Un'esercitazione sulle "cinque cose da fare contro la guerra"



Ad alcuni mezzi d'informazione e a vari amici

Vi inviamo il seguente materiale di lavoro, che apparira' anche nel numero
di domani del nostro notiziario quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".
Crediamo possa essere utile per la riflessione e la formazione delle persone
che vogliono impegnarsi contro la guerra.
Grazie per l'attenzione.
Un cordiale saluto,

Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Viterbo, 28 febbraio 2003

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FORMAZIONE. UN'ESERCITAZIONE SULLE "CINQUE COSE DA FARE CONTRO LA GUERRA"
Di seguito descriviamo, e riportiamo gli esiti, di un'esercitazione condotta
nell'ambito di attivita' di accostamento alla nonviolenza e di educazione
alla pace.
Lo schema di base, che abbiamo modificato e adattato in alcuni punti, e'
quello tipico di una nota esercitazione al metodo del consenso ed alla
sperimentazione di forme di discussione maggiormente partecipative e
creative rispetto a quelle assembleari classiche.
a) Si propone  a tutti i partecipanti all'incontro (ciascuno munito di carta
e penna) di scrivere ciascuno, nel modo semplice e sintetico, "le cinque
cose da fare contro la guerra";
b) dopo che tutti hanno scritto cinque idee nella forma piu' succinta e piu'
chiara possibile, si invitano i partecipanti a riunirsi in coppie, e ad ogni
coppia si chiede di ricavare da quanto hanno scritto cinque sole proposte su
cui ambedue i componenti raggiungano il consenso (possono essere recuperate
proposte gia' scritte, oppure se ne possono elaborare di nuove che
sviluppino o sintetizzino quanto gia' scritto, e in ogni caso le cinque
proposte risultanti dovranno aver soddisfatto le obiezioni di entrambi i
componenti della coppia, poiche' le cinque proposte conclusive devono avere
il pieno consenso di entrambi);
c) conclusa questa fase si invita ogni coppia a riunirsi con un'altra coppia
e formare una quadriglia, e insieme, con lo stesso metodo, devono arrivare a
sole cinque proposte su cui vi sia ancora una volta il consenso di tutti;
d) conclusa questa fase, si riuniscono una quadriglia con un'altra e ancora
una volta si deve arrivare a cinque sole proposte;
e) e cosi' via finche' si giunge a formare due soli gruppi che comprendano
la meta' di tutti i presenti, ed ogni "semiassemblea" deve arrivare a cinque
sole proposte;
f) infine si ricompone l'intera assemblea e ancora una volta, e finalmente,
si rileggono le dieci proposte risultanti dai due gruppi, e si arriva a
sintetizzarle in cinque sole proposte.
Ovviamente non e' detto che il numero dei partecipanti coincida con la
progressione 1, 2, 4, 8, 16, 32; se necessario si effettueranno via via
degli aggiustamenti includendo nei gruppi principali anche singoli (nel
primo passaggio: se i partecipanti all'esercitazione sono in numero dispari
un gruppo - e uno solo - puo' essere di tre invece che di due persone,
quindi una terna invece che una coppia) e membri di altri gruppi che
verranno cosi' scomposti e accorpati nei gruppi principali (dal secondo
passaggio fino al penultimo), cosicche' in alcune fasi della discussione
potra' accadere ad un gruppo di dover trovare la sintesi in cinque proposte
non di dieci ma di quindici proposte precedenti.
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L'esercitazione e' di solito di grande efficacia: consente a tutti di
esprimersi e di discutere approfonditamente; consente di esplorare obiezioni
e contraddizioni ma anche conflitti latenti e difficolta' nelle relazioni
interpersonali e nelle modalita' comunicative; consente di sperimentare la
costruzione del consenso in modo creativo e gratificante; talvolta da' luogo
a risultati notevoli ed inaspettati.
Ovviamente richiede tempo, disponibilita' all'ascolto, attenzione e
benevolenza reciproca: tutte cose necessarie a chi vuole accostarsi alla
nonviolenza e prepararsi all'azione diretta nonviolenta.
Un suggerimento pratico: e' opportuno chiedere a tutti i partecipanti di
scrivere ciascuno volta a volta sul proprio foglio (che deve essere grande,
meglio se un insieme di fogli) le cinque proposte risultanti via via dal
lavoro del proprio gruppo, affinche' ognuno possa ricostruire sinotticamente
il suo personale percorso dalle sue personali cinque proposte iniziali alle
cinque proposte finali condivise da tutti.
Naturalmente l'esercitazione ha innanzitutto un significato e un valore
metodologico, di sperimentazione del metodo del consenso e di percezione
delle difficolta' che si incontrano nei processi decisionali anche su scala
ridotta ed in situazioni assai favorevoli ad un'efficace interazione. Ma
essa ha anche un valore nel merito: ai partecipanti l'esercitazione e'
proposta come assunzione personale di responsabilita' anche nell'indicare
seriamente delle iniziative concretamente praticabili e per le quali si sia
disposti ad agire.
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A titolo di esempio si riportano qui i risultati di questa esercitazione
come svoltasi in un incontro di formazione alla nonviolenza svotosi ad
Amelia nel pomeriggio del 23 febbraio 2003 (ad Amelia un gruppo di persone
dell'Umbria e del Lazio impegnate in varie iniziative di pace e di
solidarieta' si riunisce periodicamente dal dicembre del 2001 in un percorso
di approfondimento e di accostamento alla nonviolenza); e quelli della
medesima esercitazione svolta a Tuscania presso una classe dell'Istituto
professionale (Ipsia) il 25 febbraio 2003 (in un lasso di tempo di due ore).
In tutti e due i casi il tempo e' stato insufficiente a concludere l'ultima
fase, quella in cui dalla ricomposizione rispettivamente dell'intera
assemblea e dell'intera classe scolastica si arriva alle ultime cinque
definitive proposte.
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Dieci proposte da Amelia
a) primo gruppo (meta' assemblea):
1. blocco dei trasporti di armi;
2. sciopero generale europeo e mondiale il giorno della votazione Onu;
3. presidi in tutte le citta' che coinvolgano tutte le componenti [si
intende sociali, della popolazione - e' stato chiarito nel corso dell'inizio
di discussione in plenaria] con il loro linguaggio;
4. boicottaggio mirato delle multinazionali coinvolte;
5. iniziative di opposizione in ambito informatico contro la guerra [questa
formulazione e' una ridefinizione di quella elaborata dal gruppo, a seguito
dell'inizio di discussione in plenaria].
b) secondo gruppo (l'altra meta' assemblea):
1. sciopero generale [si intende nel momento in cui la guerra iniziasse,
sciopero generale che deve continuare ad oltranza - e' stato chiarito nel
corso dell'inizio di discussione in plenaria];
2. boicottaggio delle imprese che contribuiscono ad alimentare la macchina
bellica;
3. essere presenti e portare aiuti umanitari alla popolazione del territorio
minacciato, "non soldati, ma armi";
4. Non perdere e non far perdere la fiducia che la guerra possa essere
impedita, anche attraverso il superamento dei conflitti personali amandoci
di piu', tramite gesti e azioni, il dialogo e la preghiera;
5. azioni dirette nonviolente per bloccare la macchina bellica.
Come ricordato sopra non vi e' stato il tempo di portare a conclusione la
discussione in plenaria (l'esercitazione e' stata interrotta in relazione
alla necessita' di molti di tornare a casa) e quindi non si e' arrivati alla
sintesi in cinque proposte finali.
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Dieci proposte da Tuscania
a) primo gruppo (meta' classe):
1. indagare la verita' e renderla pubblica;
2. denuncia penale di chi viola l'art. 11 della Costituzione;
3. discutere le problematiche ed accettare le proprie responsabilita';
4. rendersi disponibili praticamente per azioni e manifestazioni di pace e
di volontariato;
5. imparare a provare pieta', a riconoscere la sofferenza degli altri, ed
incoraggiare un'alleanza globale.
b) secondo gruppo (l'altra meta' classe):
1. sciopero generale;
2. manifestazioni pubbliche;
3. appello al papa;
4. cercare di fermare l'afflusso delle esportazioni e importazioni delle
armi;
5. denuncia di chi viola la Costituzione.
Come ricordato sopra, anche in questo caso non vi e' stato il tempo di
portare a conclusione la discussione in plenaria (l'esercitazione e' stata
interrotta alla conclusione della seconda ora di lezione) e quindi non si e'
arrivati alla sintesi in cinque proposte finali.
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In guisa di appendice e a titolo di esempio si riportano anche le cinque
proposte elaborate in un'altra classe - sempre dell'Ipsia di Tuscania - da
una delle due meta' della classe (in questa classe al termine di due ore di
lezione dedicate all'argomento si e' riusciti ad arrivare solo alla
penultima fase dell'esercitazione e quindi disponiamo materialmente soltanto
dell'esito del lavoro di meta' classe, che comunque vogliamo proporre qui):
1. far capire a chi comanda ed e' in grado di fermare la guerra che la pace
e' un valore assoluto, che la maggior parte del popolo e' contraria alla
guerra, e che la Costituzione della Repubblica Italiana "ripudia la guerra";
2. manifestare nelle citta' informando e sensibilizzando le persone;
3. sostenere l'intervento del papa;
4. impedire con la nonviolenza la partenza di ogni arma da combattimento;
5. compiere gesti di pace, con la preghiera, la testimonianza, la
solidarieta'.
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Come seconda appendice segnaliamo che in un'altra classe della stessa scuola
la stessa proposta ha dato luogo a un lavoro per gruppi di costruzione del
consenso intorno all'opportunita' o meno di effettuare questa esercitazione:
l'intero tempo dell'esercitazione (in questo caso era una sola ora di
lezione) e' stato utilizzato per raggiungere il consenso sulla proposta di
fare questa esercitazione; il fatto che non si sia raggiunto altro risultato
che quello di decidersi per il si' non inganni: e' stata un'ora di dialogo
intensissimo e fecondissimo, per molti dei partecipanti una prima vera
occasione di accostamento alla nonviolenza.
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Come appendice terza ed ultima segnaliamo che il proponente l'esercitazione
propone da anni, come e' noto, le seguenti cinque cose da fare contro la
guerra:
1. contrastare concretamente la macchina bellica con l'azione diretta
nonviolenta;
2. una campagna di dsobbedienza civile di massa contro i poteri golpisti e
stragisti che decidessero e avallassero la guerra in flagrante violazione
della legalita' costituzionale e del diritto internazionale;
3. lo sciopero generale ad oltranza contro la guerra;
4. una campagna di denunce penali nei confronti dei golpisti e stragisti che
promuovono, avallano, preparano, eseguono o comunque cooperano alla guerra
illegale e criminale;
5. l'accostamento e la formazione alla nonviolenza come scelta e passo
preliminare indispensabile per potersi impegnare per la pace, poiche' solo
la nonviolenza puo' contrastare la guerra in modo limpido e intransigente,
solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

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