Giustizia, con cinque righe di comunicato Castelli cancella il giudice dei minori



Fonte: http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=23938

08.03.2003
Giustizia, con cinque righe di comunicato Castelli cancella il giudice dei minori
di Susanna Ripamonti

Cinque righe di comunicato della Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno cancellato i tribunali dei minori italiani. Dopo l'approvazione del maxi-emendamento alla riforma dell'ordinamento giudiziario, il Cdm ha laconicamente dichiarato che "con le nuove disposizioni, i tribunali per i minorenni sono soppressi e le sezioni specializzate sono istituite presso tutti i tribunali ove risulti possibile". Cosa significa tutto questo? Se lo chiedono i magistrati in attesa di "soppressione", ricordando che da anni si parla di una riforma della giustizia minorile, ma il senso che finora era stato indicato era quello di creare presso i tribunali le sezioni specializzate sulle tematiche familiari, dai divorzi all'affidamento dei minori.

In particolare, affidamento e adozioni sono una materia complicata, regolata da una normativa disordinata, che richiederebbe una riscrittura integrale. Basti pensare all'incrocio di competenze tra giudice tutelare e tribunale dei minori e ancora al corto circuito che spesso si crea, in materia di adozioni, tra le decisioni dei tribunali e le politiche della commissione centrale per le adozioni internazionali. Ma se la scelta del consiglio dei ministri è quella di creare nuove sezioni specializzate in giustizia minorile, sicuramente non si tratta di una riforma che sta dietro l'angolo. "Il governo ha fatto bene i calcoli della copertura degli organici?" si chiede Pasquale Andria, presidente dell'associazione italiana dei magistrati che si occupano di minori. Andria fa un rapido calcolo: "ora i tribunali sono 29, le sedi giudicanti sarebbero invece un centinaio. Servirebbero quindi altri 500-600 giudici. Non vedo dove questi potrebbero essere reperiti".

Dunque tempi lunghi, lunghissimi, per una riforma di cui si è iniziato a parlare nell'82 e che era stata approvata dal governo il primo marzo dello scorso anno. Il primo stralcio prevedeva l'abolizione del tribunale dei minori civile e che fosse il giudice ordinario, nelle sezioni specializzate, a decidere, tra l'altro, sull'affidamento, l'adozione, la decadenza della potestà. La composizione prevista per le sezioni specializzate, che dovrebbero essere istituite in ogni tribunale, è solo di magistrati, quattro per ogni sezione, che assumeranno la funzione giurisdizionale. Spariscono quindi gli esperti laici dal collegio giudicante, che torneranno ad essere solo consulenti esterni. Si prevedeva inoltre il coinvolgimento dei genitori nelle procedure di affidamento dei figli minori, nei casi di separazione e divorzio. Con l'emendamento approvato venerdì, per quanto si è capito, la stessa formula dovrebbe estendersi anche ai tribunali penali minorili.

In cifre, la giustizia minorile riguarda un numero ristretto di giovani (al di sotto dei 21 anni)che sono però in buona misura recidivi. Alla fine del 2000, erano 440, di cui 54 femmine, i minori presenti negli Istituti Penali per Minorenni, ma nello stesso anno sono stati 1.886 gli ingressi, di cui 1.107 stranieri e 779 italiani. Questo significa che le stesse persone sono entrate e uscite più di una volta, nell'arco di un anno da carceri minorili.

Oltre agli istituti penali per minorenni, le strutture riservate a chi ha una età tra i 14 e i 21 anni, sono i centri di prima accoglienza, gli uffici di servizio sociale per minorenni e le comunità. Nei Cpa, che ospitano i minori arrestati o fermati e accompagnati fino all' udienza di convalida, nel 2000 sono stati registrati in 3.994, il 6 per cento in meno rispetto all'anno precedente. Gli stranieri sono stati il 56,3 per cento, in netto aumento rispetto agli anni precedenti. Sempre meno gli italiani quindi, e sempre più gli stranieri, anche se il numero complessivo rimane costante.

Furti e scippi sono i reati maggiormente contestati, ma non mancano gli omicidi volontari e associazione mafiosa. La prevalenza maschile è netta, almeno per gli italiani, mentre per gli stranieri le giovani nomadi riducono la forbice tra maschi e femmine. Intanto continua a far discutere anche la separazione delle funzioni, proposta dal consiglio dei ministri. Per il presidente emerito della Cassazione Giovanni Conso si tratta solo a parole di separazione delle funzioni. "In realtà - afferma - ciò che il governo propone è la separazione delle carriere dei magistrati". Conso se la prende soprattutto con l'ipotesi di introdurre concorsi su concorsi per regolare la carriera dei magistrati: "non fanno che distoglierli dall'attività giudiziaria. Altro che efficienza!".

È duro anche il commento del segretario dell'Anm, Carlo Fucci: "Talvolta la lettura di alcune proposte di riforma del sistema processuale e anche ordinamentale lasciano pensare che, probabilmente, ci sia una sorta di volontà o punitiva o di condizionamento nei confronti della magistratura. L'Anm si augura che il testo presentato dal governo non sia un testo blindato così come affermato da alcuni esponenti della maggioranza".