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La nonviolenza e' in cammino. 519
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 519
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 26 Feb 2003 01:53:23 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 519 del 26 febbraio 2003 Sommario di questo numero: 1. Mohandas Gandhi, se hai il coraggio di soffrire per amore 2. Sette criteri per l'azione diretta nonviolenta 3. Campagna di obiezione/opzione di coscienza: "Scelgo la nonviolenza" 4. Silvana Silvestri ricorda Annabella Miscuglio 5. "Credere nel dialogo" 6. Peppe Sini, denunciare all'autorita' giudiziaria i golpisti e stragisti 7. Lalla Romano, come il cieco si afferra 8. Maria Luisa Spaziani, come un grumo di sangue 9. Riletture: Donatella Della Porta, Movimenti collettivi e sistema politico in Italia. 1960-1995 10. Riletture: Giovanni Lodi, Uniti e diversi 11. Riletture: Giovanni Salio, Le guerre del Golfo e le ragioni della nonviolenza 12. Riletture: Giovanni Scotto, Emanuele Arielli, La guerra del Kosovo 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento 14. Per saperne di piu' 1. MAESTRI. MOHANDAS GANDHI: SE HAI IL CORAGGIO DI SOFFRIRE PER AMORE [Da Mohandas Gandhi, La forza della verita', vol. I, Sonda, Torino-Milano 1991, p. 470. Mohandas Gandhi e' il fondatore della nonviolenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura della natura, Lef. Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991. Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem] Se hai il coraggio di soffrire per amore, puoi sciogliere il piu' duro cuore di pietra. 2. MATERIALI. SETTE CRITERI PER L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA [Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha diffuso ieri il seguente testo, adattamento di un paragrafo della "Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace" diffusa ed utilizzata nel 1999] * Sette criteri di condotta per l'azione diretta nonviolenta del blocco dei mezzi di trasporto che recano armi che verranno utilizzate per le azioni terroristiche e stragiste di cui consistera' l'annunciata guerra illegale e criminale. * Scegliamo la nonviolenza per difendere la pace e la vita umana, per difendere la legalita' costituzionale e il diritto internazionale. * 1. A un'azione diretta nonviolenta possono partecipare solo le persone che accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza durante tutto lo svolgimento dell'azione diretta nonviolenta stessa (ricordando che, come sempre, la fase piu' difficile e' la conclusione). * 2. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con tranquillita', con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno. * 3. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini dell'azione diretta nonviolenta cui prendono parte, nel caso specifico del blocco del trasporto di armamenti destinati alla guerra cio' significa fare un'azione rigorosamente nonviolenta e concretamente efficace: - per impedire la guerra, le stragi, le devastazioni; cioe' per salvare delle vite umane, come e' diritto e dovere di ogni essere umano; - per rispettare ed inverare con il proprio impegno personale la legalita' costituzionale e il diritto internazionale che proibiscono questa guerra. * 4. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente anche le possibili conseguenze personali della partecipazione all'azione diretta nonviolenta cui prendono parte, nel caso specifico del blocco del trasporto di armamenti destinati alla guerra cio' vale a dire essere consapevoli che ogni singolo partecipante puo' andare incontro alla possibilita' di denuncia, di fermo e di arresto, di procedimento penale e di condanna a sanzione sia pecuniaria che detentiva. Queste possibilita' vanno seriamente esaminate prima di prendere parte all'azione diretta nonviolenta; una volta decisisi a partecipare e se esse si verificassero si ha il dovere di accettare pacificamente e onestamente tali conseguenze, e ad esse nessuno deve cercare di sottrarsi. Tra le imputazioni possibili vi sono l'interruzione di pubblico servizio, l'attentato alla sicurezza dei trasporti, l'istigazione a delinquere (questo stesso testo puo' essere considerato istigazione a delinquere), con l'aggravante del concorso essendo in piu' persone a compiere l'azione diretta nonviolenta. Tutti i partecipanti devono essere muniti di documenti di identita' e devono esibirli su richiesta delle forze dell'ordine (non farlo e' reato); tutti i partecipanti hanno il dovere di non provocare danni alle persone, all'ambiente o ai beni; tutti i partecipanti devono avere un atteggiamento di massimo rispetto nei confronti di tutte le persone e soprattutto nei confronti delle forze dell'ordine. Tutti i partecipanti devono saper spiegare le ragioni dell'iniziativa nonviolenta e chiarire che la propria condotta sara' comunque rigorosamente nonviolenta; e poiche' si occuperanno le aree di transito die mezzi di trasporto con il proprio corpo, qualora si venga spostati di peso non si deve in alcun modo ne' opporre resistenza, ne' lanciare offese ne' minacce: e' bene continuare a parlare serenamente e rispettosamente anche con le persone che materialmente sposteranno i partecipanti, rassicurandoli che la nostra azione non e' affatto contro di loro e non intendiamo in alcun modo ne' offenderli ne' far loro del male, e che anzi l'azione diretta nonviolenta e' eseguita per difendere la legalita' costituzionale che e' stata violata da chi illegalmente e criminalmente ha promosso o sta favoreggiando la guerra in preparazione. * 5. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza: - non fare del male a nessuno: se una sola persona tra i partecipanti all'azione diretta nonviolenta dice o fa delle stupidaggini, o una sola persona per responsabilita' dei partecipanti all'azione diretta nonviolenta si fa male, l'azione diretta nonviolenta e' irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere immediatamente sospesa; - spiegare a tutti (amici, autorita', interlocutori, interpositori, eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta nonviolenta non e' rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo caso lo scopo e' fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre stragi ed atrocita', salvare delle vite umane, difendere la legalita' costituzionale e il diritto internazionale); - dire sempre e solo la verita'; - fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed annunciate pubblicamente (cioe' a tutti note e da tutti condivise); nessuno deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede lealta' e disciplina; - assumersi pienamente la responsabilita' delle proprie azioni e quindi subire anche le conseguenze che ne derivano; - mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza altrui. * 6. Occorre chiarire che chi non accetta queste regole non puo' partecipare all'azione diretta nonviolenta, poiche' sarebbe di pericolo per se', per gli altri e per la riuscita dell'iniziativa che e' e deve essere rigorosamente nonviolenta. * 7. E' bene che chi promuove azioni dirette nonviolente fornisca a tutti i partecipanti per iscritto le regole di condotta condivise, e meglio ancora sarebbe se esse venissero discusse e definite tra tutti i partecipanti col metodo del consenso. Questo testo puo' essere un canovaccio utilizzabile a tal fine: se condiviso puo' essere riprodotto in volantini e cartelloni. E' inoltre bene che le regole di condotta condivise dai partecipanti all'azione diretta nonviolenta vengano fatte conoscere anche alle forze dell'ordine, alle varie autorita' ed a tutte le altre persone che si trovassero nel luogo in cui si svolge l'azione diretta nonviolenta dandone una copia scritta ad ogni persona presente, oltre che a tutti i mezzi d'informazione. 3. INIZIATIVE. CAMPAGNA DI OBIEZIONE/OPZIONE DI COSCIENZA: "SCELGO LA NONVIOLENZA" [Ripreso dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riproponiamo ancora una volta questo importante appello che gia' pubblicammo nell'ottobre 2002. Invitiamo tutti i nostri interlocutori a sostenere questa iniziativa] MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Rete di Lilliput, Movimento Nonviolento, promuovono una campagna di obiezione/opzione di coscienza del/la cittadino/a. Obiettivo di questa campagna e' quello di mantenere vivo il diritto all'obiezione di coscienza al militare, in vista dell'attuazione pratica della difesa nonviolenta come alternativa alla difesa armata, e impedire che venga annullato con la "sospensione" dell'obbligo di leva. E' quindi importante passare da un'obiezione di coscienza che interessava i giovani al momento della chiamata al servizio militare ad una obiezione piu' diffusa che coinvolga tutti i cittadini/e. Occorre pertanto che tutti coloro che condividono le nostre scelte di nonviolenza si dichiarino obiettori e sostengano almeno una delle "opzioni positive" come momento di impegno concreto. Segreteria operativa: presso Mir-Movimento Nonviolento, via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel. 011532824, e-mail: scelgolanonviolenza at retelilliput.org, sito: www.retelilliput.org/scelgolanonviolenza.asp * La nostra obiezione alle scelte di guerra Il no della coscienza alla violenza organizzata e all'omicidio come soluzione dei conflitti si esercitava fino ad ora, nel nostro paese, soprattutto nella forma del rifiuto del servizio militare, cioe' dell'addestramento ad uccidere. La nuova legge 230 del 1998 sull'obiezione di coscienza al servizio militare, cosi' come quella piu' recente sull'istituzione del Servizio civile nazionale, che compiono alcuni importanti passi avanti nella cultura giuridica dell'obiezione al militare, sono arrivate contemporaneamente all'abolizione pratica della leva e al passaggio graduale all'esercito professionale. Nella nuova situazione che si presenta il cittadino sembra non avere piu' strumenti per esprimere il rifiuto della violenza strutturale e culturale, non solo di quella diretta, e per costruirne il continuo superamento. Ci sono invece da praticare obiezioni e da attuare programmi costruttivi sui due lati della cultura del dominio, il modello economico (della produzione, scambi e consumi) e il modello difensivo (della tutela da aggressioni e della tutela del diritto). Percio' ci sembra urgente un rinnovato impegno, coordinato e coraggioso, per una nuova Campagna di obiezione di coscienza alle guerre e di opzione nonviolenta per il disarmo economico e militare, che sia contemporaneamente di resistenza al nuovo militarismo e di costruzione dell'alternativa nonviolenta. La campagna si articola su due punti: 1. Una dichiarazione di obiezione di coscienza nella quale ci si dissocia dalla politica di difesa del nostro paese e dalla Nato, evidenziando l'incostituzionalita', l'immoralita' intrinseca di scelte aggressive e la funzionalita' al sistema economico di rapina nel confronti dei Paesi impoveriti del sud del mondo; da parte delle donne accompagnata da una dichiarazione di rifiuto esplicito della cosiddetta "pari opportunita'" di servire nell'esercito, da parte dei/delle giovani che scelgono il servizio civile accompagnata da una dichiarazione che metta in evidenza come la scelta fatta sia inconciliabile con il servizio militare, escludendo la possibilita' di "richiami" in caso di guerra. 2. Una dichiarazione di opzione per la nonviolenza attiva che si concretizzi attraverso l'assunzione di impegni nel campo della formazione ed educazione alla pace e alla nonviolenza, dell'obiezione di coscienza alle guerre, nella disponibilita' a partecipare e/o sostenere azioni nonviolente e nel campo del consumo critico e dell'economia nonviolenta. La Campagna si pone come primo termine il 31 dicembre 2004, data entro la quale vi sara' una verifica del raggiungimento degli obiettivi delle singole campagne e di quanto si sara' riusciti ad ottenere in campo istituzionale sul disarmo, sulla difesa civile non armata e nonviolenta prevista dalla legge 230/1998 e sull'economia nonviolenta. * Campagna di obiezione di coscienza alle guerre e di opzione nonviolenta per il disarmo economico e militare Dichiarazione delle cittadine e dei cittadini Al Presidente della Repubblica, Palazzo del Quirinale, 00186 Roma Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Palazzo Chigi, 00187 Roma A... Io sottoscritto/a ... nato/a a ... residente a ... come appartenente alla famiglia umana, residente nella Repubblica Italiana fondata sulla Costituzione che sancisce la dignita' inviolabile della persona, il diritto-dovere di lavorare per il bene comune, il ripudio della guerra e la risoluzione pacifica dei conflitti, dichiaro in piena consapevolezza: - di dissociarmi, per motivi di coscienza, dalla politica militare del nostro paese e della Nato che nel decennio 1991-2001, invece di sviluppare una politica di pace planetaria resa possibile dalla svolta nonviolenta del 1989, ha scelto la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti internazionali; - di rifiutare tale politica militare perche' viola la Costituzione italiana e la Carta delle Nazioni Unite, fa scelte belliche omicide e aggressive in luogo delle possibili soluzioni pacifiche, e' funzionale all'attuale sistema politico-economico di dominio e di sfruttamento, aggrava la distanza e i risentimenti tra le culture e i popoli invece di favorirne la comprensione e la cooperazione. Per questi motivi: - dichiaro la mia obiezione di coscienza alle guerre e la mia indisponibilita' a collaborare in qualunque modo al sistema economico-militare che le prepara; - scelgo la nonviolenza come politica capace di promuovere la giustizia e la soluzione pacifica dei conflitti. In coerenza con questa mia scelta mi impegno: * Formazione ed educazione alla pace e alla nonviolenza - A partecipare al servizio civile o come volantario in progetti di difesa civile, mediazione o formazione alla nonviolenza presso i nodi della rete di Lilliput, associazioni o "uffici della Pace" in Italia o all'estero. - A diffondere l'educazione alla nonviolenza e alla gestione nonviolenta dei conflitti in sintonia con il decennio per la nonviolenza indetto dall'Unesco. - A sostenere la nascita e la diffusione di Istituti culturali e scientifici per la pace e i diritti umani. * Obiezione di coscienza alle guerre - A partecipare alla "Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la Difesa Popolare Nonviolenta" versando il corrispettivo come opzione o obiezione alle spese militari in vista del riconoscimento del diritto di opzione fiscale. - Ad aderire alla "Campagna di pressione banche armate" per un controllo sulle operazioni di finanziamento e di appoggio delle banche al commercio di armi. - Come donna a rifiutare, in maniera esplicita e forte, la cosiddetta "pari opportunita'" di servire nell'esercito. - Come giovane soggetto agli obblighi di leva a scegliere il servizio civile invece del servizio militare dichiarando sin d'ora la mia indisponibilita' di fronte al richiamo in caso di guerra. * Azioni nonviolente - A sostenere iniziative di base di intervento civile e nonviolento nelle realta' di conflitti armati (Campagna Kossovo, Operazione Colomba, Caschi bianchi, Berretti bianchi, Anch'io a Butembo/Kisangani, Tu non tagliare la corda, ecc.), al fine di prevenire e trasformare i conflitti, di riconciliare i contendenti, di difenderli dalla manipolazione degli interessi militari-industriali che intendono far degenerare i conflitti in guerra: a) con la mia partecipazione personale all'iniziativa ... b) col mio contributo finanziario all'iniziativa ... - Ad aderire e/o sostenere i movimenti nonviolenti organizzati. * Consumo critico ed economia nonviolenta - Ad orientare il mio stile di vita al principio della sobrieta' e della semplicita' volontaria. - A indirizzare i miei consumi verso beni prodotti nel rispetto della dignita' dei lavoratori e dell'ambiente. - A boicottare e a cercare di sottrarre risorse a quei settori della produzione, del commercio e della finanza coinvolti nel sistema militare-industriale di dominio, sfruttamento e guerra. - A sostenere la campagna "Sbilanciamoci" tesa a modificare gli indirizzi della legge finanziaria dello Stato riorientando la spesa pubblica a favore di societa', ambiente e pace. - Altro (specificare). Data e firma Spedire copia per conoscenza a Segreteria Mir-Movimento Nonviolento, via Garibaldi 13, 10122 Torino * Indicazioni operative Dopo aver compilato la dichiarazione di obiezione e' importante sostenere almeno una delle opzioni riportate. Si puo' utilizzare lo stesso testo di questa guida, oppure personalizzarlo inserendo delle modifiche. E' indispensabile che copia della dichiarazione e delle opzioni scelte venga inviata a Mir-Movimento Nonviolento, via Garibaldi 13, 10122 Torino, in modo da avere un riscontro sull'andamento della campagna, analizzare statisticamente le opzioni scelte, far valere politicamente questa scelta di obiezione. Il testo sottoscritto va naturalmente inviato tramite posta al Presidente del Consiglio dei Ministri (responsabile delle scelte militari ed economiche) e al Presidente della Repubblica (capo delle Forze Armate), nonche' eventualmente anche ad altri soggetti (partiti politici, sindaci, deputati, giornali, ecc.) per pubblicizzare questa scelta di nonviolenza. * Indirizzi per collegarsi ad azioni e interventi nonviolenti in zone di conflitto e di guerra - Campagna Kossovo: e' una iniziativa che lavora su progetti di riconciliazione in Kossovo. Malgrado la guerra condotta dalla Nato abbia distrutto quello che di positivo era riuscita a creare, la Campagna Kossovo e' nuovamente attiva. Campagna Kossovo per la Nonviolenza e la Riconciliazione, c/o Casa per la Pace, casella aperta 8, 74023 Grottaglie (Ta), tel. e fax: 0995662252. - Caschi bianchi - Operazione Colomba: promuove progetti di solidarieta' internazionale e per i diritti umani a cui partecipano volontari e obiettori di coscienza in servizio civile (caschi bianchi). Operazione Colomba, via della Grotta Rossa 6, 47900 Rimini, tel. 0541753619, fax 0541751624, e-mail: odcpace.apg23 at libero.it - Berretti Bianchi: organizza interventi di pace con la presenza di volontari e con azioni dirette in zone di conflitto. Berretti Bianchi, via F. Carrara 209, 55042 Forte dei Marmi (Lu), fax 0584735682, cell. 3357660623, e-mail: bebitartari at bcc.tin.it, sito: www.peacelink.it/users/berrettibianchi - Anch'io a Butembo/Kisangani: iniziative nonviolente condotte in Africa (Butenbo e Kisangani) dove e' in corso una guerra non dichiarata scatenata perlopiu' da compagnie diamantifere. Questa iniziativa e' organizzata da: Beati i Costruttori di Pace, via Antonio da Tempo 2, 35139 Padova, tel. 0498070699, e-mail: beati at protect.it - Tu non tagliare la corda: azione condotta da "Un ponte per Bagdad" per impedire che avvenga una nuova guerra e per l'abolizione delle sanzioni economiche i cui effetti negativi ricadono soprattutto sulla popolazione piu' debole (ammalati e bambini). Un ponte per Bagdad, via della Guglia 69/A, 00196 Roma, tel. 066780808, fax 066793968, e-mail: posta at unponteper.it, sito: www.unponteper.it * Indirizzi per orientarsi verso un consumo critico ed una economia nonviolenta - Sbilanciamoci: questa campagna promossa dall'associazione Lunaria esercita una pressione sui parlamentari per spostare risorse finanziarie dello Stato a favore delle spese sociali, delle iniziative di pace, alla difesa dell'ambiente. Lunaria, via Salaria 89, 00198 Roma, tel. 068841880, fax 068841859, e-mail: lunaria at lunaria.org, sito: www.lunaria.org - Acquisti trasparenti: significa consumare solo beni di aziende che non sono coinvolte nello sfruttamento di bambini, che non inquinano, che sono rispettose dei diritti dei lavorari. Centro Nuovo Modello di Sviluppo, via della Barra 32, 56019 Vecchiano (Pi), e-mail: coord at cnms.it - Bilanci di giustizia: iniziativa tesa a orientare i gruppi familiari verso un consumo critico e una finanza etica, per cambiare l'economia partendo dalle piccole cose, dai gesti quotidiani. Bilanci di giustizia c/o MAG Venezia, 30175 Venezia Marghera, tel. 0415381479, e-mail: bilanci at libero.it, sito: www.unimondo.org/bilancidigiustizia. * Come partecipare alla campagna di pressione sulle banche armate La campagna e' promossa dalle riviste "Missione Oggi", "Mosaico di Pace", "Nigrizia". Propone un controllo attivo sia sulle operazioni di finanziamento che di semplice appoggio delle banche in esportazioni di armi. Viene richiesto di verificare se la propria banca e' coinvolta nel finanziamento all'export di armi, e in caso affermativo di scrivere una lettera in cui si disapprova questo sostegno al commercio delle armi, riservandosi di chiudere il proprio rapporto in mancanza di una risposta soddisfacente. L'elenco degli istituti di credito e delle banche coinvolte, un fac-simile della lettera da inviare, alcune risposte gia' pervenute da parte delle banche, le somme finanziate, ecc., si possono trovare sul sito: www.banchearmate.it, oppure richiedere a: Banche armate, c/o "Missione Oggi", via Piamarta 9, 25121 Brescia, tel. 0303772780, e-mail: info at banchearmate.it * Come partecipare alla Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta Questa campagna nata inizialmente (1982) come campagna di obiezione alle spese militari (OSM) si propone come obiettivo ultimo l'opzione fiscale, vale a dire il diritto di non finanziare la difesa armata. Nella forma principale viene richiesto ai partecipanti di sottoscrivere una dichiarazione, effettuare un versamento all'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile e di impegnarsi a detrarre tale somma dalla dichiarazione dei redditi. Per eseguire correttamente questi passaggi, che possono essere diversi a seconda della situazione tributaria del contribuente, e' bene avvalersi della apposita "guida" che puo' essere richiesta a: Campagna OSM-DPN c/o Lega obiettori di coscienza (Loc), via Mario Pichi 1/E, 20143 Milano, tel. 028378817, fax 0258101220, e-mail: locosm at tin.it La campagna OSM-DPN e' promossa da Associazione per la Pace, Beati i Costruttori di Pace, Berretti Bianchi, Comunita' Papa Giovanni XXIII, Lega per il Disarmo Unilaterale, Lega Obiettori di Coscienza, Pax Christi. * Aderiscono alla campagna "Scelgo la nonviolenza" la Lega obiettori di coscienza * MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) Il MIR (International Fellowship Of Reconciliation - IFOR, nei paesi anglofoni) si definisce movimento a base spirituale, composto da donne e uomini impegnati nella nonviolenza attiva come stile di vita e mezzo di cambiamento personale, sociale e politico. Essi rifiutano l'uso della violenza nonche' la preparazione e la partecipazione alla guerra sotto qualsiasi forma. Dopo la seconda guerra mondiale il MIR, grazie anche all'opera instancabile di Jean e Hildegard Goss-Mayr, cerca vie alternative e nonviolente per conseguire la giustizia e la riconciliazione tra tutti i popoli. In America Latina e' presente con dom Helder Camara e Adolfo Perez Esquivel; negli Stati Uniti con Martin Luther King e Dorothy Day; in Vietman collabora alla resistenza nonviolenta con i monaci buddhisti; in Sudafrica e' presente con Albert Luthuli; in Irlanda con Mairead Corrigan. E inoltre in Medio Oriente, Zaire e Africa Sub-sahariana, Filippine, India, Bangladesh, Madagascar e, dopo il 1989, anche in molti paesi dell'Europa Orientale. A membri del MIR/IFOR per otto volte e' stato conferito il premio Nobel per la pace: - Jane Addams (USA 1931), - Emily Green Balch (USA 1946), - Albert Luthuli (Sudafrica 1960), - Linus Pauling (USA 1962), - Martin Luther King (USA 1964), - Mairead Corrigan (Irlanda del Nord 1976), - Adolfo Perez Esquivel (Argentina 1980), - Rigoberta Menchu' (Guatemala 1992). Il M.I.R. in Italia ha sostenuto Giuseppe Gozzini e Fabrizio Fabbrini, primi obiettori cattolici al servizio militare, e si e' impegnato per il riconoscimento giuridico dell'obiezione di coscienza. Dall'approvazione della legge e' convenzionato con il Ministero della Difesa per far espletare agli obiettori il servizio civile nell'attuazione di programmi di formazione alla pace e alla nonviolenza attiva. E' stato il movimento che ha avviato per primo in Italia la Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari (OSM) e si adopera per far conoscere la Difesa Popolare Nonviolenta (DPN) come alternativa alla difesa armata. Gia' contrario alle armi nucleari, all'inizio degli anni '70 il MIR e' stato il primo movimento in Italia a schierarsi contro il nucleare civile. Sito: www.peacelink.it/users/mir, e-mail: mir at peacelink.it * Movimento Nonviolento Il Movimento Nonviolento, fondato da Aldo Capitini dopo la prima "Marcia per la fratellanza tra i popoli" da Perugia ad Assisi del 24 settembre 1961, fin dai suoi primi anni di vita consolida i suoi rapporti con le altre associazioni nonviolente all'estero, diviene sezione italiana della War Resisters' International (Internazionale dei Resistenti alla Guerra). La carta programmatica del Movimento impegna i suoi membri per: - l'opposizione integrale alla guerra; - la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; - lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; - la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui contaminazione e distruzione sono un'altra delle forme di violenza contro l'uomo. Il Movimento Nonviolento ha dal 1964 un suo periodico mensile, "Azione Nonviolenta", che si propone di offrire formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, sito: www.nonviolenti.org, e-mail : azionenonviolenta at sis.it * Rete di Lilliput "Rete Lilliput, per una economia di giustizia", non l'ennesima associazione ma un'alleanza di gruppi di base, singoli individui, associazioni che si sviluppa dal 1999 grazie alla spinta di un gruppo di coordinamento formato da associazioni e campagne di pressione da sempre impegnate sui temi politico-sociali. La Rete, grazie alla cosiddetta "strategia lillipuziana", ha l'obbiettivo di far interagire e collaborare le oltre 700 esperienze locali che in Italia hanno messo in atto un'agile lotta contro la globalizzazione neoliberista: proprio come ne I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift in cui una miriade di piccoli lillipuziani riesce ad imbrigliare il gigante. Il metodo nonviolento e' lo strumento ineludibile per condurre azioni mirate e concrete di contrasto ad un sistema economico carico di ingiustizie e disuguaglianze. Una struttura leggera, orizzontale e non burocratica e' alla base dell'organizzazione della Rete Lilliput. Una settantina di nodi locali e a livello nazionale i gruppi di lavoro tematici (GLT) strumenti di ricerca e di proposta per approfondire aspetti specifici; tutte le decisioni vengono prese con il metodo del consenso e non a maggioranza. La Rete si costituisce intorno ad un Manifesto di intenti che rappresenta la carta fondamentale. Al suo interno sono tracciate "le strategie d' intervento, di carattere nonviolento, che comprendono l'informazione e la denuncia per accrescere la consapevolezza e indebolire i centri di potere; il consumo critico e il boicottaggio per condizionare le imprese; la sperimentazione di iniziative di economia alternativa e di stili di vita piu' sobri per dimostrare che un'economia di giustizia e' possibile". Sito: www.retelilliput.org 4. LUTTI. SILVANA SILVESTRI RICORDA ANNABELLA MISCUGLIO [Dal quotidiano "Il manifesto" del 25 febbraio 2003] Resteranno l'intelligenza, la forza e la bellezza di Annabella Miscuglio, pugliese e solare, scomparsa domenica scorsa, con la stessa evidenza di certe belle immagni di cinema. Chi l'aveva frequentata non dimentichera' il suo sorriso. Per gli altri il suo nome resta legato a un modo inimitabile di fare cinema, fulcro attorno a cui si mise in moto il mondo dei club dei cinema in Italia con il Filmstudio di Roma e contemporaneamente la macchina cinema delle donne che negli anni settanta costitui' una vera rivoluzione. Se non tutti conoscono il suo nome e' perche' la censura nel nostro paese procede instancabile nella cancellazione dei gesti veramente radicali come era il suo lavoro. Il suo modo non aggressivo di porre la macchina da presa in campo, gia' questo e' stato una rivoluzione, in un'epoca in cui le registe cercavano di mimetizzare la loro femminilita' per essere prese sul serio, una professione che invece nei paesi del nord e dell'est offriva nomi di spicco alle nouvelles vagues e al femminismo (Varda, Chytilova, Meszaros). Quando per la prima volta in Italia organizzo' con Rony Daopoulo (allieva di Rossellini che firma insieme a lei parecchi lavori) il primo festival delle donne "Kinomata" si pote' vedere concretamente il panorama storico e la varieta' del lavoro che le registe stavano compiendo internazionalmente nel mondo del cinema, fu un'occasione impagabile di prendere coscienza e forza. Lo spazio di cinema aperto nel '67, il Filmstudio 70 - come si chiamava - di via degli Orti d'Alibert era (ed e' ancora) una finestra internazionale nel cuore di Roma, fondato da lei con altri appassionati studiosi ed esploratori, come Amerigo Sbardella e Paolo Castaldini, quindi allargato ad Adriano Apra' ed Enzo Ungari. Poi fu lo stesso Rossellini ad aprire i cellari della Cineteca per le programmazioni, qualcosa che in ogni capitale avviene tranne che a Roma, dove ancora non esiste una sala in cui poter vedere i classici in pellicola (e questa e' un'altra caratteristica del Filmstudio che ancora oggi proietta rigorosamente non in video). Grazie al Filmstudio Roma poteva assomigliare a New York, Parigi o Berlino con in piu' quel via vai di artisti italiani dell'underground o dell'emigrazione costante (Gianni Amico), del rigore rivoluzionario (Jean Marie Straub e Danielle Huillet), la scoperta (Moretti al suo esordio); tra i suoi tesserati il politico appassionato di western (Aldo Moro) e i registi Gianni Amelio, Michelangelo Antonioni, Dario Argento, Marco Bellocchio, Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Liliana Cavani, Luchino Visconti, Lotte Eisner che riportava ogni notte in albergo i film della Cinemateque di Langlois, Godard, i pittori, i collettivi e, tra i giovani con la pizza sotto il braccio, il giovane Wenders, il giovane Herzog. Accanto alle rassegna, alle jam session e ai collettivi si tentava anche una distribuzione alternativa e di questo lei in prima persona si fece carico per anni. Il film "Processo per stupro" legato al nome di Annabella Miscuglio non arrivo' quindi per caso. C'era dietro a questo lavoro il primo collettivo di cinema femminista, realizzato con Rony Daopoulo, Anna Carini, Paola De Martiis, Loredana Rotondo, Maria Grazia Belmonti. Si sentiva anche una lunga esperienza di cinema militante e d'avanguardia, abbastanza per ideare una postazione collettiva nella sede di un tribunale, fare in modo che gli occhi di tutte le donne fossero puntati su un caso che aveva stordito per la sua efferatezza (e le cui cause si mescolavano in modo inquietante al momento politico) e rivelava il modo insultante di trattare le donne in aula con toni che nulla avevano da invidiare alla commedia italiana e una forza della difesa che divento' un momento storico. Premiato nei festival internazionali, commentato a lungo nelle pagine dei quotidiani, fu un lavoro che si credette bene di bloccare e non si trattava della televisione demente di oggi, ma di quella abbastanza aperta degli anni ottanta: A.A.A. Offresi (di Miscuglio e Daopoulo) che smascherava doppia morale, vizi e debolezze dei clienti e per la prima volta metteva in scena il punto di vista della prostituta come donna sfruttata, fu bloccata dopo l'anteprima alla stampa perche' rompeva la stanza dei balocchi maschili. Se e' vero che un documentario deve avere qualcosa di dirompente (e questi lo avevano) bisogna anche pensare che parallelamente si nutriva di una tenace produzione in super8 che affondava nelle pieghe delle tematiche femministe (non dimentichiamo che tra i primi suoi lavori c'e' un film sulle tarantolate, prima espressione visiva di un genere poi molto frequentato). Annabella Miscuglio ha continuato il suo lavoro per la Rai sempre con le sue doti di sensibilita' anche nei casi piu' difficili di una televisione che stava scivolando pesantemente in fatto di gusto. 5. INIZIATIVE. "CREDERE NEL DIALOGO" [Dagli amici promotori dell'appello ecumenico al dialogo cristiano-islamico (per contatti: redazione at ildialogo.org) riceviamo e diffondiamo] I promotori dellíappello ecumenico al dialogo cristiano-islamico che immediatamente dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 hanno indicato nel dialogo la strada da percorrere per superare i conflitti fra i popoli, sono profondamente convinti, dopo le imponenti manifestazioni per la pace di sabato 15 febbraio, che e' necessario continuare la mobilitazione popolare mettendo al centro delle iniziativa il dialogo fra le religioni ed in particolare fra quella cristiana e quella islamica che insieme rappresentano gran parte dei popoli del mondo. Siamo convinti che non c'e' pace senza il dialogo fra le religioni. Insieme cristiani e musulmani e tutte le religioni possono rifiutare la logica dello scontro di civilta' e togliere alla guerra mondiale in corso qualsiasi copertura o avallo religioso. Siamo convinti, come ha ricordato recentemente il Cardinale Martini, che "in questo momento drammatico, confuso e pericoloso bisogna credere nel dialogo anche contro ogni evidenza e ogni paura". Crediamo sia fondamentale che alle grandi manifestazioni di piazza, faccia seguito l'iniziativa capillare di tutti gli amanti del dialogo interreligioso e di quello con l'islam in particolare, in ogni comune, citta', regione del nostro paese. Facciamo cosi' appello a tutti i cristiani e a tutti i musulmani che lo scorso 29 novembre 2002 hanno dato vita in Italia alla prima giornata del dialogo cristiano-islamico, che ha ottenuto importanti risultati, di promuovere momenti pubblici di incontro in sede locale fra cristiani e musulmani dove si possa proclamare insieme il rifiuto della guerra di aggressione e dello scontro di civilta', coinvolgendo ove possibile le istituzioni locali, promuovendo documenti comuni che possano manifestare la volonta' delle comunita' locali a vivere in pace e nel rispetto di ogni persona e di ogni religione. Alla cultura dello scontro e della guerra, bisogna contrapporre la cultura ed il metodo del dialogo, che e' paziente, che e' segno di saggezza, che non chiude mai alcuna possibilita' e non interrompe mai i rapporti. Mai come in questi ultimi giorni risulta chiaro come l'alternativa al dialogo ed alla convivenza fra popoli diversi per storia, cultura, religione, sia la guerra con tutto cio' che questo significa per il futuro stesso dell'umanita'. * Informazioni utili Ricordiamo che e' disponibile un libro della Emi, dal titolo "La rivincita del dialogo" ed un numero speciale del periodico "Il dialogo" (sito: www.ildialogo.org) con articoli, documenti, proposte di liturgie, finalizzati ad aiutare quanti vogliano approfondire le ragioni del dialogo e i contenuti dell'appello ecumenico per il dialogo cristiano islamico. Il libro puo' essere richiesto direttamente alla Emi, www.emi.it, tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it. Il numero speciale puo' essere richiesto alla redazione de "Il dialogo", e-mail: redazione at ildialogo.org, tel. 3337043384, o scaricato direttamente dal sito. Il fascicolo e' stato anche riprodotto dal mensile "Tempi di fraternita'" del mese di dicembre 2002 (sito: www.tempidifraternita.it). Sono disponibili altresi' un fascicolo curato da Stefano Allievi dal titolo "Islamica" che comprende tutta la principale bibliografia in italiano sull'islam (si puo' richiedere gratuitamente a: cultura at carpidiem.it) e il numero speciale di "Confronti" dal titolo "Noi e loro" (che si puo' richiedere a: redazione at confronti.net). Per firmare l'appello e per adesioni o segnalazione di iniziative, ci si puo' rivolgere a: - redazione at ildialogo.org, tel. 3337043384; - b.salvarani at carpi.nettuno.it, tel. 3291213885. Per l'elenco completo dei firmatari dell'appello, per tutti i materiali ad esso relativi e per le iniziative in corso si puo' visitare il sito: www.ildialogo.org 6. LETTERE. PEPPE SINI: DENUNCIARE ALL'AUTORITA' GIUDIZIARIA I GOLPISTI E STRAGISTI [Il testo seguente e' estratto da una lettera personale a un amico carissimo] Tra le iniziative che sarebbero utili per contrastare la guerra e difendere la Costituzione che la guerra ripudia, suggerirei di inserire anche la proposta di una campagna (che abbia dimensioni di massa) di denuncia all'autorita' giudiziaria della violazione della legalita' costituzionale commessa da governo, parlamento e capo dello Stato con l'avallo alla guerra. Credo che sarebbe assai utile che il maggior numero possibile di persone e di soggetti collettivi presentasse denunce a tal fine presso il maggior numero di uffici giudiziari e altri soggetti preposti alla raccolta di esposti e denunce (forze dell'ordine, nonche' varie autorita' pubbliche che in considerazione del proprio ruolo di pubblici ufficiali a fronte di una "notitia criminis" hanno il dovere di promuovere l'azione penale). Cio' giova all'impegno per la pace e i diritti umani, alla difesa della legalita' costituzionale, al fuzionamento della democrazia, ad attivare tutti i soggetti istituzionali che hanno il dovere di tutelare ed inverare la legalita' costituzionale, di contrastare i crimini (e di tutti i crimini la guerra e' il piu' atroce), e di impedire ai golpisti di perpetrare il piu' grave dei delitti. E giova anche alla chiarezza, poiche' rende esplicito chi si sta battendo per la legalita', il diritto, l'umanita' e chi invece sta cooperando a promuovere il piu' orrendo dei crimini: la commissione di stragi di cui ogni guerra consiste, oltretutto violando il giuramento di fedelta' alla Costituzione reso al momento dell'assunzione di alti incarichi istituzionali. 7. POESIA E VERITA'. LALLA ROMANO: COME IL CIECO SI AFFERRA [Da Lalla Romano, Poesie, Einaudi, Torino 2001, p. 56. Lalla Romano, una delle piu' grandi scrittrici italiane del Novecento, è scomparsa nel 2001] Come il cieco si afferra al braccio che lo conduce e il bambino che ha fame cerca il seno di donna ognuno sulla terra chiede all'altro il suo bene Ognuno povero in se' e' ricco per l'altro Ognuno a un tempo e' madre e figlio: nutre e si sfama 8. POESIA E VERITA'. MARIA LUISA SPAZIANI: COME UN GRUMO DI SANGUE [Da Maria Luisa Spaziani, Poesie 1954-1996, Mondadori, Milano 2000, p. 25. Maria Luisa Spaziani e' una delle piu' intense voci poetiche italiane di questi decenni] Come un grumo di sangue quest'ora buia al tempo si rapprende. Piu' nessuna barriera mi difende dal vento amaro. L'estate in gloria che su queste strade per me ha brillato un giorno, ora sepolta mi mulina le ceneri sul cuore. E' notte e inverno. E tu sei morto, amore. 9. RILETTURE. DONATELLA DELLA PORTA: MOVIMENTI COLLETTIVI E SISTEMA POLITICO IN ITALIA. 1960-1995 Donatella Della Porta, Movimenti collettivi e sistema politico in Italia. 1960-1995, Laterza, Roma-Bari 1996, pp. VIII + 216, lire 28.000. Un utile lavoro di sintesi. 10. RILETTURE. GIOVANNI LODI: UNITI E DIVERSI Giovanni Lodi, Uniti e diversi, Unicopli, Milano 1984, pp. 160. Un utile studio sociologico su "le mobilitazioni per la pace nell'Italia degli anni '80". 11. RILETTURE. GIOVANNI SALIO: LE GUERRE DEL GOLFO E LE RAGIONI DELLA NONVIOLENZA Giovanni Salio, Le guerre del Golfo e le ragioni della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1991, pp. 144, lire 18.000. Un utile lavoro di uno dei principali studiosi e amici della nonviolenza. 12. RILETTURE. GIOVANNI SCOTTO, EMANUELE ARIELLI: LA GUERRA DEL KOSOVO Giovanni Scotto, Emanuele Arielli, La guerra del Kosovo, Editori Riuniti, Roma 1999, pp. 224, euro 9,30. Un ottimo studio che ricostruisce l'"anatomia di un'escalation" che ha portato alla guerra. 13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 14. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it; angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it Numero 519 del 26 febbraio 2003
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