i cittadini, in un'arma politica di pochi. Da una parte per finanziare il clientelismo che avevano promesso di eliminare e dall'altra come ambizione politica.
L'attacco tecnico nel quale si basa il progetto del golpe petrolifero merita alcune considerazioni anche se e' necessario ammettere che la complessita' dei fatti fa si' che la calunnia sia piu' facile da montare che da smontare. Questo progetto tecnico, al di la' dell'uso di alcune cifre obiettive, conferisce credibilita' ai propri argomenti, di fronte a vari settori della popolazione, attraverso l'uso costante della bugia e della menzogna (Chavez ripete sempre che dire una menzogna 100 volte la fa diventare verita' n.d.r.). Smontare queste menzogne e'' un compito difficile in quanto l'avversario possiede poca o nessuna restrizione etica di falsare e confondere.
Ciononostante, esploriamo alcuni dei fatti reali circa PDVSA.Paragonare la PDVSA del 1976 , subito dopo la sua nazionalizzazione, con quella globalizzata del 2000 e' un paragone necessario e altamente istruttivo soprattutto se da cio' si possono trarre lezioni per il futuro e non semplicemente se si usa come arma per giustificare la ricerca di presunti colpevoli di crimini immaginari. Questo progetto somiglia di piu' alla Santa Inquisizione che ad un lavoro accademico sulla presunzione di colpa senza il dovuto processo. La PDVSA del 1976, dopo la nazionalizzazione e come conseguenza del processo di "reversione" era un prodotto del suo tempo e della sua storia. Era un'industria con riserve provate molto limitate. Come risultato del " disinvestimento" delle multinazionali, aveva un apparato di attivi in pratica obsoleto e con una capacita' di produzione in declino. La PDVSA del 1976 era concentrata nella produzione ed esportazione del greggio a mercati controllati dalle multinazionali ed il suo operato si limitava al Venezuela. Le attivita' di esplorazione erano quasi inesistenti. Le raffinerie erano appena sufficienti alla richiesta del mercato interno. Quella PDVSA non aveva attivita' petrolchimiche, non produceva carbone e tanto meno orimulsion. Lo sfruttamento della fascia dell'Orinoco era una chimera. Essa aveva ovviamente dei costi piu' bassi, il costo del capitale era quasi nullo, i suoi attivi deprezzati e la sua attivita' era basicamente quella di "mungere" cio' che aveva ereditato. Era l'epitoma del modello di rendita con poco investimento e massimo rendimento fiscale (+80%). Argomentare che la PDVSA del 76 e' il modello da riacquistare non e' solo una menzogna ma anche un imbroglio. Mantenere la base dei costi di quella PDVSA post nazionalizzazione non solo era impossibile ma anche indesiderabile in quanto condannava a breve termine l'estinzione dell'industria e dell'economia nazionale. La PDVSA del 2000 e´un "animale" completamente diverso da quello del 76 e come tutti i superstiti, prodotto di adattamenti necessari, per competere nel mercato energetico globale.
Vediamo alcune cifre: o Riserve : 77 miliardi di barili ( aumento del 400% ) o Attivi : 57,5 milioni di $ o Produzione : 3,4 milioni di barili/giorno ( aumento del 40%)o Capacita' di raffinazione : 3,3 milioni di barili/giorno, 50% oltremare ( aumento del 300% )
o Volumi venduti: 4,7 milioni di barili/giorno ( aumento dell'80%) o Impiegati: 40.000 ( 27% in meno dell'anno 1991) o Vendite per ogni impiegato : 1, 2 milioni di $ ( secondi al mondo )o Contributi al fisco 1999-2002 : 49 miliardi di $ ( 39% in piu' rispetto al periodo 1995-1998)
o Imprese operanti in Venezuela : 55 contro solo una nel 1976La PDVSA di oggi dista molto dall'essere una miniera sfruttata sino all'esaurimento, come quella che il paese ricevette dalle multinazionali, modello al quale si pretende ritornare per paragone. Il Venezuela oggi non e' solo un esportatore di greggio ma anche di prodotti terminati. Integrandosi al mercato finale ha inoltre garantito gran parte della richiesta del suo greggio pesante e di prodotti speciali. La petrolchimica ed il carbone sono stati aggiunti poi alla sua lista di prodotti dallo stesso stato, nell'intenzione di risanare industrie pubbliche gestite per anni inadeguatamente. Il gas naturale si presenta anche come una opportunita' per il futuro.
Pensiamo per un momento che cosa succederebbe se tornassimo alla PDVSA del 76 ed al contributo fiscale che i " critici attuali " rimpiangono (80% delle entrate dell' esportazione). Da dove si potrebbe "attingere" per gli investimenti (circa 2.000 milioni di $ annuali) per compensare il crescente declino della produzione e per la crescita? Da dove verrebbero i fondi per l'esplorazione? O per gli investimenti necessari per una moderna raffineria? O per il sussidio dei circa 900 milioni di dollari per il mercato interno? E per gli investimenti per lo sviluppo del gas (10.000 milioni di $) nei prossimi 6 anni? E per la compensazione dell'extra-costo della spesa di importazioni del Venezuela? E per la copertura della morosita' di industrie come CADAFE (energia elettrica), CVG (Corporación Venezolana de Guayana), le forze armate, o altri enti statali? Da dove si potrebbero finanziare i costi per coprire la mancanza di reintegrazione dei crediti fiscali?
In definitiva l'anno 1976 e' un anno che dobbiamo ricordare come un successo storico, ma la PDVSA del 76 e la sua struttura finanziaria sono un brutto ricordo del quale dobbiamo trarre lezione per non ripetere gli eccessi redditieri del passato.
I costi senza dubbio sono aumentati, l'inflazione, la sovra-valutazione della moneta locale, i contratti collettivi firmati per convenienza politica, l'esaurimento dei giacimenti, il greggio piu' pesante, i continui tira-molla della politica petrolifera (perdita di 500 milioni/barili/giorno di capacita' in 3 anni): tutto cio' si nasconde dietro la semplificazione di una menzogna interessata.
Si accusa la direzione petrolifera di voler privatizzare il petrolio.Questa e' poi una accusa curiosa perche' viene fatta da un governo che ha messo in atto legislazioni (LOHG Legge organica d'idrocarburi e gas) che legalizzano la partecipazione privata del petrolio e del gas in condizioni molto piu' liberali della legge della nazionalizzazione dell'anno 1975. Legislazione tra l'altro che e' uno dei punti in cui oggi i due gruppi alleati contro PDVSA, divergono acerrimamente.
Tutto questo non vuole dire che cio' che PDVSA ha fatto negli ultimi 26 anni ha avuto sempre risultati positivi. Non siamo che esseri umani comunque, e certamente saranno stati compiuti errori. Ci sono ad esempio trattative importanti che debbono essere "ripensate" o ristrutturate, ci sono costi da ridurre, mercati da conquistare o da abbandonare. Questo e' in fondo il ruolo di coloro ai quali tocca la responsabilita' della conduzione di una industria, ed e' il ruolo per il quale e' necessario il migliore talento della nazione.
Questi progetti diffamatori sono una specie di "autosuicidio" come direbbe colui che tanto fingono di disprezzare ma che tanto emulano (lo stesso Chavez, n.d.t.). Quando il governo ed i suoi collaboratori attaccano PDVSA ed i suoi lavoratori, omettono di ricordare che negli ultimi ventisei anni, il governo ed il presidente della repubblica hanno nominato tutti i consigli direttivi responsabili del managment industriale di PDVSA (cinque negli ultimi quattro anni) attraverso il ministero dell'energia. Il governo e' stato il responsabile della politica petrolifera del paese ed e' l'unico responsabile di fronte al paese come unico rappresentante di tutti gli investimenti e preventivi di spese di PDVSA in Venezuela come all'estero, in quanto unico azionista. Ci si potrebbe domandare che cosa stanno facendo questi funzionari pubblici che oggi dirigono il coro dei diffamatori? Oltre il ruolo di azionista , lo stato, attraverso il Seniat (organismo regolatore e recettore delle tasse ) , l'organismo che controlla le finanze (Contraloría General ), il ministero delle finanze, il ministero della pianificazione, l'assemblea nazionale (deputati) e vari altri organismi hanno sbarrato PDVSA con innumerevoli e anche a volte necessari meccanismi di controllo e di supervisione (spesso anche inefficienti ). Tenendo in conto, per di piu', le legislazioni LOH e LOHG, legislazioni di gare d'appalto, legislazioni della salvaguardia ed il resto della legislazione venezuelana, e' possibile affermare che PDVSA e' l'istituzione piu' controllata dello stato venezuelano. Senza contare inoltre con la serie di controlli ai quali PDVSA e' sottoposta all'estero dagli organismi statali dei paesi dove ha effettuato investimenti come gli USA, la Germania, l'UK, ecc. Se il governo ammette di non poter controllare una industria come PDVSA come pretende amministrare una nazione all'alba del XXI secolo?
La soluzione che l'attuale governo oggi propone e la "pulizia" di PDVSA. Allora dobbiamo chiederci se questo non e' un eufemismo per trasformarla in una nuova CADAFE o in un nuovo Seguro Social (Fondo pensioni, sanita' , ecc) dove la politicizzazione ha distrutto la professionalita' dei suoi lavoratori a favore di un'utilita' servile alla fazione politica di turno. Per fare che il petrolio sia della gente ci vuole la gente del petrolio.
Cosi' vi dico: alziamo la testa e guardiamo avanti con ottimismo. Abbiamo un passato del quale sentirci orgogliosi e molto lavoro ancora per costruire il futuro, e la verita' ci assiste. Senza falsa modestia affrontiamo questi attacchi mossi dall'invidia e dall'ambizione.
Il 14 Dicembre del 1922 nelle vicinanze della cittadina di Cabimas, fece eruzione il pozzo "Los Barrosos Nr 2" che come sappiamo getto' petrolio per 10 giorni e fu l'evento che stanzio' le basi al luogo preferenziale che il Venezuela occupa nel mondo petrolifero. Oggi, ottanta anni dopo, siamo testimoni e attori di un'altra eruzione... e anche questa cambiera' la storia del nostro paese.
Luis Pacheco Note di traduzione:[1] PDVSA: Petroleos de Venezuela, societa' proprieta' dello stato venezuelano. Nel 1975 il petrolio e' stato nazionalizzato, cio' comporta che da allora il Venezuela ha assoluta potesta' relativamente all'estrazione, la raffinazione ed il trasporto di idrocarburi in tutto il territorio nazionale. [2] Giovedi' 20 febbraio '03: Il presidente della Cofindustria (Fedecamaras) e' arrestato sotto l'accusa di "tradimento alla nazione" per aver organizzato lo sciopero generale di protesta dei mesi scorsi. Si teme che nei prossimi giorni sia anche arrestato Carlos Ortega, il presidente della CTV (il piu' grande sindacato venezuelano). [3] Dal 02 dicembre '02 al 02 febbraio '03 c'e' stato uno sciopero generale nel Venezuela. Ad appoggiare questa manifestazione sociale organizzazioni dei commercianti ed imprenditori, ma anche la CTV, il sindacato piu' importante del paese, cosi' come svariate organizzazioni politiche, civili, governative e non, e persino un gruppo di militari dichiaratisi in dissidenza civica. L'obiettivo: la richiesta di un processo elettorale al piu' presto possibile.
- Prev by Date: Siti Web sul Venezuela!
- Next by Date: Panorama e i Pacifisti
- Previous by thread: Siti Web sul Venezuela!
- Next by thread: Panorama e i Pacifisti
- Indice: