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Viva la guerra?

Commento di Santi Greco - santigreco at katamail.com

La guerra contro l'Iraq si avvicina a grandi passi. Tutto e' pronto e difficilmente si potra' tornare indietro. Migliaia di soldati sono gia' schierati ed in attesa dell'ordine d'attacco. La maggioranza dei giornali, nel dare le ultime notizie sull'andamento delle trattative, assicura che, dato lo schieramento di forze, la vittoria degli Stati Uniti e dei suoi alleati sara' ottenuta in breve tempo e la giustizia potra' finalmente abitare in Iraq. Quei pochi che cercano di evidenziare le possibili complicazioni di un conflitto, vengono messi a tacere con l'accusa di essere a favore del terrorismo e di sostenere Saddam nella sua crudelta'. Questa breve descrizione degli avvenimenti che si stanno svolgendo sotto ai nostri occhi, l'ho ritrovata identica in una recente opera dello scrittore Mario Rigoni Stern, "L'ultima partita a carte", con la differenza che egli vi ricorda la sua esperienza nel corso della seconda guerra mondiale. Sono passati piu' di cinquant'anni e nulla e' cambiato. Anche allora i giornali parlavano di guerra lampo, di sicura vittoria, di trionfo della cultura nazifascista. Anche allora chi osava criticare quelle parole veniva messo a tacere. Nulla e' cambiato? Possibile che non si riesca ad imparare dalla storia e dalle esperienze? O forse e' che non si vuole imparare. Forse, si preferisce dimenticare cio' che e' accaduto, perche' e' piu' vantaggioso. Conviene continuare a fare ricorso alla guerra, perche' questa permette di alimentare l'industria bellica, di rafforzare il potere delle Nazioni in lotta; consente di conquistare nuovi accessi alle fonti di ricchezza, di provare l'ebbrezza di poter dominare sugli altri.
E poi: e' piu' facile.
Piu' difficile e' impegnarsi per la pace. Bisogna tenere sotto controllo i propri desideri quando questi ledono la liberta' degli altri; rinunciare ad avere il controllo su ogni cosa, per consentire a tutti d'essere liberi; trovare modi non-violenti di risolvere ogni conflitto; saper rimanere lucidi e sereni davanti ad una offesa; accettare la diversita', qualunque essa sia. Meglio eliminare l'avversario e non doverlo piu' guardare in faccia. Avere la strada spianata per i propri affari e seppellire con i cadaveri anche il ricordo delle proprie malefatte.
E allora: viva la guerra?