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Al Prefetto di Pordenone
- Subject: Al Prefetto di Pordenone
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 20 Feb 2003 16:31:43 +0100
Al Prefetto di Pordenone e per opportuna conoscenza: al Sindaco di Aviano al Presidente della Provincia di Pordenone al Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia al Ministro dell'Interno al Prefetto di Viterbo al Comandante della base Usaf di Aviano Egregio signore, con la presente ci pregiamo di comunicarle che nei prossimi giorni avvieremo una serie di colloqui con le autorita' del Comune di Aviano, della Provincia di Pordenone, della regione Friuli Venezia Giulia, e ci sarebbe grato anche con Lei che costi' rappresenta il governo italiano. Avremo colloqui anche con altre istituzioni e vari soggetti della societa' civile. Ed effettueremo dei sopralluoghi sul terreno intorno alla base Usaf di Aviano, come gia' comunicato con lettera al comandante di essa. * L'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace Finalita' di questa attivita' comunicativa, ricognitiva e di confronto e dialogo e' l'illustrazione del nostro intendimento di realizzare - qualora la guerra illegale e criminale da settimane minacciata con vieppiu' crescente tracotanza iniziasse - una azione diretta nonviolenta intesa ad impedire che la base militare in oggetto possa essere utilizzata a supporto di essa guerra illegale e criminale; azione diretta nonviolenta con la quale ci ripromettiamo di ostruire lo spazio aereo antistante e sovrastante le piste di decollo degli aerei militari invadendolo con delle "mongolfiere della pace" talche' i bombardieri da essa base non possano decollare. * * Le caratteristiche di questa azione diretta nonviolenta Lei sicuramente conoscera' gia' questa iniziativa poiche' essa fu realizzata con successo (come esplicitamente riconosciuto dalle autorita' locali e particolarmente da quelle preposte alla pubblica sicurezza), sebbene solo per alcune ore, nel 1999 durante la guerra dei Balcani; e sa gia' quali siano le sue caratteristiche: - rispetto della vita, dell'integriita' e della dignita' di tutti gli esseri umani; - difesa della legalita' costituzionale e del diritto internazionale; - assunzione diretta e personale di responsabilita' nel contrastare la guerra e le stragi; - assoluta trasparenza e lealta' di comportamenti; - attenersi strettamente ai criteri della nonviolenza: e quindi ripudio di ogni forma di aggressione, di menzogna, di messa in pericolo e di danneggiamento di ogni persona. * Un "codice di condotta" per l'azione diretta nonviolenta Lei ricordera' anche come gia' nel 1999 diffondemmo una sorta di "codice di condotta" al quale chiedemmo e nuovamente chiederemo a tutti gli eventuali partecipanti di attenersi senza eccezione alcuna. Ci permettiamo di riprodurlo qui ancora una volta: "Quattro regole di condotta obbligatorie per partecipare all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace I. A un'iniziativa nonviolenta possono partecipare solo le persone che accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza. II. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con tranquillita', con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno. III. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini di questa azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", vale a dire: a) fare un'azione nonviolenta concreta: - per impedire il decollo dei bombardieri; - opporsi alla guerra, alle stragi, alle deportazioni, alle devastazioni, al razzismo; - chiedere il rispetto della legalita' costituzionale e del diritto internazionale che proibiscono questa guerra; b) le conseguenze cui ogni singolo partecipante puo' andare incontro (possibilita' di fermo e di arresto), conseguenze che vanno accettate pacificamente e onestamente, ed alle quali nessuno deve cercare di sottrarsi. IV. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza: - non fare del male a nessuno (se una sola persona dice o fa delle stupidaggini, o una sola persona si fa male, la nostra azione diretta nonviolenta e' irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere immediatamente sospesa); - spiegare a tutti (amici, autorita', interlocutori, interpositori, eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta nonviolenta non e' rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo caso lo scopo e' fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre stragi ed atrocita'); - dire sempre e solo la verita'; - fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed annunciate pubblicamente (cioe' a tutti note e da tutti condivise); nessuno deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede lealta' e disciplina; - assumersi la responsabilita' delle proprie azioni e quindi subire anche le conseguenze che ne derivano; - mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza altrui. Chi non accetta queste regole non puo' partecipare all'azione diretta nonviolenta, poiche' sarebbe di pericolo per se', per gli altri e per la riuscita dell'iniziativa che e' rigorosamente nonviolenta". Cosi' scrivevamo gia' nel 1999, questa e' la nostra limpida ed intransigente posizione. * Per la chiarezza Lei sapra' anche che il nostro "Centro di ricerca per la pace" non ammette posizioni ambigue; che non e' stato corrivo a scellerate iniziative di provocazione che in tempi passati hanno portato altri (e sovente, sciaguratamente, persone investite di pubbliche responsabilita') alla commissione di autentici orrori. Il nostro "Centro di ricerca per la pace" si attiene strettamente ai principi della nonviolenza. E Lei sapra' quindi anche, in particolare, che la nostra iniziativa nonviolenta e' intesa a salvare vite umane e a difendere il nostro ordinamento giuridico, la legalita' e la democrazia della e nella Repubblica Italiana, e che quindi nei confronti delle istituzioni democratiche italiane e degli operatori pubblici, e soprattutto di quelli preposti alla difesa delle leggi e alla tutela della sicurezza e dei diritti dei cittadini, il nostro atteggiamento e' del tutto rispettoso e inteso a collaborare al fine di difendere la legalita', e la vita e l'incolumita' delle persone. Lei sapra' anche, infine, che il nostro atteggiamento nei confronti dello stesso personale della base militare Usaf le cui attivita' di supporto alla guerra intendiamo contrastare e bloccare, e' un atteggiamento ugualmente rispettoso della dignita' e dell'incolumita' di tutti gli esseri umani; il nostro scopo e' unicamente opporci alla guerra, impedire le stragi: vorremmo che tutti i nostri interlocutori fossero serenamente certi di questo. Lei coglie dunque anche come, a differenza di altri che sovente compiono azioni o pronunciano dichiarazioni irresponsabili e non meditate, noi siamo intransigenti nella scelta della nonviolenza, e non offriamo quindi alcun appiglio ad alcuno per poter mistificare la nostra posizione o per proditoriamente aggredirci. * Un dovere morale Certo, siamo consapevoli oggi come lo eravamo nel 1999, che la nostra azione diretta nonviolenta puo' dar luogo ad un'azione penale nei nostri confronti se interpretata come "attentato alla sicurezza dei trasporti", o come "istigazione a delinquere": ma gia' nel 1999 la magistratura decise di archiviare il procedimento avviato a nostro carico, riconoscendo cosi' de jure et de facto che la nostra azione non ha nulla a che vedere con "attentati" o con il "delinquere", ma e' semplicemente atto dovuto di cittadini che vogliono difendere la Costituzione Italiana, come di ogni cittadino italiano e' dovere giuridico; ed e' semplicemente condotta doverosa di esseri umani che vogliono difendere altre vite umane e la stessa civilta' umana, come di ogni essere umano e' dovere morale. E' naturale che siamo coscienti della possibilita' di subire spiacevoli conseguenze penali per la nostra azione diretta nonviolenta: da amici della nonviolenza accettiamo anch'esse come un dovere: un dovere morale, civile, di testimonianza. * Signor Prefetto, le scriviamo la presente in particolare: I. per renderla edotta dei motivi, delle finalita' e delle forme di realizzazione della nosta iniziativa; II. per interloquire con Lei come figura istituzionale autorevolmente rappresentativa; III. per sottoporre alla sua attenzione alcune riflessioni che a noi sembrano ineludibili nella situazione presente. I. Quanto al primo punto sara' sufficiente rinviare ai documenti che le inviamo a parte, e che sicuramente gia' conoscera', e precisamente: - alla lettera aperta al comandante della base Usaf di Aviano del 12 febbraio 2003; - alla lettera al sindaco del Comune di Aviano del 18 febbraio 2003; - agli estratti dalla nostra "Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace" del 1999 che abbiamo recentemente piu' volte riprodotto e ridiffuso. II. Quanto al secondo punto: e' proprio dell'azione diretta nonviolenta essere condotta nel massimo rispetto dell'incolumita' e della dignita' di tutti gli esseri umani, nella massima responsabilizzazione propria e degli interlocutori e quindi nella massima disponibilita' all'ascolto e all'apertura; nel costante contatto e dialogo, dunque, con tutti gli interlocutori al fine di trovare soluzioni condivise e nonviolente al conflitto. Pertanto ci teniamo particolarmente ad un rapporto che almeno da parte nostra sia assolutamente corretto e trasparente nei confronti delle istituzioni oltre che delle persone, affinche' non possano essere fraintese le nostre intenzioni e le nostre azioni, ed affinche' si possano trovare quanti piu' punti di convergenza possibile, e quanto agli aspetti dell'iniziativa che restassero non condivisi o che trovassero per varie ragioni un'opposizione, vi sia la possibilita' di una gestione dei rispettivi ruoli, dei rispettivi compiti e delle rispettive azioni che garantisca che il conflitto, anche nella sua acuzie, possa svolgersi nelle forme civili, democratiche e legittime, da persone ragionevoli che si rispettano ed hanno contezza e cura dei diritti umani altrui. Cosicche' ci terremmo molto a poter interloquire con Lei, che rappresenta localmente il potere esecutivo centrale, al fine di dissipare ogni possibile equivoco e di illustrare con chiarezza il senso, i fini e le forme della nostra azione diretta nonviolenta. III. Quanto al terzo punto occorrerebbe svolgere qui un ragionamento assai ampio ed articolato; sara' sufficiente riassumerne i termini essenziali. * Profili giuridici a) La Costituzione della Repubblica Italiana all'articolo 11 e' inequivocabile nel ripudiare la guerra, e massime una guerra che ha le caratteristiche della guerra che si va preparando, una guerra che e' quindi evidentemente illegale e criminale. La Costituzione e' la base del nostro ordinamento giuridico; la fedelta' ad essa e' dovere di tutti i cittadini e massime di tutti i pubblici ufficiali. b) La Carta dell'Onu e' inequivocabile, fin dall'incipit del suo preambolo, nello stabilire che la "ratio" stessa dell'esistenza dell'Onu e' opporsi alla guerra. L'Onu quindi esiste in funzione dell'agire per impedire la guerra, pertanto in nessun caso suoi organi (e quindi anche suoi associati in quanto ne sono membri), sia pur autorevolissimi, possono confliggere con il fondamento stesso che fa esistere e legittima l'Organizzazione delle Nazioni Unite. Rilevar questo equivale a rilevare che sotto il profilo del diritto internazionale, e degli accordi internazionali sottoscritti da quasi tutti gli stati della terra, la guerra che si va preparando e' ancora una volta palesemente illegale e criminale. c) Legalita' costituzionale italiana e diritto internazionale coincidono quindi nel ripudio della guerra, ed hanno - devono avere - efficacia cogente tanto per le persone quanto per le istituzioni: e' dovere dei popoli come degli stati opporsi alla guerra, guerra che sempre consiste nella commissione di omicidi di massa; guerra che nell'eta' atomica mette in pericolo l'intera civilta' umana. d) Ne consegue pertanto anche che e' dovere di tutti i pubblici ufficiali italiani opporsi alla guerra come conseguenza del giuramento di fedelta' alla Costituzione della Repubblica Italiana. Ne consegue che e' dovere dello Stato italiano opporsi alla guerra nel modo piu' esplicito ed energico. e) Ne consegue altresi' che chi viola la legalita' costituzionale cui ha giurato fedelta' per questo stesso fatto commette un reato di eccezionale gravita' e deve essere perseguito penalmente. f) Tanto le comunichiamo anche affinche' Lei stesso valuti se cio' che abbiamo scritto fin qui costituisca, come crediamo, "notitia criminis" (di un crimine, l'avallo alla guerra illegale e criminale, reiteratamente commesso e avallato da autorevolissime figure istituzionali con compiti di governo, di legislatori, di supremo garante della Costituzione) e se sia anche in capo a Lei quale pubblico ufficiale il dovere di procedere a denunciare all'autorita' giudiziaria (come noi abbiamo gia' fatto) quegli appartenenti ad autorevolissimi organi istituzionali che negli ultimi anni e mesi e giorni hanno disatteso il loro mandato e violato la legalita' costituzionale con il loro non essersi opposti alla guerra, ed anzi con il loro effettuale sostegno alla guerra (nella situazione presente specificamente nella forma, fin qui, dell'annunciata disponibilita' a cooperare con gli aggressori ed a mettere a disposizione degli stragisti risorse ed infrastrutture allocate nel territorio italiano). E fin qui per quanto attiene ai profili piu' squisitamente giuridici. * Profili civili e morali Ma vi sono ovviamente anche peculiari profili civili e morali, ovvero politici nel senso in cui di politica si parla ad esempio nell'Etica nicomachea di Aristotele, e nella Critica della ragion pratica di Kant. Ed al riguardo non si puo' prescindere dalla grande riflessione etica contemporanea: quella articolata ad esempio dalle opere di Simone Weil, di Tzvetan Todorov, di Vandana Shiva, di Rosa Luxemburg, di Primo Levi, di Hans Jonas, di Etty Hillesum, di Mohandas Gandhi, di Ernesto Balducci, di Hannah Arendt, di Guenther Anders; i temi angoscianti e ineludibili della condizione umana nell'eta' atomica; della "banalita' del male"; del crinale apocalittico; del principio responsabilita'. Si pone ad ogni essere umano il compito di aver cura dell'umanita' intera e del mondo. Si pone ad ogni essere umano il compito primo di impedire lo scatenamento della guerra che l'intera umanita' puo' annichilire. Si pone ad ogni essere umano una responsabilita' grande e ineludibile. * Concludendo Se ci siamo permessi di evidenziare tutto quanto precede e' perche' riteniamo che fermare la guerra, che l'intera umanita' mette in pericolo, sia compito di tutti gli esseri umani di volonta' buona e di tutte le istituzioni finalizzate alla promozione e tutela della civile convivenza, ovvero del con-vivere, del vivere insieme, del vivere tutti. * Signor Prefetto, siamo certi che la nostra angoscia per l'ora presente dell'umanita' e' anche la sua, e di ogni persona di retto sentire. E che ci accomuni l'auspicio e l'impegno affinche' possa prevalere la pace, e con essa e attraverso essa l'umanita'. Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro, e voglia estendere saluti ed auguri ai suoi collaboratori, ai suoi familiari, ai cittadini del territorio in cui esercita il suo alto incarico istituzionale. Con viva cordialita' e sincera sollecitudine, restiamo in attesa di un cenno di riscontro. Giuseppe Sini direttore del Centro di ricerca per la pace di Viterbo Viterbo, 20 febbraio 2003 Mitente: Giuseppe Sini direttore del Centro di ricerca per la pace di Viterbo strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
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