Un'istigazione a non delinquere



Comunicato stampa

UN'ISTIGAZIONE A NON DELINQUERE

Del dovere morale e civile di fermare i treni che recano armi per la guerra
che si va preparando

Un'istigazione a non delinquere: ovvero a rispettare la Costituzione, a
salvare vite umane, a fermare la macchina bellica con l'azione diretta
nonviolenta

* * *

E' la Costituzione della Repubblica Italiana che dice ai cittadini italiani:
"ripudia la guerra".
E' uno dei suoi principi fondamentali; e' il valore supremo che afferma
nell'ambito delle relazioni internazionali: "ripudia la guerra".

Se ad essa Costituzione il governo, il parlamento, il capo dello Stato
fossero restati fedeli, se non avessero infranto un solenne giuramento in
forza del quale sono legittimati ad esercitare il potere loro attribuito, se
non avessero violato la legalita' nella forma piu' flagrante e gravida di
sciagurate conseguenze, gli attuali trasporti di materiale bellico in
territorio italiano da parte di chi una guerra illegale e criminale
scelleratamente prepara ed ha gia' reiteratamente proditoriamente
annunciato, ebbene, non avrebbero potuto aver luogo, sarebbero stati
proibiti dalle pubbliche autorita' in nome della legge.

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Quei materiali bellici - se non li si fermera' - di qui a poco saranno
utilizzati per commettere crimini di guerra e crimini contro l'umanita'.
Il loro uso - se non lo si impedira' - provochera' la morte di innumerevoli
innocenti.
Il loro transito nel nostro territorio rende l'Italia favoreggiatrice degli
stragisti.
Permettere che giungano a destinazione vuol dire rendersi complici della
guerra onnicida, vuol dire violare il comando supremo della nostra
Costituzione: "ripudia la guerra".

E dunque e' giusto e necessario bloccare con l'azione diretta nonviolenta i
treni che recano gli strumenti della morte, le armi delle stragi annunciate.

E dunque e' un atto di fedelta', di rispetto e di inveramento della legge
fondamentale del nostro ordinamento giuridico impedire che le armi
efficienti alla guerra illegale e criminale possano giungere a destinazione,
possano essere usate, possano colpire i loro viventi umani bersagli.

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Su quei binari a fermare quei treni che trasportano armi ci dovrebbe essere
il capo dello Stato della Costituzione supremo garante, ci dovrebbe essere
ogni pubblico ufficiale che alla Costituzione ha giurato fedelta'.
Se loro non ci sono, cio' va a loro infamia.

Ci sono invece dei cittadini italiani che con questa azione diretta
nonviolenta si stanno impegnando per salvare delle vite umane, stanno
difendendo la dignita' del nostro popolo e la legge fondamentale del nostro
paese, stanno obbedendo alla Costituzione, stanno adempiendo a un dovere di
legalita' e di umanita'.

Si renda loro onore e li si aiuti.

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Con queste righe, non potendo oggi essere li' fisicamente, vogliamo
dichiarare la nostra persuasa condivisione dell'azione diretta nonviolenta
per fermare i carichi di armi destinati alla guerra illegale e criminale. E
vogliamo dichiarare che intendiamo condividere le conseguenze che per aver
realizzato una rigorosa e doverosa azione diretta nonviolenta ai
protagonisti di essa, in quanto si atterranno scrupolosamente ai principi
della nonviolenza, deriveranno.

E vogliamo invitare ancora una volta tutti a sostenere ogni azione diretta
nonviolenta che nel rigoroso rispetto della incolumita' e della dignita' di
ogni essere umano si opponga concretamente, limpidamente e
intransigentemente alla macchina bellica, e con cio' sia di adempimento al
dovere di salvare delle vite umane in pericolo, sia di adempimento al dovere
sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana: "ripudia la guerra".

Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Viterbo, 22 febbraio 2003

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it